domenica 24 Novembre 2024
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Norvegia: riportato alla luce un antichissimo tempio in onore degli dei pagani

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I resti di un tempio della religione vichinga di 1.200 anni, dedicato agli antichi dei nordici come Thor e Odino, è stato scoperto in Norvegia. Secondo gli archeologi l’edificio in legno dovrebbe risalire alla fine dell’ottavo secolo d.C. e dovrebbe essere stato utilizzato per l’adorazione e per i sacrifici fatti in onore degli dei. La costruzione è molto grande: lunga circa 14 metri, larga 8 e si stima che potrebbe essere stato alta fino a 12. Questo tempio norreno è molto più complesso dei semplici siti che le persone usavano per adorare gli antichi dei nordici, infatti è il primo in Norvegia ad essere scoperto nel suo genere.

Berlino: addio all’ultimo squat, il Liebig34, è stato sgomberato tra le proteste

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L34 - poliziotti
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Questo venerdì è stata sgomberata la Liebig34 a Friedrichshain: una casa-progetto anarco-femminista occupata, simbolo della scena della sinistra radicale della capitale tedesca. Lo sgombero è stato relativamente pacifico anche se accompagnato da una manifestazione e da alcune case si sentivano arrivare cori e rumori di pentole. I poliziotti hanno occupato i tetti circostanti e le scale degli edifici vicini allo stabile da sgomberare. I residenti hanno riferito che la polizia è stata in alcune soffitte fin dal mattino.

Il proprietario della casa aveva tentato diverse volte di far eseguire lo sfratto, prima di questa mattina. Giovedì a mezzogiorno, una decina di giovani donne con i bagagli hanno lasciato Liebig 34.

La plastica del futuro si biodegrada in 12 mesi

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Alcuni ricercatori tedeschi dell’istituto di ricerca, hanno annunciato la creazione di una nuova plastica, di cui la biodegradazione avverrà in 12 mesi. Questa innovazione risolverà i due maggiori problemi legati alla produzione e all’uso delle materie plastiche. Il processo della produzione è notevolmente inquinante e il materiale che si usa, il petrolio, non è rinnovabile. Gettare un sacchetto di plastica nell’ambiente è estremamente dannoso dato che occorrono dai 10 ai 30 anni per far sì che si degradi.

Gli scienziati del Fraunhofer affermano di aver fatto dei passi avanti sulla produzione di questa nuova eco plastica, spiegando di voler usare scarti grassi industriali fatti fermentare con batteri geneticamente modificati e con l’aggiunta di additivi chimici brevettati per formare un materiale simile al polipropilene, ma la sfida è di riuscire a creare una produzione su scala industriale.

Il Kirghizistan sprofonda nel caos: coprifuoco e carri armati nelle strade

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Kirghizistan, dopo le proteste nei giorni scorsi a causa delle elezioni politiche che hanno visto trionfare due partiti filo-governativi ma successivamente annullate per un broglio elettorale, è ora nel caos. Il governo ha schierato carri armati in tutta la città di Biškek, emanando uno stato di emergenza e il coprifuoco per almeno 15 giorni, senza ancora sapere se i militari obbediranno.
Misure adottate per cercare di fermare gli scontri tra le due fazioni politiche.

Atambayev ex presidente che era stato liberato nei giorni scorsi giorni dai manifestanti, detenuto in carcere con l’accusa di corruzione dopo essere stato eletto premier dell’opposizione dagli stessi manifestanti, è sceso in piazza per chiedere ai cittadini di protestare pacificamente. Poco dopo il suo discorso un sostenitore dell’attuale governo ha cercato di sparargli mentre l’ex presidente andava via nella sua macchina. Anche la Russia ha espresso la sua opinione tramite il portavoce del Cremlino affermando “la situazione è da stabilizzare prima che scivoli nel caos più totale”, ma ancora non ci sono state azioni per regolarizzare la situazione.

Russia: le coste della Kamchatka colpite da un misterioso disastro ecologico

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Disastro ambientale Russia

I campioni prelevati il 3 ottobre 2020 presso la spiaggia del disastro ambientale, Khalaktyrsky (Kamchatka-Russia), contenevano sostanze oltre il limite consentito di: ione fosfato, 10,8 volte superiore, ferro, 6,7 e fenoli, 2,9. I dati sono stati resi pubblici dal Rosprirodnadzor, ente russo che segue le questioni ambientali. Non sono ancora note le cause che hanno portato all’inquinamento del mare e alla morte di migliaia di animali acquatici, ma un team di Greenpeace Russia è da giorni nell’area, per raccogliere testimonianze fotografiche, utili a individuare le fonti di inquinamento. Gli esperti stanno analizzando campioni di ricci e stelle marine; è importante farlo, poiché, dicono gli scienziati, le sostanze tossiche dovrebbero essere ancora presenti nei tessuti; al contrario, l’acqua dell’oceano, si rimescola rapidamente quindi è improbabile che possa ancora contenere le tracce di tutti gli agenti inquinanti.

Armenia e Azerbaigian siglano la tregua dopo due settimane di guerra

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I governi di Armenia e Azerbaigian hanno concordato un cessate il fuoco a partire dalle ore 12 di oggi, 10 ottobre, nella regione contesa del Nagorno-Karabakh, da due settimane teatro di violenti scontri tra i rispettivi eserciti. L’accordo, che è stato siglato a Mosca sotto la regia del governo russo, prevede inoltre lo scambio dei prigionieri di guerra e dei corpi dei morti per permetterne la sepoltura. I ministri degli esteri di Armenia e Azeirbaigian hanno dichiarato che ulteriori dettagli verranno trattati nei prossimi giorni, quando si reincontreranno sotto l’egida del Gruppo di Minsk (tavolo coordinato da Russia, Usa e Francia) per provare a concordare una pace duratura.

La regione del Nagorno-Karabakh è parte dell’Azeibaigian, ma è abitata da una maggioranza di cittadini armeni che da decenni reclamano l’indipendenza e già in passato era stato teatro di violenti scontri.

 

Barcellona in piazza contro Felipe VI: “la Catalogna non ha nessun re”

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Ieri a Barcellona diversi gruppi di indipendentisti sono tornati in piazza dopo il lockdown, per contestare il sovrano Felipe VI, continuando a sfilare e urlare “Cataluya no tiene rey“, ovvero “La Catalogna non ha nessun re”.

Il sovrano in visita nella città catalana era lì per conferire il premio nell’ambito Barcelona New economy week, cerimonia a cui la sindaca della città Ada Colau e le autorità regionali hanno disertato. Il capo di stato ha speso parole di elogio verso la città di Barcellona “città internazionale”, invitando tutti a restare uniti per superare la crisi economica.

Clima, gli allevamenti intensivi stanno mandando in fumo l’accordo di Parigi

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L’ossido di diazoto(N20) è cresciuto dell’1,4% solo in questa parte di 2020. Gli allevamenti intensivi contribuiscono alle emissioni del gas serra, che ha un potere clima-alterante 310 volte più alto dell’anidride carbonica. La presenza di N20 in atmosfera oltre i livelli naturali è associata ad un ricorso eccessivo ai fertilizzanti chimici e quindi all’agricoltura intensiva, che secondo l’Università di Auburn, a causa della crescita del consumo di carne, è spinta verso l’alto.

Al tasso attuale di emissioni, calcolano i ricercatori, il riscaldamento globale viaggia verso i +3°C rispetto ai +2ºC di soglia limite, imposta nell’Accordo di Parigi (accordo tra i membri delle nazioni unite sui cambiamenti climatici), che per questo incremento, rischia andare in fumo.

Spagna, la Corte Suprema annulla le restrizioni anti-Covid: limitano i diritti fondamentali

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Ieri la Corte Suprema di giustizia di Madrid non ha ratificato le misure che limitano gli spostamenti nella capitale spagnola, in vigore dal 2 ottobre, adottate dal governo per limitare i contagi da Covid-19. La motivazione della Corte suprema è stata: ”Misure che limitano i diritti fondamentali”.

Senza l’approvazione della massima autorità giuridica della comunità indipendente di Madrid, i cittadini che non seguiranno le norme imposte dal governo non potranno essere perseguiti con sanzioni, quindi secondo El pais un secondo lockdown “resta solo sulla carta”. Salvador Illa ministro della Salute spagnolo ha affermato “prenderemo le decisioni legali che proteggano meglio la salute dei cittadini” senza però chiarire quali. Le nuove misure di restrizione, che da venerdì imponevano di non poter uscire dai propri centri urbani se non per motivi strettamente necessari, avrebbero limitato gli spostamenti di circa 4.8 milioni di persone.

In Amazzonia, una riserva indigena su tre è minacciata dall’oro

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Una riserva indigena dell’Amazzonia su tre rischia di scomparire a causa del settore minerario (l’oro in particolare) che si sta espandendo a macchia d’olio. In pericolo il 20% del territorio occupato dai nativi (450mila km2) ma la tendenza è in peggioramento. Il team di ricercatori del World Resources Institute ha condotto una analisi geospaziale dell’intera Amazzonia e per la prima volta, sono riusciti a stimare l’estensione complessiva delle miniere, legali e non, all’interno dei territori degli indigeni. Molti nuovi siti sono comparsi soltanto negli ultimi mesi: durante il coronavirus, infattiè iniziata una nuova corsa all’oro, cresciuto del 30%, che potrebbe far partire le operazioni di scavo in poco tempo, aumentando il trend della deforestazione.