Nell’ultimo anno, grazie all’aumento del Dna barcoding è stato scoperto un numero crescente di “specie criptiche“. La tecnica, può identificare e differenziare le specie animali e vegetali, utilizzando la loro divergente sequenza genetica. Nuove specie di aloe, pipistrelli dal naso a foglia e camaleonti simili ad un occhio umano hanno entusiasmato e fatto preoccupare gli ambientalisti. Se da un lato, il nostro pianeta potrebbe essere più diversificato biologicamente, è altrettanto vero che le specie, un tempo considerate comuni, potrebbero essere divise ed alcune di queste richiedono protezione immediata.
Il lemure topo di Giona è stato svelato al mondo solo quest’estate, ma è già sull’orlo dell’estinzione. Il Popa Iangur, appena scoperto, conta circa 200 individui ed è probabile che venga classificato come in pericolo di estinzione. Sono solo due delle specie da poco svelate ed altre migliaia sono attese per i prossimi anni.
Le prime scoperte di specie criptiche effettuate utilizzando il Dna barcoding sono avvenute nell’area di conservazione di Guanacaste (ACG) in Costa Rica, ora il luogo con più codici a barre del DNA sulla Terra. Nel documento Ten Species in One del 2004, il professore canadese Paul Hebert, noto come il “padre del Dna barcoding”, ha rivelato l’identità della farfalla lampeggiante a due barrette nel 2004, insieme ai professori dell’Università della Pennsylvania Daniel Janzen e Winnie Hallwachs, che hanno dedicato la loro vita all’ACG.