domenica 22 Dicembre 2024

Il Vaticano contro Ultima Generazione: condannati due attivisti

9 mesi con pena sospesa: è questa la condanna comminata dal Tribunale Vaticano a due attivisti di Ultima Generazione che, la scorsa estate, avevano danneggiato la statua del Laocoonte, resistendo ai gendarmi. Le due persone alla sbarra, Ester Goffi (26 anni) e Guido Viero (61 anni), dovranno inoltre risarcire il Governatorato – da cui dipendono i Musei Vaticani – per circa 29 mila euro di danni, pagare una multa di 1.500 euro per il reato di danneggiamento aggravato e una da 120 euro per quello di trasgressione “a un ordine legalmente dato dall’autorità competente”.

La sentenza è stata letta dopo una veloce Camera di consiglio nel tribunale del Vaticano dal presidente Giuseppe Pignatone. Inizialmente, il promotore di giustizia aveva chiesto una condanna a 2 anni e 5 giorni per Viero e Goffi e una multa di 3 mila euro per un’altra attivista, Laura Zorzini (che se l’è invece cavata con una multa da 120 euro), che aveva filmato il blitz con il suo telefono.

I fatti risalgono al 18 agosto dell’anno scorso, quando i due ambientalisti si erano “incollati” le mani con l’Attack alla base della statua di Laocoonte all’interno dei Musei, esponendo uno striscione recante la scritta “no gas e no carbone”, catturando l’attenzione di turisti e visitatori. Dopo pochi minuti dall’inizio del blitz, l’intera sezione del museo fu evacuata e alle persone presenti in sostegno agli eco-attivisti venne sequestrato il cellulare. A margine dei fatti, il collettivo aveva diffuso una nota, evidenziando la portata simbolica dell’azione: “Come Laocoonte, scienziati e attivisti sono i testimoni che cercano di avvertire chi li circonda sulle conseguenze che le azioni di oggi avranno sul futuro. Come Laocoonte, scienziati e attivisti non vengono ascoltati o, peggio, vengono messi a tacere dalla politica, più interessata a difendere i privilegi di una minoranza che a provvedere al bene della collettività”.

«Questo caso ha avuto una pressione mediatica enorme ma a che prezzo? Gli imputati non solo non hanno chiesto scusa, né espresso rammarico – ha detto in aula l’avvocato di parte civile, Floriana Gigli -. Quel piano non era un comune piano di marmo, come un tavolino dell’Ikea, ma gli esperti hanno riferito che è datato 1815 e dal momento in cui è stato annesso alla statua ne fa parte integrante». All’udienza precedente, gli imputati avevano spiegato che il loro obiettivo fosse quello di esortare i leader mondiali ad agire contro il cambiamento climatico e che, comunque, la statua non fosse stata irrimediabilmente danneggiata.

Ultima Generazione ha reagito alla sentenza con un comunicato. “Il Vaticano, una delle ultime monarchie assolute del mondo, dimostra tutta la propria ipocrisia con questa pena – hanno scritto gli attivisti del collettivo -. È spropositata e assurda una condanna a nove mesi di carcere per due persone che hanno semplicemente voluto accendere i riflettori su quello che il Papa scrive e predica, più di 3.000 euro di multa in totale, una richiesta di 28.000 euro di danni per poche gocce di colla su un blocco di marmo messo sotto i piedi del Laocoonte nel 1815. Vorremmo sentire ora la voce del mondo cattolico, quello che non si è nemmeno presentato al presidio a sostegno di Ultima Generazione, per capire se oltre alle parole c’è qualche intenzione concreta”. Il collettivo considera sorprendente “l’accanimento della Città del Vaticano nei confronti degli attivisti climatici”, ma afferma comunque di “riconoscere nel ruolo di Papa Francesco una delle voci più coraggiose e fuori dal coro per quanto riguarda la sensibilizzazione delle persone rispetto all’emergenza climatica“. Ultima Generazione presenterà ricorso davanti alla Corte di Appello.

[di Stefano Baudino]

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