Migliaia di indigeni stanno marciando, a piedi o con mezzi di fortuna, verso la capitale colombiana Bogotà dalla quale hanno annunciato di non volersene andare senza prima essere ricevuti dal presidente della Repubblica, Iván Duque. La protesta è iniziata il 12 ottobre a Cali (capitale del distretto di Cauca, Colombia sud-occidentale) in seguito al rifiuto del presidente di incontrare i leader indigeni che da tempo chiedono attenzione per il problema dei sempre più frequenti assassini di attivisti dei movimenti sociali, e per la questione del diritto alla terra. Gli indigeni hanno così deciso di proclamare una “minga” e percorrere gli oltre 500km che li separano dal palazzo presidenziale. La marcia sta raccogliendo nuove persone lungo il tragitto ed è ora formata da circa cinquemila manifestanti. La minga è una forma di protesta diffusa tra gli indigeni della Colombia, che prevede la marcia e la mobilitazione pacifica come forma di resistenza e rivendicazione.
Nel deserto del Sahara ci sono molti più alberi di quanto si pensasse
Gli alberi che popolano il Sahara occidentale, il Sahel e la zona sudanese hanno superato le aspettative degli scienziati: ne sono stati individuati più di 1,8 miliardi. Lo afferma lo studio “An unexpectedly large count of trees in the West African Sahara and Sahel” pubblicato recentemente su Nature. Secondo quanto emerso «Gli alberi isolati coprono un’area di 1,3 milioni di km², ovvero circa 2,5 volte l’area della Francia. La dimensione della loro chioma è maggiore di 3 m² e il loro numero dipende strettamente dal regime climatico e dall’utilizzo del suolo».
Il contributo degli alberi, affermano i ricercatori, è importante per le risorse locali, la biodiversità e lo stoccaggio del carbonio; oltre a svolgere un ruolo cruciale negli ecosistemi e negli agrosistemi tropicali aridi.
Francia, arrestate 4 persone per l’omicidio dell’insegnante decapitato
Quattro persone, una delle quali minorenne, sono state arrestate nell’ambito delle indagini sull’assassinio dell’insegnante decapitato in Francia ieri. Tutte le persone coinvolte erano amici stretti dell’assassino che ha presumibilmente commesso l’omicidio venerdì pomeriggio, fuori da un istituto scolastico a Conflans-Sainte-Honorine, vicino a Parigi. L’uomo che ha perso la vita era un insegnante di storia che dava lezioni ai suoi studenti di libertà di parola e mostrava caricature del profeta Maometto. I poliziotti hanno sparato e ucciso il sospetto omicida ad Eragny, un comune vicino alla scuola, dopodiché il dipartimento antiterrorismo della Procura si è unito alle indagini.
Non ci sono conferme ufficiali di queste informazioni e l’Ambasciata russa in Francia ne ha chieste, riguardo l’identità del sospettato. Nel frattempo il presidente francese Emmanuel Macron ha classificato il brutale assassinio come un attacco terroristico.
Non regge la tregua tra Armenia e Azerbaigian: un missile fa 12 morti
La violenza continua nella regione del Nagorno-Karabakh, dove un missile ha ucciso 12 civili e lasciato 40 feriti in Azerbaigian. Il conflitto tra azeri e separatisti armeni nel Caucaso meridionale, si è evoluto questa notte alle 3, nel bombardamento che ha colpito la zona residenziale a Gandja, la seconda città più grande del Paese. Il presidente azero Ilham Aliev ha promesso al Paese di “vendicare” questi civili, accusando il proprio nemico separatista armeno, di aver sparato alle aree popolate in modo codardo.
L’accordo di tregua umanitaria, firmato da una settimana e negoziato con la mediazione di Mosca, nella pratica non è mai stato attuato, testimoniando l’impotenza della comunità nazionale.
Caritas: in Italia boom di nuovi poveri
Secondo il Rapporto Povertà fatto da Caritas i nuovi poveri in Italia sarebbero aumentati passando dal 31% al 45%. Caritas nel suo rapporto afferma “quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta”. Il rapporto rivela infatti che sono sempre più le famiglie con minori, le donne, i giovani e i nuclei di famiglie italiane e persone ancora in età lavorativa che si rivolgono alla Caritas rispetto allo scorso anno.
Nei tre mesi più difficili dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 l’ente di beneficenza ha aiuto 450mila persone di cui 2 mila anche piccoli commercianti e lavoratori autonomi.
Paesi UE contro le colonie israeliane in Palestina: violato il diritto internazionale
Cinque paesi europei tramite un comunicato politico sono intervenuti per criticare la scelta del governo israeliano di autorizzare la costruzione di 4.900 unità abitative in Cisgiordania, ancora occupata e ancora teatro di scontri fra israeliani e palestinesi.
I portavoce dei Ministeri degli Esteri dei 5 paesi (Italia, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna) hanno scritto che “siamo profondamente preoccupati per la decisione presa dalle autorità israeliane di far avanzare più di 4.900 unità di costruzione di insediamenti nella Cisgiordania occupata. L’espansione degli insediamenti viola il diritto internazionale e mette ulteriormente a repentaglio la fattibilità di una soluzione a due Stati per portare una pace giusta e duratura al conflitto israelo-palestinese”. Secondo l’Ong “Peace Now” sarebbero 12 mila le abitazioni autorizzate da Israele nel solo 2020 stabilendo un record da quando nel 2012 l’Ong ha iniziato il conteggio.
Clima: basterebbe l’1,5% del Pil globale per rispettare gli accordi di Parigi
Basterebbe 1,5% del Pil, messo a disposizione dagli stati, per arginare la crisi economica provocata dalla pandemia di Covid-19 e per rispettare l’accordo climatico di Parigi il quale prevede la riduzione dei gas serra, lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Science.
I ricercatori che hanno proposto il calcolo sono dell’Imperial College di Londra, Climate Analytics di Berlino, e l’Electric Power Research Institute americano. Sono circa 12mila miliardi i soldi mossi dai vari paesi del mondo per contrastare l’emergenza economica, che secondo i ricercatori ne basterebbero un decimo ogni anno per i prossimi cinque anni per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Questo permetterebbe di iniziare a orientare l’economia globale verso la neutralità climatica entro il 2050.
Olanda, diritto all’eutanasia esteso ai bambini fino a 12 anni
Martedì scorso il governo olandese ha esteso il diritto di eutanasia anche ai bambini dai zero ai dodici anni affetti da malattie incurabili. Diritto che fino alla scorsa settimana permetteva l’eutanasia solo a bambini inferiori a un anno con il consenso dei genitori e nei bambini con più di dodici anni con il consenso dei genitori e del paziente.
Il ministro della Salute Hugo de Jonge ha affermato a seguito di uno studio fatto da esperti che “Lo studio mostra che è necessaria la cessazione attiva della vita tra medici e genitori di bambini malati incurabili, che soffrono disperatamente e in modo insopportabile e moriranno nel prossimo futuro”, nei Paesi Bassi l’eutanasia era stata legalizzata nel 2002 e pochi mesi dopo dal vicino Belgio rendendoli i primi paesi al mondo ad averla legalizzata.
Covid-19, in sperimentazione il passaporto sanitario digitale per poter viaggiare
Dalla prossima settimana, due importanti compagnie aeree, United e Cathay Pacific, sono pronte a sperimentare un nuovo software per smartphone che funge da passaporto sanitario digitale per i viaggiatori. “CommonPass”, offre la possibilità, a chi vola, di portare con sé la prova digitale di un recente test COVID-19 negativo. L’applicazione consente ai passeggeri di attraversare le frontiere e imbarcarsi sui voli, lasciando un codice QR scansionabile sul proprio cellulare. L’idea, nata per sperimentare un’alternativa alla quarantena ed alle restrizioni ai viaggi, in vigore in molti Paesi, è stata lanciata dalla World Economic Forum, fondazione svizzera guidata da Schwab e finanziata da varie multinazionali, in collaborazione con The Commons Project, un trust pubblico elvetico no profit che costruisce servizi e piattaforme digitali globali. Inoltre, se l’esperimento dovesse andare a buon fine, sarà caratterizzato dall’interoperabilità tra i vari Paesi, poiché si basa su standard internazionali collaudati e tecnologie aperte.
Tanzania, il Kilimangiaro sta bruciando: volontari combattono contro il fuoco
Da 5 giorni, in Tanzania, gli incendi stanno devastando il Kilimangiaro e la situazione non migliora nonostante l’impiego di elicotteri, aerei e volontari. In più di 500 stanno lottando contro le fiamme ma già 28 km² di vegetazione (1,6% del parco nazionale) sono stati distrutti. Il Ministro tanzaniano per le Risorse Naturali e il Turismo, Hamisi Kigwangalla, ha affermato che l’ecosistema è a rischio e che ad alimentare le fiamme, che per ora non hanno causato vittime, contribuiscono i forti venti e il clima secco, mentre l’origine dell’incendio resta da chiarire.
Il Kilimangiaro è stato dichiarato nel 1987 patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. L’ecosistema del vulcano sostiene la vita di oltre due milioni di residenti, in Tanzania e in Kenya, che dipendono direttamente dalle risorse della montagna. Ogni anno almeno 50.000 turisti scalano la montagna più alta del continente africano, ma è un numero troppo elevato per il suo delicato ecosistema.