giovedì 21 Novembre 2024

Oggi si ferma la sanità: 24 ore di sciopero in tutta Italia

È iniziato lo sciopero di 24 ore dei medici, degli infermieri e del personale sanitario che dovrebbe proseguire fino alla mezzanotte di oggi, proclamato da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed. La protesta riguarda il contenuto della manovra del governo che, secondo i sindacati, investe troppe poche risorse nella sanità. A questo si aggiunge, tra le altre cose, la richiesta di «depenalizzazione dell’atto medico» in quanto, come sottolineato da Piero di Silverio, di Anaao, «non è giusto far lavorare i medici con la spada di Damocle di una condanna penale, che peraltro viene comminata solo nel 2% dei procedimenti che ci riguardano». A rischio vi sono tanto gli interventi chirurgici (sono 30 mila quelli programmati per la giornata di oggi), quanto le visite specialistiche (circa 180 mila), gli esami di laboratorio e quelli radiografici (circa 50 mila). Saranno comunque garantite le prestazioni d’emergenza. In occasione dello sciopero si stanno tenendo manifestazioni e sit-in nelle piazze di tutta Italia, da Torino a Palermo.

I sindacati, in protesta per la scarsità di risorse destinate dal governo alla Sanità – i tre miliardi di euro aggiuntivi al fondo sanitario nazionale, previsti dalla manovra, non riescono nemmeno a coprire le conseguenze dell’inflazione sui salari – oltre alla depenalizzazione dell’atto medico chiedono in particolare una massiccia assunzione di personale (secondo il Nursing Up, vi è una carenza di circa 170mila infermieri), la detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro e la cancellazione dei tagli alle pensioni, cui il governo ha promesso di mettere mano, ma senza poi dare alcun segnale concreto. Lo sciopero, partito a mezzanotte, coinvolgerà il 50% dei sindacalizzati, ma vi potranno aderire medici, dirigenti sanitari, tecnici e amministrativi in servizio presso le Aziende ed Enti del SSN o dipendenti delle strutture private e/o religiose che intrattengono un rapporto di convenzione o accreditamento con il SSN. A scioperare potranno essere anche i medici specializzandi assunti con il “Decreto Calabria”, nonché il personale medico universitario che svolge attività assistenziale presso una Azienda Ospedaliera Universitaria e il personale sanitario non medico afferente alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità che opera nelle ASL, nelle Aziende Ospedaliere e negli enti della sanità pubblica italiana. Nella giornata di oggi sono previste manifestazioni in tutte le regioni d’Italia, mentre i leader sindacali hanno preso parte a un sit-in andato in scena a Roma, in Piazza dei Santi Apostoli, alle 11.30. Questa mattina, i sindacati che hanno proclamato la protesta hanno reso noto che lo sciopero ha raggiunto l’85% di adesioni.

Innumerevoli sono i dati che dimostrano come il comparto della sanità sia ormai al collasso. Statistiche profondamente eloquenti sono state recentemente pubblicate dalla Fondazione GIMBE nel 6° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN), in cui si spiega che, tra il 2010 e il 2019, sono stati sottratti alla sanità pubblica oltre 37 miliardi. Si evidenziano, inoltre, grandi criticità in relazione alla spesa sanitaria, ai Livelli Essenziali di Assistenza, alle disuguaglianze su base regionale e al personale. Il report ha infatti sottolineato che, nel giro di 10 anni, il Fabbisogno Sanitario Nazionale è aumentato di 8,2 miliardi di euro, nonché messo in luce il mancato raggiungimento del dichiarato obiettivo di “continuo aggiornamento dei LEA”, che dovrebbe vedere l’esclusione di prestazioni, servizi o attività obsoleti e l’inclusione di prestazioni innovative ed efficaci. Confermando che il rapporto medici/infermieri è tra i più bassi d’Europa, l’analisi evidenzia inoltre la sussistenza di una vera e propria “frattura strutturale” tra Nord e Sud, mettendo in guardia dagli effetti dell’attuazione di maggiori autonomie a livello sanitario richieste dalle Regioni “con le migliori performance sanitarie e maggior capacità di attrazione”. A destare allarme è anche il livello di percezione delle falle del sistema sanitario dei membri della popolazione italiana: nell’ultimo sondaggio di Termometro Politico, alla domanda “Qual è il suo peggior timore per il futuro?”, quasi il 30% dei cittadini ha risposto “La crisi della Sanità pubblica con il pericolo di non essere più curati”. Si attestano molto al di sotto le preoccupazioni per la mancanza del lavoro, gli effetti della guerra e il pericolo criminalità e terrorismo.

[di Stefano Baudino]

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