Il presidente francese in carica, Emmanuel Macron, è a un passo dalla rielezione. Secondo gli exit poll il candidato centrista ha raccolto il 58,2% dei voti al ballottaggio, superando la candidata del Front National, Marine Le Pen, ferma a un ragguardevole 41,8%. La candidata della destra ha già parlato, ammettendo la sconfitta, ma rivendicando «un grande risultato» e rilanciando la battaglia in vista delle elezioni amministrative. A breve Macron potrebbe pronunciare il discorso delle vittoria .
Corno d’Africa, Unicef: 10 milioni di bambini affrontano grave siccità
“Il numero di bambini che sta affrontando una grave siccità nel Corno d’Africa è aumentato di oltre il 40% nel giro di due mesi”: è quanto comunicato tramite una nota dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), il quale specifica che “tra febbraio e aprile il numero di bambini che stanno facendo i conti con l’impatto della siccità – tra cui fame acuta, malnutrizione e sete – è aumentato da 7,25 milioni ad almeno 10 milioni”. “Più di 1,7 milioni di bambini in Etiopia, Kenya e Somalia hanno bisogno di trattamenti urgenti contro la malnutrizione acuta grave”, si legge inoltre all’interno della nota, nella quale viene specificato che “se le piogge non saranno sufficienti nelle prossime settimane, questa cifra salirà a 2 milioni”. «Se non agiamo ora, vedremo tanti bambini morire nel giro di poche settimane», ha affermato Mohamed M. Fall, Direttore regionale dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale.
Colloquio telefonico Erdogan-Zelensky: Turchia pronta a mediare durante negoziati
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso del quale i due hanno parlato dei negoziati tra Russia ed Ucraina e degli ultimi sviluppi della guerra: a renderlo noto è stata la presidenza turca tramite un comunicato, dal quale si apprende che Erdogan ha affermato che la Turchia sia pronta a sostenere il processo negoziale, anche svolgendo un ruolo di mediazione. “Il presidente Erdogan ha dichiarato che i feriti e i civili devono essere definitivamente evacuati da Mariupol, dove la situazione diventa più triste ogni giorno che passa”, si legge inoltre nel comunicato della presidenza.
Recensioni indipendenti: Banksy – L’arte della ribellione (documentario)
Un documentario di 112 minuti, girato nel 2020 e diretto da Elio Espana, (Visibile sulla piattaforma streaming Prime Video), delineato da un attento lavoro di ricerca, contestualizza bene il personaggio Banksy in un periodo che per circa vent’anni, dalla fine degli anni 70 agli anni 90 caratterizzò la politica economica e oscurantista del Regno Unito, fino ad arrivare ai nostri giorni. Banksy è il nickname di uno dei più famosi e importanti esponenti mondiali della street art. Non ha mai rivelato la sua vera identità ma si presume sia nato nel Regno Unito intorno agli anni 70, verosimilmente nella proletaria e multietnica Bristol. Cresciuto artisticamente nel contesto storico degli anni 80 e 90 quando contestazioni e disordini dilagavano nel Paese a causa di un governo conservatore il cui Primo Ministro, Margaret Thatcher, attuò politiche finanziarie e del lavoro che privilegiavano il sistema capitalistico causando un fortissimo scontento generale e diffondendo un senso di angoscia e insoddisfazione principalmente tra i giovani.
Di Banksy, in realtà non sappiamo niente, forse di formazione accademica si è poi sviluppato artisticamente nei primi anni 90 in uno dei pochi gruppi clandestini rimasti dopo “l’Operazione Anderson”, la più grande azione anti – graffiti della storia, voluta dal Governo Inglese che considerava i graffiti non una forma libera d’espressione artistica ma semplicemente un’azione vandalica. Con il tempo tutto ciò è stato capovolto e smentito palesemente. Le opere di questo artista, anticonformiste, incisive e rivoluzionarie, realizzate in modo semplice e diretto e ora riconosciute in tutto il mondo, fanno riflettere sul sistema e sulla società in cui viviamo come un simbolo di lotta e di protesta in un mondo in cui gli interessi economici del capitalismo prevalgono sul bene delle collettività. Provocazione e imprevedibilità lo contraddistinguono. Nell’Ottobre 2018, “Girl with a balloon”, la sua opera forse più famosa, viene aggiudicata da Sotheby’s, per 860mila sterline ma immediatamente e inaspettatamente un dispositivo nascosto azionato non si sa come né da chi, la distrugge per metà in pochi secondi modificandola e aumentandola di valore. Un grande effetto destabilizzante e di denuncia contro la mercificazione dell’arte e del feticismo collezionistico, si è verificato anche quando Banksy è riuscito furtivamente a posizionare al Tate Britain alcune sue opere tra i quadri di Bacon e Blake, o al Louvre e al MoMA di New York, dove altre sue opere sono state collocate tra un Monet e un Picasso.
I personaggi raffigurati da Banksy sono principalmente animali come topi indaffarati, scimmie intelligenti, bambini raffigurati come ignari, allegri e innocenti ma più intelligenti degli adulti che comunicano messaggi molto forti sulla società odierna. Poliziotti come figure autorevoli messi in discussione e in conflitto tra il ruolo sociale e quello autoritario. Si trasforma così da writer ad artista concettuale, dove l’immagine è il “messaggio” e la scelta del posto dove realizzarla diventa determinante per dare una forma concreta alla denuncia politico-sociale e porre la street art in contrapposizione ai sistemi istituzionali boicottando gallerie e musei per offrire un’arte accessibile a tutti in qualsiasi posto. Per questo, pur non autorizzando le mostre dedicate alle sue opere, non le impedisce e incoraggia chiunque voglia far viaggiare il suo lavoro, chiunque voglia reinterpretarlo e dargli voce. L’arte secondo lui deve essere di tutti e i messaggi devono arrivare a chiunque.
Questa forma d’arte fortemente politicizzata, ha creato un vero e proprio movimento innovatore ispirato da temi quali la povertà, la lotta al consumismo, all’inquinamento, al maltrattamento degli animali, allo sfruttamento minorile e alle atrocità della guerra. Il profilo da attivista sociale di Banksy il graffitismo e la rapida tecnica dello stencil usata, si combinano in un’unica personalità dando vita ad un “terrorista” dell’arte dall’elevato spessore comunicativo, universale e rivoluzionario con opere velocemente comprensibili da ogni classe sociale, credo e religione, pericolosamente capace di movimentare e far riflettere le masse.
[di Federico Mels Colloredo]
Perugia-Assisi: marcia per la pace in Ucraina
È iniziata questa mattina intorno alle ore 9:00, con un minuto di silenzio per tutte le vittime di guerra, la marcia Perugia-Assisi per la pace, con cui in particolare si chiede di fermare il conflitto in Ucraina. “Fermatevi! La guerra è una follia”: è questo lo slogan che caratterizza la manifestazione, alla quale hanno aderito associazioni legate al volontariato, istituzioni, realtà pubbliche e private, sindacati ed oltre 300 città. Il corteo, partito dai Giardini del Frontone di Perugia, arriverà ad Assisi nella piazza Inferiore di San Francesco.
Francia: seggi aperti per il ballottaggio tra Macron e Le Pen
Seggi aperti per il secondo turno delle presidenziali in Francia, dove circa 48,7 milioni di cittadini sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. A sfidarsi nel ballottaggio sono il capo di Stato uscente Emmanuel Macron e la leader di estrema destra Marine Le Pen. Macron risulta essere avanti nei sondaggi, ma mai prima d’ora l’estrema destra è arrivata così vicina ad una possibile elezione all’Eliseo. A pesare sarà l’incognita astensionismo – oltre il 26% al primo turno delle presidenziali – ed il bacino di voti della sinistra radicale, che al primo turno ha premiato Jean-Luc Mélenchon con il 22%.
Sabato 23 aprile
9.00 – Europa: accordo su legge che impone a Big Tech una “maggiore responsabilità sui contenuti illegali”.
11.00 – Prosegue l’avanzata russa nell’est ucraino, secondo Kiev avrebbero conquistato oltre 50 paesi.
12.00 – Lettera al Regno Unito per la libertà di Assange: iniziativa di 19 parlamentari italiani.
14.00 – Domani ballottaggio presidenziali in Francia: per i sondaggi Macron favorito su Le Pen.
16.00 – La Turchia chiude lo spazio aereo ai voli che trasportano soldati russi in Siria.
18.30 – Esplosione in raffineria illegale in Nigeria: almeno 100 morti.
19.00 – Annunciato che il Segretario di Stato USA, Anthony Blinken, domani sarà a Kiev per incontrare Zelensky.
19.30 – L’Indonesia annuncia divieto a esportazione olio di palma per «proteggere consumi interni».
Turchia: chiuso spazio aereo a voli russi diretti in Siria
La Turchia ha chiuso il suo spazio aereo ai «voli militari e civili russi diretti in Siria»: è ciò che, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tass, avrebbe affermato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. Ogni volta «rilasciavamo un permesso di tre mesi, che ora scade ad aprile», avrebbe inoltre dichiarato Cavusoglu a tal proposito.
Il futuro di Netflix è in via di ridefinizione
Con la conclusione della clausura da pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina e la concorrenza sempre più agguerrita, Netflix si trova ad affrontare un primo trimestre del 2022 che è tutto meno che glorioso e il suo bacino di abbonati è calato di 200.000 unità. Poca roba se si considera che gli iscritti toccano i 222 milioni, tuttavia si tratta della prima volta in dieci anni che il gigante dello streaming si è trovato a incassare un colpo negativo, primato che è stato immediatamente notato da Wall Street. Essendo le previsioni future altrettanto pessimistiche, l’azienda è corsa ai ripari, rivelando agli investitori l’intenzione di accogliere sul suo portale spot e pubblicità.

Nell’analizzare i dati finanziari di inizio anno, il presidente e fondatore della società Reed Hastings ha infatti ammesso di star valutando la possibilità di stravolgere il format del servizio introducendo una fascia di abbonamento “low budget”, la quale imporrebbe però al pubblico una quantità ancora indefinita di inserzioni promozionali. Hasting, da sempre ostile a questo genere di idea, ha giustificato il cambio di rotta adducendo a uno sforzo imprenditoriale atto a soddisfare le «scelte del consumatore». Tradotto dal linguaggio corporativo, Netflix ha intenzione di debellare dalla sua piattaforma tutti gli abusivi che sfruttano illecitamente la condivisione degli account, quindi di riaccoglierli immediatamente facendo leva sulla competitività di un tariffario “popolare”.
Una pessima notizia per chi oggi guarda le serie sfruttando di nascosto la password dell’ex, ma anche per gli esattori delle tasse, i quali speravano ormai di aver appianato i grattacapi fiscali legati al servizio di streaming. Sebbene Netflix fosse nota per far defluire i suoi ricavi europei in una società offshore situata nei Paesi Bassi e per depauperare i singoli Governi delle tasse loro dovute in favore di un regime fiscale agevolato, l’azienda ha recentemente ottemperato alla direttiva europea “Servizi Media AudioVisivi” inaugurando in diverse parti d’Europa delle sedi nazionali che rispondano con solerzia a quei principi di fiscalità internazionale che sono oggi in via di rinegoziazione.
In tal senso, a partire dall’inizio del 2022 l’Italia può contare su Netflix Services Italy S.R.L., la quale dovrebbe garantire al Bel Paese un pagamento delle tasse regolare e in linea con i ricavi effettivi sviluppati grazie agli abbonamenti locali. Non si tratta di piccoli numeri, Il Sole 24 ore suggerisce che esistano 14,5 milioni di account italiani attivi che usufruiscono dei vari servizi di video-on-demand, quindi Netflix, ma anche DAZN, Amazon Prime e Disney+.
Per scovare dati più precisi è necessario affidarsi alla testimonianza di Tinni Andreatta, responsabile delle produzioni originali italiane di Netflix, il quale, sotto sollecitazione dell’Associazione Produttori Audiovisivi, ha parlato nel 2021 di 4 milioni di utenti attivi. Una simile mole di iscrizioni dovrebbe portare alle casse dello Stato svariate decine di milioni di euro di tasse, tuttavia in questo calcolo non si prendono ovviamente in considerazione quegli introiti eventuali che deriverebbero dalle pubblicità. Ammesso e non concesso che Netflix faccia il grande passo, c’è da chiedersi come queste possano essere conteggiate e se il più noto portale di streaming sia destinato ad allontanarsi dalle sue radici per muoversi verso un concetto televisivo più tradizionale.
[di Walter Ferri]






