Caos nelle strade di Nairobi e di altre città del Kenya, dove migliaia di persone sono scese in strada a protestare contro l’aumento delle tasse e il carovita. Le immagini diffuse via social testimoniano la folla che ha eretto barricate, dato fuoco a copertoni e attaccato le forze di polizia lanciando pietre. La repressione è stata brutale: la polizia ha ammesso la morte di cinque manifestanti, tre alla periferia di Nairobi dove era in atto un blocco autostradale e due a Kitengela, durante l’assalto ad una stazione di polizia. A questi si aggiunge almeno un’altra vittima, uccisa dai proiettili della polizia nella cittadina di Emali, secondo quanto riferito dal quotidiano keniano The Star. Una cinquantina i bambini ricoverati ieri all’ospedale, svenuti a causa dei lacrimogeni lanciati nella loro scuola. Decine di arresti e altre decine le persone portate in ospedale. La rabbia è stata scatenata dalla decisione del governo di raddoppiare le imposte sul carburante dall’8 al 16%, aggravando in questo modo la spirale inflazionistica. Il leader dell’opposizione, Raila Odinga, ha invitato la popolazione a continuare nelle proteste.
Il 7 luglio sono scoppiate le prime proteste in per le strade di Nairobi, la capitale, dove la popolazione é scesa a protestare contro l’aumento delle tasse e del costo della vita, con l’inflazione alle stelle che ha visto aumentare i prezzi dei beni di prima necessità. Ieri 12 luglio, la giornata più dura: scontri e manifestazioni in diverse città del paese, dove la polizia ha aperto il fuoco contro manifestanti che lanciavano pietre e bloccavano alcune arterie del paese. Sei i morti per ora accertati.
Le manifestazioni sono state indette dal leader dell’opposizione Raila Odinga, che ha invitato la popolazione a protestare contro l’aumento delle tasse che vede raddoppiare l’imposta sulla benzina oltre che aumentare il prezzo dei beni di prima necessità. L’inflazione é aumentata di circa l’8%; misure necessarie, secondo il presidente William Ruto, per far fronte al debito pubblico e per creare nuovi posti di lavoro. Viene introdotta anche un’imposta per finanziare alloggi a prezzi accessibili. Tasse che però ricadono sulle fasce di popolazione più fragili e già in crisi economica.
Il presidente Ruto è stato eletto ad agosto 2022 con l’obiettivo dichiarato in campagna elettorale di aiutare i lavoratori poveri del Kenya, ma i suoi critici sostengono che gli aumenti delle tasse da lui firmati il mese scorso aggraveranno la situazione dei kenioti che già faticano a permettersi beni di prima necessità, come la farina di mais. Alla fine di giugno l’Alta Corte del Kenya aveva ordinato di sospendere l’applicazione delle nuove imposte in attesa di un ricorso legale, ma il governo ha comunque aumentato i prezzi della benzina. Pochi giorni dopo, sono scoppiate le prime proteste.
Il Ministro degli Interni Kithure Kindiki ha accusato i manifestanti di aver messo in atto violenze diffuse, saccheggi e distruzione di proprietà private e pubbliche. «Gli autori dell’orgia di violenza e distruzione di oggi (mercoledì 7) hanno preso spunto da un piccolo gruppo di ex e attuali politici che si sono coalizzati intorno a Raila Odinga», ha dichiarato Kindiki all’inizio delle prime manifestazioni. Ma le proteste non sono chiaramente inscrivibili ai soli simpatizzanti di un partito o di un leader politico; la difficoltà di arrivare alla fine del mese tocca una gran parte della popolazione, che non riesce più a sopravvivere. «I giovani gridano che c’è stata una promessa, signor Presidente. Aveva promesso loro che li avrebbe aiutati, ma non l’ha fatto», ha detto alla Reuters Bernard Ochieng, un manifestante dell’insediamento informale di Kibera a Nairobi.
La polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere le proteste nella capitale, nella città portuale di Mombasa e in diverse altre città. Alcuni degli scontri più intensi si sono verificati sulla superstrada che collega Nairobi all’aeroporto internazionale. Nei video che girano in rete si vedono chiaramente poliziotti e militari sparare ad altezza uomo contro i manifestanti che lanciano pietre e creano barricate e fuochi sulle vie di comunicazione del paese. Un manifestante é stato ucciso nella cittadina di Emali; altre due persone sono morte durante l’assalto ad una stazione di polizia a Kitengela, fuori Nairobi, e altre tre persone sono state uccise a Mlolongo, periferia della capitale Nairobi, dove la polizia ha sparato contro la folla che avanzava lungo la superstrada.
[di Monica Cillerai]
La polizia é da sempre al servizio del potere contro i poveri cittadini che pagano sempre il prezzo più alto di tutti. ASSINI LEGALIZZATI.