domenica 24 Novembre 2024

“Io l’otto”: oggi in tutta Italia ci si mobilita contro le grandi opere

In occasione della Giornata internazionale di lotta contro le grandi opere inutili e imposte, oggi, in varie città italiane, andrà in scena una mobilitazione di protesta che vedrà protagonista la società civile. In particolare sono previsti sit-in e marce in Val di Susa, contro il Tav Torino Lione, e in vari centri tra l’Emilia Romagna e la Puglia – lungo la dorsale appenninica -, dove presto dovrebbe vedere la luce il mega gasdotto Snam Linea Adriatica. I cittadini protestano contro progetti considerati non solo anacronistici, ma anche profondamente dannosi per le conseguenze che si stima potranno avere sulla salute umana e la biodiversità delle aree interessate, nonché sulle casse dello Stato italiano. Lo slogan che caratterizzerà gli eventi sarà “Io l’otto”.

In Val di Susa, è stata organizzata per oggi la marcia popolare Susa-Venaus, per protestare contro lo sperpero di denaro pubblico e la devastazione ambientale che accompagna il percorso verso la realizzazione del Tav Torino-Lione. Mentre Telt e il gruppo Gavio “continuano imperterriti a fare i propri interessi spartendosi gli appalti dei lavori”, scrive il Movimento No-Tav, promotore dell’iniziativa, “la bulimia del Tav ha continuato a lavorare in Val di Susa, non solo nel cantiere di Chiomonte o all’autoporto di San Didero, ma anche per le strade della valle piene di camion (quasi un centinaio al giorno) ricolmi di materiali sicuramente dannosi per la nostra salute”. Gli organizzatori inquadrano la loro battaglia anche nel duro contesto internazionale che le fa da cornice, caratterizzato da “guerre” e “nuovi colonialismi”, poiché “il progetto Tav fa la sua parte in quanto utilizzabile come corridoio ferroviario, una ipotesi sempre più suffragata dagli attuali venti di guerra che stanno determinando anche la trasformazione della industria e ricerca torinese, prima volte alla produzione di auto, a polo bellico”. Le iniziative si protrarranno anche a domani, sabato 9, e a dopodomani, domenica 10, in cui si alterneranno dibattiti, eventi nei pressi dei cantieri e momenti di socialità.

Parallelamente, una serie di manifestazioni si tengono oggi al centro e al sud Italia, coinvolgendo i Comuni di Forlì, Apecchio-Città di Castello, Colfiorito, Sulmona e Brindisi. A organizzarle è un network di associazioni in cui figurano la Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, il movimento No Tap, la Rete No Rigass No Gnl, No Hub, nonché i Comitati No Tubo delle varie regioni, che da anni si oppongono al mega gasdotto Snam Linea Adriatica, di 430 chilometri, da Sulmona a Minerbio, che rischia di deturpare il territorio dell’intero Appennino. In un primo momento il progetto era denominato “Rete Adriatica”, poiché il gasdotto sarebbe dovuto passare lungo la fascia costiera, ma in seguito alla realizzazione dei tratti a sud, in corrispondenza del Tap proveniente dall’Azerbaigian, la Snam ha deciso di dirottare il tracciato sull’Appennino, nelle zone più altamente sismiche dello Stivale, già devastate dai terremoti dell’Aquila e di Umbria e Marche. Si calcola, inoltre, che per la costruzione dell’opera si dovrà provvedere all’abbattimento di milioni di alberi. Ad essere coinvolto sarà anche il territorio forlivese, dove molti abitanti, subito dopo la tragedia dell’alluvione dello scorso maggio, si sono visti arrivare lettere di esproprio dalla Snam.

A Brindisi, inoltre, verrà effettuato un sit-in di protesta contro il deposito Gnl Edison e il nuovo gasdotto Matagiola-Masseria Manampola che causerà l’estirpazione di 6mila ulivi per collegare la Tap alla Linea Adriatica. In prima linea ci sarà il Movimento No TAP/SNAM , che giudica l’opera “in contrasto con gli obiettivi climatici dichiarati dall’Italia e quelli europee” , evidenziando come, nel progetto, non si prevedano “opere di compensazioni” per il territorio. “Questi nuovi gasdotti – afferma ancora il Movimento – sono figli di un’epoca antecedente dell’antropocene e completamente anacronistica rispetto agli obiettivi Green della Commissione Europea e dello Stato Italiano oggi”, risultando peraltro “in violazione con il principio DNSH – Do No Significant Harm”, poiché non si fornisce “alcuna evidenza, scientificamente fondata, accessibile e verificabile, che l’attività promossa miri alla mitigazione climatica e non rechi danni significativi agli obiettivi ambientali di eco-sostenibilità definiti dalla normativa europea”. Per informare la cittadinanza si terrà un evento in Piazza Vittoria dalle ore 18.

[di Stefano Baudino]

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