Tra le prime cinque economie dell’Unione europea, l’Italia è il Paese leader della circolarità. Lo afferma la quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, che prende in considerazione sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti, tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo, produttività delle risorse, rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali, quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia, riparazione e consumo di suolo. Per ognuno di questi fattori, gli esperti del Circular Economy Network hanno assegnato da 0 a 5 punti, a seconda delle performance dei Paesi coinvolti. L’Italia, forte dei suoi 20 punti, ha conquistato il primo posto, mentre Spagna (19) e Francia (17) hanno chiuso il podio staccando Germania (12) e Polonia (9). Ad ogni modo, i dati riportati dal rapporto indicano un peggioramento dell’indice globale di circolarità dell’economia mondiale, passato dal 9,1% del 2018 all’8,6% del 2020. Le stime per l’anno corrente parlano di un assestamento intorno al 7,3%.
L’espressione economia circolare definisce un sistema di produzione e di consumo in grado di rigenerarsi, riducendo gli sprechi e garantendo un certo livello di sostenibilità. Per misurare il grado di circolarità di un’economia, il Circular Economy Network ha messo a punto una valutazione basata su 7 indicatori. L’Italia ha raggiunto ottimi risultati (5/5) nel riciclo dei rifiuti e nella produttività delle risorse (l’uso efficiente dei materiali), mentre ha registrato una performance decisamente insufficiente (1/5) nel rapporto tra rifiuti e consumo di materiali e nel consumo di suolo. Secondo i dati ISPRA, l’Italia ha perso nel 2021 circa 19 ettari di suolo al giorno, vale a dire il valore più alto degli ultimi 10 anni. Il mancato contrasto politico al fenomeno favorisce, tra le altre cose, gli eventi metereologici estremi, come quello che sta interessando l’Emilia-Romagna.
Nel rapporto del Circular Economy Network è emersa una certa consapevolezza da parte degli italiani sull’importanza dell’economia circolare. Il 70% dei cittadini ritiene che l’acquisto di un prodotto usato ricondizionato o rigenerato comporti benefici ambientali con minor consumo di risorse e minore produzione di rifiuti. Tuttavia, il 31% considera questi prodotti difficili da trovare, meno affidabili (36%) e meno duraturi (46%). Non mancano, inoltre, i pregiudizi nei confronti di questo sistema produttivo e di consumo: un italiano su quattro associa l’acquisto di merce usata a un basso status sociale.
[di Salvatore Toscano]
In Svezia a Malmø ho incontrato splendide realtà in questo senso