venerdì 22 Novembre 2024

Sentenza storica del Tar: un apicoltore toscano sconfigge gli interessi dei costruttori

Nel comune toscano di Cerreto Guidi si respira aria di festa. E di motivi, per esultare, ce ne sono a sufficienza. Stefano Parisi, apicoltore da ormai oltre dieci anni, che produce miele nella zona del borgo Il Pino, nella frazione di Lazzeretto, ha vinto un’importante battaglia legale in difesa della sua colonia di quasi tre milioni di api. Infatti quest’ultima probabilmente non sarebbe sopravvissuta alla costruzione dell’enorme magazzino da oltre 1300 metri cubi, autorizzato nel 2021 dal Comune e anche dalla Regione, che sarebbe dovuto nascere vicinissimo ai terreni utilizzati da Parisi per ospitare trattori e ruspe. «Si tratta di una sentenza storica, che traccerà un precedente indelebile per le future scelte amministrative riguardanti le opere edili ed le infrastrutture su tutto il territorio Italiano» ha dichiarato Parisi a L’Indipendente.

Dando ragione all’apicoltore il TAR ha concluso che “i mezzi agricoli destinati al magazzino sarebbero fonte di notevole inquinamento acustico e ambientale”, come riporta la sentenza. Il Tribunale ha inoltre reputato la distanza che si sarebbe interposta tra la nuova costruzione e la colonia di api “esigua, insufficiente a impedire che le attività inquinanti svolte nel manufatto si ripercuotano sull’attività di apicoltura”, soprattutto dal momento che “la salvaguardia dell’ambiente costituisce un valore fondamentale meritevole di protezione”. Il TAR ha condannato sia la società Podere il Pino di Simone e Giuseppe Parisi che il comune Di Cerreto Guidi perché la licenza a costruire non rispettava le norme vigenti in materia di ecosostenibilità ed impatto ambientale

Motivo per cui, oltre all’annullamento di tutte le autorizzazioni rilasciate, sia il Comune che la società incaricata dei lavori di costruzione, sono stati condannati a pagare le spese legali a carico dell’apicoltore. Ovvia la gioia dell’apicoltore che vede così terminare una battaglia lunga un anno e cominciata con una raccolta di firme. D’altronde l’enologo ed apicoltore, senza le sue api avrebbe dovuto probabilmente rinunciare ad una vendemmia di qualità e agli oltre 500 kg di miele e propoli, un antisettico naturale prodotto dalle api, utilizzato per combattere le malattie della vite.

In generale, le api – e altre specie di insetti – svolgono un ruolo chiave, seppur ‘invisibile’, per tutti noi. Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. E, a fronte di una sempre maggiore presenza umana sulla Terra, negli ultimi 50 anni la produzione agricola ha avuto un incremento di circa il 30% proprio grazie al contributo diretto degli insetti impollinatori. Ma più del 40% di loro – fra api e altri insetti che garantiscono l’impollinazione – rischia di scomparire. Il 9,2% delle specie di api europee è attualmente minacciato dall’estinzione: senza di esse molte specie di piante sparirebbero e gli attuali livelli di produttività potrebbero essere mantenuti solamente ad altissimi costi, attraverso l’impollinazione artificiale.

Come afferma Parisi: «La sentenza crea il primo precedente a salvaguardia delle api, specie importantissima per l’uomo perché dagli impollinatori dipende più del 70% delle derrate agroalimentare indispensabili alla vita umana sulla terra. Api che a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento causato dall’uomo non possono più vivere in autonomia senza che gli apicoltori se ne prendano cura». I principali ostacoli alla sopravvivenza degli impollinatori sono infatti i pesticidi e il cambiamento climatico. I primi entrano in contatto con le api mentre queste visitano i campi fioriti per raccogliere il nettare e il polline. Una volta assorbito il veleno, le api possono morire in tempi brevissimi oppure perdere le capacità di rientrare al proprio alveare. Il secondo, invece, influisce negativamente in due modi: provoca inverni miti con fioriture anticipate, che causano una perdita di sincronizzazione tra la fioritura e l’attivazione delle api; oppure causa periodi di elevata siccità in cui i fiori, per rispondere alla carenza d’acqua, riducono la produzione di nettare mettendo a dura prova la sopravvivenza delle api.

[di Gloria Ferrari]

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