giovedì 21 Novembre 2024

Uno studio fa luce sul legame tra social media e disturbi alimentari nei giovani

L’utilizzo dei social media da parte dei giovani potrebbe accrescere il rischio che questi ultimi soffrano di disturbi alimentari: è quanto si evince da uno studio recentemente pubblicato dal PLOS Global Public Health, che ha fatto luce sul legame tra i social media e tali patologie. Con il lavoro scientifico – precisamente una revisione – sono stati esaminati 50 studi condotti in 17 differenti paesi nei confronti di individui di età compresa tra i 10 ed i 24 anni, e ad essere emerso è stato il fatto che i social media potrebbero far aumentare il confronto sociale o ossessioni quali quella per l’esercizio fisico. È proprio per tali motivi, dunque, che l’uso dei social media sembra generare “preoccupazioni relative all’immagine corporea, disturbi alimentari/alimentazione disordinata e cattiva salute mentale”. A correre i rischi maggiori, inoltre, sarebbero le giovani donne con un indice di massa corporea elevato e problemi di immagine corporea già esistenti, visto che più di chiunque altro potrebbero essere influenzate dai contenuti presenti online.

Gli stessi, a quanto pare, potrebbero essere altamente dannosi in ottica disturbi alimentari. Cinque studi trasversali analizzati, infatti, “hanno prodotto associazioni statisticamente significative tra l’uso dei social media e vari disturbi alimentari clinici“, che “andavano dalla sindrome da alimentazione notturna, al disturbo da alimentazione incontrollata, alla bulimia nervosa”. Altri 11 studi, poi, hanno trovato “associazioni statisticamente significative tra l’uso dei social media e comportamenti alimentari disordinati quali abbuffate, purghe, uso di lassativi e diete estreme”, mentre da uno studio si è evinto che per il 97% dei 499 partecipanti con disturbi alimentari clinici/subclinici i social media avevano ostacolato la guarigione, essendo gli stessi stati utilizzati «per trovare la motivazione a non mangiare per un po’ di tempo in più». Ultimi ma non meno importanti, infine, 33 studi da cu sono emerse “associazioni significative tra l’uso dei social media e l’insoddisfazione dell’immagine corporea”: un problema di certo non da poco, siccome cinque degli studi appena citati hanno ipotizzato che essa “abbia preceduto la successiva patologia del disturbo alimentare”.

Come anticipato, però, i disturbi alimentari non sono le uniche patologie associate all’utilizzo dei social, sembrando gli stessi legati anche ad una cattiva salute mentale in generale. Sebbene quest’ultima non costituisse l’obiettivo principale della ricerca, non si può non precisare come “nove studi hanno rivelato associazioni significative tra l’uso dei social media, i problemi dell’immagine corporea o la patologia alimentare disordinata e la cattiva salute mentale”, la quale inevitabilmente merita di essere menzionata. Dagli studi, infatti, sono emersi risultati degni di nota, essendo stati rilevati problemi quali “umore basso, ansia e sintomi depressivi”.

Tornando però ai disturbi alimentari, ovvero al principale oggetto di interesse dello studio, bisogna precisare che il legame emerso fra gli stessi ed i social media rappresenta solo un’associazione e non un nesso di causalità. Infatti, “l’insoddisfazione dell’immagine corporea e l’alimentazione disordinata” potrebbero verificarsi “a causa dell’uso dei social media” ma anche preesistere, “incoraggiando il coinvolgimento in determinate attività online” e poi “traducendosi in esiti clinicamente significativi sfavorevoli”. In altre parole, i social media potrebbero non far sviluppare disturbi alimentari in tutti i giovani ma solo in quelli più vulnerabili ai loro “effetti deleteri”, con un “ciclo di rischio che si autoalimenterebbe”.

Anche in tal caso, però, non si tratterebbe certo di una notizia tranquillizzante. Essendo i social media utilizzati da “circa il 60% dei giovani di tutto il mondo”, un’ampia percentuale di essi “potrebbe essere esposta” al ciclo sopracitato, motivo per cui il problema dovrebbe essere comunque affrontato come un “problema emergente di salute pubblica globale”. Una richiesta, del resto, legittima: basterà ricordare quanto sottolineato sul sito dell’UCL Institute for Global Health (cui appartengono gli autori dello studio), il quale ricorda che le persone affette da disturbi alimentari “sono a rischio di malattie cardiovascolari, ridotta densità ossea e altre condizioni psichiatriche“. «È imperativo pensare al benessere e alla sicurezza degli adolescenti e dei giovani sulle piattaforme dei social media», ha dunque affermato il coautore Komal Bhatia, augurandosi che il problema «riceva maggiore attenzione e che la preoccupazione si traduca in azioni concrete».

[di Raffaele De Luca]

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