In Venezuela, sabato 26 dicembre l’opposizione ha votato per prolungare il mandato di Juan Guaidó e dell’Assemblea nazionale uscente. La decisione è un tentativo di contrastare il Parlamento eletto lo scorso 6 dicembre, e apre un nuovo scontro con il Presidente Nicolás Maduro. Gli oppositori hanno adottato questo provvedimento tramite la revisione della Legge di Statuto Transitorio, adducendo tra le ragioni presunti brogli elettorali (non supportati da alcuna prova). All’effettivo, il Partito Socialista Unito di Maduro riprenderà il controllo a gennaio e le attività del Parlamento presieduto da Guaidó non avranno effetto. Tuttavia, la strategia di Guaidó è quella di mantenere l’incarico. L’opposizione si prepara a chiedere nuovamente la mobilitazione permanente dei suoi sostenitori, sebbene le mobilitazioni di massa siano in contrasto con le nuove restrizioni che verranno annunciate contro la pandemia.
Juan Guaidó, leader del partito Volontà Popolare, è stato proclamato Capo di Stato in carica all’inizio del 2019. Ha tentato di rovesciare Maduro – non riuscendoci, però – facendo pressione nelle strade, chiedendo sanzioni internazionali, cercando di forzare una rivolta delle forze armate. Soprattutto, ha ottenuto il sostegno dell’amministrazione Trump. Gli Stati Uniti, da ormai vent’anni, cercano infatti di rovesciare il chavismo (dal nome di Hugo Chavez, primo presidente socialista del Venezuela). Ma a partire da gennaio – quando Biden entrerà in carica come Presidente degli Stati Uniti – lo stesso riconoscimento internazionale di Guaidó non sarà più scontato.