giovedì 21 Novembre 2024

Partono più migranti se ci sono le ONG in mare? Uno studio smonta la teoria del ‘pull factor’

La presenza di navi da salvataggio delle ONG nel Mar Mediterraneo Centrale è da tempo definita un fattore di attrazione (pull factor) per i migranti provenienti dall'Africa. Quest'idea, basata più su un sentimento di senso comune che su evidenze pratiche, ha contribuito alla crescente criminalizzazione delle navi private che effettuano salvataggi su questa rotta, che continua ad essere la più mortale al mondo. Uno studio, basato sulla comparazione tra i numeri delle partenza e l'attività contemporanea delle navi ONG,  condotto da un gruppo esperti di migrazioni e di sicurezza internazionale e ...

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16 Commenti

  1. Ma queste navi private chi le sovvenziona?
    Si perché armare una nave, costi manutenzione, carburante e equipaggio vista diversi soldi, chi sarebbero i filantropi che Armani queste navi o ci sono verità nascoste che non conosciamo ma che possiamo cominciare a supporre?

  2. Buongiorno gentili lettori,
    Non era possibile inserire, nello spazio limitato di un focus, tutti i temi indicati nei commenti, motivo per il quale mi sono limitata ad approfondirne uno in particolare. Segnalo, tuttavia, che vi è un intero Monthly Report dedicato proprio al tema delle migrazioni, che ne approfondisce i vari aspetti da voi citati (e molti altri) in diverse inchieste e interviste. È disponibile a questo link: https://shop.lindipendente.online/product/l-eterna-emergenza

    Valeria Casolaro

  3. Si parla di uno studio ”condotto da un gruppo esperti di migrazioni e di sicurezza internazionale e pubblicato sulla rivista Nature”. La domanda è chi ha finanziato questo studio? Ci sono esperti con conflitti di interesse ? Siamo alle solite: la Scienzah…. Mah… Il tema è chi finanzia le ONG? Perchè i migranti scappano dalle loro terre. Chi sono i paesi che creano situazioni di disordine ed invivibilità nei paesi africani? Chi sono gli scafisti? Chi li finanzia e supporta? Ci sono studi sui periodi in cui le ONG non erano presenti ? Ci sono studi su che vita fanno i migranti una volta usciti dai centri di accoglienza? Personalmente mi aspetto da un giornale indipendente che affronti il tema con maggiore approfondimento ed obiettività, affrontando il tema a 360 gradi, senza cadere nella solita versione che ci propinano quotidianamente i mezzi di comunicazione finanziati da Soros e suoi adepti, Ursula compresa.

  4. Premetto, a scanso di mal interpretazioni del mio commento, che ogni essere che muore annegato nel tentativo di attraverssare il mare, sia il risultato di gravi errori compiuti altrove, ed è comunque una sconfitta. A differenza del precedente commento “non voglio dubitare degli studi fatti, prendendoli per buoni”. La “specializzazione” degli articoli a mio avviso fa perder di vista l’insieme; per esempio, le cause della fine dei programmi di salvataggio (monetari, politici, programmati, ecc???). Mi auguro che avendo gettato un sasso in questo mare orrendo, la brava Valeria Casolaro dia un seguito andando a cercare per me cittadino ignorante, ma penso di essere in compagnia, anche le motivazioni di questo dramma senza tregua.
    Buon lavoro.

  5. Ancora una volta un articolo a tesi, pieno di buonismo….perche’ non scriviamo di chi paga le imbarcazioni delle ong? Una nave costa parecchio in manutenzione, carburante, personale…E ovviamente chi ci lavora si sente un eroe senza macchia perche’ ha trasbordato delle persone da una costa all’altra…i problemi sociali poi di convivenza tra noi e chi arriva non li riguardano perche’ “tocca allo stato farci fronte”: non tutte le religioni e le culture sono integrabili, e quando con fatica inizi il lungo lavorio dell’integrazione ne arrivano subito altre migliaia che ti riportano al punto di partenza…e cosi’ i dati sono che il 44% degli stupri e’ compiuto da extracomunitari, contro una loro presenza percentuale di solo il 7%; e poi ci sono i reati contro il patrimonio, l’insicurezza sociale, la consapevolezza che il nostro sistema giudiziario ipergarantista viene letto come “in Italia puoi fare quello che vuoi”…
    Sarebbe ora di smetterla con questi articoli, che per ragioni che non comprendo, puntualmente appaiono…

  6. Dunque lo studio praticamente è basato soprattutto sul fatto che le azioni delle ONG “non hanno prodotto una differenza discernibile tra il numero di tentativi di attraversamento osservato e quello controfattuale previsto” (e sottolineo previsto), se non erro. Inoltre afferma che le operazioni delle ONG aumentano a seguito dell’aumento dei flussi migratori (cosa perfettamente sensata e probabilmente vera), con l’obiettivo di dimostrare che non è la presenza della ONG di turno che fa aumentare i suddetti flussi, bensì il contrario, con una logica quantomeno fallata a mio parere, che non esclude in alcun modo che tali ONG rappresentino un fattore che può fare apparire la traversata più affrontabile e meno pericolosa di quello che è in realtà.
    Tutto ciò (insieme al fatto che ormai sappiamo purtroppo che valore hanno alcuni studi, l’abbiamo ben visto durante la “pandemia”) mi fa dubitare parecchio e pensare che lo studio in esame faccia acqua da diverse parti.

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