giovedì 21 Novembre 2024

Pfizer Italia entra nelle scuole e nelle università con progetti “contro la disinformazione”

Pfizer Italia ha lanciato un progetto contro la “disinformazione” nelle scuole superiori e nelle università italiane, a rivelarlo è stato – in una intervista rilasciata a Italpress – il direttore della comunicazione del colosso farmaceutico, Biagio Oppi. Il progetto è già definito ed inizierà nei prossimi giorni. L’obiettivo, secondo Oppi, è andare «al di là di fare debunking, quindi di smentire le notizie, operando alla radice» per «portare strumenti per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori». Sarà quindi direttamente una delle maggiori multinazionali del settore a formare le nuove generazioni italiane sulla corretta informazione scientifica, con un progetto che si è premurato di mettere nel mirino anche i futuri operatori dell’informazioni, visto che le lezioni organizzate da Pfizer si svolgeranno anche «nei corsi di giornalismo e nelle facoltà di Scienze della comunicazione».

Il progetto, che prenderà il via ad ottobre, è stato lanciato in collaborazione con la Fondazione Golinelli (realtà bolognese che, da statuto, si occupa di promuovere conoscenza, innovazione e cultura attraverso attività di educazione e formazione) e Fondazione Media Literacy (che opera nei campi dell’educational e dell’informazione, in particolare nelle scuole secondarie superiori). La notizia ancora non trova comunicazioni ufficiali in merito, a parte le dichiarazioni del responsabile comunicazione di Pfizer non è presente alcun comunicato ufficiale né da parte dell’azienda farmaceutica, né da parte delle fondazioni che collaborano al progetto. Per questo  L’Indipendente ha contattato tutti i soggetti coinvolti per capirne qualcosa in più. A risponderci è stato un addetto della Fondazione Media Literacy, che ha confermato il progetto, specificando che fino ad ora non è stato reso pubblico su richiesta della stessa Pfizer e che maggiori dettagli verranno resi noti in seguito alla conclusione del Festival digitale popolare – evento che si terrà sabato 7 ottobre a Torino – durante il quale il Dottor Oppi presenterà ufficialmente il progetto

Al momento, quindi, non sono pubblici né i nomi delle scuole, né la tipologia degli istituti (solo privati o anche pubblici?) in cui il progetto prenderà piede, né tanto meno la data ufficiale di inizio. Di certo, per ora, c’è solo che la multinazionale del farmaco produttrice del principale vaccino contro il Covid – e dal curriculum tutt’altro che immacolato – dopo aver finanziato generosamente ed in modo occulto enti “indipendenti” per fare campagna in favore della vaccinazione e dopo aver distribuito laute donazioni anche a medici, ricercatori, associazioni e università in tutta Italia, avrà libero accesso anche alle cattedre degli istituti scolastici e universitari italiani. 

[di Iris Paganessi]

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15 Commenti

  1. Uno dei temi più eticamente controversi fu permettere alle aziende di entrare nella sanità e nella ricerca. Un tempo il pubblico poteva fare ricerca più libera, con domande molto meno spinte da interessi economici mentre le aziende potevano perseguivano il successo finanziario. Poi un click del privato. Perchè non entrare nel pubblico (università)? è molto più economico, le persone hanno contratti a tempo determinato, non hanno 13sima, contributi pensionistici. I fondi privati hanno fatto gola e da lì è cominciato il tutto.

  2. Eh non sarebbe nemmeno male se dicessero come funzionano realmente Virus/batteri/cellule e il nostro corpo.
    Il problema è che sarà solo un indottrinamento per vendere meglio i loro prodotti e addio al pensiero libero.
    Preparano le nuove leve in modo da potergli inculcare nel cervello che DOVRANNO prendere farmaci. Farsi somministrare vaccini e via…. si preparano i tester in massa. Questa cosa è terribile.

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