lunedì 25 Novembre 2024
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Vienna, commando terroristico assalta la città: almeno 3 morti e 15 feriti

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Un commando terroristico ha preso di mira il centro di Vienna, ieri sera intorno alle ore 20, con sei attacchi in contemporanea tesi a colpire i passanti a colpi di arma da fuoco: i morti sono almeno tre, ma il dato è provvisorio perché tra i 15 feriti almeno 6 sarebbero in gravi condizioni. Ancora imprecisato il numero dei terroristi impegnati nell’azione, uno di loro è stato ucciso in un conflitto a fuoco dalla polizia: era armato di un fucile d’assalto e indossava una cintura esplosiva, che tuttavia secondo fonti della polizia sarebbe risultata falsa. l primo attacco è avvenuto nella Seitenstettengasse, viale centrale di locali e vita notturna, da qui i terroristi si sono spostati in altre zone del centro, attaccando i passanti.

Non ci sono state rivendicazioni degli attacchi, ma il ministro dell’Interno austriaco, Karl Nehammer, ha dichiarato che “si è trattato di un atto di terrorismo islamico, condotto da simpatizzanti dell’Isis”.

Covid-19: l’inquinamento sarebbe alla base del 15% dei decessi

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Secondo i risultati dello studio pubblicato sulla rivista Cardiovascular Research, il 15% dei decessi per Covid-19 nel mondo potrebbe essere attribuito alle polveri sottili nell’aria; più precisamente il 19% dei morti in Europa, il 17% di quelli nell’America del Nord e il 27% nell’Asia orientale. Questo perché compromettono la salute cardiovascolare e respiratoria, aumentando così le probabilità di non sopravvivere all’infezione da Sars-Cov-2. I ricercatori, inoltre, hanno calcolato Paese per Paese, quanti morti si sarebbero potuti evitare se l’aria fosse stata più pulita. In Italia circa 5.500, ad esempio; il che significherebbe il 15% delle morti da Covid-19 totali.

Le polveri sottili sono così piccole da poter essere inalate e man mano si accumulano nel sistema respiratorio. Di solito si fa riferimento alle cosiddette PM 10 (definite così in base al diametro di 10 µm), ma negli ultimi dieci anni gli scienziati hanno messo in evidenza le PM 2,5; le cui fonti principali  sono il traffico, l’industria e l’agricoltura.

Afghanistan, attacco all’Università di Kabul: almeno 19 morti

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Questa mattina tre uomini armati hanno preso d’assalto il campus dell‘Università di Kabul, la più grande in Afghanistan. Almeno 19 studenti sono morti e 40 persone sono rimaste ferite. L’assedio, durato ore, è avvenuto durante l’inaugurazione di una mostra di libri ed è terminato con l’uccisione dei tre aggressori. Per ora nessun gruppo ha rivendicato l’assalto, ma in soli 10 giorni questo diventa il secondo attacco alle istituzioni educative a Kabul.

Machu Picchu, dopo 8 mesi riapre al pubblico il tesoro Inca

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Il sito Inca di Machu Picchu, gioiello tra i siti turistici peruviani, ha riaperto dopo un blocco di 8 mesi a causa della pandemia da coronavirus. Tuttavia per motivi di sicurezza, solo 675 turisti al giorno potranno accedere al sito; il 30% dei numeri pre-pandemia. Il blocco del coronavirus è stato un duro colpo per migliai di peruviani che si guadagnavano da vivere grazie al turismo. Nella regione di Cusco, in particolare, dove si trova il sito, prima della pandemia c’erano 80 hotel, che sono falliti a causa di un blocco obbligatorio di 100 giorni.

Machu Picchu è l’insediamento degli Inca, civiltà precolombiana che governò per 100 anni una vasta zona del Sud America. Venne poi conquistata dagli spagnoli nel XVI secolo e le sue rovine furono riscoperte nel 1911. Nel 1983, l’UNESCO dichiarò il sito patrimonio dell’umanità.

Filippine, tifone devasta il paese: 16 morti e migliaia di sfollati

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Il tifone Goni si è abbattuto ieri sulle Filippine: le vittime al momento sono 16 e gli sfollati più di 347.000, in continuo aumento. E’ stato il più potente tifone dell’anno con venti che soffiavano a oltre 220 km orari e piogge che hanno devastato 13.000 case. In particolare sull’isola di Catanduanes, domenica, le raffiche si sono scatenate fino a 295 Km/h.
Goni è la diciottesima tempesta tropicale a colpire quest’anno le Filippine che solitamente hanno una media di 20 cicloni all’anno. Durante la scorsa settimana 22 persone sono morte a causa del tifone Molave che ha attraversato la stessa regione. Tuttavia, quest’anno, le azioni preventive sono state complicate dalla pandemia da coronavirus, che ha già causato oltre 7.000 vittime e più di 380.000 contagi.

L’Amazzonia si sta trasformando in una savana: potrebbe essere un disastro

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Il polmone verde sudamericano potrebbe diventare un ambiente torrido, simile a quello africano: il 40% dell’attuale foresta Amazzonica è sul punto di non ritorno verso questa trasformazione. A segnalarne l’alto rischio è un’analisi sui cambiamenti delle regioni tropicali, condotto dallo Stockholm Resilience Centre. Il processo causerebbe un ulteriore impatto sul clima mondiale e, una volta innescato, sarà impossibile da invertire. L’Amazzonia gioca infatti un ruolo importantissimo nell’assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera, causa del surriscaldamento globale. Inoltre il cambiamento porterebbe anche alla scomparsa di gran parte delle specie animali e vegetali.

La mutazione di vaste porzioni dell’Amazzonia è collegata alla deforestazione ed alla scarsità d’acqua, dovuta ai cambiamenti climatici. Gli incendi scoppiati quest’anno nella foresta amazzonica sono stati i peggiori dell’ultimo decennio e sono aumentati del 60% rispetto all’anno passato.

Covid-19, il “miracolo” Taiwan: da 200 giorni nessun contagio, senza chiusure né lockdown

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Taiwan ha avuto in tutto 553 casi da coronavirus confermati, con solo sette decessi. Inoltre da 200 giorni il Paese non rileva alcun contagio. Nessun altro Governo al mondo è riuscito a contenere meglio la pandemia, nemmeno il regime di Pechino (85.915 casi e 4.634 decessi). Secondo gli esperti la chiusura tempestiva dei confini e la stretta regolamentazione dei viaggi, hanno contribuito notevolmente al contenimento dell’infezione. Il Governo di Taipei ha saputo attuare un tracciamento rigoroso dei contatti, quarantene mirate e utilizzo diffuso della mascherina, che in questa regione è usanza già da molto tempo; complici anche precedenti epidemie come Sars e Aviaria.

Terremoto in Turchia: almeno 51 morti, molti dispersi ancora sotto le macerie

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Peggiora il numero dei morti in Turchia due giorni dopo il forte terremoto, di magnitudo 7.0, che ha colpito l’isola greca Samos e le coste turche. Qui si registra il bilancio peggiore con almeno 49 morti, mentre a Samos quelli accertati sono 2. I feriti sono 900 secondo l’ultimo rapporto Afad. Le autorità dei Paesi colpiti hanno riportato in totale 470 scosse di assestamento, 35 delle quali di magnitudo superiore a 4. Il ministro turco dell’Ambiente Kurum ha dichiarato che 5.000 soccorritori sono ancora al lavoro per cercare i superstiti tra le macerie, dove il forte sisma ha provocato un minitsunami, che ha travolto una ventina di edifici sulla costa.

 

Whirlpool chiude lo stabilimento di Napoli: 340 operai licenziati con un sms

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Lo stabilimento napoletano della Whirlpool da questa mattina è chiuso, e nelle intenzioni della multinazionale statunitense non riaprirà più. I 340 lavoratori hanno conosciuto la decisione solo ieri, avvisati via sms dall’azienda, ed immediatamente hanno organizzato la protesta, con un corteo nelle strade di Napoli e poi passando la notte all’interno della fabbrica.

La decisione della Whirlpool era già stata annunciata a luglio, ma fino all’ultimo si era sperato in una marcia indietro. Il governo italiano ha cercato un accordo proponendo forme di sostegno economico all’azienda in cambio del mantenimento della sede, ma l’azienda ha rifiutato. Secondo i sindacati la multinazionale intende delocalizzare la produzione in India. Appena due anni fa l’azienda aveva raggiunto un accordo con il governo italiano, ricevendo anche sovvenzioni, per rilanciare lo stabilimento con un piano triennale di investimenti, ora arriva la marcia indietro.

Cina, la grande muraglia verde funziona: assorbe già il 45% delle emissioni

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In Cina la Grande Muraglia Verde, colossale barriera di alberi capace di arginare la troppa CO2 emessa, sta funzionando. Dal 2010, infatti, le foreste cinesi hanno riassorbito il 45% dell’anidride carbonica emessa dalle attività umane. A sostenerlo sono l’Accademia Cinese delle Scienze, lo UK Natural Environmental Research Council National Centre for Earth Observation, l’Agenzia Spaziale Europea e la Royal Society di Londra.

Gli ultimi dati parlano di un tappeto verde grande quanto 7 volte il territorio italiano. Inoltre, solo nel 2019, sono stati piantati alberi per più di 7 milioni di ettari. Pechino conta su questa difesa, anche per raggiungere entro il 2050 la carbon neutrality (emissioni a zero di CO2)