Animali esotici, armi, pile di banconote, auto costose: così i cartelli messicani si mostrano su TikTok, raccogliendo centinaia di migliaia di visualizzazioni. La rappresentazione online della narcocultura avviene da più di un decennio. All’inizio, i video erano violenti ed espliciti. Ma TikTok ha dato una nuova dimensione al genere della narcocultura: molti video vengono realizzati per mostrare ai giovani messicani i potenziali benefici dell’adesione al traffico di droga. Tra musica e qualche passo di danza, i video diventano attraenti e virali. Dopo che il video di un inseguimento in motoscafo è diventato virale sulla piattaforma, i contenuti hanno iniziato a dilagare anche negli Stati Uniti. Una portavoce di TikTok ha detto che la società si è impegnata a collaborare con le forze dell’ordine per combattere l’attività criminale organizzata e che rimuove contenuti e account che promuovono attività illegali.
Che siano propriamente i cartelli o solo gli aspiranti gangster a produrre e condividere questo genere di contenuti, l’obiettivo finale è lo stesso: attirare giovani reclute. Alejandra León Olvera, antropologa dell’Università di Murcia in Spagna che studia la presenza dei gruppi della criminalità organizzata sui social media, definisce l’operazione come “narcomarketing“. Si tratta insomma di una campagna di propaganda, progettata per mascherare la violenza (il Messico solo lo scorso anno ha registrato 34.582 omicidi) e mostrare uno stile di vita appetibile per i ragazzi.