Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, questa mattina ci sarebbe stato un nuovo blitz degli attivisti del movimento Extinction Rebellion presso la sede del ministero della Transizione Ecologica, a Roma. Gli attivisti si sarebbero introdotti nell’edificio riuscendo questa volta a raggiungere il quinto piano, quello del ministro Cingolani, ed avrebbero imbrattato le pareti del ministero salvo poi essere successivamente fermati dai carabinieri. Si tratterebbe del secondo attacco consecutivo, dato che anche nella giornata di ieri quattordici attivisti di Extinction Rebellion appartenenti precisamente alla campagna Ultima Generazione – Assemblee Cittadine ORA! sono entrati all’interno del Ministero della Transizione Ecologica ed hanno lasciato sulle pareti scritte quali “Ministero della truffa” e “Ministero delle bugie”.
Obbligo vaccinale: si può parlare di misura dettata dalla scienza?
Il decreto legge n° 1 del 7 gennaio 2022 impone l’obbligo vaccinale a tutti i cittadini che abbiano compiuto 50 anni [1]. Tale obbligo, sarà esteso a tutte le fasce d’età per il personale scolastico e universitario. Evidentemente, il governo italiano sta continuando a puntare tutta la strategia di contenimento della pandemia sui vaccini, sulle restrizioni e sugli obblighi. Tuttavia, nonostante il paese abbia vaccinato l’84.2% della popolazione con una dose, il 77.3% con due dosi e il 55.3% con tre dosi (Fig. 1), fino a pochi giorni fa contava una media settimanale di 180,000 casi giornalieri (Fig. 2). Tale numero costituisce il record assoluto da inizio pandemia, quando i vaccini contro il Covid-19 non esistevano.

Alla luce di questi fatti, una domanda è d’obbligo: i dati consentono realmente di parlare di “grande successo dei vaccini”, come strumento per affrontare la pandemia, al punto tale da imporne la somministrazione ai cittadini?

Preliminarmente è bene ricordare che, in base alla definizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Fig. 3), per meritarsi il diritto di chiamarsi vaccini, queste inoculazioni dovrebbero prevenire la malattia infettiva. Di conseguenza, la logica suggerisce che l’aumento della percentuale delle vaccinazioni dovrebbe corrispondere ad una diminuzione dei casi totali.
Tuttavia, la realtà dei fatti smentisce questa correlazione inversa. La retorica risponde che nessun vaccino è mai efficace al 100%. Questo è in parte vero, ma come vedremo in seguito, alcuni dati scientifici riportano addirittura un’efficacia negativa a distanza di tre mesi dalla vaccinazione.
Gli studi scientifici che i mainstream media non menzionano
Uno studio dell’università di Harvard, pubblicato sull’European Journal of Epidemiology, effettuato analizzando dati provenienti da 68 stati e 2947 contee degli USA, riporta che l’incremento dei casi di Covid-19 non è correlato alla percentuale di vaccinazione [2]. Inoltre, riporta che quattro dei cinque paesi con la più alta percentuale di vaccinazione del pianeta, compresa tra 84.3% e 99.9%, venivano identificati (al momento della pubblicazione) come paesi ad alto rischio di contagio dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Uno studio effettuato nel Regno Unito su casi di variante Delta, pubblicato sulla rivista The Lancet Infectious Diseases, riporta che i soggetti completamente vaccinati hanno una carica virale paragonabile a quella dei non vaccinati e possono trasmettere efficacemente il virus all’interno degli ambienti domestici, anche a contatti completamente vaccinati [3]. Un recente studio danese (in fase di preprint, i cui risultati non sono quindi ancora ufficialmente pubblicati) ha addirittura riportato un’efficacia negativa della vaccinazione [4]. Più precisamente, i soggetti inoculati con il vaccino BNT162b2 di Pfizer e mRNA-1273 di Moderna avrebbero rispettivamente il 76.5% e il 39.3% di probabilità in più di contrarre la variante Omicron tre mesi dopo la vaccinazione (Fig. 4).

Questo studio ha fatto abbondantemente discutere e gli autori sono dovuti correre ai ripari ipotizzando che l’efficacia negativa possa essere dovuta al fatto che gli individui vaccinati, sottoposti allo studio, siano stati in grado di viaggiare di più e di avere più interazioni sociali rispetto ai non vaccinati e, di conseguenza, possano essere stati maggiormente esposti al rischio d’infezione. Possibile, tuttavia doveva essere proprio lo scopo dei vaccini quello di farci tornare alla normalità. In un articolo di corrispondenza alla rivista The Lancet, il professore tedesco Günter Kampf lancia un appello agli alti ufficiali amministrativi, facendo notare che la frase “pandemia dei non vaccinati” non è giustificata dai dati e che quindi non sussiste alcun motivo per discriminare chi non si vaccina [5]. Analogamente, in un articolo di corrispondenza alla rivista su The Lancet Infectious Diseases, lo specialista di malattie infettive, il professore Carlos Franco-Paredes, spiega che nonostante la vaccinazione riduca le probabilità di insorgenza di sintomi gravi e di ricovero in terapia intensiva, non sembra ridurre la trasmissibilità e di conseguenza le politiche riguardanti l’obbligatorietà della vaccinazione andrebbero riviste [6].
Fatti che dovrebbero far riflettere
Un gruppo di 40 psicologi, guidati dal dottor Gary Sidley, ha recentemente scritto alla commissione per la pubblica amministrazione e gli affari costituzionali del governo inglese, chiedendo l’apertura di un’inchiesta sulle pratiche di allarmismo, definite “irresponsabili e immorali”, che sono state applicate durante la pandemia e che hanno avuto un grosso impatto psicologico sui cittadini [7]. Probabilmente, dopo due anni di obblighi, di restrizioni e di allarmismo mediatico, molte persone si sono talmente aggrappate psicologicamente all’unica “ancora di salvezza” che gli è stata presentata, che si rifiutano subconsciamente di porsi il benché minimo dubbio sulla sua efficacia, arrivando addirittura a considerare una minaccia qualsiasi opinione contraria, per quanto affidabile. Tuttavia, Albert Bourla in persona, ovvero l’amministratore delegato della Pfizer, durante un’intervista su Yahoo Finance del 10 gennaio 2022, ha pronunciato pubblicamente le testuali parole, riferendosi alla protezione offerta dai vaccini contro la variante Omicron: «sappiamo che le due dosi del vaccino offrono una protezione molto limitata, se la offrono» [8]. Inoltre, a seguito di un’inchiesta federale nell’ambito di un Freedom of Information act (FOIA), la Food and Drug Administration (FDA) ha richiesto prima 55 e poi 75 anni di embargo per rilasciare tutta la documentazione fornita dalla Pfizer per l’ottenimento dell’autorizzazione per uso d’emergenza del vaccino [9,10]. Avete letto bene, la FDA ha chiesto tempo fino al 2096 per rilasciare dati che ha visionato e autorizzato in appena 108 giorni. La richiesta ha provocato le proteste anche di parte della comunità scientifica, come riporta un editoriale del prestigioso British Medical Journal [11].
La natura ha fatto il suo corso
L’arrivo della variante Omicron cambia radicalmente le “carte in tavola”. Personalmente, ho accolto come un’ottima notizia la comparsa di questa variante, che pare sia più contagiosa, ma molto meno letale [12]. Il processo di mutazione dei virus verso forme più infettive, ma meno mortali, è un processo naturale che potrebbe segnare la fine della pandemia. Vi faccio un breve esempio per spiegarvi il concetto di biologia evoluzionistica in modo semplice. Assumiamo che sul pianeta ci siano solo 100 persone. Un virus che provoca un’infezione con un alto tasso di mortalità, finirebbe per uccidere tutti i suoi ospiti, estinguendosi in breve tempo e quindi sarebbe un virus evolutivamente inefficiente. Lo “scopo” dei virus è quello di aumentare la propria fitness, e di conseguenza è vantaggioso essere il più innocui possibile verso gli organismi ospite, in modo da potersi replicare efficientemente [13]. La comparsa di una variante più aggressiva non costituisce un evento che si può escludere a priori, ma secondo il principio appena descritto la variante più infettiva e meno mortale tenderebbe comunque a prevalere. Ciononostante, la retorica ha pesantemente strumentalizzato la comparsa di questa variante, per creare ulteriore terrorismo psicologico e per promuovere prepotentemente la terza dose. Tuttavia, uno recente studio pubblicato su Nature, riporta che Omicron presenta 55 mutazioni nel genoma del SARS-CoV-2, 32 delle quali si trovano sulla sequenza che codifica per la proteina Spike [14]. Questo comporta una considerevole riduzione dell’efficacia dei vaccini ed è il motivo che ha spinto Pfizer ad adattare il proprio prodotto alla variante Omicron. La versione adattata dovrebbe essere pronta a marzo 2022 e secondo Ugur Sahin, amministratore delegato della BioNTech, richiederà altre tre dosi [15].
Epilogo
Da cosa può dipendere la correlazione tra la quantità di dosi di vaccino e l’aumentata probabilità di contrarre il SARS-CoV-2, riportata negli studi sopracitati? Sembra infatti che dopo una fase iniziale di protezione, l’efficacia dei vaccini diminuisca significativamente in breve tempo, riducendo le prestazioni del sistema immunitario dopo circa tre mesi (Fig. 4). È noto ormai da anni, che la stimolazione ripetuta del sistema immunitario può compromettere il suo corretto funzionamento, risultando in alcuni casi nell’insorgenza di processi di autoimmunità [16]. Inoltre, come ho menzionato precedentemente, la presenza di eventuali anticorpi non neutralizzanti, potrebbe competere con quelli che vengono prodotti dall’immunità naturale [17]. Non a caso, l’11 gennaio 2022 il capo della strategia vaccinale dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), Marco Cavaleri, ha rilasciato una conferenza stampa nella quale ha espresso seri dubbi sulla somministrazione ripetuta delle dosi di richiamo, che potrebbero «sovraccaricare il sistema immunitario» [18]. È solo un’ipotesi, ma questo potrebbe concorrere a spiegare perché Israele, una delle nazioni più vaccinate del pianeta, che al momento sta somministrando la quarta dose, presenta il più alto tasso di casi pro capite al mondo [19]. Il 6 gennaio 2022, il professore Ehud Qimron della Facoltà di Medicina dell’Università di Tel Aviv, ha scritto una lettera aperta al ministro della salute israeliano nella quale critica aspramente la gestione della pandemia [20]. Nella lettera, l’immunologo fa presente che alla fine la verità viene sempre a galla ed esorta il ministro ad ammettere pubblicamente il fallimento.
Non trovate davvero meritorio di riflessione il fatto che Israele, dove i manifestanti sono stati frustrati come bestie (Fig. 5a), oppure l’Olanda, la cui polizia aizza i cani contro la folla (Fig. 5b) nonché l’Australia, il famigerato paese “zero-Covid”, che applica misure di stampo militare (Fig. 5c), siano riuscite ad appiattire la curva dei casi sull’asse delle ordinate? Stiamo assistendo al teatro dell’assurdo. Sembra quasi che più le loro strategie si dimostrano fallimentari, più si accaniscono nell’applicarle, facendo ricadere la colpa del fallimento sui cittadini, che non sono abbastanza responsabili, ubbidienti e ligi alle regole. Una situazione tanto più paradossale perché intrapresa con ancor maggior determinazione dai governi mentre è diventata dominante la variante Omicron, che dalle prime stime sembra essere quasi cento volte meno letale della Delta [24].


Tuttavia, oltre ai vaccini, è corretto altresì notare che ci sono importanti fattori che possono aver contribuito: i) il virus è in continua mutazione verso forme meno mortali; ii) l’apparato sanitario ha accumulato due anni di esperienza nel trattare l’infezione.
Ci sono realtà diverse, come la Svezia, che non hanno scelto la strada dei lockdown e delle restrizioni; oppure paesi dell’Africa e del Sud America che essendo “figli di un Dio minore” non avevano le risorse per fare grandi accordi con Big Pharma [25]. Queste realtà, testimoniano che esistono soluzioni alternative che hanno comunque funzionato, a leggere i dati si potrebbe dire persino meglio, nel tenere sotto controllo la curva di decessi (Fig. 7).

L’Italia sta continuando a percorrere la strada delle vaccinazioni perpetue tracciata da Israele, paese che ha sempre anteceduto di alcuni mesi il resto del pianeta, quanto a misure adottate e dosi somministrate. Tuttavia, la curva dei decessi di Israele, rappresenta la prova tangibile che dovrebbe far suonare i campanelli d’allarme (Fig. 8).

È come seguire una macchina che viaggia a 100 metri di distanza, la quale percorrendo una determinata strada cade in un burrone, ma noi invece di valutare l’opzione di frenare o svoltare verso altre vie, andiamo dritti verso quella direzione.
Recentemente, la Spagna ha lanciato un appello all’Europa per iniziare a considerare il Covid-19 come un’influenza [27]. L’Inghilterra ha revocato l’uso della mascherina nei mezzi pubblici, nei negozi e nelle scuole e sta addirittura pianificando di rimuovere l’obbligo vaccinale per i lavoratori del sistema sanitario nazionale [28, 29]. L’Irlanda sta valutando di rimuovere il Covid pass [30] e la Danimarca diventa il primo stato europeo a rimuovere tutte le restrizioni, dichiarando la pandemia fondamentalmente finita [31].
Alla luce di questa tendenza internazionale, ma soprattutto considerando i risultati riassunti in figura 7, su quale base i decisori stanno continuando con la linea dura, promuovendo l’obbligatorietà della vaccinazione, perlopiù con dei prodotti farmaceutici ormai “obsoleti” per ammissione di Pfizer stessa?
Sono un Biologo Strutturale devoto alla scienza e considero i vaccini una delle più grandi invenzioni dell’umanità, ma questi determinati vaccini presentano evidenti lacune dal punto di vista dell’efficacia e degli effetti collaterali, come testimoniano non 1, non 10, non 100, ma ben 1011 studi scientifici peer-reviewed [32]. Di conseguenza, a mio parere andrebbero consigliati nei casi evidenti in cui i benefici superino di gran lunga i rischi e sicuramente non ci sono i presupposti logici, scientifici e morali per renderli obbligatori.
Chiunque volesse provare a screditare la validità di questo articolo è invitato al sano confronto scientifico e soprattutto dovrà riuscire a confutare i risultati degli studi citati.
[di Panagis Polykretis – Biologo, PhD in Biologia Strutturale]
Elenco citazioni
[1] Ministero della Salute. Covid-19, obbligo vaccinale dai 50 anni di età, https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=5754 (accessed January 17, 2022).
[2] Subramanian SV, Kumar A. Increases in COVID-19 are unrelated to levels of vaccination across 68 countries and 2947 counties in the United States. Eur J Epidemiol 2021; 1–4.
[3] Allen H, Vusirikala A, Flannagan J, et al. Household transmission of COVID-19 cases associated with SARS-CoV-2 delta variant (B.1.617.2): national case-control study. The Lancet Regional Health – Europe; 0. Epub ahead of print October 27, 2021. DOI: 10.1016/j.lanepe.2021.100252.
[4] Hansen CH, Schelde AB, Moustsen-Helm IR, et al. Vaccine effectiveness against SARS-CoV-2 infection with the Omicron or Delta variants following a two-dose or booster BNT162b2 or mRNA-1273 vaccination series: A Danish cohort study.
[5] Kampf G. COVID-19: stigmatising the unvaccinated is not justified. The Lancet 2021; 398: 1871.
[6] Franco-Paredes C. Transmissibility of SARS-CoV-2 among fully vaccinated individuals. The Lancet Infectious Diseases 2022; 22: 16.
[7] Diver T. Government ‘used grossly unethical tactics to scare public into Covid compliance.’ The Telegraph, January 28, 2022, https://www.telegraph.co.uk/politics/2022/01/28/grossly-unethical-downing-street-nudge-unit-accused-scaring/ (January 28, 2022, accessed February 1, 2022).
[8] Wilson R. Pfizer CEO admits current Vaccine offers zero protection against Covid-19. The Expose, https://dailyexpose.uk/2022/01/12/pfizer-ceo-version-1-1-is-required/ (2022, accessed January 13, 2022).
[9] Greene J, Greene J. Wait what? FDA wants 55 years to process FOIA request over vaccine data. Reuters, November 18, 2021, https://www.reuters.com/legal/government/wait-what-fda-wants-55-years-process-foia-request-over-vaccine-data-2021-11-18/ (November 18, 2021, accessed January 17, 2022).
[10] Greene J, Greene J. ‘Paramount importance’: Judge orders FDA to hasten release of Pfizer vaccine docs. Reuters, January 7, 2022, https://www.reuters.com/legal/government/paramount-importance-judge-orders-fda-hasten-release-pfizer-vaccine-docs-2022-01-07/ (January 7, 2022, accessed January 17, 2022).
[11] British Medical Journal: i ricercatori devono avere i dati grezzi sui vaccini, ora. L’INDIPENDENTE, https://www.lindipendente.online/2022/01/21/british-medical-journal-i-ricercatori-devono-avere-i-dati-grezzi-sui-vaccini-ora/ (accessed January 26, 2022).
[12] SAGE says Omicron needs to be 90% milder than Delta to avoid major NHS pressure | Daily Mail Online, https://www.dailymail.co.uk/news/article-10339089/Omicron-Covid-MILDER-three-major-studies-confirm-Research-England-Scotland-South-Africa.html (accessed January 26, 2022).
[13] Wargo AR, Kurath G. Viral fitness: definitions, measurement, and current insights. Current Opinion in Virology 2012; 2: 538–545.
[14] Planas D, Saunders N, Maes P, et al. Considerable escape of SARS-CoV-2 Omicron to antibody neutralization. Nature 2021; 1–7.
[15] Burger L, Erman M. Pfizer, BioNTech vaccine neutralises Omicron with three shots. Reuters, December 8, 2021, https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/biontech-pfizer-say-test-shows-3-doses-vaccine-neutralise-omicron-2021-12-08/ (December 8, 2021, accessed January 13, 2022).
[16] Tsumiyama K, Miyazaki Y, Shiozawa S. Self-Organized Criticality Theory of Autoimmunity. PLOS ONE 2009; 4: e8382.
[17] Il Green Pass e l’immunità naturale confrontata con quella indotta dai vaccini. L’INDIPENDENTE, https://www.lindipendente.online/2021/10/26/il-green-pass-e-limmunita-naturale-confrontata-con-quella-indotta-dai-vaccini/ (accessed January 17, 2022).
[18] L’Ema avvisa: “Non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi.” L’HuffPost, https://www.huffingtonpost.it/entry/lema-avverte-non-possiamo-continuare-con-booster-ogni-3-4-mesi_it_61ddbd74e4b061afe3b8d52d (2022, accessed January 13, 2022).
[19] Staff T. Israel has highest rate in world of new coronavirus infections per capita — TV, https://www.timesofisrael.com/israel-has-highest-rate-in-world-of-new-coronavirus-infections-per-capita-tv/ (accessed January 22, 2022).
[20] Professor Ehud Qimron: “Ministry of Health, it’s time to admit failure.” Swiss Policy Research, https://swprs.org/professor-ehud-qimron-ministry-of-health-its-time-to-admit-failure/ (2022, accessed January 14, 2022).
[21] Police whip, hose and arrest protesters at anti-vaccine demonstration near Bennett’s house – Israel News – Haaretz.com, https://www.haaretz.com/israel-news/police-whip-hose-and-arrest-anti-vaccines-protesters-near-bennett-s-house-1.10478688 (accessed January 15, 2022).
[22] Amnesty International calls for probe into police Malieveld violence. DutchNews.nl, https://www.dutchnews.nl/news/2021/03/amnesty-international-calls-for-probe-into-police-malieveld-violence/ (2021, accessed January 15, 2022).
[23] Osborne P. Officials overhaul vaccine rollout plan. The Armidale Express, https://www.armidaleexpress.com.au/story/7307404/officials-overhaul-vaccine-rollout-plan/ (2021, accessed January 15, 2022).
[24] Matthews S. Omicron may be nearly 100 TIMES less deadly than Delta, scientists say. Mail Online, https://www.dailymail.co.uk/news/article-10358361/Omicron-nearly-100-TIMES-deadly-seasonal-flu-scientists-believe.html (2022, accessed January 27, 2022).
[25] News B. South Africa Asks J&J, Pfizer to Stop Sending Vaccines – BNN Bloomberg. BNN, https://www.bnnbloomberg.ca/south-africa-asks-j-j-pfizer-to-stop-sending-vaccines-1.1686641 (2021, accessed January 17, 2022).
[26] Covid, Bassetti contro il report dei contagi: “Non ha senso, anche i dati dei deceduti sono falsati” – la Repubblica, https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/covid-bassetti-contro-il-report-dei-contagi-non-ha-senso-anche-i-dati-dei-deceduti-sono-falsati/405626/406336 (accessed January 17, 2022).
[27] Spain Calls for Debate to Consider Covid as Endemic, Like Flu. Bloomberg.com, January 11, 2022, https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-01-11/spain-calls-for-debate-to-consider-covid-as-endemic-like-flu (January 11, 2022, accessed January 15, 2022).
[28] Walker P, Weale S, Gregory A. All plan B Covid restrictions, including mask wearing, to end in England. The Guardian, January 19, 2022, https://www.theguardian.com/world/2022/jan/19/boris-johnson-announces-end-to-all-omicron-covid-restrictions-in-england (January 19, 2022, accessed January 19, 2022).
[29] Siddique H. NHS England could employ unvaccinated staff after 1 April, says regulator. The Guardian, January 30, 2022, https://www.theguardian.com/society/2022/jan/30/nhs-england-could-employ-unvaccinated-staff-after-1-april-says-regulator (January 30, 2022, accessed January 31, 2022).
[30] Covid restrictions Ireland: Covid passes and hospitality curbs to go as Nphet clears the way for easing of almost all restrictions in coming days. independent, https://www.independent.ie/irish-news/politics/covid-passes-and-hospitality-curbs-to-go-as-nphet-clears-the-way-for-easing-of-almost-all-restrictions-in-coming-days-41262429.html (accessed January 22, 2022).
[31] CNN SM Livvy Doherty and Lauren Kent. Denmark becomes first EU country to lift all Covid-19 restrictions. CNN, https://www.cnn.com/2022/02/01/europe/denmark-lifts-covid-restrictions-intl/index.html (accessed February 1, 2022).
[32] Covid Vaccine Scientific Proof Lethal – SUN, https://www.saveusnow.org.uk/covid-vaccine-scientific-proof-lethal/ (accessed January 22, 2022).
Blitz anti-mafia a Taranto: 38 arresti
Una maxi operazione anti-mafia è stata messa a segno dalla polizia di Taranto che, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 38 persone, di cui 28 in carcere e 10 agli arresti domiciliari. Gli individui sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di altri reati tra cui estorsione, detenzione e porto illegale di armi e munizioni. Inoltre, nell’ambito della medesima operazione risultano altresì indagate in stato di libertà altre 20 persone.
La politica italiana dopo il voto per il Quirinale
Il “Romanzo Quirinale” andato in scena negli scorsi giorni, terminato con la rielezione di Sergio Mattarella, ha riservato molti colpi di scena prima di concludersi con l’esito più banale. D’altronde, in una sfida così delicata, si fanno molto labili le sfumature tra le nette prese di posizione e i messaggi tra le righe, le parole d’onore e i fragorosi bluff, la ricerca di un obiettivo comune e la necessità di intestarsi il risultato finale. Le elezioni presidenziali sono state caratterizzate, in particolare, da due fattori salienti: le sconfitte a metà e le fratture politiche, che potrebbero avere un peso determinante sul prossimo futuro.
Chi ha perso? Sicuramente Mario Draghi, arrivato a Palazzo Chigi un anno fa con in tasca il sogno (e, forse, l’esplicita promessa) di una rapida salita al Colle. Eppure, così non è stato: l’asse giallo-verde è tornato in auge con il no di Salvini e Conte al trasloco dell’attuale Primo Ministro al Quirinale, che ha indotto il segretario del PD Enrico Letta, grande sponsor di Draghi, ad abbandonare il suo piano. Eppure, a pensarci bene, il match potrebbe non essere ancora definitivamente chiuso. Le mire quirinalizie di Draghi, infatti, sarebbero state demolite da qualsiasi profilo in grado di garantire il completamento del settennato previsto dalla Costituzione per il Presidente della Repubblica; invece, con l’inaugurazione del Mattarella-Bis, piano B attuato in nome della stabilità dell’esperienza del Governo Draghi, la prospettiva cambia: Mattarella ha 80 anni suonati e non si può escludere che, come il predecessore Napolitano, non deciderà di porre fine al suo secondo mandato con ampio anticipo. A quel punto, Mario Draghi tornerebbe a coltivare concretamente la sua manifesta brama.
L’altro sconfitto è, sicuramente, Silvio Berlusconi. La cosiddetta “operazione scoiattolo” non è riuscita e l’animale è dovuto tornare nella sua tana con la coda tra le gambe. C’è da dire, però, che la riabilitazione politica e mediatica offertagli dall’ufficializzazione della sua candidatura da parte delle forze politiche del centro-destra (non raccolta per mancanza di numeri), così come la mancata elezione di tutti i suoi competitor, siano fattori che, se non hanno rafforzato la sua immagine pubblica, di certo non l’hanno indebolita.
A uscire spaccato da queste elezioni è il centro-destra. Giorgia Meloni, che sente di avere politicamente il vento in poppa, è uscita allo scoperto con un attacco senza precedenti ai suoi partner di coalizione (in particolare, a Matteo Salvini), a cui ha imputato di avere tradito gli accordi votando per la rielezione di Mattarella. Poco dopo le 11:30 di Sabato 29 Gennaio, la leader di FDI pubblica un tweet estremamente eloquente: “Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci”. Il giorno successivo dichiara in una diretta Facebook di voler essere la protagonista della rifondazione del centro-destra, palesando l’ambizione di mettere all’angolo il leader del Carroccio. Nel frattempo, Salvini rilancia un progetto politico congegnato negli scorsi mesi: l’unione dei partiti di centro-destra che appoggiano il Governo Draghi in una federazione. Insomma, un’alleanza strutturale tra Lega e Forza Italia che, fisiologicamente, porterebbe Salvini a diventarne il leader. Ma che sancirebbe, di fatto, la definitiva “normalizzazione” della Lega come forza di establishment: una spinta verso il centro che potrebbe però aprire una fertile prateria a destra per Giorgia Meloni. Uno strappo insanabile? Difficile ipotizzare una rottura a lungo termine, dal momento che, numeri alla mano, ognuno ha bisogno dell’altro: la Meloni per ambire a Chigi, Salvini per non perdere definitivamente la simpatia dell’elettorato della destra più “radicale”, spazientito ormai da mesi dalle sue condotte chiaroscurali.
La forza politica che, più di ogni altra, esce con le ossa rotte dalle elezioni presidenziali è il Movimento 5 Stelle, ormai diviso a metà dopo il furioso scontro consumatosi tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio nei giorni convulsi delle trattative. Dopo un incontro tenuto con Letta e Salvini venerdì 28, il leader dei 5 Stelle aveva quasi chiuso i giochi per portare al Quirinale Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (che coordina e vigila l’attività dei servizi segreti), ma tutto è sfumato a causa dello stop di Di Maio, in asse con Renzi, Guerini e Tajani, e del successivo passo indietro dello stesso Letta. Subito dopo l’elezione di Mattarella, Di Maio ha denunciato davanti a una schiera di giornalisti appositamente convocati il fallimento di «alcune leadership», chiedendo di aprire una «riflessione politica interna» al M5S e lodando il Parlamento e il Premier Draghi per avere risolto lo stallo elettorale. A stretto giro, Conte ha contrattaccato, dichiarando al Fatto Quotidiano che «Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi, ai nostri iscritti e alla nostra comunità». Di Maio ha ricevuto la solidarietà di vari forzisti, tra cui il Ministro Renato Brunetta, del Senatore Andrea Marcucci (ritenuto la quinta colonna di Renzi nel PD) e della stessa Maria Elena Boschi di Iv. Un risultato da vero democristiano 2.0. Insomma, profili e posizioni appaiono ormai inconciliabili e la resa dei conti sembra essere alle porte. Vedremo con quali modalità andrà in scena.
Se il buongiorno si vede dal mattino, il percorso che porterà fino alle prossime elezioni parlamentari, previste per la primavera 2023, sarà pieno di aspre battaglie per la leadership delle coalizioni nonché per il vero e proprio collocamento politico all’interno dell’establishment di due forze politiche che si pretendevano “anti-sistema”: Lega e Movimento 5 Stelle. È vero, i parlamentari hanno mantenuto il loro seggio e la stabilità del Governo sembra essere stata preservata. Eppure, basta volgere lo sguardo oltre l’orizzonte per comprendere che il detto gattopardiano “tutto cambi perché nulla cambi” sia, in questo caso, da rovesciare. Infatti, niente è cambiato, ma molto potrebbe presto cambiare.
[di Stefano Baudino]
Canada: i camionisti rifiutano di fermare le proteste contro le restrizioni
In Canada, i camionisti in protesta contro l’obbligo vaccinale e le restrizioni anti-Covid si sono rifiutati di lasciare il centro cittadino della capitale federale Ottawa nonostante le richieste delle autorità. Il governo Trudeau ha infatti recentemente chiesto la fine delle proteste ed ha cercato di delegittimare la condotta dei contestatori spiegando che essa costi alle casse pubbliche 800.000 dollari canadesi al giorno. Tale esortazione però a quanto pare non ha generato i risultati sperati dato che, come riportato dalla CBC – il servizio pubblico radiotelevisivo nazionale in Canada – oggi la protesta è proseguita nel centro cittadino per il quinto giorno consecutivo.
Un insegnante si è dato fuoco, apparentemente per protesta
Un insegnante di 33 anni è ricoverato in condizioni gravissime in seguito alle ustioni che si era provocato dandosi fuoco attorno alle ore 10 di ieri, 31 gennaio, davanti alla caserma dei Carabinieri di Rende, in Calabria. Una vicenda dai tratti oscuri, in quello che appare, per il luogo scelto, un evidente atto di protesta. Resa ancor più torbida da una serie di indizi, poi scomparsi, che legavano l’atto ad una protesta a seguito dalla sospensione dal servizio per non essersi vaccinato e quindi per non essere in possesso del super green pass. Questo è quanto avevano affermato i colleghi del sindacato Uil Scuola Monza e Brianza (l’insegnante era in servizio in Lombardia) che in un comunicato su Facebook avevano scritto: “Sembrerebbe che all’origine del gesto ci sia la sospensione dal servizio per non aver effettuato la vaccinazione anti-Covid”. Il messaggio è stato poi rimosso senza spiegazioni, così come nulla trapela sui media, con i principali giornali che non hanno dedicato nemmeno una riga all’accaduto. Anche il portale specializzato in informazione scolastica Orizzonte Scuola, aveva dedicato un pezzo alla vicenda, ma poi ha scelto di rimuoverlo e il link all’articolo riporta ora a una pagina di errore.

Difficile capire l’atteggiamento del sindacato e se si sia trattato di una cancellazione dovuta dalla presa d’atto di aver scritto un’inesattezza o se la decisione abbia altre ragioni. La redazione de L’Indipendente ha provato a contattare la sede Uil per chiarimenti, al momento senza risposta. Nel frattempo un quotidiano locale ha negato che la questione sia correlata all’obbligo vaccinale scrivendo che l’insegnante aveva concluso la doppia dose vaccinale a metà agosto e il suo green pass sarebbe stato valido sino a metà febbraio in attesa della terza dose.
Quale che sia la verità rimane l’estremo atto di protesta di un insegnante (le cui generalità non sono ancora state rivelate) che ha deciso di tentare di togliersi la vita in modo atroce, cospargendosi di benzina prima di darsi fuoco. Possibile dietro la scelta ci siano scelte personali e che cercare altre ragioni sia sbagliato, tuttavia il luogo scelto per l’atto, ovvero la caserma dei Carabinieri, lascia perplessità. Quali che siano le cause risuona frastornante il silenzio dedicato alla vicenda da tutti i principali quotidiani italiani che alla notizia, almeno per ora, non hanno dedicato nemmeno una riga. In rete è circolato un video amatoriale della scena, per dovere di cronaca segnaliamo il link al contenuto, ma le immagini sono molto crude e quindi ne sconsigliamo la visione.
Rettifica ore 23:06 del 01/02/22: nella versione originale dell’articolo avevamo scritto che l’insegnante era deceduto. Così era stato riportato da diversi media locali. Un aggiornamento diffuso in serata specifica che l’insegnante è ancora in vita seppur in condizioni critiche. Ci scusiamo con i lettori e la famiglia per l’errore.
Amazon ha cominciato a comprarsi i programmi scolastici americani
L’Inland Empire è una regione metropolitana della California meridionale con circa 4,5 milioni di abitanti, adiacente alla California costiera della contea di Los Angeles, le cui due maggiori città sono San Bernardino e Riverside. Questa zona è dominata dalla presenza di Amazon: i suoi camion e i suoi furgoni sono dappertutto e intasano il traffico della regione; l’azienda di Jeff Bezos è il maggior datore di lavoro. Nell’Inland Empire, in cui l’80% della popolazione appartiene a comunità afroamericane e latinoamericane, Amazon impiega circa 40.000 lavoratori (il doppio rispetto alla situazione pre-pandemica) in ben 14 centri logistici e due hub aerei. Dal 2018, la Cajon High School di San Bernardino ha dato vita ad Amazon Logistics and Business Management Pathway, una serie di corsi “di marca” sul settore della logistica. Leggendo i programmi dei corsi è semplice capire il perché dell’interesse della multinazionale verso la formazione dei giovani, quello che si insegna infatti non è logistica dal punto di vista esclusivamente tecnico, ma una vera e propria dottrina del mondo del lavoro e dello sviluppo progettato dall’azienda di Jeff Bezos.
Sono 96 gli studenti attualmente iscritti al percorso di studi offerto da Amazon, che ha speso 50.000 dollari per fornire i materiali necessari per avviare il programma. Sul sito del Distretto Scolastico si legge: «L’Amazon Logistics Pathway presso la Cajon High School è il primo nel suo genere, che insegna agli studenti la tecnologia delle informazioni e delle decisioni, i sistemi di gestione e la leadership aziendale. Il programma consente agli studenti di praticare capacità di pensiero innovative e critiche mentre sviluppano soluzioni ad autentici problemi logistici vissuti da Amazon». Insomma, un bell’affare per Bezos che con un piccolissimo investimento potrà avere qualche idea e soluzione a costo irrisorio, assicurandosi di poter formare a suo piacimento le nuove generazioni dell’Inland Empire, la quale potrebbe essere rinominata Amazon Empire.

Il corso di formazione, tutt’altro che imparziale, propone le tecniche utilizzate all’interno del colosso come linee standard e modelli che non possono essere cambiati ma solo implementati. Per tale motivo nei programmi si affrontano i principi del taylorismo, imperanti nella gestione scientifica del lavoro di Amazon orientata alla massima efficienza di produzione. Proprio sulla base dei principi elaborati da Frederick Taylor, il colosso creato e guidato da Bezos ha imposto politiche del lavoro disumane in cui il controllo e la gestione del tempo sono spinti a livelli estremi, tali da non tener di conto neanche dei bisogni fisiologici umani. Proprio in tal proposito, nel percorso formativo ci si sofferma anche sullo studio della piramide dei bisogni di Maslow e come questa possa essere utilizzata per aumentare l’efficienza dei lavoratori.
Altro argomento scottante che riguarda Amazon e il suo modello di lavoro è l’organizzazione sindacale, o meglio, la mancanza di organizzazione sindacale. Il corso specifico si chiama “Gestione delle risorse umane e delle relazioni sindacali” in cui si spiega come formare e valutare il lavoratore e quali siano le importanti da sapere riguardo l’organizzazione dei lavoratori. Come parte di questo corso, gli studenti partecipano ad uno stage di lavoro presso Amazon oppure in altra azienda del settore logistico.
“Logistica e concetti globali” è il nome di uno dei corsi proposti nel programma formativo sponsorizzato da Amazon: gli studenti apprendono le catene di approvvigionamento globali, per cui Amazon ha dimostrato una enorme capacità di gestione. Amazon e “il suo impatto sui settori dell’e-commerce e della logistica” riguarda la storia evolutiva e organizzativa dell’azienda e la sua visione.
Il percorso di studi viene svolto all’interno di una classe per cui, come detto all’inizio, Amazon ha sborsato 50.000 dollari per i materiali, oltre che per lo studio e l’applicazione di un ambiente che ponesse gli studenti in uno stato di sudditanza al colosso di Bezos. L’aula, colorata con i colori dell’azienda, è ricoperta di scritte sui muri in cui si riportano gli slogan e i principi che ogni lavoratore Amazon deve sapere e rispettare: insomma, sui muri dell’aula vi è la “Bibbia di Amazon”, i “Comandamenti di Bezos”. In occasione dell’inizio dei corsi del 2019, la preside della Cajon High School, Teenya Bishop, come una normalissima dipendente Amazon, è stata fotografata con la polo – la divisa – dell’azienda.
Corina Borsuk, portavoce del distretto scolastico unificato di San Bernardino, in merito alle critiche poste ha risposto: «Il percorso prende il nome da Amazon in ringraziamento per la generosa donazione dell’azienda e Amazon è stato portato come esperto del settore, qualcosa che tutti i percorsi di apprendimento collegato dovrebbero avere».
Il percorso formativo targato Amazon della Cajon High School non è l’unico in cui l’azienda è protagonista: diverse scuole e altre organizzazioni giovanili partecipano al programma Amazon Future Engineers. Proprio seguendo quest’ottica di formazione e fidelizzazione diretta di migliaia e migliaia di giovani, all’inizio di questo anno Amazon ha annunciato una partnership con Girl Scouts of the USA (GSUSA).
Insomma, colossi multinazionali come Amazon non si accontentano di vendere e far enorme profitto monopolizzando interi settori ma vogliono, oltre che la forza lavoro, anche la mente delle nuove generazioni in un percorso di fidelizzazione molto pressante che sembra voler sostituire le vecchie carcasse della propaganda e della formazione statale. Amazon, e soggetti affini, stanno ponendo le basi per una graduale sostituzione delle prerogative pubbliche e statali.
[di Michele Manfrin]
Sanità: medici di base proclamano stato di agitazione
«Proclamiamo lo stato di agitazione per la Medicina Generale»: è quanto comunicato tramite una nota congiunta da alcune organizzazioni sindacali dei medici di base tra cui Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn (struttura di categoria della Confederazione Generale Italiana del Lavoro) e la Federazione C.I.Pe (Confederazione Italiana Pediatri). Sono diversi i motivi alla base di tale decisione: tra questi, le disfunzioni e la burocrazia legata al Covid-19, il «mancato recepimento delle proposte delle organizzazioni sindacali sulla riorganizzazione della medicina territoriale» ed il «mancato riconoscimento dell’attività svolta dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta nella gestione dei pazienti Covid sul territorio». Tra le richieste avanzate, poi, vi è il riconoscimento, la valorizzazione e la protezione del ruolo svolto dai medici di medicina generale e la semplificazione delle procedure e dei percorsi amministrativi.
Il Mali ha deciso a furor di popolo la cacciata dei francesi
Lunedì 31 gennaio, il governo del Mali ha dato 72 ore di preavviso all’ambasciatore francese Joel Meyer per lasciare il paese. La decisione di allontanare l’amabasciatore, arriva in seguito a dichiarazioni ritenute “ostili e oltraggiose” fatte da Parigi, sull’operato del governo di transizione.
Venerdì scorso, Jean-Yves Le Drian ministro degli esteri francese, aveva infatti dichiarato che la giunta militare al governo del paese fosse “fuori controllo” e responsabile di aver contribuito al deterioramento dei rapporti con la Francia e gli altri partner europei. Nelle sue dichiarazioni Le Drian, aveva inoltre denunciato la giunta militare come illegittima. Le relazioni tra Francia e Mali, sono deteriorate rapidamente nelle ultime settimane a seguito della decisione della giunta militare di rimandare le elezioni, inizialmente previste in febbraio, al 2025. Truppe francesi sono presenti in Mali dal 2013, quando Parigi scelse di intervenire militarmente nella ex colonia per contrastare le rivolte armate scoppiate nelle regioni del nord.
La giunta militare ha preso il potere in Mali con un colpo di stato nel 2020, costringendo alle dimissioni l’allora presidente Ibrahim Boubacar Keita. Da quel momento le tensioni con la Francia sono aumentate sensibilmente, Keita veninva infatti considerato molto vicino agli interessi di Parigi. Anche la decisione della giunta militare di dispiegare nel paese i mercenari russi del gruppo Wagner ha contribuito ad aumentare le tensioni. Parigi e altri paesi europei avevano infatti definito la presenza dei mercenari russi come “incompatibile” con la presenza delle loro truppe. Incompatibilità’ probabilmente dovuta più’ a interessi politici, evitare che la Russia potesse avere influenze nel paese, piuttosto che da motivi strategico-militari.
Everything’s interesting in #Mali 🇲🇱 The demonstration rarely brings together so many people at Independence Square in #Bamako. A huge number of #Malian and #Russian flags, as well as posters against #France and the #ECOWAS.#NoMore pic.twitter.com/Fj6VBZw8Bt
— Dave (@Dave66120459) January 18, 2022
Diverse missioni militari hanno operato in Mali dal 2013 ad oggi, e praticamente tutte hanno fallito nel contenere le rivolte nelle regioni del nord del paese. Anzi negli anni quelle regioni hanno visto crescere in modo costante il numero di attacchi terroristici da parte dei numerosi gruppi fondamentalisti attivi in quelle zone. La presenza di truppe straniere, l’insicurezza e l’aumento del terrorismo sono tutti fattori che hanno portato alla crescita’ del malcontento popolare. Le recenti decisioni della giunta militare al momento infatti sembrano avere il sostegno da parte della popolazione. Anche in risposta alle sanzioni economiche contro il Mali, la popolazione non ha mancato di dimostrare sostegno alla giunta scendendo in migliaia per le strade della capitale Bamako. Le dimostrazioni che hanno attraversato il Paese in queste settimane sono state letteralmente oceaniche nelle quali i cittadini brandivano cartelli con slogan crudi e netti: “Morte alla Francia e ai suoi alleati” quello più diffuso. Storicamente le giunte militari al governo nei paesi dell’Africa, cosi come in altri continenti, hanno portato a poco di buono. In Mali però appare evidente come al momento, la volontà della giunta incontri quella della popolazione nel voler rompere i legami con la Francia, e nel riprendere in mano il proprio destino.
[di Enrico Phelipon]
Roma, blitz ecologista al Ministero della Transizione Ecologica
Quattordici persone appartenenti alla campagna Ultima Generazione – Assemblee Cittadine ORA! del movimento Extinction Rebellion sono entrate questa mattina all’interno del Ministero della Transizione Ecologica, a Roma, e hanno lasciato sulle pareti scritte quali “Ministero della truffa” e “Ministero delle bugie”. Gli attivisti hanno intrapreso l’azione dopo il silenzio del Governo in seguito alle numerose domande di un incontro pubblico tra il gruppo, il Presidente del Consiglio e alcuni Ministri. L’intento, portato avanti con l’invio di oltre 26 mila mail al Ministero, era quello di intavolare un confronto riguardante la questione climatica.
Le azioni di stamattina rientrano nella più ampia campagna di disobbedienza civile non violenta messa in atto dal movimento Extinction Rebellion, che ha fatto sapere di avere intenzione di proseguire con azioni simili sino a che i Ministri Draghi, Carfagna, Patuanelli, Cingolani, Giorgetti e Orlando non concederanno loro l’occasione di un confronto pubblico nel quale sia esposta in maniera chiara la posizione del Governo “in merito alla necessità di aderire radicalmente per contrastare la crisi ecologica e climatica”.
L’incontro pubblico tra rappresentanti del Governo e Assemblee Cittadine, composte da “un’assemblea di cittadini/e selezionati/e” estratti casualmente perché costituiscano “un campione statistico davvero rappresentativo di tutta la popolazione” avrebbe l’intenzione di creare una comunità che possa lavorare concretamente per elaborare proposte “vincolanti per il Governo”. Il fine è poter partecipare direttamente alle decisioni riguardanti una tematica che dovrebbe essere considerata prioritaria all’interno dell’agenda politica ma che il Ministero soprannominato “della Finzione Ecologica” sembra scartare con manovre malcelate.
In caso i Ministri non rispondano alla domanda di Ultima Generazione di intavolare un’Assemblea di Cittadini nazionale deliberativa sulla giustizia climatica ed ecologica, il movimento ha fatto sapere che verrano intraprese altre azioni di protesta nel mese di aprile. Il 5 febbraio, a Roma, presso l’Orto Insorto, verrà presentata nel dettaglio la campagna di Extinction Rebellion.
[di Valeria Casolaro]










