mercoledì 2 Aprile 2025
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Ue: avviata azione legale contro AstraZeneca

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La Commissione Europea ha avviato, nella giornata di venerdì, un’azione legale nei confronti di AstraZeneca per conto dei 27 Stati Membri. Lo ha annunciato oggi un portavoce dell’esecutivo comunitario, il quale ha aggiunto che la procedura legale sia stata effettuata poiché l’azienda non è stata capace di fornire una strategia affidabile per la consegna dei vaccini. Inoltre, la decisione è stata presa anche perché non sono stati rispettati alcuni termini del contratto aventi ad oggetto proprio la consegna delle dosi.

Corte d’Appello: dalla polizia sassi e lacrimogeni ad altezza uomo sui No Tav

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La Corte d’Appello di Torino ha messo nero su bianco, in una sentenza, che le forze dell’ordine hanno compiuto diversi atti illeciti nei confronti del movimento No Tav in Val di Susa. L’occasione è stata la sentenza in merito ai fatti del 3 luglio 2011, arrivata nel gennaio scorso, di cui sono state rese note solo ora le motivazioni, all’interno delle quali viene descritto il modo in cui la polizia ha operato quel giorno, quando centomila No Tav manifestarono contro l’opera.

A pagina 164 e 165 della sentenza (i cui stralci sono consultabili sul sito notav.info) i magistrati scrivono: «è emerso incontrovertibilmente che alcuni appartenenti alle forze di polizia presenti nel teatro degli scontri, senza giustificazione alcuna, adottarono condotte contrarie non solo ai propri doveri e funzioni ma anche in alcuni casi altamente pericolose, scagliando anch’essi sassi nei confronti dei manifestanti che li bersagliavano ed esplodendo ordigni lacrimogeni con un’angolazione insufficiente, ovvero con lanci tesi invece che a parabola, idonei in quanto tali a produrre non l’effetto di dissuasione che è insito nell’utilizzo di tale strumento di contrasto, ma il pericolo che i bossoli contenenti gas lacrimogeno colpissero direttamente quali proiettili alcuni dei manifestanti».

Le azioni della polizia vengono definite nella sentenza «oggettivamente illegittime, o comunque esorbitanti, rispetto al corretto esercizio dell’autorità». Inoltre, a pagina 134 della sentenza, si fa riferimento ad un fatto ben preciso e chiaramente illegale: «alle 13:51 […] si sente distintamente un appartenente alle forze dell’ordine che incita il collega – evidentemente addetto allo sparo di artifici lacrimogeni – con le frasi “dai tiraglielo” “lo vedi il bastardo qua sotto? se riesci a centrarlo, prendi la mira quando esce”».

Quanto contenuto in questa sentenza è ancor più istruttivo in questi giorni, dopo i fatti del 17 aprile, quando Giovanna Saraceno, attivista No Tav, è rimasta gravemente ferita – con due emorragie cerebrali e fratture multiple al volto – proprio da un lacrimogeno che l’ha centrata in pieno viso. Una dinamica prontamente smentita dalla polizia, ma testimoniata da diversi presenti e avvalorata dai video diffusi da parte degli attivisti, nei quali si vedono chiaramente agenti di polizia sparare lacrimogeni ad altezza d’uomo.

Turchia: mandati di cattura per oltre 500 militari

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A quasi 5 anni dal fallito colpo di Stato, le procure di Istanbul e Smirne hanno emesso 532 mandati di cattura nei confronti di militari, 459 dei quali tuttora in servizio, sospettati di appartenere alla presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Intanto si apre nel tribunale del carcere di Sincan, ad Ankara, il maxi-processo per “terrorismo” contro 108 politici curdi.

Usa, continua la lotta degli indigeni Lakota contro l’oleodotto

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Continua la controversia legata al Dakota Access Pipe Line (DAPL) poiché nonostante la decisione di un giudice federale – arrivata lo scorso anno – di sospendere il passaggio del greggio, l’impianto non si è mai veramente fermato. Il 23 aprile, la Corte d’Appello degli Stati Uniti del Distretto di Columbia ha rigettato la richiesta di appello avanzata da Energy Transfer – gestore di DAPL – riguardo la sentenza del giudice James Boasberg che, nel luglio dello scorso anno ne aveva sospeso l’attività. Per maggio è attesa la decisione finale riguardo la chiusura definitiva, o meno, dell’impianto.

Lo scorso anno, il giudice Boasberg – della Corte Distrettuale degli Stati Uniti del Circuito D.C. – ha scoperto che il Corpo degli Ingegneri, nel rilasciare le autorizzazioni necessarie per la costruzione dell’oleodotto, aveva violato il National Environmental Policy Act, ordinando così di redigere una nuova dichiarazione d’impatto ambientale (SIE) e sospendendo le operazioni in attesa del completamento della stessa. Nel frattempo, però, Energy Transfer non ha mai sospeso le proprie attività, come chiesto dal giudice, e il greggio ha continuato a scorrere – non senza incidenti – nelle condutture del DAPL. Lo scorso 9 aprile, tale attività illegale è stata addirittura avallata, con una decisione veramente controversa, dallo stesso Corpo degli Ingegneri che ha dato parere favorevole, in attesa della nuova SIE e della decisione finale, al proseguimento delle attività del DAPL, in piena violazione della sentenza del giudice Boasberg.

«Siamo seriamente preoccupati per il proseguimento del funzionamento di questo oleodotto, che rappresenta un rischio inaccettabile per la nostra nazione sovrana», ha detto il presidente Mike Faith della tribù di Standing Rock, in conseguenza alla decisione del Corpo degli Ingegneri, promettendo ancora dura battaglia.

L’enorme oleodotto che corre per quasi duemila chilometri dal North Dakota fino all’Illinois, completato nell’aprile 2017, fin da subito ha sollevato dure critiche e grandi proteste da parte delle popolazioni indigene per i problemi di tipo politico, sociale ed ecologico che tale infrastruttura pone in rilievo. Il DAPL, in violazione dei trattati, attraversa il territorio sovrano tribale del grande bacino idrico del fiume Missouri, nella riserva di Standing Rock, mettendo in serio pericolo le acque e le terre delle popolazioni native, calpestando i loro diritti e la loro sovranità.

[di Michele Manfrin]

Spesa militare globale sempre in aumento

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Il rapporto annuale dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma (Sipri) afferma che la  spesa militare globale ha continuato a salire nel 2020, nonostante la pandemia di Covid-19, sfiorando i 2.000 miliardi di dollari, a fronte di una diminuzione importante del Pil mondiale. Al primo posto, con il 39% delle spese globali, gli USA; seconda, con il 19%, la Cina.

Perù: uccisa missionaria italiana

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Nadia De Munari, 50 anni, originaria di Schio (Vicenza), è stata uccisa in Perù a colpi di ascia mentre dormiva. La missionaria laica italiana è stata portata in ospedale e sottoposta ad un intervenuto chirurgico d’urgenza risultato purtroppo inutile. La missionaria era responsabile nel centro “Mamma mia” di Nuevo Chimbote, realizzato da padre Ugo De Censi

Ciad: prove di cessate il fuoco

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I ribelli che da due settimane conducono un’offensiva contro il governo del Ciad e pochi giorni fa sono riusciti ad assassinare il presidente del Paese, Idriss Débi, si sono detti «disponibili ad un cessate il fuoco». Da giorni i ribelli stessi subiscono i bombardamenti delle truppe governative, probabilmente supportate dalla Francia, anche se Parigi non ha confermato ufficialmente.

Genocidio armeno: la Turchia convoca l’ambasciatore Usa

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Ieri gli Stati Uniti hanno per la prima volta riconosciuto l’esistenza del genocidio armeno, perpetuato dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1916. Come prevedibile la decisione ha attirato le ire della Turchia, che stamane ha convocato l’ambasciatore degli Stati Uniti per protestare contro la decisione del presidente Joe Biden.

Intelligenza Artificiale, usi militari e sorveglianza: a che punto è il “futuro”?

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Riconoscimento facciale, controllo sociale, tracciamenti biometrici, analisi delle abitudini di consumo, personalizzazione dei prezzi di vendita, strumento di guerra: l’applicazione delle intelligenze artificiali (IA) e degli strumenti di machine learning (ML) è certamente degna di massima attenzione, se non altro perché ci racconta di un futuro che - ogni giorno di più - è già tra noi e perché risulta ancora oggi drammaticamente poco normato. È opportuno e doveroso prestare attenzione alla situazione, mettere in discussione i meccanismi del capitalismo della sorveglianza, sapendo che le insid...

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Attacco a petroliera iraniana: 3 morti

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Tre membri dell’equipaggio sono morti ieri sera in un attacco subito da una nave petroliera iraniana al largo mentre si trovava al largo delle acque siriane. A bordo si è sviluppato un incendio. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa siriana Sana la nave potrebbe essere stata «attaccata da un drone proveniente dalle acque libanesi». Negli ultimi tempi gli attacchi contro le imbarcazioni iraniane si sono moltiplicate, gli osservatori internazionali sono concordi nell’attribuirli ad Israele.