domenica 24 Novembre 2024
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M5S, un gruppo di Hacker sfida Casaleggio: ecco Open Russeau

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Open Russeau è il nuovo software libero per le votazioni digitali che debutterà entro il 4 ottobre. Il software è stato sviluppato da un gruppo di esperti hacker. Il team ha spiegato di aver solo collegato la piattaforma Russeau con l’app open source ‘Decidim‘, già in uso nella città di Barcellona.

Il Movimento 5 stelle vuole “strappare” il controllo della piattaforma dall’Associazione Russeau, attualmente finanziata da ogni elettore grillino con 300 euro mensili. Ma il presidente dell’Associazione Russeau Davide Casaleggio, non è affatto d’accordo, ha definito il nuovo software inadeguato per il sistema di voto elettorale italiano, spiegando che Russeau ha personalizzazioni tali da
poter permettere, qual ora ci fosse un’elezione Regionale, di far votare solo i cittadini di quella regione e altre caratteristiche fondamentali per il successo del software mancanti a ‘Decidim’.

Grecia e Turchia: prove di pace “armata” sui confini

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Ieri Grecia e Turchia sono riuscite a raggiungere un accordo a livello di funzionari militari, sui rispettivi confini nel Mediterraneo, lo ha reso noto l’Alleanza atlantica. “Servirà per ridurre il rischio di incidenti nel mediterraneo orientale”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, “può aiutare a creare lo spazio per gli sforzi diplomatici per affrontare la controversia tra i due Paesi”.

Grecia e Turchia, membri entrambi della Nato erano arrivati ai ferri corti, ad inasprire la controversia era il controllo dei giacimenti nel Mediterraneo destando preoccupazione nell’Unione Europea.
L’accordo stipulato tra i due Paesi, arriva mentre a Bruxelles i vertici Ue discutono sulle tensioni avvenute nel Mediterraneo orientale.

Al voto la prima legge europea per salvare il clima

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La prima legge europea sul clima sarà votata il 6 ottobre in Europarlamento. L’ultimo Emissions Gap Report dell’UNEP ha evidenziato che l’attuale azione climatica è insufficiente per raggiungere gli obiettivi stabiliti, e ci porterebbe ad un surriscaldamento del pianeta di oltre 3°C rispetto ai livelli preindustriali. Scenario che, secondo le previsioni del Joint Research Center della Commissione, potrebbe costare 175 miliardi di euro l’anno. Per evitare che ciò si avveri, secondo il rapporto UNEP, è cruciale consentire una riduzione del 65% delle emissioni da qui al 2030, al fine di contenere l’aumento della temperatura globale entro la soglia critica di 1.5°C. Obbiettivo possibile che consentirebbe all’Europa il risparmio di più di 10.000 miliardi di euro, migliorando non solo il clima ma anche l’economia europea.

Nuove manovre contro la Bielorussia: in arrivo le sanzioni UE

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Lukashenko non è stato ancora incluso nell’elenco delle sanzioni bielorusse, anche se l’UE si è rifiutata di sostenerlo come presidente legittimo della Bielorussia. Secondo il presidente francese Macron, Lukashenko dovrebbe essere incluso nella lista dei bielorussi sanzionati in caso di mancato dialogo con il popolo, e l’Ue desidera coinvolgerlo in ciò.

Dal 9 agosto l’opposizione bielorussa ha organizzato una serie di proteste per i risultati delle elezioni presidenziali in cui Lukashenko è stato rieletto, mentre l’opposizione insiste che sia la sua candidata, Svetlana Tikhanovskaya, ad aver vinto. L’Unione europea, ha affermato di non riconoscere la vittoria del 9 agosto di Lukashenko e ha chiesto che si ripetano le elezioni, minacciando d’imporre sanzioni contro i responsabili delle presunte frodi.

Nel mondo oltre 11 milioni di persone lavorano nelle energie rinnovabili

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Sono oltre 11,5 milioni i lavoratori nel settore delle energie rinnovabili, con un numero sempre più in crescita. Lo afferma IRENA (International Renewable Energy Agency) e aggiunge che il 32% degli occupati sono donne.

L’Asia detiene il primato per il 63% di lavoratori totali nei green job. Il report dell’agenzia del 2019, mostra che i maggiori datori di lavoro sono i pannelli fotovoltaici con 2,8 milioni di operatori sui 11,5 milioni totali. Seguono il comparto dei biocarburanti liquidi (2,4 milioni), l’idroelettrico (1,9 milioni), l’eolico (con 1,1 milioni) e conclude l’elenco il settore del solare termico con (823mila) addetti. “L’energia rinnovabile, ora predominante nella nuova capacità elettrica, si è dimostrata particolarmente flessibile, conveniente e resiliente di fronte alla crisi sanitaria ed economica del 2020”, spiega il direttore generale di IRENA, Francesco La Camera.

Da oggi la terapia ormonale per i trans è gratuita in tutta Italia

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I farmaci ormonali per la transizione di genere sono da oggi forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, lo ha stabilito l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) con una delibera publicata ieri sulla Gazzetta ufficiale. La decisione segue un’analoga normativa approvata lo scorso anno dalla regione Emilia-Romagna, ora estesa a tutta Italia.

La decisione sancisce la presa in carico da parte della sanità pubblica della disforia di genere, ovvero il disturbo fisico e psicologico di non riuscire a riconoscersi nel proprio sesso biologico. La nuova normativa nazionale italiana garantisce a tutte le persone con disforia la possibilità di ricevere supporto psicologico e assistenza medica per avviare un percorso che le porti a un cambio di sesso anagrafico e/o anatomico qualora venga ritenuto necessario.

Nei negozi Amazon si pagherà con il palmo della mano

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Amazon One, è l’ultima rivoluzione del gigante commerciale. La novità, che esordirà nei negozi fisici di Amazon, consente di pagare passando il palmo della mano, precedentemente collegato a una carta di credito, su un apposito scanner.

Bezos, l’uomo più ricco del mondo e proprietario dell’azienda, ha trovato un nuovo modo per velocizzare lo shopping: una tecnologia biometrica in grado di trasformare la mano in una carta di credito, creando una sorta di “firma palmare“, composta da vene e linee del palmo.

Amazon prevede di proporre l’idea ad altri rivenditori in futuro, e forse anche a stadi e uffici.

La Turchia mette il bavaglio ai social media

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Oggi a Istanbul è entrata in vigore una nuova legge, che darà modo al governo del presidente Recep Tayyip Erdogan di avere un controllo statale su tutti i maggiori social network. Questa legge impone a Facebook, Instagram, Twitter e YouTube che d’ora in avanti dovranno avere un referente locale, legalmente responsabile dei contenuti e della loro eventuale rimozione su richiesta dell’autorità giudiziaria.

La norma prevede che i dati dei loro utenti siano catalogati in server locali, provocando timori di violazioni della privacy. Se i giganti del web non si adegueranno rischieranno multe salate o addirittura l’oscuramento dei propri social. La legge era stata approvata dal Parlamento di Ankara nello scorso luglio, tra le proteste degli attivisti per la libertà d’espressione. Il governo Erdogan non era nuovo ad azioni simili. Nel 2019 aveva oscurato 40mila tweet, 6.200 post su Facebook, 408 mila siti web e 10 mila video su YouTube.

Brexit, l’Europa contro Londra: ha violato gli accordi

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Un paio d’ore prima del nuovo vertice europeo, Ursula von der Leyen (presidente della Commissione) ha annunciato di aver avviato una procedura di infrazione nei confronti della Gran Bretagna: Bruxelles ritiene che la legge britannica sul mercato interno, non rispetti il protocollo per l’Irlanda stabilito nell’accordo di ritiro. Nonostante il governo del Regno Unito avesse riconosciuto le violazioni, non ha ritirato le parti controverse del disegno di legge e la scadenza era ieri.

Secondo la Commissione, il Regno Unito ostacolerebbe l’attuazione dell’accordo di recesso (il Withdrawal Agreement). Il trattato stabilisce che l’Irlanda del Nord deve rimanere nell’unione doganale europea finché non si sarà trovato un altro accordo per evitare una frontiera fisica sull’isola. Johnson (primo ministro inglese)  invece, si dice contrario a questa misura, poiché creerebbe un confine tra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito.

Sempre più tunisini sfidano il Mediterraneo cercando un futuro in Italia

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Un tempo solo i giovani disoccupati salpavano dalle coste della Tunisia alla volta della Sicilia, rischiando la vita per 130 km; oggi anche persone che hanno un lavoro o buone prospettive. Secondo le cifre pubblicate dal Viminale, dall’inizio del 2020, circa 10.000 tunisini sono sbarcati in Italia. Cifre triplicate rispetto al 2019, ma lontane dai 120.000 del 2017. Quell’anno i migranti provenienti dalla Tunisia rappresentavano solo il 5%, ma nel 2020 la percentuale è cresciuta fino al 42%.
Secondo Romdhane Ben Amor, portavoce dell’ong per i diritti economici e sociali (Ftdes), le famiglie che prima si opponevano all’emigrazione oggi non lo fanno più. D’altro canto però, sostiene il portavoce, questi arrivi hanno messo a dura prova le regioni del Sud Italia, soprattutto durante la pandemia.