Il continente africano è la pattumiera elettronica del mondo, lo conferma una lettera di denuncia, redatta da due ricercatori africani, i quali affermano che attualmente il continente si trova nel pieno del cosiddetto “razzismo ambientale”, a causa dei rifiuti elettronici provenienti da Europa, Stati Uniti e Asia. Infatti, di tutto ciò che di elettronico buttiamo – monitor, telefonini, stampanti – viene smaltito solo il 17%. Il restante finisce illegalmente nel continente africano con i conseguenti effetti negativi. Questi scarti includono materiali che, se bruciati o riversati nelle discariche, diventano tossici e causano gravi danni non solo all’ambiente, ma anche alle popolazioni in loco, le quali sono sempre più colpite da tumori, infezioni e malattie respiratorie e della pelle.
I rifiuti elettronici una volta in Africa vengono gestiti dal mercato illegale e finiscono nelle discariche di Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e altri paesi. In queste aree povere, ci sono cantieri illegali in cui persone lavorano gli scarti in cambio di pochi dollari al giorno, perché loro unica fonte di guadagno. Nella lettera, i due ricercatori riportano che, nei porti della Nigeria, si stima che ogni mese, da Europa, Usa e Asia, arrivino ontainer carichi di 500mila dispositivi elettronici usati. Rifiuti di cui molto spesso non si conosce il vero contenuto, poiché questi approdano con etichette riportanti “non vendibili” o “riutilizzabili”, per eludere convenzioni internazionali come quella di Basilea.