Nel pomeriggio di lunedì 5 settembre Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, insieme alla segretaria Paola Spadari, ha consegnato virtualmente a Julian Assange la tessera ad honorem dell’Ordine dei giornalisti. La tessera è stata affidata a Stefania Maurizi, stretta collaboratrice di Assange, collegata on line con la Casa degli Autori al Lido di Venezia.
“Difendere Assange significa difendere il diritto di cronaca, la libertà di informazione e l’incolumità dei whistleblower – ha dichiarato Bartoli – Per questo abbiamo deciso di iscrivere allOrdine dei giornalisti Julian Assange. Se una corte inglese deciderà di estradarlo negli USA, in Inghilterra, che è stata la culla del diritto di cronaca, si celebrerà il funerale della libertà di informazione”. Entro il mese di settembre si dovrebbe infatti conoscere l’esito della richiesta di appello presso la Corte Suprema di Londra: in caso di esito negativo, sarà confermata l’estradizione del giornalista australiano negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere in condizioni detentive critiche. A concedere l’estradizione era stata Priti Patel, ex ministro dell’Interno del governo Johnson esclusa dal team della nuova premier Liz Truss: sarà chiaro nelle prossime settimane se questo comporterà dei cambiamenti nella situazione di Assange.
L’atto, seppur di valore simbolico, costituisce una chiara – e positiva – presa di posizione da parte dell’Ordine dei Giornalisti italiano, che ha tardato non poco a dichiarare quale fosse il proprio allineamento in merito alla questione. Resta da vedere se i numerosi giornalisti e giornali mainstream italiani riusciranno ora a tenere alta l’attenzione sulla vicenda, o se continueranno a ignorarla come fatto finora.
[di Valeria Casolaro]
È sempre meglio tardi che mai. Certo è che anche la categoria dei giornalisti, generalmente intesa e con le dovute eccezioni, anche in questa gravissima vicenda fa una figura da nani dell’informazione. Dai “guardiani della libertà di parola” mi aspetto ben altro che una timida tessera dell’ordine. Quella la danno persino a Vespa e Molinari …