venerdì 28 Novembre 2025
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Venerdì 1 aprile

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8.30 – Elicotteri ucraini dotati di missili hanno colpito depositi di petrolio a Belgorod: è il primo attacco ucraino in territorio russo.

9.30 – Il rublo continua a recuperare valore sul dollaro, tornando ai livelli pre-guerra.

11.50 – Fonti ucraine confermano che le truppe russe si stanno ritirando da Chernihiv.

12.45 – Ripresi negoziati tra Mosca e Kiev, questa volta in remoto.

13.00 – il presidente Cinese Li a colloquio con autorità UE afferma che Cina vuole pace e mondo aperto.

14. 15 – Il ministro degli esteri russo afferma che si sono registrati progressi nei colloqui.

15.45 – L’esercito israeliano uccide un palestinese in Cisgiordania.

17.45 – Diritti Umani: la Lega si oppone ad un organismo di controllo indipendente in Italia

18.20 – Il governo italiano nega che l’Italia stia per introdurre lo stato di allarme sull’approvvigionamento energetico.

19.40 – I lavoratori di Amazon a New York votano per unirsi in un sindacato: è la prima volta negli Usa.

La Tunisia scivola verso il caos: il presidente Saied scioglie il Parlamento

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Il 30 marzo il presidente della Tunisia Kais Saied ha annunciato lo scioglimento del Parlamento, accusandone i componenti di aver tentato il “colpo di Stato”. I parlamentari, ignorando le disposizioni del capo di Stato, si erano infatti ritrovati per una sessione plenaria online durante la quale si era svolta una votazione per abrogare i decreti presidenziali che conferiscono a Saied un potere quasi totale. L’opposizione accusa infatti il presidente di aver messo a punto un colpo di Stato, con l’intento di far scivolare il Paese verso una forma di governo autocratico.

Sono trascorsi appena otto mesi da quando Kais Saied, eletto presidente della Tunisia nel 2019, ha licenziato il Governo, sospeso il Parlamento e rivisto la composizione degli apparati statali. Nel settembre 2021 Saied ha poi concentrato su di sé, tramite decreto, il potere di governare e legiferare e ha preso il controllo della magistratura. Nel dicembre dello stesso anno ha poi disposto il “congelamento” del Parlamento fino a nuove elezioni (previste per il 17 dicembre del 2022). Le iniziative di Saied, le quali inizialmente hanno accolto il favore del popolo tunisino stanco dello stallo politico seguito alla rivoluzione del 2011, hanno scatenato forti proteste in tutto il Paese. Numerosi critici, inoltre, hanno sottolineato come le azioni del presidente costituiscano di fatto un ritorno ad un regime autoritario.

I parlamentari, in netta opposizione con le disposizioni presidenziali, hanno perciò deciso di riunirsi in una sessione plenaria online per votare l’abrogazione dei decreti presidenziali che sospendono il potere del Parlamento per investire il capo di Stato di un controllo sul governo quasi totale. Saied aveva cercato in ogni modo di impedire lo svolgersi della sessione parlamentare, bloccando in tutto il Paese le piattaforme di meeting online Zoom e Microsoft Team per una parte della giornata. La mossa dei parlamentari è stata da lui definita come un “tentativo di colpo di Stato” tramite il quale questi hanno cercato di “tradire” la nazione. Con un discorso diffuso dalla televisione ha poi annunciato che non avrebbe previsto nuove elezioni a tre mesi per riformare il Parlamento, come previsto dalla Costituzione attuale, ma che sarebbe stata istituita una nuova Costituzione, la quale verrà messa a referendum il prossimo 25 luglio. Le elezioni, alle quali “i cospiratori non potranno partecipare”, si svolgeranno poi a dicembre. Sono almeno 20 i membri del Parlamento i quali, avendo preso parte alla seduta, avrebbero ricevuto una convocazione per un’indagine dell’unità anti-terrorismo.

Issam Bargougi, deputato tunisino oppositore di Saied, ha dichiarato ad Al Jazeera che “Il voto parlamentare è storico perché rimuove la legittimità giuridica del colpo di Stato [di Saied del 2021] e fornisce un chiaro messaggio al popolo tunisino e ai partner internazionali della Tunisia che il Parlamento è intenzionato a svolgere il suo ruolo nel proteggere le conquiste democratiche della rivoluzione del 2011″, alludendo ai tumulti della primavera araba che hanno avuto come esito la deposizione dell’ex presidente Zine El Abidine Ben Ali. A favore di Saied non gioca nemmeno la crisi economica tunisina la quale non accenna a migliorare, mentre Stati Uniti ed Europa si sarebbero detti preoccupati dal brusco allontanamento del Paese da una forma di governo democratica. “È molto probabile che la comunità internazionale, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e altri donatori internazionali cercheranno di creare una maggiore distanza tra loro e Kais Saied”, ha detto Khalid Hermasi, un commentatore politico tunisino, ad Al Jazeera.

Il 31 marzo il maggior partito di opposizione a Saied, Ennahda, ha respinto lo scioglimento del Parlamento e annunciato di voler boicottare qualsiasi referendum che verrà organizzato dal capo di Stato. Il leader del partito Rashid Ghannouchi, intervistato da Reuters, accusa Saied di aver messo in piedi un colpo di Stato nell’estate del 2021 e denuncia il fatto che, pur avendo fissato un referendum per luglio e votazioni per dicembre, il presidente non abbia coinvolto nessun gruppo politico o della società civile nella stesura della nuova Costituzione, né abbia rivelato quale sarà il contenuto. “Ci coordineremo con l’opposizione per rispondere collettivamente ai passi del presidente per ripristinare la democrazia. Ennahda è ancora grande e può raccogliere le persone sulle strade” ha dichiarato Ghannouchi.

[di Valeria Casolaro]

Diritti umani, Lega si oppone a formazione organismo di controllo indipendente

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Con ben 784 emendamenti (su 934 totali) presentati in Commissione Affari costituzionali, la Lega si sarebbe di fatto opposta all’istituzione di una Commissione nazionale per i Diritti Umani, secondo quanto riportato dall’Ansa. La necessità di instaurare tale organismo è sancita dalla risoluzione ONU del 20 dicembre 1993, che impegna gli Stati firmatari (tra i quali l’Italia) a fornirsi di organismi nazionali indipendenti per promuovere e proteggere i diritti umani. A darne comunicazione è il presidente della Commissione Giuseppe Brescia, nel corso della seduta che ha esaminato il testo per valutare gli emendamenti proposti. L’istituzione della Commissione avrebbe invece ricevuto l’appoggio del Governo.

Cosa prevede in dettaglio il decreto Ucraina approvato al Senato?

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Dopo il “sì” della Camera, anche il Senato ha approvato la conversione in legge del cosiddetto “decreto Ucraina”. Il testo, contenente diversi provvedimenti in materia soprattutto di invio di armi all’Ucraina, è stato votato dai deputati con 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessuna astensione. Un’adesione ottenuta dal governo ponendo la questione di fiducia sul provvedimento ed adottando alcune modifiche alla norma relativo all’aumento della spesa militare fino al 2% del Pil, capitolo sul quale il Movimento 5 Stelle aveva minacciato di aprire una crisi. Vediamo nel dettaglio quali sono i punti più importanti previsti dal decreto Ucraina.

MEZZI, MATERIALI ED EQUIPAGGIAMENTI MILITARI

Partiamo dall’articolo 1, che fornisce istruzioni circa la partecipazione di personale militare al potenziamento di dispositivi della NATO sul fianco Est dell’Alleanza. Il decreto prevede fino al 30 settembre 2022, la partecipazione di personale militare alle iniziative della NATO per l’impiego della forza ad elevata prontezza denominata Very High Readiness Joint Task Force (VJTF).

Si tratta di uno “strumento” introdotto dalla NATO nel 2014, costituito da 5000 militari di diversa nazionalità e specializzati in diversi ambiti (marittimo, aereo). Dovrebbe essere capace di essere schierata in qualsiasi parte del mondo entro 2-3 giorni dall’attivazione e di arrivare a pieno organico entro 5 giorni. Come precisato dal Governo, il contributo che l’Italia intende offrire a questa iniziativa è rappresentato da 1.350 unità di personale militare, di cui 1.278 facenti parte della VJTF e le restanti per la parte logistica. A supporto, si prevede, inoltre, l’impiego di 77 mezzi terrestri e 5 mezzi aerei e 2 unità navali operative nel secondo semestre del 2022. Dove potrà operare? Il Governo ha ribadito, inoltre, che l’area geografica di intervento si estende all’area di responsabilità della NATO, con un patrimonio totale finanziario messo a disposizione per la durata programmata pari a euro 86.129.645.

L’articolo 2, invece, prevede la cessione, a titolo gratuito, di mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali di protezione alle autorità governative dell’Ucraina. A proposito di questo, fino al 31 dicembre 2022, la lista dei mezzi e dei materiali è segreta, oggetto di un decreto interministeriale (del ministro della Difesa, di concerto con i ministri degli Affari esteri e dell’Economia). Per l’approvazione, la disposizione ha richiesto una deroga al divieto di cessione di armamenti a Paesi in conflitto.

REPORTER

Fino al 31 dicembre 2022, le persone fisiche iscritte all’albo dei giornalisti, in qualità di professionisti o di pubblicisti, nonché coloro che svolgono la professione di fotoreporter o videoperatore, possono acquistare, dopo l’autorizzazione del questore, giubbotti antiproiettile ed elmetti per esigenze di autodifesa, per svolgere la propria professione in territorio ucraino in relativa “sicurezza”.

Fotoreporter

ENERGIA

Per fronteggiare l’eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale derivante dalla guerra, si consente il riempimento degli stoccaggi di gas e si autorizza già in anticipo l’eventuale adozione di misure di straordinarie per tenere a bada la mancanza di risorse (come la necessità di ridurre il consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, massimizzando invece la produzione da altre fonti come carbone e olio combustibile). Tuttavia, la norma precisa che “l’utilizzo di combustibili convenzionali durante l’emergenza è ammesso solo qualora risulti che l’alimentazione a biocombustibili non sia economicamente sostenibile rispetto all’alimentazione a combustibile tradizionale e non consenta l’esercizio degli impianti”.

SEDI DIPLOMATICHE

L’articolo 4 autorizza 10 milioni di stanziamenti aggiuntivi “finalizzati a un rafforzamento della funzionalità e dei dispositivi di sicurezza delle sedi diplomatiche italiane, del personale e per la tutela di interessi e cittadini italiani all’estero”. Nello specifico, è stata anche autorizzato l’impiego di 2 milioni di euro per l’invio di militari dell’Arma dei carabinieri a tutela degli uffici all’estero maggiormente esposti.

RIFUGIATI

Nel decreto si parla anche di profughi. Il testo prevede “il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri” disponendo di ulteriori 54.162.000 euro per l’anno 2022 destinati all’attivazione, alla locazione e alla gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza.

ISTRUZIONE

Allo stesso modo, “al fine di promuovere iniziative di sostegno in favore degli studenti di nazionalità ucraina iscritti presso le università, anche non statali, nonché dei dottorandi, dei ricercatori e dei professori di nazionalità ucraina” è stato istituito dallo Stato un apposito fondo con una dotazione di 1 milione di euro per l’anno 2022.

[di Gloria Ferrari]

Etiopia, convogli umanitari entrano nel Tigrè

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Per la prima volta dal 15 dicembre 2021 i camion che trasportano aiuti umanitari sono riusciti a entrare nei territori etiopi controllati dai combattenti del Tigrè. Lo riporta il World Food Program delle Nazioni Unite in un tweet, specificando che i mezzi in arrivo trasportano 500 tonnellate di aiuti alimentari urgenti. Secondo le Nazioni Unite, sono 5,5 milioni (il 90% della popolazione) le persone nella sola regione del Tigrè che vivono sull’orlo della carestia a causa del conflitto che imperversa dal novembre 2020 tra le forze governative etiopi e i combattenti del Tigrè. Le parti hanno concordato una tregua, per permettere agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione bisognosa di assistenza.

Il Consiglio comunale di Bassano del Grappa vota per l’abolizione immediata del green pass

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Il 24 marzo 2022, con 15 voti a favore e 9 contrari, Bassano del Grappa ha chiesto formalmente al Governo di abrogare le certificazioni verdi con la cessazione dello stato di emergenza, avvenuta ieri. Ilaria Brunelli, consigliere comunale della città veneta, ha dichiarato che “l’utilizzo del green pass anche un solo giorno oltre il 31 marzo sancisce nei fatti la normalizzazione del lasciapassare che controlla le nostre attività quotidiane. Uno strumento potentissimo, che mai il nostro Stato ha avuto nella storia, in grado, in un attimo, di disattivare la vita di un cittadino da tutte le sue espressioni umane: lavoro, istruzione, socialità”.

Attualmente, le disposizioni governative prevedono l’utilizzo della certificazione verde anche oltre la cessazione dello stato di emergenza. In particolare, fino al 30 aprile 2022 il green pass sarà necessario per accedere ai luoghi di lavoro, partecipare in qualità di spettatori  agli eventi e alle competizioni sportive svolte all’aperto, partecipare ai concorsi pubblici e usufruire dei mezzi trasporti a lunga percorrenza (aerei, navi, treni ad alta velocità e intercity, autobus di linea…). La misura varata dal comune di Bassano del Grappa punta non solo a sollecitare il Governo ma anche gli altri enti minori (comuni, province e regioni), invitandoli a presentare la stessa mozione scaricabile dal blog di Ilaria Brunelli. L’obiettivo è lanciare un “segnale forte alle istituzioni superiori” che ribadisca come “uno strumento straordinario, introdotto e sostenuto da una motivazione di emergenza, non possa trasformarsi in uno strumento ordinario”.

È stata scoperta Earendel, la stella più vecchia dell’universo

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È stata scoperta la stella più vecchia dell’universo: Earendel, in inglese antico “lucente”. Nell’immagine catturata dagli astrofisici dell’Università John Hopkins di Baltimora, il corpo celeste appare come un puntino. Non abbiamo, dunque, immagini da effetti speciali cinematografici, con colori sgargianti e forme gigantesche, ma un pallido punto luce nella vastità dell’universo. È stato il telescopio spaziale Hubble, in orbita da 30 anni, a immortalare Earendel, e la luce da lui registrata sarebbe partita quasi 13 miliardi di anni fa. Gli scienziati stimano che la stella abbia una massa 50 volte superiore al Sole e sia in grado di brillare con una luminosità milioni di volte maggiore, ma i valori precisi verranno indicati con studi più accurati. La scoperta spodesta Icarus: era lei la stella più lontana conosciuta. Identificata nel 2018, si è originata 4 miliardi di anni dopo il Big Bang. Stando alla ricerca, Earendel risalirebbe addirittura a un’epoca precedente e avrebbe avuto origine 900 milioni di anni dopo l’esplosione che diede origine all’universo.

Data la posizione di Earendel nell’area del cosmo Redshift 6.2, distante 12,9 miliardi di anni luce della Terra, per osservarla si è dovuto ricorrere al fenomeno della lente gravitazionale. Si tratta di un metodo che tende a sfruttare una deformazione del tessuto spaziotemporale come fosse una grande lente. In questo modo è possibile amplificare la luce proveniente dal corpo celeste, consentendo al telescopio di individuarla anche a grandi distanze. Tra noi e l’antica stella ci sono decine e decine di galassie in uno spazio che, in termini astronomici, viene definito “ristretto”. Ognuna di queste galassie è abitata da 100 miliardi di stelle. L’attrazione gravitazione è potente e, amplificando la luce, rende possibile scorgere quello che c’è “dietro” come, appunto, Earendel. Le distanze, tuttavia, sono vastissime, pertanto non si ha la completa certezza di avere davanti solo una singola stella.

Scoperte del genere sono importantissime, poiché ampliano lo scenario dell’ambito di ricerca chiamato Popolazione III, ovvero i primi corpi celesti nella storia del cosmo, formatisi prima della diffusione di elementi pesanti. Potrebbero essere queste stelle molto vecchie ad aver elaborato i primi elementi chimici da cui si sono formate quelle più giovani, che a loro volta hanno elaborato al loro interno altri elementi chimici, come il calcio, componente delle nostre ossa. Gli scienziati sono quindi intenzionati ad approfondire gli studi di Earendel, analizzandone la temperatura, la luminosità, e materiali e gas che la costituiscono.

[di Eugenia Greco]

Serbia, incidente in miniera provoca 8 morti e diversi feriti

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Questa mattina otto minatori sono morti e almeno venti sono rimasti feriti nella miniera di carbone di Soko, nel sud-est della Serbia, probabilmente a causa di un’esplosione provocata da una fuga di metano, così come riportato dai media locali. L’incidente è avvenuto a pochi chilometri dalla città di Sokobanja, nella stessa miniera in cui 29 minatori morirono nel 1998 in seguito a un’esplosione di gas.

 

FMI: L’egemonia globale del dollaro potrebbe finire presto

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Nei giorni scorsi Larry Fink ha dichiarato che pandemia e guerra in Ucraina sono destinate “a segnare tre cambiamenti epocali all’interno dell’attuale ordine globale”, tra cui la fine della globalizzazione “così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi”. Sulla stessa lunghezza d’onda sembrerebbe essere il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che, attraverso un documento di lavoro di uno dei suoi più alti funzionari, Gita Gopinath, ha dichiarato che: “Le sanzioni finanziarie senza precedenti imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina minacciano di diluire gradualmente il predominio del dollaro USA e di tradursi in un sistema monetario internazionale più frammentato. Il dollaro rimarrebbe la principale valuta globale anche in quel panorama, ma la frammentazione a un livello più piccolo è del tutto possibile”.

Verso questa direzione potrebbero essere letti alcuni eventi avvenuti nei giorni scorsi. Primo fra tutti l’incontro di ieri fra i rappresentanti di India e Russia basato sulla volontà di fondare un meccanismo di pagamento rupia-rublo. L’obiettivo delle autorità indiane sembrerebbe essere quello di intensificare i rapporti commerciali con il Cremlino, bypassando così le sanzioni imposte alla Russia nelle ultime settimane. Va ricordato, infatti, che a inizio marzo l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato la risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina con 141 voti a favore, 5 contrari e 35 astenuti, tra cui proprio l’India. Creare un meccanismo di pagamento rupia-rublo vorrebbe dire intensificare i rapporti bilaterali, in linea con la direzione presa dalla Comunità internazionale negli ultimi decenni e a dimostrazione di come le analisi di Larry Fink e Gita Gopinath siano basate sulla concretezza di possibili scenari futuri. Uno di questi è condiviso da entrambi gli esperti e riguarda l’adozione generalizzata di monete digitali, citata sia nella lettera inviata dall’amministratore delegato di BlackRock agli investitori sia nel documento del Fondo Monetario Internazionale riportato dal Financial Times. Al suo interno emerge anche un altro dato interessante, che dimostra come negli ultimi vent’anni le riserve di dollaro possedute a livello mondiale rappresentino non più il 70% ma il 60% del totale accumulato, segno di una maggiore rilevanza acquisita negli ultimi due decenni da altre valute. Parte del declino è dovuto, secondo Gita Gopinath, al massiccio uso del renminbi, moneta cinese.

Un ulteriore indizio a favore della tesi che vedrebbe il dollaro statunitense in crisi è rappresentato dalle dichiarazioni del Presidente venezuelano Nicolás Maduro riguardanti la creazione di un nuovo sistema finanziario. Secondo Maduro, i cosiddetti Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) sono «i cinque Paesi emergenti che hanno iniziato a costruire un’architettura di cooperazione finanziaria e politica» attraverso accordi bilaterali non incentrati sul dollaro e che «mirano a essere i principali protagonisti del mondo che sta nascendo». Il Presidente venezuelano ha poi ribadito la necessità di un nuovo sistema di pagamenti internazionali, «stabile e capace di sostituire l’attuale sistema SWIFT», da cui il Venezuela è stato rimosso in seguito alle contestate elezioni del 2018.

[Di Salvatore Toscano]

Proteste contro peggioramento dell’economia: 54 arresti in Sri Lanka

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In Sri Lanka sono state arrestate decine di persone, scese in strada per protestare contro il peggioramento dell’economia locale, appesantita da un enorme debito pubblico. La polizia ha anche imposto un breve coprifuoco, revocato all’alba, dopo essersi scontrata con i manifestanti che hanno cercato di assaltare la casa del Presidente Gotabaya Rajapaksa. Secondo le informazioni rilasciate dalla polizia, sarebbero almeno 54 gli arresti avvenuti nelle prime ore di venerdì a Mirihana, nel distretto della capitale Colombo.