I problemi strutturali nelle scuole di tutta Italia hanno causato l’interruzione delle lezioni in diverse città, dopo che gli studenti si sono rifiutati di entrare in classe per via delle temperature estremamente rigide al loro interno. I casi più gravi si sono registrati a Palermo, dove una bambina di 10 anni è stata colpita da ipotermia e costretta al ricovero e per una studentessa universitaria sentitasi male per il freddo è stato necessario l’intervento di un’ambulanza. Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, ha ricordato il potere dei dirigenti scolastici di sospendere le lezioni fino a che le problematiche non vengano risolte: «in un edificio scolastico gli studenti dovrebbero essere al sicuro e non mettere a repentaglio la propria salute».
Questa mattina, a Palermo, gli studenti dell’istituto professionale Pietro Piazza hanno quindi deciso di non entrare in classe, rimanendo davanti alla scuola per protestare contro il gelo nelle aule. In mano reggono uno striscione, sul quale si legge “Non siamo studenti di serie B”. Il loro intento è «attirare l’attenzione del dirigente scolastico e della Città metropolitana, che ha la competenza sull’edilizia scolastica e sulla manutenzione dell’impianto», viene spiegato al megafono. Il rappresentante d’istituto ha dichiarato che «non possiamo continuare a fare lezione in aule gelide, in cui non c’è la temperatura minima per studiare. La caldaia è rotta: pretendiamo che si intervenga immediatamente per risolvere il problema o ci rifiutiamo di entrare in classe a oltranza». E se l’assessore Tamajo ha annunciato interventi a tappeto per risolvere le problematiche di decine di istituti nel capoluogo, le cose non vanno meglio a Messina, dove le problematiche strutturali di numerosi edifici hanno lasciato gli studenti al freddo.
Si tratta, tuttavia, di disagi che non riguardano solamente il Meridione, ma sono distribuite su tutta la penisola. A Firenze, la mattina del 28 gennaio scorso, la preside del liceo Machiavelli-Capponi ha mandato gli alunni a casa per via delle temperature all’interno delle aule, che rendevano impossibile il proseguimento delle lezioni. Nella circolare recapitata ai genitori viene spiegato che “A causa del mancato funzionamento del riscaldamento della sede di piazza Frescobaldi, per la tutela della salute degli alunni e del personale scolastico, le lezioni sono interrotte dalle 9. La spunta per presa visione e adesione è valevole come autorizzazione”. I genitori specificano come la problematica sia tutt’altro che episodica e come riguardi tutte le sedi dell’istituto, al punto che alcuni ragazzi hanno riportato sintomatologie da problematiche legate al raffreddamento, come l’edema pericapillare.
A Oulx, comune di montagna della Valsusa, in Piemonte, alcuni studenti dell’Istituto Des Ambois si sono rifiutati di fare lezione in classe il 24 gennaio scorso, in segno di protesta contro le temperature gelide registrate in aula. Hanno invece organizzato un’assemblea autogestita nell’auditorium della scuola e alle 12 il preside ha mandato tutti a casa. Anche qui, denunciano, i disservizi legati all’impianto di riscaldamento, imputati alla Città Metropolitana di Torino, sono tutt’altro che occasionali, complici anche le problematiche strutturali della scuola (quali finestre rotte o sigillate in modo precario) che contribuiscono alle basse temperature. Nella stessa giornata a Rimini circa duemila studenti sono rimasti a casa per via dei malfunzionamenti nell’impianto di riscaldamento di due istituti, il liceo scientifico Einstein e il tecnico economico Valturio. La Provincia di Rimini, che gestisce i due istituti, ha comunicato che “Il non perfetto funzionamento degli impianti termici dei due istituti, che fanno capo ad un’unica centrale termica, registrato negli ultimi giorni ha reso necessario intervenire per la rimessa in funzione degli stessi e per il ripristino dell’idonea temperatura interna nel plesso scolastico”.
Anche in Liguria la situazione non è diversa: nella scuola elementare Vernazza di Sturla, in provincia di Genova, centinaia di bambini tra i 6 e gli 11 anni sono rimasti a casa dopo che i genitori hanno deciso di sospenderli dalle lezioni sino a che il problema del gelo nelle aule «non sarà risolto definitivamente». A Bordighera, invece, 300 studenti si sono rifiutati di entrare in classe dopo che nelle aule era stata registrata una temperatura di 10 gradi, scesa a 6 in palestra.
«L’ente proprietario, in quanto responsabile della manutenzione dell’edificio scolastico e dei suoi impianti, previa segnalazione del Dirigente scolastico, è tenuto ad intervenire tempestivamente, altrimenti studenti, genitori, docenti della scuola, possono mettere in atto anche una diffida nei confronti dell’ente proprietario della scuola» ricorda Bizzarri, che sottolinea come la salute degli studenti negli edifici scolastici non possa essere messa a rischio per cause legate al caro energetico o per il ritardo negli interventi di manutenzione degli impianti.
[di Valeria Casolaro]
Grazie ai nostri cari politicanti che fanno tutto per il nostro bene ,anche le donazioni di svariati milioni di euro per continuare la guerra.criminali parassiti
… eh, non ci sono soldi…ah, per l’Ucraina sono già stati versati 76 miliardi di euro?….