Come risolvere il problema delle code nei pronto soccorso degli ospedali pubblici? La soluzione approvata dalla Regione Lazio anziché stanziare nuovi finanziamenti alla sanità pubblica e per l’assunzione di più medici d’urgenza, prevede di ricoprire di soldi le strutture private per coadiuvare gli ospedali. Sono 23 milioni di euro i fondi stanziati che andranno alle cliniche private per “decongestionare i pronto soccorso”. A fare la parte del leone sarà il gruppo San Raffaele, destinatario di 10 milioni di euro: un caso che svela anche un evidente problema di conflitto d’interesse. Il proprietario è infatti Antonio Angelucci, che non solo è il re della sanità privata laziale e il proprietario di diversi quotidiani (tra cui Libero, Il Tempo e Il Giornale) ma è anche parlamentare della Lega, uno dei partiti sui cui si fonda la giunta di centrodestra che appoggia il presidente del Lazio Francesco Rocca. Tra l’altro, prima di divenire presidente di regione, Rocca è stato presidente del Consiglio d’Amministrazione (CdA) della stessa Fondazione San Raffaele e alla guida di CONFAPI Sanità dove sedeva anche Giampaolo Angelucci, figlio dell’onorevole.
Lo stupore di fronte alla logica neoliberista ha già da tempo lasciato spazio alla consapevolezza. Destinare 23 milioni di euro non per migliorare la sanità pubblica ma per potenziare quella privata è il chiaro segnale del trionfo dell’ideologia che da circa quarant’anni domina su scala globale. Non stupiscono nemmeno i giochi di potere che si nascondono alle spalle di questi massicci investimenti ai privati. Antonio Angelucci è proprietario della holding Tosinvest (controllata da una società che ha sede in Lussemburgo), cui fa capo la società Tosinvest Sanità, che gestisce una lunga serie di ospedali, centri di riabilitazione, case di cura e poliambulatori nel centro-sud dello stivale. Con il gruppo San Raffaele, Angelucci controlla infatti 24 strutture tra Lazio e Puglia. Il signore della sanità privata ha ricoperto anche la carica di deputato per ben quattro legislature, dapprima nelle file di Forza Italia e del Popolo delle Libertà, poi in quelle della Lega di Matteo Salvini, con cui è risultato eletto nella tornata dello scorso settembre.
La sanità privata, a causa delle carenze strutturali del settore pubblico, sta vivendo un’importante fase di transizione in termini di persone e conseguente traffico monetario. Una transizione spinta dalle strutture private, come dimostrato lo scorso dicembre dal meccanismo di premialità denunciato dalla trasmissione “37 e 2” di Radio Popolare, condotta da Elena Mordiglia e Vittorio Agnoletto, intervistato allora da L’Indipendente. All’interno di un’inchiesta sulla lunghezza delle liste di attesa per accedere alla sanità pubblica, è stata raccolta e mandata in onda la testimonianza di una dipendente di MultiMedica, che ha reso noto il beneficio indirizzato ai centralinisti in grado di attrarre i cittadini verso la sanità privata. La stessa azienda ha confermato, prima in una lettera inviata alla radio e poi in una nota, tale meccanismo.
[di Salvatore Toscano]
Spendere in armi e affossare la sanità pubblica. Due trend da combattere!
C.V.D.
Niente di nuovo. Le persone si buttano in politica per migliorare i propri affari da sempre. E quelli di amici, parenti e affiliati.
Siamo alla frutta purtroppo! 🙁