Sabato pomeriggio in 50 città italiane si è svolta la manifestazione Free from control (Liberi dal controllo), promossa dall’associazione ITA.Li e volta a dire di no alle nuove direttive in materia di politiche sanitarie dell’OMS e al progetto delle Smart Cities, oltre a ribadire la richiesta di libertà per Julian Assange. In particolare, i partecipanti hanno denunciato come a finanziare l’Organizzazione Mondiale della Sanità siano grandi gruppi privati, tra i quali le Big Pharma, Bill Gates, il governo statunitense e quello cinese, fattore che impedisce dunque all’organizzazione di essere super partes nelle decisioni in merito alle politiche sanitarie. L’evento, di portata internazionale si è svolto in contemporanea anche in diverse città nel mondo.
Dal Piemonte alla Sicilia, passando per l’Emilia-Romagna, la Toscana, l’Abruzzo e diverse altre Regioni, i cittadini sono scesi in piazza per dire no alla “tecno-dittatura”, che “si sta attuando in violazione dei nostri diritti e delle nostre stesse ‘Leggi'” per mezzo di “telecamere, microfoni, smartphone e smart cities”. Il progetto, per ora ancora lontano dall’essere attuato ed esistente in forma sperimentale in alcuni contesti, come nella città di Singapore, prevede l’automatizzazione di ogni forma di rilevamento e analisi urbana. Un contesto di “iperconnettività” che si concretizza nell’installazione di centinaia, se non migliaia di sensori in grado di monitorare ogni elemento della vita quotidiana, dalla qualità dell’aria all’intensità del traffico. In questo modo sarà davvero possibile mettere in atto un controllo pervasivo di ogni aspetto della vita cittadina, basato sull’uso estensivo del tracciamento e del riconoscimento facciale.
Altro punto al centro della protesta è il ruolo dell’OMS nel dettare le politiche sanitarie che verranno applicate a livello mondiale. «Siamo qua per evitare che la solita entità sovranazionale entri in contrasto con le direttive nazionali» dichiarano i presenti. Alcune misure per ampliare il proprio controllo l’OMS le ha già messe in atto. In accordo con la Commissione europea, infatti, l’organizzazione ha messo in campo questa primavera il primo passaporto sanitario mondiale, che prevede l’adozione del sistema di certificazione digitale Covid-19 dell’Unione europea (il Green pass, per capirci) per costituire un sistema di controllo uniforme tra gli Stati membri dell’agenzia, che dovrebbe contribuire a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie. Inoltre, nella piena certezza che vi sarà una nuova pandemia nell’arco di questo decennio, l’OMS si è data pieni poteri per istituire una sanità globale e collaborare con enti privati (quindi, si può supporre, più propense a seguire i propri interessi personali e vendere i propri prodotti che non a raggiungere il bene comune). Tra i principali finanziatori dell’Organizzazione troviamo infatti la Bill and Melinda Gates Foundation e GAVI Alliance (organizzazione internazionale creata nel 2000 per garantire l’accesso alle vaccinazioni alle aree più povere del mondo, finanziata sempre da Bill Gates).
Proprio in merito al conflitto di interessi che si viene evidentemente a creare in una situazione del genere, con il rischio di “minare la terzietà della stessa OMS e ne metta in discussione l’autorevolezza”, sono state presentate diverse interrogazioni al Parlamento europeo. Tutte, evidentemente, ancora senza risposta.
[di Valeria Casolaro]
Bene. Un grande GRAZIE all’Indipendente che da notizia di questi moti popolari nel silenzio tombale dei media prezzolati di regime.