giovedì 21 Novembre 2024

La vitamina B9 previene tumori e danni al DNA: come assumerla col cibo?

La vitamina B9, o acido folico, è una molecola nota da tempo ai medici perché la sua carenza nella mamma in gravidanza porta a malformazioni del nascituro come la spina dorsale bifida (altamente invalidante) o le malformazioni cardiache. Ed è per questo che a tutte le mamme che intraprendono una gravidanza i medici prescrivono di routine e come prevenzione l’assunzione di un integratore di acido folico durante tutti i nove mesi di gestazione. Ma pochi sanno che una carenza, anche in persone sane e non in gravidanza, danneggia il DNA e di conseguenza può provocare un tumore. Le rotture di cromosomi nel DNA infatti, sono una causa di molte patologie, specialmente quelle tumorali

Si tratta di una vitamina molto importante per il nostro organismo, essenziale per la sintesi del DNA e perciò indispensabile per produrre nuove cellule. Si fa riferimento a questa vitamina con 3 nomi diversi: acido folico, vitamina B9 o folato. Va specificato però che il termine acido folico è riferito alla forma sintetica (prodotta in laboratorio) di questo composto, vale a dire quella variante che troviamo solo negli integratori, nei farmaci o negli alimenti cosiddetti “fortificati”, cioè in cui questa particolare vitamina viene aggiunta dall’industria alimentare. Nei cibi naturali invece si trova la forma naturale e si chiama vitamina B9 (o folato).

Nonostante l’assunzione di integratori di acido folico prescritti in gravidanza a tutte le mamme, in Italia si registrano ogni anno 25 mila casi di bambini nati con gravi malformazioni dovute alla carenza di questa vitamina, evidentemente molte mamme non assumono l’integratore oppure questo non è sufficiente ad evitare il problema, nel loro caso specifico.

Danni e rotture del DNA

É molto meno conosciuto il fatto che una carenza di vitamina B9 determina danni e rotture della sequenza del DNA, non solo durante la gravidanza ma ad ogni età. Questi danni causano a loro volta lo sviluppo di tumori, come è stato dimostrato dal ricercatore e biochimico americano professor Bruce Ames, con i suoi studi sul test di Ames e sulla teoria del triage.

La scoperta di Bruce Ames sui danni del DNA, quando c’è una carenza di vitamina B9, avvenne nel 1973 quando per caso si accorse, mentre svolgeva un esperimento sulla capacità delle radiazioni di danneggiare il DNA, che tutti i topolini nutriti con un mangime arricchito di una miscela di vitamine, che per errore era però priva di acido folico, svilupparono rotture cromosomiche del DNA nelle cellule del sangue. Per verificare se la stessa cosa potesse succedere anche negli esseri umani, Ames cominciò ad analizzare campioni di sangue di vari individui, e riconobbe analoghe mutazioni e rotture del DNA nel sangue di persone che seguivano una dieta molto povera di cibi ricchi di vitamine, in particolare nel sangue di individui che mangiavano molto cibo spazzatura. Ames diede a queste persone un integratore di vitamina B9 e poi analizzò nuovamente il loro sangue, scoprendo che in breve tempo il livello di rotture cromosomiche era tornato alla normalità

Questa scoperta fece capire a tutta la comunità scientifica internazionale che la carenza anche solo di una vitamina può determinare gravi problemi di salute nell’organismo.  

Cibi che contengono vitamina B9

Vediamo una carrellata di alimenti che contengono la vitamina B9 e che dovrebbero essere assunti regolarmente all’interno di una corretta alimentazione. L’alimento che ne è più ricco in assoluto è il fegato degli animali, sia quello dei bovini che quello dei suini e del pollame. Il fegato, e i fegatini di pollo, contengono una quantitativo pari a 5-6 volte maggiore rispetto a quello degli altri alimenti che elencherò qui a seguire. Questo avviene in quanto il fegato è un organo che trattiene le scorte di nutrienti preziosi come minerali e vitamine, per poi rilasciarle nell’arco del tempo e a seconda delle necessità dell’organismo. 

A seguire il tuorlo d’uovo, che contiene circa 130 microgrammi di vitamina B9, pari a quella presente nei cavoletti di Bruxelles

Molti ortaggi e verdure sono ricchi di folati, a cominciare da asparagi, carciofi, spinaci, scarola, cime di rapa, ceci, fagioli, lenticchie, fave secche, bieta, arachidi, tutti gli agrumi, broccoli, cavolfiore e tutti i tipi di cavolo, la rucola, il pesto genovese e i pomodori.

Per non perdere o distruggere la vitamina B9 presente in tutti questi alimenti occorre fare una cottura che non sia per ebollizione, cioè non dobbiamo cuocerli in acqua bollente, perché questa vitamina è idrosolubile, cioè si disperde in acqua di cottura. La cottura corretta, che ne preserva all’interno le vitamine idrosolubili come la B9 o la vitamina C, è quella a vapore o per stufatura.  

Integratori

Se si deve ricorrere ad un integratore di acido folico, la scelta migliore è orientarsi su quelli che presentano questa vitamina sotto forma di metilfolato, che è la forma biologicamente attiva del folato, quella cioè naturalmente presente nel nostro organismo. Alcuni integratori invece contengono la forma meno attiva e più generica e recano la dicitura di “acido folico” tra gli ingredienti. Cercate un integratore cioè che abbia come ingrediente “metilfolato” o “Levo-5-Metilfolato”. Questo garantirà una completa assimilazione della sostanza a livello gastrointestinale, mentre il generico acido folico non è assimilato correttamente da molti individui, a causa di un non corretto funzionamento degli enzimi responsabili di questa assimilazione.

[di Gianpaolo Usai]

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