lunedì 25 Novembre 2024

Pontedera, la protesta dei cittadini contro la discarica di amianto

Sabato 4 marzo alcune centinaia di persone sono scese in piazza a Pontedera, in provincia di Pisa, per protestare contro la decisione della Regione di riaprire la discarica La Grillaia di Chianni per farne un sito di smaltimento dell’amianto, l’unico per l’intera Toscana. La manifestazione pacifica, aperta da uno striscione recante la scritta “Avvelenati dal profitto”, è stata indetta da comitati e associazioni (locali e non) riunitisi sotto al nome di Coordinamento Valdera Avvelenata. Secondo quanto denunciato, la decisione della Regione è il sintomo “di una politica che sta usando da tempo la mancanza di un piano regionale dei rifiuti e la relativa ‘emergenza’ come foglia di fico per annientare pianificazione e sveltire le procedure, a danno di controlli e regole”.

La riapertura della discarica, chiusa dall’ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) nel 1998 dopo essere stata dichiarata satura, con 1,5 milioni di metri cubi di rifiuti conferiti, sarà possibile grazie ad una delibera della giunta Rossi, la n. 629 del 25 maggio 2020, definita “profondamente ingiusta” dai promotori del Coordinamento. Per questo motivo ne è stato richiesto “il ritiro immediato e il conseguente blocco del conferimento”, ritenendo “inaccettabile che la Regione regali ad un’impresa privata la possibilità di riaprire una discarica chiusa grazie alle lotte dei cittadini”. La discarica è infatti in mano al Gruppo Vergero, insieme di società afferenti al settore dei servizi ambientali per l’industria e l’agricoltura. Secondo quanto riferito dal Coordinamento, il Gruppo non avrebbe mai proceduto ad una bonifica e una chiusura in sicurezza della discarica, la quale ora verrà riaperta per ospitare 270mila metri cubi di amianto, «quanto uno stadio di calcio alto 38 metri» commenta una ragazza presente alla manifestazione. Il Coordinamento parla di “business dell’amianto”, che ha permesso l’avviarsi di un “processo autorizzativo” che ha consentito all’attuale proprietà di ottenere ingenti guadagni. Esistono infatti “metodi tecnologicamente più avanzati per evitare che l’amianto mieta ancora vittime”, quali l’inertizzazione, ma “quando in un settore come la gestione dei rifiuti si fa entrare la criminalità organizzata (la Toscana è settima per infiltrazioni mafiose) le soluzioni che si cercano sono solo quelle che gonfiano i conti in banca”.

L’utilizzo dell’amianto è stato reso illegale nel 1992, ma ad oggi sono ancora numerosi i lavoratori che risultano esposti all’asbesto, con 7000 decessi annuali ad esso collegati in tutta Italia. Alla manifestazione hanno aderito decine di sigle afferenti a vari contesti, tra i quali i movimenti per il clima Fridays for Future, Extintion Rebellion e Ultima Generazione, il Movimento No Base, i sindacati di base, diverse realtà della sinistra radicale (da Rifondazione Comunista a Potere al Popolo a Unione Popolare), oltre al Movimento 5 Stelle e numerose associazioni quali ARCI e Legambiente.

[di Valeria Casolaro]

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