Questa mattina, l’Argentina è diventata il più grande Paese latinoamericano a legalizzare l’aborto. La modifica storica giunge dopo l’approvazione della legge da parte del Senato con 38 voti favorevoli, 29 contrari e un’astensione. Gli attivisti pro-choice che avevano vegliato fuori dal palazzo del Congresso di Buenos Aires sono scoppiati in festa quando è stato annunciato il risultato. Il disegno di legge era stato approvato dal parlamento argentino all’inizio di questo mese, dopo essere stato sottoposto al congresso dal presidente di sinistra del paese, Alberto Fernández.
Il voto del senato è il risultato di 5 lunghi anni di marce e di proteste da parte del movimento delle donne argentine. Il tutto iniziò con una campagna Twitter contro la violenza di genere che utilizzava l’hashtag #NiUnaMenos (“Non una di meno”). La prima marcia spontanea è avvenuta il 3 giugno 2015, in reazione all’omicidio della quattordicenne Chiara Páez, trovata sepolta sotto la casa del fidanzato. Dopo quella chiamata alle armi, un gruppo di giornaliste iniziò a twittare l’hashtag #NiUnaMenos, dando vita alla prima di molte marce.
La storica decisione significa che l’Argentina diventerà il terzo paese sudamericano a consentire aborti elettivi insieme all’Uruguay, che ha depenalizzato la pratica nel 2012, e alla Guyana, dove è legale dal 1995. L’isola caraibica di Cuba ha legalizzato la pratica nel 1965 mentre Città del Messico e lo stato messicano di Oaxaca consentono anche la cessazione.