mercoledì 3 Luglio 2024

La corsa al riarmo della Germania: “dobbiamo essere pronti per la guerra”

L’Europa deve essere pronta alla guerra, in quanto – soprattutto dopo l’attacco russo dell’Ucraina – l’ordine internazionale è in pericolo e ad un punto di una svolta epocale: è quanto sostiene, in sintesi, il governo tedesco che, per queste ragioni, ha varato una nuova dottrina militare che sostituisce quella del 2011 e che prevede il rafforzamento della Bundesweher – le Forze armate tedesche – dell’industria e degli appalti militari, portando la spesa per la Difesa ad almeno il 2% del PIL, come richiesto dal Patto Atlantico. È iniziata così la corsa al riarmo dello Stato teutonico, il quale considera come principale minaccia alla sicurezza euroatlantica la Russia, ma anche la Cina. «Oggi nessuno può seriamente dubitare di ciò che noi in Germania evitiamo da molto tempo, cioè che abbiamo bisogno di una Bundeswehr potente», ha affermato il cancelliere Olaf Scholz lo scorso 10 novembre durante una conferenza politico-militare in cui ha presentato il “grande cambiamento” – la Zeitenwende – nel pensiero strategico di Berlino, aggiungendo che «il nostro ordine di pace è in pericolo». Lo ha seguito a ruota il ministro della Difesa Boris Pistorius, il quale ha asserito senza mezzi termini che «Dobbiamo riabituarci all’idea che in Europa possa esserci il pericolo di una guerra» e che «solo una Bundeswehr forte può impedire che accada il peggio». «Abbiamo bisogno di una Bundeswehr che possa difendersi e fare la guerra per difendere la nostra sicurezza e la nostra libertà. Con la Zeitenwende la Germania diventa un Paese adulto in termini di politica di sicurezza».

La nuova dottrina militare tedesca è contenuta in un documento di 19 pagine dal titolo “Linee guida per la politica della difesa”, redatto da Pistorius e dal capo di Stato maggiore dell’esercito, generale Carsten Breuer. Secondo quanto riferito dal settimanale tedesco “Der Spiegel”, il documento costituisce una risposta alla svolta epocale innescata dall’operazione militare russa in Ucraina. «La guerra è tornata in Europa. La Germania e i suoi alleati devono ancora una volta fare i conti con una minaccia militare. L’ordine internazionale è sotto attacco in Europa e nel mondo. Viviamo a un punto di svolta». «Come Stato e come società abbiamo trascurato per decenni la Bundeswehr», si legge nel documento. La nuova dottrina punta sulla riduzione delle missioni all’estero – che Berlino negli anni passati aveva intrapreso con slancio per ricavarsi un ruolo di primo piano a livello internazionale – per rafforzare le forze armate e concentrarsi sul confronto con la Russia che viene definita “la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza nell’area euro-atlantica”, mentre la Cina viene accusata di rivendicare in modo sempre più aggressivo la supremazia regionale. Nel documento viene citata anche l’area dell’Indopacifico che andrebbe rafforzata per «contenere le ambizioni politiche della Cina (…) che contraddice sempre più i valori e gli interessi» della Germania.

Nonostante la Germania si trovi ad affrontare uno dei più gravi rallentamenti economici degli ultimi decenni, Berlino ha stanziato un fondo speciale per la Bundeswehr del valore nominale di 200 miliardi di euro che, dal 2024, garantirà 50 miliardi l’anno alla Difesa permettendo così di raggiungere il 2% del PIL e che scade nel 2028. Esaurito il fondo speciale per la Bundeswehr, dal 2028 questa voce andrà finanziata di nuovo dal bilancio ordinario e per mantenere l’obiettivo del 2%, i fondi dovranno aumentare da 50 a 75 miliardi. Lo Stato teutonico deve recuperare anni di definanziamenti all’esercito, imposti dalle potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale per evitare che la Germania potesse diventare di nuovo un pericolo per la sicurezza internazionale. Tuttavia, il via libera al riarmo arriva oggi proprio da alcune di quelle potenze vincitrici, tra cui gli Stati Uniti, che sono il primo Stato a incentivare l’aumento della spesa militare dei Paesi europei per affrontare quello che, in ultima analisi, è il più importante avversario geopolitico (insieme alla Cina) di Washington e non dell’Europa: Mosca. Berlino, infatti, prima della crisi ucraina intratteneva importanti rapporti commerciali e discrete relazioni diplomatiche col Cremlino e le forniture energetiche russe hanno garantito per anni il buon funzionamento dell’industria tedesca ed europea. Un legame politico-commerciale fortemente mal tollerato dagli USA che hanno approfittato della situazione in est Europa per recidere ogni legame naturale tra Russia ed Europa, utilizzando il Vecchio continente come strumento per raggiungere i loro obiettivi strategici.

Dopo avere interrotto ogni rapporto con Mosca a proprio svantaggio su pressione di Washington, ora il governo Scholz intende anche prepararsi alla guerra contro quello che fino a poco tempo fa era considerato un “partner strategico”, ancora una volta per rispettare le indicazioni del Patto atlantico. Al contempo, il comparto militare sta sottraendo sempre più risorse alla spesa sociale, in un contesto economico già fortemente precario.

Se fino a poco tempo fa, la principale ambizione di Berlino era mantenere il suo status di principale potenza economica europea, dopo l’invasione dell’Ucraina ha radicalmente cambiato la sua visione, puntando a diventare, invece, la colonna portante della Difesa europea e ponendosi in competizione su questo piano con Parigi a cui per decenni ha acconsentito di lasciare la preminenza militare. A tal fine, a ottobre la commissione Bilancio del Bundestag ha approvato l’acquisto del sistema di difesa aerea “Arrow 3” prodotto da Israele e dalla statunitense Boeing, per un costo di circa 4 miliardi, e di 4 droni sottomarini. Inoltre, Berlino sta valutando di reintrodurre una forma di leva obbligatoria per avere a disposizione un numero maggiore di risorse da mobilitare in caso di guerra. La Germania è anche il Paese che ha destinato più aiuti all’Ucraina, stanziando in totale, dall’inizio della guerra il 24 febbraio 2022, 17 miliardi di euro, a fronte dei 7 del Regno unito e dei 500 milioni della Francia. Il tutto nonostante funzionari americani abbiano fatto trapelare come dietro gli attacchi ai gasdotti Nord Stream ci siano proprio agenti ucraini.

L’Europa a guida tedesca ha abbandonato del tutto l’idea di costruire un’architettura di sicurezza euroasiatica stabile che coinvolga a pieno titolo anche Mosca, per aderire, invece, alla logica dello scontro che se, soprattutto sul piano economico, favorisce Washington, espone a pericolose conseguenze militari ed economiche i Paesi del Vecchio continente.

[di Giorgia Audiello]

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