Le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e WWF si sono fermamente schierate contro il decreto annunciato dal Governo Meloni, il quale, tra le altre cose, prevede nuove trivellazioni lungo le coste adriatiche. Se confermato, secondo le associazioni, si tratterebbe di un regalo alle industrie petrolifere estrattive, in primis all’ENI, mentre il vantaggio per le industrie energivore annunciato dal Governo appare essere del tutto marginale e sulla strada sbagliata rispetto agli impegni per la decarbonizzazione assunti dall’Italia. «Secondo le stime del Governo – sottolineano gli ambientalisti – l’incremento atteso con l’emendamento ‘sblocca trivelle’ è di 15 miliardi di metri cubi in 10 anni, cioè 1,5 miliardi di metri cubi l’anno, che sarebbero equivalenti solo all’1,9% del fabbisogno nazionale». Un aumento inconsistente che richiederebbe poi tempi incompatibili con la risoluzione del rincaro energetico.