Gli Stati Uniti sbloccheranno altri 100 milioni di dollari per aiutare l’Ucraina a rispondere all’invasione russa. Lo ha affermato la scorsa notte, con un tweet da Bruxelles, il segretario di Stato Usa Antony Blinken. Per venire incontro all’urgente bisogno dell’Ucraina, gli Stati Uniti gireranno sistemi anti-corazzati, ma è prevista anche la fornitura di altre armi.
La decisione, avvenuta nelle scorse ore, rappresenta la prima risposta di Washington dopo la condanna dei fatti di Bucha.
Tra il 2020 ed il 2021 la quantità di benzoilecgonina, ovverosia il principale metabolita della cocaina, rilevata all’interno delle acque reflue di Milano è aumentata rispetto a quella rintracciata negli anni precedenti: è quanto emerso da un recente rapporto della rete di ricerca Score e dell’Emcdda – l’Osservatorio europeo sulle droghe – con cui sono stati analizzati i dati relativi alla presenza di alcune sostanze stupefacenti nelle acque reflue di circa 80 città europee. Nello specifico, per quanto riguarda il 2021, nel report si legge che la quantità media giornaliera di benzoilecgonina per 1.000 abitanti a Milano è stata di 385,29 milligrammi, mentre nel 2020 essa è stata di 401,44 milligrammi. Numeri, questi ultimi, di gran lunga superiori a quelli registrati nel 2019, anno in cui sono stati rilevati 236,55 milligrammi ogni 1.000 abitanti negli scarichi della città.
Ciò, dunque, porta naturalmente a pensare che la pandemia possa aver influito su tale crescita. Tuttavia, volendo contestualizzare in maniera migliore i dati, bisogna tenere conto del fatto che una crescita dei numeri vi sia in realtà dal 2016: si ha infatti a che fare con un vero e proprio decennio diviso in due, in quanto dal 2011 al 2015 c’è stato un calo del metabolita intercettato nelle acque reflue mentre dal 2016 in poi – con la sola eccezione del 2019 – i numeri sono stati nettamente superiori. Va allo stesso tempo precisato, però, che il picco lo si è avuto proprio proprio nel 2020 – ossia l’anno pandemico per eccellenza – durante il quale i numeri sono praticamente raddoppiati rispetto a quelli del 2015, anno in cui sono stati registrati 206,12 milligrammi di benzoilecgonina per 1.000 abitanti.
Non si può dunque non ipotizzare che l’emergenza sanitaria abbia contribuito al raggiungimento di tale picco, anche se si tratta semplicemente di una mera ipotesi. È infatti alquanto difficile, o meglio praticamente impossibile, stabilire se la pandemia abbia prodotto un cambiamento negli stili di consumo, non essendovi nemmeno la certezza del fatto che i numeri riportati siano sinonimo di un esponenziale aumento del consumo: i dati potrebbero essere stati determinati, ad esempio, da un aumento della purezza della sostanza. Essendo essa nelle mani della criminalità organizzata, infatti, non è possibile sapere se tale aumento sia dovuto o meno ad una differente composizione della cocaina che – giova ricordarlo – d’altro canto potrebbe anche essere stata tagliata in maniera differente rendendola potenzialmente più nociva e dunque più pericolosa per la salute pubblica. Non è un caso, quindi, se all’intero del rapporto si legge che “l’analisi delle acque reflue offre un’interessante fonte di dati complementari per monitorare le quantità di droghe illecite utilizzate a livello di popolazione, ma non può fornire informazioni su prevalenza e frequenza di consumo, principali classi di consumatori e purezza delle droghe”.
Ad ogni modo, ad essere certo è il fatto che dal 2016 la cocaina sia stata rintracciata in maniera maggiore non solo a Milano ma anche in gran parte delle altre città oggetto dell’analisi. “Un quadro relativamente stabile del consumo di cocaina è stato osservato tra il 2011 e il 2015 nella maggior parte delle città, ma nel 2016 ci sono stati i primi segnali di cambiamento di questo modello con aumenti osservati nella maggior parte delle città ogni anno da allora”, si legge infatti nel rapporto, che infine pone la lente di ingrandimento sulle città europee in cui si ritiene che il consumo sia più elevato. “I carichi di benzoilecgonina osservati nelle acque reflue indicano che il consumo di cocaina rimanga più elevato nelle città dell’Europa occidentale e meridionale, in particolare in quelle del Belgio, dei Paesi Bassi e della Spagna” concludono in tal senso gli autori del rapporto, aggiungendo che “livelli bassi sono stati riscontrati nella maggior parte delle città dell’Europa orientale, anche se i dati più recenti mostrano alcuni segnali di aumento”.
6.50 – La Russia avrebbe bombardato un ospedale pediatrico a Mikolaiv, uccidendo 11 civili tra cui un bambino: l’accusa proviene dalle autorità ucraine.
8.00 – Ex Ilva, i commissari chiedono il dissequestro degli impianti: «sono ormai sicuri per salute e ambiente».
9.00 – L’Unione Europea annuncia nuove sanzioni da 10 miliardi di euro contro la Russia.
11.00 – L’Italia espelle 30 diplomatici russi accusati di far parte dei servizi segreti. Mosca accusa: «misura miope che avrà conseguenze».
13.30 – Proteste a Torino durante la visita del premier Mario Draghi, scontri e cariche della polizia.
14.00 – Elon Musk entra nel consiglio di amministrazione di Twitter.
15.40 – La Russia annuncia il probabile stop alle esportazioni alimentari verso i “paesi ostili”.
16.00 – Zelensky interviene all’ONU chiedendo una “nuova Norimberga” contro la Russia e la sua esclusione dal Consiglio di Sicurezza.
19.00 – Stoltenberg (segretario NATO): «Gli alleati sono determinati ad aumentare il sostegno militare all’Ucraina».
20.30 – Ministro degli Esteri russo, Lavrov: «Fake news su atrocità russe sono diffuse ad arte per far deragliare i colloqui di pace».
“Circa 346 milioni di persone – più di un quarto della popolazione africana – stanno affrontando una crisi relativa alla sicurezza alimentare che costringe milioni di famiglie a saltare i pasti ogni giorno”: è quanto ha fatto sapere, nella giornata di oggi, il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr). “La crisi alimentare è presente in tutto il continente, dalla Mauritania e dal Burkina Faso ad ovest fino alla Somalia e all’Etiopia ad est”, ha precisato il Cicr, aggiungendo che “diversi fattori” – tra cui conflitti armati, cambiamenti climatici ed aumento dei prezzi di cibo e carburante – abbiano contribuito a creare tale situazione.
È stato annunciato un nuovo programma per i lavoratori nel Regno Unito, che prevede la possibilità di lavorare per quattro giorni alla settimana, senza variazioni retributive. Tremila lavoratori appartenenti alle aziende che prendono parte alla sperimentazione seguiranno per sei mesi il nuovo modello lavorativo denominato 100:80:100. Ciò significa che i lavoratori riceveranno il 100% della retribuzione, lavorando l’80% del tempo precedentemente impiegato (in linea di massima 32 ore anziché 40), ma dovranno puntare a mantenere al 100% il livello di produttività. Un modo per sperimentare dove porti la riduzione dell’orario di lavoro sia dal punto di vista della produttività delle imprese che del benessere dei loro lavoratori.
Nello specifico nel Regno Unito a partire da giugno di quest’anno fino a gennaio 2023, circa sessanta tra aziende e organizzazioni britanniche sperimenteranno il più grande periodo di prova settimanale di quattro giorni. A vivere la nuova realtà della settimana lavorativa breve saranno circa 3.000 dipendenti e anche nel Regno Unito sarà possibile testare se e quanto la produttività aumenti. Il programma è gestito dai ricercatori delle università di Cambridge e Oxford e del Boston College e da gruppi di difesa senza scopo di lucro quali 4 Day Week Global, la campagna 4 Day Week UK e il think tank britannico Autonomy.
Puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità negli ambienti lavorativi si sta infatti trasformando in un’importante consapevolezza e da qualche anno diversi Paesi stanno testando simili novità. Come Microsoft Japan che nel 2019 ha ridotto la settimana lavorativa a quattro giorni, vivendo un aumento della produttività del 40%. Non solo, ma la mossa dell’azienda portato anche benefici ambientali, con il consumo di elettricità diminuito del 23%. Anche la carta per stampato è stata utilizzata molto meno del solito, con una differenza del 59%.
Anche Belgio, Islanda, Spagna e Scozia hanno o stanno alleggerendo l’intensità tempistica delle occupazioni, anche per un miglioramento sull’equilibrio tra lavoro e vita privata. A Reykiavik per esempio, capitale islandese, è andato in porto un progetto simile a quello inglese. Più di 2.500 persone hanno potuto vivere quel che è stato reputato un “successo schiacciante”: meno stress, una riduzione del rischio di esaurimento e alcun effetto negativo sulla produttività o sui servizi. Era il 2015/2016 e il four-week trial ha portato a cambiamenti sostanziali nel paese.
La differenza nel Regno Unito rispetto ad altre sperimentazioni è che non ci sarà un giorno libero in più con ore più intense durante i giorni di effettivo lavoro; nel caso inglese le ore saranno a tutti gli effetti minori e lo stipendio sarà mantenuto lo stesso. Un’idea che arriva dopo un periodo molto difficile, con la pandemia da Covid-19. Un momento storico tanto intenso ha fatto cambiare prospettiva e punto di vista a molti, sempre più vogliosi di aumentare la qualità della propria vita, avendo sperimentato cosa voglia dire non poterla vivere “liberamente”.
I talebani hanno annunciato il divieto di coltivazione di stupefacenti su tutto il suolo dell’Afghanistan, il primo produttore mondiale di oppio. A rendere nota la decisione è stato il leader supremo dei talebani, Haibatullah Akhundzada, dichiarando che in caso di trasgressione e di violazione del decreto «il raccolto sarà immediatamente distrutto e il colpevole sarà processato secondo la legge della Sharia», il complesso di concetti, norme e insegnamenti sacri provenienti dal Corano. La nuova misura è stata annunciata anche durante una conferenza stampa tenutasi a Kabul, dove il ministro dell’Interno ha ribadito come il decreto coinvolga, oltre alla coltivazione, anche l’uso o il trasporto di narcotici.
Per comprendere quanto sia rilevante il settore della droga alla sopravvivenza del Paese basta scoprire che più dell’85% della produzione d’oppio mondiale sia di base in Afghanistan e che i proventi che smuove finanziano circa il 10% del prodotto interno lordo locale. E la tendenza ad affidarsi a questo controverso settore agricolo è in costante salita: nel solo 2020 l’area coltivabile dedicata ai papaveri è aumentata del 37%.
Il controllo della droga è stata una delle principali richieste della comunità internazionale al gruppo islamista, al potere in Afghanistan dall’agosto 2021, per permettere il suo riconoscimento formale e la revoca delle sanzioni. Tuttavia, la misura varata dai talebani ha spiazzato l’opinione pubblica occidentale, nonché la stessa comunità internazionale, perché non in linea con la serie di provvedimenti adottati dal nuovo esecutivo in contrasto con la tutela dei diritti umani. Si ricordi, ad esempio, la decisione risalente allo scorso marzo di non permettere alle ragazze afghane l’accesso all’istruzione secondaria, nonostante il diritto paritetico all’istruzione resti uno dei punti chiave per gli aiuti e il riconoscimento politico dei talebani da parte della comunità internazionale.
La decisione di sospendere la produzione di stupefacenti non è nuova, dato che ricalca la misura intrapresa già durante l’esperienza di governo talebana precedente all’arrivo statunitense. Anzi, bisogna infatti riconoscere che esistono importanti precedenti storici: nel 2000, il Mullah Omar, uomo a capo dei talebani, aveva dichiarato una feroce guerra al settore, praticamente azzerando la produzione di oppio afghana. Produzione che poi riprese a massimo regime nel periodo dell’occupazione americana.
Resta da decifrare quale sia lo scopo della decisione talebana. Di primo acchito potrebbe essere interpretato come un tentativo di provare a ridurre gli attriti con le forze occidentali, puntando quantomeno a una riduzione delle sanzioni. Possibile. Tuttavia le mosse delle ultime settimane da parte del regime afghano lasciano supporre che a Kabul stiano pensando a una diversa collocazione geopolitica. Il 24 marzo scorso, infatti, è giunto in visita nella capitale afghana il ministro degli Affari Esteri cinese, Wang Yi. Mentre la scorsa settimana è stato il ministro degli esteri afghano a volare a Pechino, dove ha incontrato anche il suo omologo russo Sergei Lavrov.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha reso noto il contenuto delle nuove sanzioni che l’Ue proporrà agli Stati membri di imporre alla Russia. In tal senso, ci dovrebbe tra l’altro essere lo «stop totale alle transazioni riguardanti quattro banche chiave russe» che – ha spiegato la presidente della Commissione – «rappresentano il 23% del mercato del settore bancario russo», nonché il blocco dell’import di carbone. Oltre a tutto ciò, l’Ue «sta lavorando a sanzioni aggiuntive che includano il petrolio», ha aggiunto Ursula von der Leyen.
Gran parte della stampa non dimentica di riportare con dovizia di particolari le restrizioni alla libertà d’informazione approvate in Russia, mentre si distrae facilmente quando gli attacchi ai media indepindenti che avvengono “dalla parte giusta” della barricata. È successo in occasione della decisione da parte di Kiev di riunire tutti le emittenti televisive in un unico canale controllato dal governo, è successo nuovamente in questi giorni con il caso di Gleb Lyashenko, blogger ucraino arrestato il 31 marzo scorso ed accusato di “alto tradimento” e “sabotaggio”. Luashenko rischia 15 anni di carcere semplicemente per aver diffuso alcuni contenuti giudicati anti-patriottici dalle autorità ucraine.
Il 31 marzo il tribunale distrettuale di Leopoli ha ordinato la custodia cautelare per Gleb Lyashenko, sospettato di alto tradimento a causa di presunte affermazioni a sostegno degli attacchi russi all’Ucraina. Presa ai sensi dell’articolo 111 del codice penale ucraino, che delinea il caso di assistenza ad uno stato straniero in azioni sovversive usando l’informazione, questa decisione è concepita come extrema ratio per “fermare l’attività dello scandaloso giornalista”.
In una nota, l’SBU, il Dipartimento di Sicurezza ucraino, dice infatti che Lyashenko ha agito contro gli interessi nazionali dell’Ucraina e la sua sicurezza d’informazione: «Gli investigatori della SBU hanno raccolto una vasta gamma di informazioni sulle attività illecite dell’intruso. Utilizzando i media, il traditore ha sostenuto le azioni criminali del paese aggressore. Le analisi linguistiche hanno rilevato che alcune sue dichiarazioni e appelli pseudo-giornalistici hanno deliberatamente invaso la sovranità del nostro Stato, così come sono stati impegnati per screditarne la politica. Hanno inoltre distorto gli eventi nell’est dell’Ucraina». Le critiche, le dichiarazioni sprezzanti e le narrazioni fatte da Lyashenko, non solo in questi mesi ma dal 2018, costituirebbero una forma di propaganda informativa illegale, che sarebbe stata poi usata da media e istituzioni russe ai danni dell’Ucraina, in particolare per legittimare le azioni militari.
A partire dallo scorso 3 marzo, essendo stata attivata la legge marziale, l’ordinamento ucraino prevede la massima punizione in caso di alto tradimento e sabotaggio. Se dunque Lyashenko venisse condannato per simili reati, andrebbe incontro a una pena di 15 anni di carcere, se non all’ergastolo. In più subirebbe la confisca di tutti i beni di proprietà da parte dello Stato.
Ma chi è Gleb Lyashenko? Qual è la “propaganda informativa” per cui è stato arrestato?
Gleb Lyashenko, sospettato di alto tradimento
Definito in modo dispregiativo come “blogger filorusso”, “pseudo-esperto” o “finto politologo” dai giornalisti in patria, ha trentatré anni ed è originario della Crimea. Si è laureato in giornalismo alla Tavrida National V.I. Vernadsky University di Kiev e, a quanto si legge su fonti ucraine, lavorava principalmente come copywriter. Poi, verso autunno 2018, circa sei mesi prima delle elezioni presidenziali che hanno visto vincitore Zelensky, ha cominciato a proporsi come “esperto di politica”. Da quel momento è comparso su canali di informazione vari, sia ucraini che russi. Una delle più note collaborazioni era quella con KlymenkoTime, da molti etichettata come “risorsa della propaganda FSB”. Lì mandava avanti un video-blog personale dal nome “Gleb e Zrelisch”.
Il suo profilo è quello di un anti-occidentale ed euroscettico, critico delle politiche del governo soprattutto perché interpretate come servili nei confronti degli USA. Nel descriverlo come un traditore, testate ucraine indugiano soprattutto su due cose: il suoi interventi a sostegno di Vadim Rabinovich e Viktor Medvedchuk, rispettivamente leader e deputato di “Piattaforma di Opposizione – For Life”, partito contrario all’entrata dell’Ucraina nella Nato e sensibile alle richieste delle minoranze di lingua russa nel paese; il suo argomentare che anche l’Ucraina abbia responsabilità se la Russia ha deciso di attaccarla.
Medvedchuk ha la fama di “oligarca” amico di Putin. È fondatore dell’ONG “Ukrainian Choice” che, sempre a quanto dicono fonti ucraine, sarebbe filorussa se non addirittura eterodiretta dai russi. Già dichiarato dalle autorità “sospettato di alto tradimento” a maggio 2021, il 18 marzo scorso è stato inserito nella lista dei ricercati internazionali dalle autorità ucraine.
Basta aprire la pagina facebook del blogger per trovare i messaggi incriminati. La sua adesione alla Piattaforma di Opposizione è rivendicata, un atto che in una democrazia non dovrebbe certo comportare l’incriminazione e l’arresto: «La Piattaforma di Opposizione è l’unica forza in Ucraina che è pronta ad attuare incondizionatamente gli accordi di Minsk senza riguardo per gli ululati patriottici e le intimidazioni dell’Occidente. […] Voglio che la guerra finisca in Ucraina e che nessuno opprima gli ucraini di lingua russa. […] Voglio che smettiamo di imprecare contro la Russia, che è stata e continuerà ad essere il nostro principale partner e alleato».
Media Detector, testata ucraina che stila quasi quotidianamente una lista della vergogna
Una testata ucraina che invece fornisce esempi della presunta propaganda di appoggio all’invasione russa da parte di Lyashenko è Detector Media che, oramai quotidianamente, stila una “Board of Shame”, la “lista della vergogna” nella quale vengono inseriti cittadini e giornalisti giudicati vicini a Mosca. L’8 marzo scorso vi ha aggiunto Lyashenko perché “spiega che l’Ucraina è da biasimare per l’aggressione russa”, perché “suggerisce che la guerra ha ragioni più serie del semplice desiderio della Russia di ucciderci e impadronirsi di noi”, e perché “propone di arrendersi in quanto non c’è via di uscita”.
Cita due frasi del blogger come prova più tangibile della “vergogna”, senza specificare la provenienza: «per 8 anni la Russia ha chiesto e pregato affinché l’Ucraina cambiasse il suo corso […] L’Ucraina ha rifiutato per 8 anni ed ecco il risultato», e poi «la responsabilità per ogni ucraino ucciso dai russi è di Zelensky». Moltissimi media ucraini, per giustificare la notizia dell’arresto di Lyashenko, hanno fatto riferimento proprio a queste frasi riportate da Detector Media.
Va ricordato il contesto entro cui l’arresto di Lyashenko si è verificato. Il 20 marzo scorso il Consiglio di Sicurezza e Difesa dell’Ucraina ha deciso di mettere fuori legge tutti i partiti con una qualche forma di legame alla Russia. In totale i partiti “sospesi” dalle normali attività politiche sono 11, più che altro di opposizione o di sinistra: “Oppozitsion naya platform azazhizñ (Piattaforma dell’Opposizione For Life)”; “Partiya Sharia (Partito Shariy)”; “Nashi (I nostri)”; “Oppozitsionny iblok (Blocco dell’opposizione)”; “Levaya oppozitsia (Opposizione di sinistra)”; “Soyuzlevykh sil (Unione delle forze della sinistra)”; “Derzhava (Potere)”; “Progressivanaya sotsialisticheskaya partiya Ukrainy (Partito socialista progressista dell’Ucraina)”; “Sotsialisticheskaya partiya Ukrainy (Partito socialista dell’Ucraina)”; “Partiya Sotsialisty (Partito dei socialisti)”; “Blok Vladimira Saldo (Blocco Vladimir Saldo)”.
Uno degli ultimi rapporti Istat, relativo al 2019, ci dice che in quell’anno in Italia sono stati pubblicati in media 237 libri al giorno, cioè quasi 1,3 libri ogni mille abitanti. Un dato sicuramente rilevante e che dimostra la continua attività (a prescindere dalle quantità) del mercato editoriale nazionale. Ma, riguardando un attimo i numeri, una domanda sorge spontanea: c’è qualcuno che ancora li legge?
Per dare una risposta concreta, partiamo dalle fasce d’età più giovani. Secondo i dati Istat, elaborati da Openpolis, nel 2020 la percentuale di bambini tra gli 11 e i 14 anni d’età che ha...
Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci (al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.
Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.
L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni. Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.
Il presidente del Perù Pedro Castillo ha imposto il coprifuoco nella capitale Lima a causa dell’insorgere di violente proteste scatenate dall’aumento dei costi del carburante e dei fertilizzanti. I primi disordini sono scoppiati la settimana scorsa, quando agricoltori e camionisti hanno bloccato alcune delle principali strade in ingresso a Lima, causando un aumento dei prezzi degli alimenti. Nei pressi della città di Ica i manifestanti hanno dato fuoco ad alcuni caselli autostradali. Sono già 4, secondo i dati del governo, i morti in seguito agli scontri con la polizia.
Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nell'informativa sulla privacy.
Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza durante la navigazione nel sito. Di questi, i cookie che sono classificati come necessari sono memorizzati sul tuo browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base del sito web. Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci aiutano ad analizzare e capire come utilizzi questo sito web. Questi cookie vengono memorizzati nel tuo browser solo con il tuo consenso. Hai anche la possibilità di rinunciare a questi cookie, Ma l'opt-out di alcuni di questi cookie può influenzare la tua esperienza di navigazione.
I cookie necessari sono assolutamente indispensabili per il corretto funzionamento del sito web. Questi cookie assicurano le funzionalità di base e le caratteristiche di sicurezza del sito web, in modo anonimo.
Cookie
Durata
Descrizione
__cf_bm
1 hour
This cookie, set by Cloudflare, is used to support Cloudflare Bot Management.
cookielawinfo-checkbox-advertisement
1 year
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 mesi
Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent.Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie della categoria "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 mesi
Il cookie è impostato dal consenso dei cookie GDPR per registrare il consenso dell'utente per i cookie della categoria "Funzionale".
cookielawinfo-checkbox-necessary
11 mesi
Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie della categoria "Necessario".
cookielawinfo-checkbox-others
11 mesi
Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent.Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie della categoria "Altro".
cookielawinfo-checkbox-performance
11 mesi
Questo cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie della categoria "Performance".
CookieLawInfoConsent
1 year
CookieYes sets this cookie to record the default button state of the corresponding category and the status of CCPA. It works only in coordination with the primary cookie.
csrftoken
1 year
This cookie is associated with Django web development platform for python. Used to help protect the website against Cross-Site Request Forgery attacks
JSESSIONID
session
New Relic uses this cookie to store a session identifier so that New Relic can monitor session counts for an application.
viewed_cookie_policy
11 mesi
Il cookie è impostato dal plugin GDPR Cookie Consent e viene utilizzato per memorizzare se l'utente ha acconsentito o meno all'uso dei cookie. Non memorizza alcun dato personale.
wpEmojiSettingsSupports
session
WordPress sets this cookie when a user interacts with emojis on a WordPress site. It helps determine if the user's browser can display emojis properly.
I cookie funzionali aiutano ad eseguire alcune funzionalità come la condivisione del contenuto del sito web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre caratteristiche di terze parti.
Cookie
Durata
Descrizione
yt-player-headers-readable
never
The yt-player-headers-readable cookie is used by YouTube to store user preferences related to video playback and interface, enhancing the user's viewing experience.
yt-remote-cast-available
session
The yt-remote-cast-available cookie is used to store the user's preferences regarding whether casting is available on their YouTube video player.
yt-remote-cast-installed
session
The yt-remote-cast-installed cookie is used to store the user's video player preferences using embedded YouTube video.
yt-remote-connected-devices
never
YouTube sets this cookie to store the user's video preferences using embedded YouTube videos.
yt-remote-device-id
never
YouTube sets this cookie to store the user's video preferences using embedded YouTube videos.
yt-remote-fast-check-period
session
The yt-remote-fast-check-period cookie is used by YouTube to store the user's video player preferences for embedded YouTube videos.
yt-remote-session-app
session
The yt-remote-session-app cookie is used by YouTube to store user preferences and information about the interface of the embedded YouTube video player.
yt-remote-session-name
session
The yt-remote-session-name cookie is used by YouTube to store the user's video player preferences using embedded YouTube video.
ytidb::LAST_RESULT_ENTRY_KEY
never
The cookie ytidb::LAST_RESULT_ENTRY_KEY is used by YouTube to store the last search result entry that was clicked by the user. This information is used to improve the user experience by providing more relevant search results in the future.
I cookie di performance sono utilizzati per capire e analizzare gli indici di performance chiave del sito web che aiuta a fornire una migliore esperienza utente per i visitatori.
Cookie
Durata
Descrizione
SRM_B
1 year 24 days
Used by Microsoft Advertising as a unique ID for visitors.
I cookie analitici sono utilizzati per capire come i visitatori interagiscono con il sito web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche del numero di visitatori, la frequenza di rimbalzo, la fonte del traffico, ecc.
Cookie
Durata
Descrizione
_clck
1 year
Microsoft Clarity sets this cookie to retain the browser's Clarity User ID and settings exclusive to that website. This guarantees that actions taken during subsequent visits to the same website will be linked to the same user ID.
_clsk
1 day
Microsoft Clarity sets this cookie to store and consolidate a user's pageviews into a single session recording.
_ga
2 years
The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_ga_*
1 year 1 month 4 days
Google Analytics sets this cookie to store and count page views.
_gat_gtag_UA_178106852_1
1 minute
Set by Google to distinguish users.
_gid
1 day
Installed by Google Analytics, _gid cookie stores information on how visitors use a website, while also creating an analytics report of the website's performance. Some of the data that are collected include the number of visitors, their source, and the pages they visit anonymously.
bugsnag-anonymous-id
never
BugSnag/Juicer sets this cookie for bug reporting and other analytical purposes.
CLID
1 year
Microsoft Clarity set this cookie to store information about how visitors interact with the website. The cookie helps to provide an analysis report. The data collection includes the number of visitors, where they visit the website, and the pages visited.
MR
7 days
This cookie, set by Bing, is used to collect user information for analytics purposes.
SM
session
Microsoft Clarity cookie set this cookie for synchronizing the MUID across Microsoft domains.
vuid
1 year 1 month 4 days
Vimeo installs this cookie to collect tracking information by setting a unique ID to embed videos on the website.
I cookie pubblicitari sono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pertinenti e campagne di marketing. Questi cookie tracciano i visitatori attraverso i siti web e raccolgono informazioni per fornire annunci personalizzati.
Cookie
Durata
Descrizione
_fbp
3 months
This cookie is set by Facebook to display advertisements when either on Facebook or on a digital platform powered by Facebook advertising, after visiting the website.
_tt_enable_cookie
1 year 24 days
Tiktok set this cookie to collect data about behaviour and activities on the website and to measure the effectiveness of the advertising.
_ttp
1 year 24 days
TikTok set this cookie to track and improve the performance of advertising campaigns, as well as to personalise the user experience.
ANONCHK
10 minutes
The ANONCHK cookie, set by Bing, is used to store a user's session ID and verify ads' clicks on the Bing search engine. The cookie helps in reporting and personalization as well.
fr
3 months
Facebook sets this cookie to show relevant advertisements by tracking user behaviour across the web, on sites with Facebook pixel or Facebook social plugin.
MUID
1 year 24 days
Bing sets this cookie to recognise unique web browsers visiting Microsoft sites. This cookie is used for advertising, site analytics, and other operations.
test_cookie
16 minutes
doubleclick.net sets this cookie to determine if the user's browser supports cookies.
VISITOR_INFO1_LIVE
6 months
YouTube sets this cookie to measure bandwidth, determining whether the user gets the new or old player interface.
VISITOR_PRIVACY_METADATA
6 months
YouTube sets this cookie to store the user's cookie consent state for the current domain.
YSC
session
Youtube sets this cookie to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt.innertube::nextId
never
YouTube sets this cookie to register a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
yt.innertube::requests
never
YouTube sets this cookie to register a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.