venerdì 22 Novembre 2024

“Non imbarchiamo armi”: portuali di Trieste e Monfalcone proclamano lo stato di agitazione

A seguito della dichiarazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un’intervista esclusiva a Ring, in cui ha parlato del ruolo chiave dei porti a nord dell’Adriatico per la questione Ucraina, l’USB del Friuli Venezia Giulia ha proclamato lo stato di agitazione nei Porti di Trieste e Monfalcone e chiesto immediati chiarimenti all’Autorità Portuale e ai Prefetti di Trieste e Gorizia.

“La dichiarazione recente del ministro Urso che vorrebbe Trieste come porto al servizio dell’Ucraina – scrivono nel comunicato stampa – trova USB perfettamente d’accordo ma su un’iniziativa organica che favorisca la ricostruzione di un paese martoriato dalla guerra, non per alimentare ancora morte e distruzione. Per USB è necessario un tavolo permanente di trasparenza e monitoraggio promosso dall’Autorità Portuale di Sistema, per essere messi a conoscenza del materiale bellico di passaggio, le destinazioni e la tipologia. Il porto di Trieste è e deve essere un porto di pace, di unione tra popoli! I portuali triestini non accetteranno mai di imbarcare armamenti ed esplosivi e noi come USB siamo pronti a dare copertura formale a tutti i portuali promuovendo uno sciopero permanente delle movimentazioni di materiale bellico.”

Non è la prima volta che i portuali scendono in campo contro guerra e armi. A giugno dello scorso anno il collettivo autonomo dei lavoratori portuali di Genova (CALP) si è mosso, proponendo a Bruxelles l’istituzione di una rete per la condivisione di informazioni sulle rotte delle armi, in modo da poter mettere in atto azioni concrete per contrastare un traffico che alimenta i conflitti tramite l’invio di strumenti di guerra.  

Per il prossimo 25 febbraio, inoltre, sempre il CALP ha proposto una manifestazione nel capoluogo ligure, per protestare contro gli interessi economici e geopolitici che si nascondono dietro alle guerre e contro i governi dell’Unione Europea che hanno agito e agiscono «come burattini proni al diktat USA nell’inviare armi in Ucraina per far continuare il conflitto», senza impegnarsi in soluzioni diplomatiche a vantaggio dei popoli coinvolti. 

[di Iris Paganessi]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria