La COP27, ovverosia la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà il prossimo mese a Sharm el-Sheikh, sarà sponsorizzata dalla multinazionale Coca-Cola: a renderlo noto è stata proprio la Presidenza dell’evento, la quale tramite un comunicato ha recentemente fatto sapere che la multinazionale rivestirà il ruolo di sponsor e fornitore della COP27. La collaborazione, però, non ha di certo lasciato indifferenti gli ambientalisti, con diverse associazioni che hanno criticato duramente l’accordo con quella che secondo i dati è l’azienda che produce il maggior quantitativo di plastica usa e getta al mondo. Un nuovo colpo al vertice in cui i grandi della Terra si dovrebbero occupare delle politiche necessarie a preservare un pianeta abitabile per le prossime generazioni.
«Coca-Cola produce 120 miliardi di bottiglie di plastica usa e getta all’anno e il 99% della plastica è prodotto da combustibili fossili, peggiorando sia la crisi della plastica che quella climatica», ha ad esempio affermato il direttore della campagna per gli oceani di Greenpeace USA John Hocevar, che ha poi aggiunto: «Devono ancora riconoscere che questo è un problema o spiegare come raggiungeranno i loro obiettivi climatici senza porre fine alla loro dipendenza dalla plastica. Questa partnership mina l’obiettivo stesso dell’evento che cerca di sponsorizzare». Una critica sostanzialmente condivisa anche dalla coordinatrice del movimento contro l’inquinamento Break Free From Plastic, Emma Priestland, la quale ha sottolineato come la «Coca-Cola che sponsorizza la COP27 sia puro greenwash», essendo la multinazionale una delle «maggiori utilizzatrici di plastica al mondo». Accuse, queste ultime, evidentemente non campate in aria. Secondo un rapporto del 2021 a cura di Break Free From Plastic, infatti, la Coca-Cola Company si è confermata per il quarto anno consecutivo il peggior inquinatore di plastica aziendale al mondo, con quasi 3 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica utilizzati nel 2020.
È anche per questo motivo che un delegato alla COP26 di Glasgow ha deciso di lanciare una petizione, già firmata da oltre 12.000 persone, con cui si chiede di mettere fine alla sponsorizzazione aziendale delle COP, partendo dalla rimozione della Cola Cola come sponsor dell’evento. “Coca-Cola spende milioni di dollari per effettuare il greenwashing del proprio marchio, facendoci credere che stiano risolvendo il problema”, si legge a tal proposito nel testo della petizione, in cui viene altresì sottolineato che “le conferenze della COP dovrebbero essere riunioni di leader nazionali, impegnati in negoziati urgenti per prevenire il cambiamento climatico, non un raduno multimilionario delle aziende che inquinano e dei loro lobbisti”. Al momento, però, tale posizione non sembra essere condivisa dalla presidenza della COP27 dato che nessun passo indietro è stato fatto, mentre l’atteggiamento assunto dai membri della compagnia a quanto pare è risultato essere più convincente. Ad esempio secondo Michael Goltzman, Global Vice President of Public Policy and Sustainability presso la Coca-Cola Company, la COP27 offrirebbe all’azienda «l’opportunità di continuare a impegnarsi con esperti, organizzazioni non profit, industria e governi per sostenere azioni volte a un cambiamento sostenibile nell’ambito della sua scala di valori»: una tesi evidentemente condivisa dalla presidenza della COP27, che dando notizia dell’accordo, nel comunicato precedentemente citato, riporta tali parole.
[di Raffaele De Luca]
Su sito della coca cola dicono che stanno progettando una bottiglia al 100% di plastica vegetale (https://www.coca-colacompany.com/news/100-percent-plant-based-plastic-bottle), ma io dico se negli anni ’80 si usavano le bottigliette di vetro, perchè non posso usarle ancora oggi? Invece di progettare cose inutili?
Sono patetici.
Ormai sono senza vergogna, tanto in un pianeta dove la metà dell gente come minimo dorme sonni tranquilli, cosa vuoi aspettarti!?
Una piccola ricerca sugli immensi furti di acqua della Coca-Cola (e Nestle) ai danni delle popolazioni di mezzo mondo sarebbe una utile integrazione a questo articolo e alle proteste di Greenpeace e compagni. E anche in Italia; vedi Nogara (Verona), Oricola in Abruzzo, Marcianise, in provincia di Caserta, …
Più o meno come se la nostra Beretta iniziasse a promuovere cortei pacifisti contro la guerra.
Se per organizzare eventi internazionali c’è bisogno delle multinazionali significa che il potere economico è assolutamente preponderante rispetto alla politica e ai reali rapporti umani.