sabato 19 Aprile 2025
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Polonia: migliaia in piazza contro il divieto all’aborto

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Migliaia di donne e uomini polacchi sono scesi in strada venerdì sera, nelle principali città del Paese, per difendere il diritto all’aborto. Da pochi giorni la Corte Costituzionale della Polonia ha messo quasi totalmente fuori legge l’interruzione di gravidanza, anche nei casi di malformazione del feto. Il Consiglio d’Europa ha protestato contro la decisione, che limita il diritto all’aborto ai casi di stupro, incesto e di rischio per la vita della madre.

La polizia ha usato i lacrimogeni contro alcuni giovani che stavano protestando davanti alla casa di Kaczynski, il capo del partito al potere in Polonia (a favore della stretta). Bloccati dalle forze dell’ordine che hanno strappato loro gli striscioni, alcuni manifestanti hanno risposto lanciando pietre.

La Polonia conta meno di 2.000 aborti legali l’anno, ma le stime raggiungono le 200.000 interruzioni se consideriamo quelle praticate all’estero o illegalmente.

L’Italia ha multato Google perché pubblicizza siti di scommesse e gioco d’azzardo

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Google ha violato la normativa nazionale che vieta la pubblicità su gioco d’azzardo e scommesse; per questo motivo, come stabilito dal decreto Dignità del 2018, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha multato il colosso tecnologico per il servizio Google Ads, che permette l’indicizzazione e la promozione di siti web. Tramite il software e il posizionamento pubblicitario, infatti, si sono diffusi link che rimandavano a siti d’azzardo. L’azienda ne è responsabile poiché l’inserzionista paga a Google un compenso per garantirsi la massima visibilità e diffusione.

Anche negli Usa, il colosso sta affrontando problemi legali: accusato di abuso di posizione dominante dal dipartimento di Giustizia. Avrebbe infatti spinto produttori di smartphone e browser a privilegiare Google come motore di ricerca predefinito. Il risultato è una posizione dominante con poche opportunità per qualsiasi altro concorrente.

L’Europa approva la nuova politica agricola, protestano le associazioni ambientaliste: “Non basta”

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Il Parlamento europeo ha approvato la nuova politica agricola comune (Pac) che regolamenterà i sussidi al settore per i prossimi 7 anni. Si tratta della più importante legge europea sotto il profilo finanziario, visto che mobilita oltre un terzo del bilancio comunitario (390 miliardi di euro per il periodo 2021-2027). La legge –  approvata con i voti dei tre gruppi politici maggiori, Partito popolare europeo, Socialisti e Democratici, Renew Europe – introduce nei regolamenti comunitari norme per incentivare pratiche agronomiche verdi, una riserva di bilancio per far fronte alle crisi e sanzioni più severe in caso di infrazioni ripetute delle norme sull’ambiente, sul benessere degli animali o sulla qualità degli alimenti. Per questo è stata celebrata come un grande risultato dai suoi firmatari.

Opposto è però l’avviso della gran parte dei movimenti ambientalisti e del partito dei Verdi (che ha votato contro) che giudicano la legge inadeguata per far fronte agli impegni che l’Europa si è assunta nel Green New Deal. Solo il 20% dei sussidi disponibili  saranno destinati a incentivare le pratiche verdi, con uno sforzo considerato da scienziati e ambientalisti insufficiente per proteggerci dal cambiamento climatico. La riforma prevede inoltre, che quasi metà dei fondi siano usati come supporto al reddito degli agricoltori ma senza condizioni vincolanti in tema ambientale né di modello produttivo, rischiando così di andare a privilegiare le grandi industrie agricole intensive a discapito dei piccoli agricoltori. Legambiente si è detta “profondamente delusa” dalla legge che “continuerà a finanziare un modello agricolo che porta alla perdita di biodiversità e contribuisce alla crisi climatica”

Napoli: cortei e scontri contro il coprifuoco imposto da De Luca

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sommossa Napoli

Ieri sera alle 23 circa, vicino alla sede della Regione Campania, è scoppiata una rivolta a seguito della richiesta del governatore De Luca di un nuovo lockdown. Il corteo, che in questo momento è vietato dall’ordinanza anti Covid, ha preso sempre più forma lungo il percorso. Centinaia di manifestanti, con il volto coperto dalle mascherine, hanno iniziato una guerriglia in via Santa Lucia, lanciando pietre e bottiglie di vetro contro la polizia in tenuta antisommossa, dopodiché si sono indirizzati verso la sede della Regione. Le forze dell’ordine hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni per cercare di fermare la folla. Non ci sarebbe nessun ferito. I manifestanti, autoconvocatisi sui social, hanno mostrato uno striscione che riportava la scritta: “Tu ci chiudi, tu ci paghi”.

Grecia, 8mila rifugiati vivono in condizioni disumane nel nuovo campo sull’isola di Lesbo

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tendopoli

Sull’isola di Lesbo, in Grecia, 8mila uomini, donne e bambini, sono costretti in tende di fortuna inadatte alle rigidità dell’inverno balcanico ormai alle porte, senza acqua corrente, sistema fognario, assistenza sanitaria, servizi igienici o docce, e senza alcuna possibilità di applicare forme di distanziamento per prevenire la diffusione del coronavirus. Queste le condizioni nel nuovo campo profughi per migranti e richiedenti asilo di Moria, secondo un rapporto redatto dalla Ong Oxfam e dal Consiglio greco per i rifugiati (Grc). Il rapporto lancia un appello urgente per l’immediato trasferimento di tutti i migranti presenti nel campo in strutture adeguate nella Grecia continentale e in altri Paesi Ue.

Il nuovo campo profughi è stato allestito in poche settimane, per sostituire la precedente struttura, interamente andata a fuoco in un incendio divampato lo scorso 8 settembre. Dopo il rogo – che fortunatamente non aveva provocato vittime – le autorità greche avevano promesso una rapida soluzione del problema ma, al momento, i rifugiati continuano ad essere ospitati in strutture inadatte a garantire il minimo rispetto dei diritti umani di base.

Covid-19, la Svezia marcia controcorrente: eliminate le restrizioni per gli anziani

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[et_pb_section fb_built=”1″ _builder_version=”3.22″][et_pb_row _builder_version=”3.25″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.25″ custom_padding=”|||” custom_padding__hover=”|||”][et_pb_text _builder_version=”3.27.4″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”]Nonostante il numero dei casi da Covid-19 in aumento, la Svezia ha deciso di rendere le regole uguali per tutti i cittadini, comprese le categorie vulnerabili (anziani). Finora lo Stato aveva chiesto a queste ultime di limitare il più possibile il contatto con gli altri. Durante la prima ondata il numero di casi e morti nel Paese, è stato tra i più alti del mondo. La seconda invece, sembrava aver risparmiato la Nazione, ma da alcuni giorni i casi sono tornati ad aumentare (970 al giorno); per questo motivo sono state suggerite (nel vero senso della parola) regole più stringenti.

Al momento, secondo i dati del “Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”, i casi da coronavirus sono saliti a 100 ogni 100.000 persone; numeri lontani da quelli dei Paesi in cui la seconda ondata sta facendo paura.

 
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Libia accordo storico: siglato il cessate il fuoco permanente

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fine guerra Libia
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Un cessate il fuoco permanente in tutta la Libia è stato raggiunto a Ginevra al termine dei colloqui della Commissione Militare Congiunta 5+5. Il “risultato storico” è stato proclamato dalla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) su Facebook. Il Paese nordafricano soffre la guerra civile dalla fine dell’era di Muammar Gheddafi, catturato e ucciso nel 2011. Finora i due generali che si contendevano il potere, Haftar e Sarraj, non erano mai giunti ad un accordo. La svolta è avvenuta lo scorso mercoledì, quando le parti si erano accordate per la ripresa dei trasporti del Paese. I colloqui sono stati moderati dal capo della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia e la cerimonia per la firma delle delegazioni libiche è in corso a Ginevra.

L’Artico non si è ancora ricongelato: non era mai successo

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Artico

È allarme nel mare di Laptev dove, per la prima volta, il principale vivaio di ghiaccio in Siberia deve ancora iniziare a congelare. Nella Russia settentrionale le temperature degli oceani sono aumentate di 5°C sopra la media e ciò ha causato l’insolito fenomeno; lo affermano gli scienziati del clima che avvertono di possibili effetti a catena nella regione polare.

Le emissioni industriali e agricole hanno reso 600 volte più probabile il caldo siberiano di quest’anno, ma la temperatura dell’aria non è l’unico fattore ad incidere. Il cambiamento climatico infatti, sta spingendo nell’Artico correnti più miti dell’Atlantico, interrompendo la solita stratificazione tra acque calde e superficie fresca.

Nigeria, si aggravano le proteste: almeno 56 morti

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EndSARS

La violenza in Nigeria continua: 56 persone sono morte dall’inizio delle proteste #EndSARS. Lo afferma Amnesty International (associazione per i diritti umani), aggiungendo che nella sola giornata di martedì sono state tolte 38 vite. Giovedì, sono esplosi degli spari a Lagos, dopo che un incendio è stato appiccato nella prigione della città. La polizia ha dichiarato che le fiamme sarebbero state appiccate da qualcuno all’interno.

Nei giorni scorsi, il presidente Muhammadu Buhari aveva chiesto in una dichiarazione firmata dal suo consigliere “comprensione e calma”, senza menzionare gli attacchi subiti dai manifestanti. Ieri sera però, in televisione, ha invitato a sospendere le proteste e coinvolgere il governo nella ricerca di soluzioni.

Le proteste sono dovute al trattamento rivolto ai civili da parte della “Sars” (Squadra speciale anti-rapina della polizia), che si è sciolta dopo l’inizio delle manifestazioni. Le accuse ricevute riguardano estorsione, tortura ed omicidio. 

Grazie alla stampa 3D un gruppo di scienziati ricostruisce la barriera corallina

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Nel parco marino di Hoi Ha Wan, i ricercatori dell’Università di Hong Kong stanno sistemando delle piastrelle in terracotta stampate in 3D, con lo scopo di ricreare barriere artificiali. Il parco ospita oltre 60 specie di coralli ed è uno dei più importanti per la biodiversità marinaPurtroppo nel 2018 un tifone ha distrutto l’80% della zona protetta e poche specie sono sopravvissute. Senza alcuna influenza umana, ci vorrebbero decenni prima che i coralli riescano a rigenerarsi naturalmente. Per questo motivo intervengono gli scienziati marini: aiutano i coralli a sopravvivere creando per loro supporti a cui attaccarsi ed inserendone di nuovi, prodotti con la stampante 3D.