L’esplosione dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico sarebbe stata un’operazione segreta ordinata dalla Casa Bianca e portata avanti dalla CIA. Questa la rivelazione di uno dei più noti giornalisti investigativi statunitensi, Seymour Hersh. Secondo l’inchiesta curata dal più volte Premio Pulitzer, pubblicata sul suo blog, ripresa anche dal Times, lo scorso giugno sommozzatori della Marina USA, utilizzando un’esercitazione militare della NATO come copertura, nota come Baltops 22, avrebbero piazzato degli ordigni esplosivi lungo gli oleodotti che sono stati fatti detonare tre mesi dopo. La rivelazione, d’altra parte, segue un articolo pubblicato dal Washington Post a dicembre 2022, nel quale la testata americana aveva spiegato che non c’erano prove a suffragio della tesi che Russia fosse in qualche modo coinvolta nelle esplosioni ai gasdotti Nord Stream1 e 2.
La stampa internazionale aveva da subito insinuato che la responsabilità delle perdite dai due gasdotti Nord Stream fosse russa, seppure fin dall’inizio molteplici indizi facessero quantomeno traballare l’interpretazione e portassero piuttosto dritti al coinvolgimento di Washington, come su L’Indipendente avevamo argomentato in un lungo articolo intitolato “Chi ha sabotato il Nord Stream? Se troppi indizi fanno una prova…” pubblicato lo scorso 4 ottobre 2022, ad appena una settimana di distanza dai fatti.
Se in precedenza Mosca aveva puntato il dito contro la marina britannica, la scorsa settimana, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva accusato Washington di essere responsabile dell’attacco.
Ora, dai dubbi sulla Russia e dai rimpalli di responsabilità tra Mosca e Kiev, si passa, con Hersh, alle accuse circostanziate sugli USA: «Chi ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream? Incredibilmente, stampa e politici europei sembrano non interessati a conoscere la verità su questo grave attentato, che ha fatto saltare in aria un’infrastruttura energetica di livello strategico per la Germania in primis, ma anche per l’intera Europea. In realtà ormai è ben chiaro chi ci sia dietro l’attacco e chi aveva l’interesse nel far saltare i gasdotti. I governanti europei preferiscono glissare sulla questione perché non hanno alcuna possibilità di protestare o di giustificarsi davanti ai propri popoli. L’Europa è ormai ridotta a un protettorato di Washington».
Secondo il giornalista, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, avrebbe deciso di realizzare questo atto di sabotaggio dopo nove mesi di operazioni top secret con la sua squadra di sicurezza nazionale. Il problema principale «non era se portare a termine la missione», ma come sbarazzarsi delle prove, scrive Hersh, in modo che non si individuasse il colpevole. La segretezza era essenziale per Washington, per evitare l’ira del Cremlino e rischiare di peggiorare i già delicati rapporti, deterioratisi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Con l’acuirsi delle tensioni tra Kiev e Mosca, l’amministrazione Biden si è concentrata anche su Nord Stream. Il motivo? «Finché l’Europa continuerà a dipendere dai gasdotti per l’approvvigionamento di gas naturale a basso costo, Washington temeva che Paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all’Ucraina il denaro e le armi necessarie per sconfiggere la Russia», spiega Hersh, sottolineando che è stato in quel momento di incertezza che Biden avrebbe autorizzato Jake Sullivan a elaborare il piano. Hersh sostiene, infatti, che Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, fosse coinvolto nella preparazione del piano di sabotaggio, in modo da assecondare «i desideri del presidente».
Hersh cita una fonte anonima «con conoscenza diretta della pianificazione» e racconta che i sommozzatori del Diving and Salvage Center della Marina degli Stati Uniti a Panama City, in Florida, avrebbero piazzato esplosivi C4 lungo l’oleodotto, poi attivati da una boa sonar lanciata da un aereo.
Le rivelazioni rilanciate da numerosi media internazionali, sono state smentite dalla Casa Bianca e dalla CIA che hanno definito le notizie sul coinvolgimento di Washington nel sabotaggio del gasdotto una menzogna e una montatura. Adrienne Watson, portavoce della Casa Bianca, ha liquidato la ricostruzione di Hersh come «una finzione completamente falsa». Similmente, Tammy Thorp, portavoce della CIA, ha commentato i fatti in modo analogo, affermando che «questa affermazione è completamente e totalmente falsa».
[di Enrica Perucchietti]
Io rimango convinto che la Germania sta zitta ma non ci passerà sopra e un giorno presenterà il conto agli americani. Tempo al tempo.
Su Pulitzer, ungherese di nascita, figlio di un ricco mercante ebreo, no comment. Su “Sy” Hersh, figlio di migranti ebrei lituano-polacchi, penso ci sia poco da aggiungere: ha sempre fatto il giornalista scomodo nei confronti del potere (My Lai, in parte Watergate) e quindi ha la fama di “rompiscatole”. Non credo che a 85 anni abbia voglia di raccontare bugie.
Dedicare un premio giornalistico a Joseph Pulitzer è come dedicare un premio al miglior pubblicitario a Joseph Goebbels. Ma fa niente.
“L’Europa è ormai ridotta a un protettorato di Washington”
In effetti ce n’eravamo accorti 🙁