giovedì 21 Novembre 2024

Quali sono i Paesi con più armi nucleari pronte all’uso?

Man mano che le relazioni geopolitiche si deteriorano, gli arsenali nucleari vengono rafforzati in tutto il mondo. Le testate pronte all’uso sono aumentate a 9.576 tra il 2022 e il 2023, 86 in più rispetto a un anno fa, con circa duemila tenute in stato di massima allerta. È ciò che emerge dal rapporto annuale elaborato dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Stati Uniti e Russia saldamente al primo e secondo posto, seguite da Cina, Regno Unito e Francia. Pechino ha aumentato le sue scorte di 60 testate nell’ultimo anno, confermandosi l’unica potenza ad aver aumentato i suoi arsenali pur facendo parte del Trattato di non Proliferazione Nucleare. Nonostante la diminuzione di scorte nucleari di USA, Russia, Regno Unito e Francia, il conflitto in Ucraina sembra aver inferto un grave colpo alla diplomazia nucleare e alla sicurezza globale. Stati Uniti e Regno Unito si sono rifiutati di rilasciare informazioni riguardanti le loro forze nucleari nel 2022 ed un nuovo accordo sul nucleare iraniano, pur se le trattative proseguono, pare tutt’altro che vicino. Elementi che fanno dire al direttore del SIPRI (Stockholm international peace research institute) che «stiamo entrando in uno dei periodi più pericolosi della storia umana».

Secondo il report annuale SIPRI, istituto internazionale indipendente che attraverso ricerche scientifiche mira a facilitare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, la tensione è in aumento. Nove Stati dotati di armi nucleari, ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele, continuano a modernizzare i loro arsenali. Dell’inventario globale totale di circa 12.512 testate nel gennaio 2023, circa 9.576 erano in scorte militari per un uso potenziale, 86 in più rispetto al gennaio 2022. Circa duemila, quasi tutte appartenenti alla Russia o agli Stati Uniti, sono state mantenute in uno stato di massima allerta operativa, ovvero montate su missili o ospitate in bombardieri. Russia e Stati Uniti insieme possiedono quasi il 90% di tutte le armi nucleari.

I paesi che hanno aumentato le scorte nucleari sono Cina, India, Pakistan e Corea del Nord. La Cina però è l’unica tra questi a far parte del Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP). L’accordo, in vigore dal 1970 e con attualmente 191 stati firmatari, si basa su 3 principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. La corsa alle armi cinese sembra scontrarsi con ciò che prevede l’articolo VI, ovvero “ciascuna Parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare”. Al TNP si è poi aggiunto il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari, il quale purtroppo è stato adottato solamente da 68 paesi.

Il conflitto Russia-Ucraina ha portato a gravi conseguenze sul controllo degli armamenti nucleari e la diplomazia del disarmo. Gli Stati Uniti hanno sospeso il dialogo bilaterale sulla stabilità strategica con la Russia. Nel febbraio 2023 la Russia ha annunciato la sospensione alla partecipazione al Trattato New START del 2010, l’ultimo trattato sul controllo delle armi nucleari rimasto che limita le forze nucleari strategiche russe e statunitensi. Il sostegno militare dell’Iran alle forze russe in Ucraina e la sua situazione politica hanno anche ostacolato i colloqui sul rilancio del Piano d’azione globale congiunto (JCPOA), l’accordo del 2015 inteso a impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari. Secondo il SIPRI, la rinascita di tale accordo sembra ora sempre più improbabile. Gli Stati Uniti e il Regno Unito si sono entrambi rifiutati di rilasciare informazioni al pubblico riguardanti le loro forze nucleari nel 2022, contrariamente a quanto fatto negli anni precedenti. Nonostante le testate britanniche siano rimaste invariate nel 2022, si prevede che aumenteranno visto l’annuncio del governo britannico nel 2021 di aumentare il limite da 225 a 260 testate. La Francia ha continuato i suoi programmi per sviluppare un sottomarino missilistico balistico a propulsione nucleare di terza generazione e un nuovo missile da crociera lanciato dall’aria, nonché per rinnovare e aggiornare i sistemi esistenti. Dan Smith, direttore del SIPRI, ha commentato così il rapporto: «Stiamo entrando in uno dei periodi più pericolosi della storia umana. È imperativo che i governi del mondo trovino il modo di cooperare per calmare le tensioni geopolitiche, rallentare la corsa agli armamenti e affrontare le conseguenze sempre più gravi del degrado ambientale e dell’aumento della fame nel mondo».

[di Roberto Demaio]

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