Per combattere l’inflazione e aiutare le famiglie in difficoltà, il Governo portoghese ha deciso di azzerare l’IVA su una lista di 44 prodotti alimentari (riportati in fondo all’articolo) di varia natura e considerati essenziali, ma con particolare attenzione a frutta, verdura, pasta, pesce e carne. Prima del provvedimento gli esperti del settore avevano infatti raccomandato all’esecutivo di includere tutti i cibi necessari ad «assicurare un’alimentazione sana, rispondente ai bisogni della popolazione nel suo insieme». La misura, inclusa all’interno di un pacchetto di sostegni economici più ampio, entrerà in vigore il primo aprile e rimarrà attiva per i successivi sei mesi. Praticamente fino a ottobre.
Facciamo un esempio. Considerando il consumo medio pro capite di 66 litri/anno, e il prezzo di vendita (86 centesimi di euro a litro, 30 centesimi in più rispetto all’anno precedente), nel 2023 ogni portoghese spenderebbe 56,6 euro in latte UHT parzialmente scremato (cioè 4,7 euro al mese). Con l’azzeramento dell’IVA il prezzo si abbasserà di 0,05 cent, permettendo ai cittadini di risparmiare, a parità di prezzo, 0,27 centesimi al mese (e 3,30 l’anno). Certo, si tratta di una piccolissima cifra, che però sommata a quella accantonata per ognuno dei 44 prodotti (cibi che abitualmente tutti portiamo a tavola), alla fine permetteranno ai portoghesi di mettere da parte un discreto tesoretto.
Per i suoi prodotti alimentari, il Portogallo ha attualmente tre aliquote IVA: una normale del 23%, un’aliquota del 13% e un’aliquota ridotta del 6%, applicabile ad alcuni cibi, tra cui quelli essenziali. In altre parole, significa che in generale gli acquisti fatti scegliendo dalla lista stilata dal Governo saranno il 6% più economici.
Per evitare che alcuni commercianti aggirino la direttiva (aumentando ad esempio il prezzo di partenza), il Primo Ministro António Costa ha tra l’altro promesso di formare una commissione di controllo composta da otto soggetti, tra cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Agenzia delle Entrate e delle Dogane (visto che per molti beni il Portogallo dipende dalle importazioni) e i rappresentanti degli agricoltori e della distribuzione. Il Governo ha stimato che tale operazione costerà allo Stato, considerando il suo impatto nell’intero (compreso cioè anche il supporto alla produzione), circa 600 milioni di euro.
Oltre a intervenire sull’IVA, il Portogallo ha previsto ulteriori misure per fronteggiare il caro vita, raggruppabili in quattro macro aree: sostegno agli agricoltori, aumento del sussidio ai pasti, aumenti salariali della Pubblica Amministrazione – per cui sono stati stanziati 195 milioni di euro – e sostegno diretto alle famiglie più povere – con aiuti per 580 milioni di euro.
La lista degli alimenti per cui il Governo portoghese azzererà l’IVA: cereali e derivati, pane, patate, pasta, riso, cipolle, pomodori, cavolfiori, lattuga, broccoli, carote, zucchine, aglio, zucche, germogli, cavoli, spinaci, rape, mele, banane, arance, pere, meloni, fagioli rossi, fagioli all’occhio nero, ceci, piselli, latte di mucca, yogurt, formaggi, carne di maiale, carne di pollo, carne di tacchino, carne di manzo, merluzzo, sardine, nasello, sugarello, tonno in scatola, orate, sgombro, uova di gallina, olio d’oliva, oli vegetali, margarina.
[di Gloria Ferrari]
Paro, paro come in Italia! Qui invece di azzerare l’iva, fra non molto azzereranno i poveri, perchè li faranno morire di fame!
Un provvedimento demagogico e privo di efficacia. I commercianti ci guadagnano e lo Stato ci rimette ulteriormente. Ed i ceti meno abbienti continueranno a diventare meno abbienti. A questo punto era meglio la tessera del pane.
Questa lista è perfetta! E’ quello che basta per vivere benissimo. Anche in Italia, stessa lista senza IVA… quando?