Uno degli ultimi attacchi che Israele ha rivolto alla Siria ha ucciso 57 persone, tra cui 14 soldati siriani, 16 combattenti iracheni e 11 afghani. Secondo l’agenzia siriana Sana, gli attacchi aerei si sono registrati intorno alla città di Deir Ezzor e alla cittadina di Albu Kamal. Si tratta di uno dei colpi più letali dall’inizio del conflitto, secondo quanto detto da un gruppo che si occupa del monitoraggio della guerra.
Israele compie regolarmente incursioni in Siria, principalmente contro obiettivi legati all’Iran, in quello che il Paese sostiene essere un tentativo di impedire al suo storico nemico di consolidare un punto d’appoggio lungo il confine settentrionale. L’amministrazione Trump, che il 20 gennaio farà posto a quella di Joe Biden, ha fornito un sostegno senza precedenti al governo del primo ministro israeliano Netanyahu. Aiuto che il leader israeliano non si lascia sfuggire. Come? Approfittando, ad esempio, del caos americano degli ultimi giorni per fare il maggior danno possibile prima che Biden si insedi. È quello che sostiene Nicholas Heras, dell’Istituto per lo studio della guerra, parlando al The Guardian. Israele, in totale, ha effettuato centinaia di attacchi aerei e missilistici sulla Siria da quando è scoppiata la guerra civile nel 2011. La stessa guerra che negli anni ha ucciso più di 387.000 persone e ha causato milioni di sfollati, dopo la brutale repressione delle proteste antigovernative.