sabato 26 Aprile 2025
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Un’inutile mega autostrada spinge il Montenegro tra le braccia della Cina

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La prima autostrada che attraversa il Montenegro, o che dovrebbe farlo, è un’opera faraonica con un costo enorme, un forte impatto ambientale ed è finanziata con un prestito cinese che adesso il Paese non riesce ad onorare. Il progetto prevede 170 chilometri di strada con 40 ponti e 90 gallerie che andranno a deturpare il paesaggio montenegrino. La costruzione dell’autostrada è stata avviata da Milo Dukanovic, politico potentissimo del panorama locale che ha ricoperto le massime cariche dello Stato dal 1998 ad oggi (ha anche avuto dei trascorsi con le autorità giudiziarie italiane). Il progetto prevede il collegamento del porto di Bar, nel sud, con il confine con la Serbia a nord. Delle sezioni previste per le varie fasi della costruzione nemmeno la prima sezione è stata terminata, purché fosse previsto per il 2020. Dei 170 chilometri totali solamente 40 sono stati conclusi.

Quando il Montenegro si rivolse alla Banca europea per gli investimenti per ottenere i finanziamenti necessari, questa si rifiutò di erogare il prestito. Infatti, studi di fattibilità condotti da tecnici francesi e americani, prima nel 2006 e poi nel 2012, avevano segnalato grossi rischi di sovradimensionamento. Così, nel 2014, è entrata in scena la Cina mettendo sul piatto un finanziamento da 1 miliardo di dollari tramite la Export-Import Bank of China, per la realizzazione dell’85% dell’infrastruttura.

Dukanovic sosteneva che l’opera, oltre che essere necessaria per lo sviluppo del paese, avrebbe portato migliaia di posti di lavoro. Ma così non è avvenuto. La China Road & Bridge Corporation ha portato proprio personale e materiale, visto che non sono stati previsti dazi e controlli doganali. Questo aspetto è, de facto, stato concesso anche alle ditte locali che così hanno assunto persone che arrivano dai paesi confinanti, molti dei quali senza essere in regola. E questo, adesso, risulta essere un problema secondario visto che un importante scadenza si avvicina senza che il Montenegro sia in grado di rispettarla.

Il contratto di finanziamento stipulato tra le parti prevede che il debito sia pagato in vent’anni ad un interesse del 2%. Inoltre, la prima rata del prestito è stata prevista a sei anni dalla stipula del contratto, ovvero, nel luglio 2021. Dunque, il Montenegro in questi anni non ha dovuto pagare niente. Dukanovic credeva di poter ripagare il debito con l’apertura dell’autostrada stessa, con il conseguente sviluppo del traffico delle merci e maggiore accesso al turismo e agli investimenti stranieri. Però, niente di tutto questo è avvenuto visto che l’opera è lontana dall’essere conclusa. A ciò si è aggiunto l’anno disastroso della pandemia che ha fatto registrare un calo del PIL pari al 15%.

Così, il Montenegro si è rivolto all’Unione Europea chiedendo un rifinanziamento del debito che però si è visto rifiutare. Peter Stano, portavoce per la politica estera dell’Ue, ha detto: «L’Unione non può ripagare i debiti che gli Stati partner assumono con terzi. L’UE è già il più grande fornitore di assistenza finanziaria al Montenegro, il maggiore investitore e il più grande partner commerciale». Nonostante questo c’è senz’altro apprensione per quanto sta accadendo, infatti il portavoce ha anche affermato: «L’UE è preoccupata per gli effetti socioeconomici e finanziari di alcuni investimenti cinesi o per il debito che alcuni degli investimenti cinesi possono avere nel paese perché c’è il rischio di squilibri macroeconomici e dipendenza dal debito».

La scorsa settimana, il Presidente cinese Xi Jinping e il Presidente montenegrino Milo Djukanovic hanno tenuto un colloquio telefonico in cui si sono toccati vari temi di importanza primaria come la cooperazione allo sviluppo dei due paesi e le questioni relative alla pandemia. Evidenziando buone relazioni con il Montenegro, il Presidente Xi si è detto sodddisfatto della cooperazione bilaterale in settori chiave come le infrastrutture e l’energia.

Non è dato sapere se i due leader hanno affrontato anche il tema particolare dell’opera in questione. Resta da capire come verrà risolta la questione del pagamento della prima rata del finanziamento. Il rischio concreto è che il Montenegro finisca per legarsi mani e piedi alla geopolitica cinese e ai suoi interessi economici.

[di Michele Manfrin]

Atlantia: via libera a cessione quote di Autostrade per l’Italia

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L’assemblea degli azionisti di Atlantia ha approvato con voto favorevole – dell’86,86% dell’assemblea – la cessione dell’intera partecipazione detenuta dalla medesima in Autostrade per l’Italia al consorzio costituito da Cdp Equity, Blackstone Group international partners e Macquarie European Infrastructure Fund.

I segreti degli armamenti nucleari in Europa sono stati rivelati per errore

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B-61 con missili nucleari

Negli asili e nelle classi della scuola primaria non è insolito incappare in quel genere di giocattoli interattivi che, attraverso l’esercizio, finiscono con l’insegnare ai fanciulli contenuti che altrimenti potrebbero risultare loro noiosi. Può trattarsi di una ruota che simula i versi degli animali da fattoria o di un accrocchio plasticoso pensato per addestrare alle tabelline, tuttavia lo scopo di base resta fondamentalmente inalterato: tramandare dei contenuti attraverso il gioco.

Questo forma di apprendimento ludico è anche il motivo per cui alcuni segreti delle basi militari statunitensi in Europa sono finiti ai quattro venti. E non si tratta di basi qualsiasi, ma di quelle in cui vengono conservate le armi nucleari a stelle e strisce. A scoprirlo è stato il team di ricercatori di Bellingcat, il quale stava compiendo sul web delle indagini di routine quando è incappato in una miniera disarmante di dati dell’esercito.

Le informazioni che gli sono passate per le mani non sono frutto di spionaggio, né figlie di un attacco hacker, piuttosto derivano da un’inquietante spirale di incoscienza, incompetenza e connivenza. Di fatto, i militari USA addetti alla supervisione di queste sensibilissime strutture, faticando a memorizzare i protocolli di sicurezza, si sono creati dei “pacchetti” di flashcard internettiane su applicazioni quali Chegg, Quizlet e Cram.

Le “flashcard” sono fondamentalmente dei bigini costruiti sotto forma di carte da gioco su cui da un lato viene riportato il quesito, mentre dall’altro è possibile leggere la risposta o la descrizione dei contenuti. I soldati statunitensi non solo hanno creato questi fogli di ripasso riversando su server di aziende private informazioni critiche alla sicurezza dell’intera Europa, ma in molti casi si sono anche dimenticati di impostare i file come privati, con il risultato che chiunque potenzialmente poteva accedervi.

Incuriositi da questo primo riscontro, gli indagatori di Bellingcat hanno esteso la loro investigazione, scoprendo che questo atteggiamento sia tutt’altro che nuovo. Va avanti sistematicamente almeno dal 2013, con il risultato che il malcostume sia ormai considerato completamente normale, nonostante questo rappresenti una chiara violazione delle leggi di sicurezza tanto degli USA, quanto della NATO.

Un rappresentante delle forze aeree americane ha ammesso infatti candidamente ai ricercatori di essere a conoscenza del fatto che certi membri in servizio adoperino simili app, ma ha anche immediatamente sottolineato che il loro utilizzo non sia stato in alcun modo raccomandato dall’esercito, è un’iniziativa autonoma dei soldati. Un’iniziativa che ha evidentemente preso piede, considerando che i militari in questione erano così a loro agio nel diffondere informazioni secretate che usavano le proprie generalità per iscriversi ai programmi incriminati.

Sulla Rete sono progressivamente emersi i “mazzi” di flashcard relativi a tutti i magazzini europei la cui funzione di stoccaggio nucleare è ormai segreta solo sul piano ufficiale e amministrativo. Tra i nomi venuti a galla non potevano mancare le basi di Aviano, Friuli-Venezia Giulia, e di Ghedi-Torre, Lombardia, basi che erano state in passato già indicate come depositi di armi nucleari da parte Joseph Day, un Senatore canadese che aveva pubblicato per errore un rapporto NATO particolarmente esplicito.

Purtroppo, le flashcard non si limitano a confermare il malcelato segreto che l’Italia ospiti simili armamenti, piuttosto tendono a offrire anche uno spaccato più dettagliato su simili strutture: dal quali siano i magazzini specifici contenenti le munizioni a quante siano le telecamere a circuito chiuso che vigilano sull’area.

La notizia sta emergendo solamente ora, tuttavia Bellingcat ha avuto l’accortezza di segnalare il problema a chi di dovere più di un mese fa. A ricevere la grottesca notifica sono stati la NATO, lo European Command statunitense (EUCOM), il Dipartimento della Difesa USA (DoD), nonché i Ministeri della Difesa di Olanda, Belgio, Turchia, Germania e Italia.

Le flashcard sono dunque state in buona parte rimosse dal web così che i loro contenuti non possano più essere consultati, tuttavia debellare completamente dei contenuti da internet è un’impresa titanica, se non impossibile. Non sorprende quindi che la testata Motherboard abbia già trovato il modo di far riemergere alcuni dei dati perduti attingendo agli archivi digitali di Wayback Machine, portale pensato per consultare le vecchie versioni di pagine che sono state modificate nel tempo.

[di Walter Ferri]

La truffa dell’olio extravergine: 7 marchi su 15 imbrogliano, ecco i nomi

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Sette su quindici tra i marchi di olio extravergine maggiormente diffusi in Italia imbrogliano e sono composti da semplice olio d’oliva. Lo ha rivelato un’inchiesta svolta attraverso analisi di laboratorio dalla rivista Il Salvagente. Un fatto che non rappresenta alcun pericolo per la salute, ma costituisce una frode alimentare e un danno al portafogli dei consumatori, visto che l’extravergine costa almeno il 30% in più del semplice olio d’oliva.

Le indagini di laboratorio, eseguite presso il Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli di Roma, si basano sulla tecnica del test organolettico, pratica la cui affidabilità – specifica Il Salvagente – è sancita da una sentenza del Consiglio di Stato. Alla prova dei fatti, come dicevamo, ben sette prodotti si sono dimostrati non composti da olio extravergine come promesso dall’etichetta. Questi i marchi: De Cecco Classico, Colavita Mediterraneo tradizionale, Carapelli Frantolio, CoricelliCirio Classico, La Badia-Eurospin e il Saggio Olivo di Todis. I veri extravergine sono risultati invece, in ordine di qualità: Monini classico, Bertolli Fragrante, Esselunga classico, Coop, Conad classico, Farchioni, Primadonna Lidl e Carrefour cucina delicata.

La testata sui diritti dei consumatori ha anche contattato le marche produttrici degli oli “fraudolenti” per chiedere un commento. La giustificazione è stata per quasi tutti la stessa: l’olio è vero extravergine, ci sarà stato qualche problema di stoccaggio e trasporto nei campioni testati che ne ha compromesso la qualità.

Ma cos’è tecnicamente un olio extravergine d’oliva? Le caratteristiche da rispettare sono precise e stabilite da un regolamento europeo: consistenza, colore, acidità entro i 0,8 grammi per 100, estrazione solo tramite strumenti meccanici a freddo, entro temperature inferiori a 27 gradi. Inoltre le olive devono essere raccolte a mano seguendo un codificato percorso di separazione dalle foglie, lavaggio, molitura, centrifuga e, se previsto, filtrazione. Completamente diverso il procedimento dell’olio non extravergine che è una miscela composta da un olio raffinato (ottenuto con sostanze chimiche) e vergine. In questo caso il tasso di acidità non deve essere superiore a 1 grammo per 100 grammi.

La Cina autorizza fino a tre figli per coppia

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La Cina rimuoverà il limite di due figli per coppia e consentirà di averne fino a tre. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese, Xinhua, la quale ha citato una decisione presa durante un incontro tenutosi oggi tra i vertici del Politburo del partito comunista, guidato dal presidente Xi Jinping. Si tratta di un tentativo di far fronte al calo della natalità e all’invecchiamento della popolazione, che mettono a rischio la crescita economica del Paese nel lungo periodo. Al momento, però, non è chiaro da quando la decisione diventerà effettiva.

Usa: jet privato si schianta in Tennessee, 7 morti

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Un aereo “Cessna C501” è precipitato subito dopo il decollo inabissandosi in un lago nel Tennessee. Le 7 persone a bordo hanno perso la vita, tra queste anche William Joseph Lara, l’attore 58enne che ha interpretato Tarzan nel film “Tarzan a Manhattan” e nella serie televisiva “Tarzan: la grande avventura”. È morta anche la moglie Gwen Shamblin Lara, fondatrice della “Remnant Fellowship Church”, una chiesa di cui facevano parte le altre 5 vittime.

Clima, i leader UE rimandano l’accordo per ridurre le emissioni

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Non è andata a buon fine la riunione del Consiglio europeo (di cui fanno parte i capi di Stato dei 27 Paesi membri dell’Ue) tenutasi recentemente a Bruxelles per cercare di trovare un accordo sulla ripartizione dello sforzo di riduzione delle emissioni di gas serra, che l’Ue lo scorso mese ha stabilito di voler diminuire di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Nello specifico lo scopo dell’incontro del Consiglio europeo era quello di consegnare alla Commissione Europea dei criteri su cui basare il suo pacchetto di misure legislative denominato “Fit for 55”, il quale sarà lanciato il 14 luglio e servirà a rinnovare gran parte della legislazione europea avente ad oggetto l’energia e riuscire così a centrare gli obiettivi climatici. Ma i Paesi Membri non sono riusciti a raggiungere il fine prefissato ed hanno rimandato tale decisione al momento in cui «la Commissione avanzerà la sua proposta», seppur essi avrebbe dovuto appunto orientare il lavoro di quest’ultima.

In più, i capi di Stato hanno anche modificato il paragrafo 5 del capitolo sul clima presente all’interno della bozza circolata negli ultimi giorni a Bruxelles, il quale conteneva alcune regole sulle emissioni. Infatti, nelle conclusioni dell’incontro si legge che il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare «rapidamente il suo pacchetto legislativo insieme ad un esame approfondito dell’impatto ambientale, economico e sociale a livello degli Stati membri», il che rappresenta un concetto totalmente diverso da ciò che precedentemente era previsto da questo paragrafo. Infatti, prima di tale modifica esso conteneva principi differenti, tra cui in particolare quello di confermare «che la distribuzione degli sforzi tra gli Stati membri dovrebbe basarsi sui criteri del regolamento vigente sulla condivisione degli sforzi».

Ed infatti è stato proprio questo accenno alla legislazione sulla condivisione degli sforzi a rappresentare un problema per l’accordo tra i capi di Stato. Essa stabilisce gli obiettivi nazionali annuali per gli Stati membri in materia di emissioni di gas serra per alcuni settori che non fanno parte del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, le cosiddette “EU ETS” (Emission Trading Scheme). Nello specifico, la legislazione prevede che i paesi più poveri debbano raggiungere obiettivi meno impegnativi rispetto a quelli più ricchi, cosa però non gradita da alcuni stati. Danimarca e Lussemburgo, ad esempio, hanno chiesto una modifica di tale modus operandi.

Ma c’era da aspettarselo: il premier italiano Mario Draghi ha affermato a tal proposito in una conferenza stampa che la questione «aveva avuto una preparazione relativamente scarsa». Tuttavia, come sottolineato anche dalla delegazione italiana dei Greens/EFA (un gruppo politico del Parlamento europeo), si tratta di una parte fondamentale della battaglia sul clima che è naufragata proprio al summit europeo.

[di Raffaele De Luca]

Nigeria: rapiti diversi bambini mentre andavano a scuola

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Il governo nigeriano ha reso noto, tramite il suo account Twitter, che un grande numero di bambini che frequentano la scuola coranica “Salihu Tanko”, in Nigeria, sono stati rapiti da un gruppo di uomini armati insieme ad alcuni passeggeri di un autobus. Undici bambini, però, sono stati successivamente liberati poiché considerati «troppo piccoli per camminare». Per ciò che concerne i rapiti, invece, le autorità locali ritengono che probabilmente per la loro liberazione verrà richiesto un riscatto in denaro.

Motociclismo: morto il pilota 19enne Dupasquier

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Non ce l’ha fatta il pilota svizzero di Moto 3 Jason Dupasquier, caduto ieri durante le prove al Gran Premio del Mugello, in Italia. Il pilota dopo la caduta era stato centrato da due moto che lo seguivano ed è deceduto oggi intorno a mezzogiorno in seguito ai gravi danni cerebrali subiti. Dupasquier era stato operato durante la notte al torace per frenare un’emorragia.

Le armi autonome hanno già ucciso le prime persone

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I gruppi attivisti chiedono di renderle immediatamente illegali, gli Stati Uniti ne considerano un “obbligo morale” lo sviluppo, l’Europa è indecisa sul da farsi: le armi autonome, i cosiddetti “killer robot”, sono un argomento decisamente caldo che potrebbe influire molto sulle dinamiche belliche del futuro. Anzi, forse anche del presente.
Stando a un recente report pubblicato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mentre molti discutono ancora delle conseguenze etiche di simili armi, altri ne stanno già applicando le funzioni letali, mietendo potenzialmente un numero imprecisato di ...

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