venerdì 7 Marzo 2025
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Gli Usa stanno costruendo nuovi missili nucleari da 100 miliardi di dollari

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An LGM-118A Peacekeeper intercontinental ballistic missile is launched during the eighth flight test of the program.

Gli Stati Uniti stanno pianificando di rinnovare il loro arsenale balistico, costruendo dei nuovi missili nucleari GBSD. La stima in costi di acquisizione è di 100 miliardi di dollari Il progetto è affidato alla Northrop Grumman Corporation società americana leader nel settore balistico già costruttrice del’ aereo da caccia Tomcat F-14. Il nuovo arsenale che sarà pronto a l’uso nel 2029 andrà a sostituire il precedente sistema missilistico di origine nucleare Minuteman LGM-30 denominati ICBM. L’operazione rimarrà attiva con la costruzione il funzionamento e la manutenzione fino al 2075 per un costo totale di circa 264 miliardi di dollari. Il nuovo programma GBSD consisterà nel sostituire circa 450 missili, inizialmente con l’ordine già effettuato dall’Aereonautica americana di circa 600 pezzi. La Federation of American Scientists  (FAS) in un rapporto sostiene che sul progetto non c’è stata una seria valutazione del ruolo di queste armi da clima di guerra fredda in un ambiente di sicurezza post-guerra fredda, ritenendolo obsoleto e inutile se non fosse guidato da intense pressioni industriali e da politici di stati che ne trarranno solo un vantaggio economico.

Il sistema missilistico balistico intercontinentale GBSD Ground Based Strategic Deterrent è un’ arma di distruzione di massa con un raggio di azione di circa 6.000 miglia, con una testata termonucleare W87 dalla potenza stimata di 475 kt (Kilotoni) 20 volte più potente di quella sganciata Hiroshima il 6 agosto 1945

 

 

Il Parlamento europeo ha votato una nuova legge contro le emissioni di CO2, ma servirà a poco

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Da tempo l’Ue si è dotata di una legge che dovrebbe servire a costringere le aziende più inquinanti a ridurre le proprie emissioni di CO2, ma fino ad oggi non ha mai funzionato, tanto che le emissioni sono diminuite di un misero 1% negli ultimi 15 anni. L’attuale legge prevede un tetto alle emissioni per ogni azienda, ma queste possono acquistare sul mercato ulteriori quote di emissioni (il sistema Emission Trading Scheme) e in più in alcuni paesi è ancora attivo il sistema dei crediti di carbonio gratuiti, che permette di sforare senza nessun onere economico. Questo sistema venne pensato per evitare che le aziende delocalizzassero in Paesi extra-Ue con legislazioni ambientali più permissive, ma alla prova dei fatti non è servito per ridurre le emissioni, né per impedire le delocalizzazioni che evidentemente sono spinte anche da altri fattori, come la riduzione del costo del lavoro.

La nuova legge, proposta dai Verdi, prevedeva di eliminare gradualmente i crediti di carbonio gratuiti e mettere una tassa sulle importazioni di CO2. Un modo per obbligare realmente le industrie alla conversione, continuando a cercare di impedire le delocalizzazioni, non attraverso un sistema di premi (i crediti gratuiti) ma di dazi doganali. Tuttavia il Partito Popolare (maggioranza dell’emiciclo) si è opposto, sposando le posizioni delle lobby industriali, ed è riuscito ad approvare un emendamento che mantiene in vita il sistema dei crediti gratuiti. Dal Parlamento esce quindi una norma azzoppata, senza reali possibilità di incidere sulle emissioni. Dopo il colpo di mano dei popolari i verdi hanno deciso di astenersi dalle votazioni. La norma dovrà comunque essere ratificata dalla Commissione Europea per diventare operativa.

La Danimarca sospende uso vaccino AstraZeneca

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La Danimarca ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la somministrazione del vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca. Secondo quanto riferito dalle autorità del Paese la decisione è stata presa «a causa di problemi di coagulazione del sangue in alcuni pazienti».

In Francia i lavoratori dello spettacolo hanno iniziato ad occupare i teatri nazionali

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Dopo un anno di chiusura i lavoratori dello spettacolo francese hanno deciso di passare all’azione, con la determinazione che spesso contraddistingue le proteste d’Oltralpe: negli ultimi giorni sono iniziate le occupazioni di decine di teatri. La prima azione è stata giovedì, quando sono stati organizzati cortei di protesta da parte dei lavoratori del settore che hanno coinvolto migliaia di persone in tutte le principali città francesi. A Parigi il corteo è terminato con l’occupazione del principale teatro della capitale, l’Odeon, in una cinquantina ci si sono accampati dentro, giurando di rimanerci «tutto il tempo necessario». Nei gironi successi le occupazioni si sono allargate coinvolgendo altri luoghi mitici della cultura francese, come il Theatre National de la Colline di Parigi e il Teatro Nazionale di Strasburgo, e decine di piccole sale in tutto il paese. Il sindacato CGT appoggia la forma di protesta.

Oltre alla riapertura degli istituti culturali, i manifestanti chiedono l’estensione dell’esenzione fiscale per i lavoratori autonomi e stagionali. Immediata la risposta del ministro della Cultura, Roselyne Bachelot, che si è presentata all’Odeon per aprire un negoziato diretto con gli occupanti. In Francia già esiste una legge molto avanzata per i diritti dei lavoratori dell’arte, che garantisce ai precari del settore di ottenere il sussidio di disoccupazione avendo lavorato almeno 507 ore nell’anno precedente. I manifestanti pretendono che il sussidio sia potenziato per tutti.

Il Messico ha legalizzato la cannabis

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Il parlamento messicano ha approvato ieri una legge che legalizza e regolamenta il consumo di cannabis per i cittadini maggiorenni. A questi sarà consentito il possesso legale di massimo 28 grammi e la produzione di cannabis per il proprio consumo, anche in forma organizzata tra comunità di consumatori (sul modello dei Cannabis Social Club diffusi in Spagna). La legge è stata approvata con 316 voti a favore, 129 contrari e 23 astensioni.

Libia: parlamento vota fiducia a nuovo governo di unità nazionale

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Il nuovo governo libico di unità nazionale ha ricevuto il voto di fiducia del parlamento riunito a Sirte. A guidarlo sarà il primo ministro Abdulhamid Dbeibah. Il nuovo governo giurerà il 15 marzo e sarà ad interim, con l’obiettivo di portare il paese ad elezioni libere e democratiche il prossimo 24 dicembre, secondo il piano di pace dell’Onu sottoscritto dalle due fazioni in conflitto. Se verrà rispettato il piano potrebbe rappresentare l’uscita del paese dal conflitto che dura orma da dieci anni.

Si credevano estinte, recuperate 17 specie di piante europee

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Diciassette specie endemiche della flora europea sono state riabilitate grazie ad un recente progetto di ricerca. Il team di ricercatori guidato dall’Università degli Studi Roma Tre ha svolto un’accurata indagine su 36 specie di piante endemiche considerate ‘estinte’. Diciassette di queste, però, non lo erano affatto. Tre specie sono state letteralmente scoperte di nuovo a seguito di indagini sul campo. Per alcune, sono stati rinvenuti esemplari vivi conservati presso orti botanici e banche del germoplasma europei. Altre ancora, invece, sono state riclassificate come nuove specie sulla base dei nuovi dati a disposizione. Diciannove specie, tuttavia, sono andate perse per sempre. Tra queste, nove erano italiane. Prevenire le estinzioni resta quindi prioritario.

Grazie a tecniche sempre più avanzate per indagare la variabilità specifica, il contributo più consistente alla riabilitazione è dipeso dal miglioramento delle conoscenze tassonomiche. La ricerca ha sottolineato come specie e varietà credute estinte possono, in realtà, essere riscoperte grazie ad un costante monitoraggio e impegno nella ricerca floristica. In questo contesto, orti botanici e banche del germoplasma rappresentano, ad oggi, le infrastrutture più efficienti nella conservazione ex situ delle specie vegetali. Consentono, quindi, di scongiurare la perdita definitiva di biodiversità, anche quando mancano le condizioni ambientali favorevoli al sostentamento delle popolazioni naturali. Non a caso negli ultimi anni, su queste, l’Europa vi ha investito ampiamente.

Mezzi miliari e prestiti al Kenya: come l’Italia aiuta un paese a violare i diritti umani

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A policeman directs traffic at a checkpoint in downtown Mogadishu on May 3rd. Security in Mogadishu has been tightened following an attack on the country's Supreme Court by al Shabaab on April 14th, and multiple checkpoints have been set up around the city by the Somali Police Force as a result. AU UN IST PHOTO / TOBIN JONES

Tra il 2016 e il 2020, l’Aeronautica militare kenyota ha acquistato 3 elicotteri da asporto e 3 aerei da trasporto prodotti dall’azienda italiana Leonardo Helicopters. Per l’acquisto, il governo del Kenya ha ottenuto prestiti bancari per un valore cumulativo di 255 milioni di dollari. Questi scambi sono avvenuti in un periodo in cui le forze di polizia del paese si sono rese colpevoli di numerose violazioni dei diritti umani.

Come riferisce AfricaExpress, tra il 2016 e il 2018 l’Aeronautica militare keniota ha acquistato 3 elicotteri da asporto modello AW139, armati con mitragliatrici da 7,62 mm. In cambio ha ottenuto un prestito di 59 milioni di dollari dal gruppo bancario UniCredit. Tra gennaio ed ottobre del 2020, il paese ha acquistato anche 3 aerei da trasporto C-27J “Spartan,” stavolta per un prestito di 196 milioni. I mezzi di entrambi i modelli, nonché la banca coinvolta, sono italiani. L’Italia ha rifornito con mezzi e prestiti il Kenya, nonostante il paese si sia recentemente reso responsabile di gravi violazioni dei diritti umani. Soltanto durante la prima fase della crisi Covid, tra marzo e maggio del 2020, la polizia ha assassinato 15 persone nell’imposizione del coprifuoco. La polizia ha anche duramente represso le manifestazioni pacifiche degli abitanti delle baraccopoli, considerate abusive. Il 14 settembre del 2020, ha inoltre arrestato la presidente di Amnesty International Kenya, Renee Ngamau, colpevole di aver preso parte ad una marcia pacifica con i suoi concittadini.

Iran: rifiutata proposta Usa su nuovo accordo nucleare

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Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, ha reso noto, tramite un tweet, che l’Iran rifiuterà la proposta statunitense di un nuovo accordo nucleare. Gli USA avevano redatto una lettera, firmata da 70 membri repubblicani e 70 membri democratici della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, in cui veniva illustrato il bisogno di un nuovo accordo nucleare, ma il ministro iraniano ha sottolineato che il piano nucleare attuale sia “completo”.

Mosca: twitter verrà rallentato

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L’agenzia russa delle telecomunicazioni ha annunciato che le autorità rallenteranno il funzionamento di Twitter nei confronti del 100% dei dispositivi mobili e del 50% di quelli fissi. Il social è accusato di non aver rimosso delle informazioni giudicate illegali. Nel mirino anche Tik Tok e Facebook, a causa degli inviti a prendere parte alle proteste in sostegno dell’oppositore Navalny.