Mancano appena due settimane alle elezioni del 25 settembre che vedranno gli italiani impegnati a votare per i prossimi rappresentanti parlamentari. I partiti hanno presentato i propri programmi e la redazione de L’Indipendente punta a offrire una riflessione critica sulle loro proposte e sull’operato passato, in vista di un voto consapevole. Dopo aver analizzato le intenzioni di Fratelli d’Italia e Partito democratico, è arrivato il turno della terza forza politica secondo i sondaggi: la Lega, che ha presentato un programma di oltre 200 pagine.
Carta d’identità
Capo politico: Matteo Salvini
Orientamento politico: destra
Ultima legislatura: al governo durante il Conte I e il Draghi; 123 deputati e 58 senatori.
Coalizione: centro-destra (insieme a Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi moderati).
Slogan e programma
“L’Italia che vogliamo”
Giovani e istruzione
- Revisione in senso meritocratico e professionalizzante dell’istruzione.
- Ipotesi di reintroduzione della leva obbligatoria.
- Più pratica negli istituti, ok all’alternanza scuola-lavoro.
- Agevolazione del riscatto degli anni di laurea ai fini contributivi.
- Pensione di garanzia (di mille euro) per i giovani lavoratori con carriere interamente nel regime contributivo.
- Libri gratuiti o detraibili fino alle superiori.
- Incentivi e sgravi fiscali per la creazione di start-up.
- Investimenti nelle infrastrutture e nella ricerca.
Economia e lavoro
- Flat tax a scaglioni.
- Revisione del reddito di cittadinanza.
- Innalzamento del tetto del contante, in controtendenza alle ultime misure governative in materia di lotta all’evasione fiscale.
- Quota 41: “I lavoratori raggiungono il diritto alla pensione anticipata di anzianità con 41 anni di contributi”. Per le donne si aggiunge un anno di contributi figurativi per ogni figlio.
- Abbassamento della pensione per le donne a 63 anni, dai 67 attuali, con almeno 20 di contributi.
Diritti
- Ritorno dei decreti sicurezza: contrasto all’immigrazione illegale e difesa delle frontiere, implementando gli accordi con Libia e Tunisia.
- No allo ius soli o a proposte simili sulla cittadinanza.
- Difesa della “famiglia tradizionale”, con tanto di misure per la natalità, e condanna a pratiche come la maternità surrogata.
- No al ddl Zan.
- No alla legalizzazione della cannabis.
- No all’eutanasia.
Beni comuni
- Sì ai termovalorizzatori.
- Creazione di una filiera nazionale sul nucleare.
- Promozione dell’estrazione di litio e nascita di un’impresa di mining statale per l’esplorazione.
- No alla direttiva Bolkestein*.
Politica estera
- Ferma adesione alla NATO, ma con “impegno attivo per una tregua duratura tra Russia e Ucraina”. Revisione delle sanzioni contro la Russia.
- Integrazione europea da far convivere con la difesa della sovranità nazionale.
- Accordi con la guardia costiera libica e conferma del Memorandum del 2017.
- Revisioni di diversi accordi europei in materia ambientale.
Politiche sanitarie
- Indennizzi per i danni alla salute riportati in seguito al vaccino da Covid-19.
- No all’obbligo vaccinale per il coronavirus.
- Maggiori assunzioni.
- Sviluppo e riforma della sanità territoriale.
- Piano sperimentale con percorsi di cura per “malattie particolarmente gravi ed invalidanti quali le patologie psichiatriche e le dipendenze patologiche”.
Riforme costituzionali proposte
Il presidenzialismo alla francese (o semi-presidenzialismo), che stravolgerebbe la natura parlamentare della Repubblica, a favore di un esecutivo diviso tra il Capo dello Stato e il governo.
Considerazioni
“Il Memorandum con la Libia sottoscritto dall’Italia nel 2017 si è confermato quale strumento utile per contrastare i flussi illegali diretti verso il nostro Paese, salvare vite umane e fronteggiare le organizzazioni criminali che sfruttano la tratta dei migranti”. Parzialità di informazione, dal momento in cui non vengono citati i crimini “legalizzati” proprio grazie al Memorandum. Ne parlano, invece, diverse Ong, tra cui Human Rights Watch.
La Lega, almeno a detta dei sondaggi, vivrà la prossima legislatura all’ombra di Fratelli d’Italia. Questo ridimensionerà il programma singolo presentato da Matteo Salvini in via ufficiosa, con due risultati possibili per i punti conflittuali (come la revisione/abolizione del reddito di cittadinanza): soluzione a vantaggio del partito guidato da Giorgia Meloni, accompagnata da piccole consolazioni, o rottura. Persistono dubbi sull’effettiva possibilità di tenere Salvini come secondo al comando ed egli, in effetti, non perde occasione per parlare alla pancia degli italiani e tentare l’assalto alla leadership. Si pensi alla tavola rotonda al Forum Ambrosetti, quando Salvini si è smarcato dalla linea ufficiale, e atlantista, della coalizione per proporre una revisione delle sanzioni alla Russia, provocando l’imbarazzo (o irritazione?) di Giorgia Meloni.
Interessante l’impegno della Lega per i giovani e la scuola, soprattutto con la proposta dei libri gratuiti o detraibili per gli studenti delle elementari, medie e superiori. Peccato che il confronto con la realtà mostri la strumentalizzazione del diritto allo studio. La Lombardia, una regione da anni amministrata e governata dalla Lega, rappresenta uno dei casi in cui il diritto allo studio è meno garantito, con criteri di attribuzione delle agevolazioni quasi esclusivamente basati sul merito che non tengono conto del fattore economico e delle difficoltà in tal senso di centinaia di migliaia di famiglie.
*A fine luglio, il ddl Concorrenza è stato approvato alla Camera dei Deputati con 345 voti favorevoli e 41 contrari, questi ultimi provenienti dai banchi di Fratelli d’Italia e Alternativa. Il partito guidato da Giorgia Meloni ha prontamente rivendicato di essere stata l’unica forza di centro destra a opporsi alla norma, con la Lega ha invece fatto leva sul vago, discrezionale e ambiguo concetto di “responsabilità”, ribadendo (come più volte fatto da Bruxelles) la centralità della norma nel rispetto degli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e nell’accesso ai fondi comunitari.
… spazzatura …
Come al solito Salvini ha la faccia come il culo. Continua a dimostrare di essere un opportunista tanto quanto il suo “amico” Di Maio. Mi sa che il detto che “gratta che la rogna salta fuori”,con lui va a nozze. La Meloni, nel bene o nel male, ha dato un senso di coerenza ma questo “personaggio”, pur di non staccare il culo dalla poltrona, avrenbe messo “BELLA CIAO” come inno della Lega…….