Vedere le realtà da vicino aiuta. Ho fatto un viaggio in camper in Bretagna di circa un mese. Non dico nulla sugli spettacoli naturali, sulla cucina, sulle attrazioni turistiche, sugli eccellenti prodotti gastronomici ecc. Ma gli aspetti inquietanti sono numerosi, a cominciare dalla assoluta mancanza di fiducia verso noi italiani e dalle situazioni paradossali, ad esempio i pericolosi ostacoli che si incontrano lungo le strade, ostacoli fisici messi per fare rallentare e arroganza provocatrice di chi è al volante. Ostacoli inoltre per limitare al minimo la circolazione dei camper e per convogliare la loro sosta tutta nei campeggi. È una regione che nutre uno spirito di xenofobia assoluto, pretese anacronistiche, accenti identitari arcaici fuori dal tempo, una diffidenza difficilmente superabile, anche se incontri molte persone gentili e disponibili che ti appaiono quasi angeliche.
Il tutto ti dà l’impressione di essere tornati indietro di mezzo secolo ma anche di trovarti tu, italiano, europeo, oggetto di discriminazione. Mi è venuta un’idea. Manca una scuola di attualità. A parte Brest, la città principale, dove circolano anche indiani e pakistani, nei paesi e nelle piccole città non incontri quasi mai africani, arabi, sud-americani, orientali, nulli i cinesi. Qualcuno per favore non cominci a provare invidia!
Comincio invece a pensare che la Bretagna abbia bisogno di una bella immigrazione forzata per aggiornare i suoi parametri e per poter cogliere la realtà che in Europa molti vivono quotidianamente. Altro che redistribuire i migranti, i rifugiati ecc. ecc., queste sono impostazioni ipocrite, ci vogliono veri ultimatum a Bruxelles!
Se deve circolare la moneta unica in Europa è bene che circolino anche le persone fuggite dall’Africa o dai regimi o dalle guerre.
Non ci servono in Europa giardinetti pieni di nevrotici o di isterici che ce l’hanno con il mondo.
In Bretagna come in altre contrade di Europa bisogna adottare una bella terapia multietnica che ovviamente può anche non piacere ma che tutta l’Europa deve condividere.
Certo è che se si affermano i sovranismi, c’è posto anche per quello bretone. Ma l’Italia come intende ripensare il problema?
Fa tanto comodo ai Bretoni, come ai Norvegesi, farci passare per quelli che non siamo.
Noi pensiamo di dover essere solidali e fraterni mentre molti ci dicono semplicemente che siamo fessi e in più che la colpa è soltanto nostra. Mi sogno tanti bei pullman, del tipo di quelli che vanno a Lourdes pieni di canti. Pullman questa volta di africani che sbarchino festosi nelle contrade austere della nostra amata Europa che ancora non li conosce.
E anche qui in Bretagna che ha un gran bisogno di accettare e condividere. E di distribuire biscottini burrosi a tante bambine e bambini che non li conoscono!
[di Gian Paolo Caprettini]
Beh, io sono un professore definito a suo tempo eretico dai cattolici, ribelle dai massoni, lupo solitario dalla sinistra ecc. ecc. Di fondamentalista non so che cosa ho, forse la illimitata fiducia in ciò che è umano. Cordialità
Qundo leggo questi articoli ho la conferma di vivere nel Paese sbagliato, dove ormai siete tutti FONDAMENTALISTI, Io sono un moderato (ma immagino che ormai di questa parola non sappiate nemmeno il significato) e quindi penso che gli immigrati che vengono dall’Africa o dall’Asia non siano diversi dagli italiani o dai francesi o dai tedeschi: tra loro ci sono gli onesti, i truffatori, i delinquenti (che sarebbe meglio non entrassero in Europa). Invece per la destra gli immigrati sono tutti delinquenti, per la sinistra sono tutti santi!!! Siete fantasitici!!!
L’invasione del nostro Paese per l’Europa è solo un problema nostro. Però ci limita nel gestirlo.
Siamo Europa solo quando fa comodo a loro.