domenica 24 Novembre 2024
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La mobilitazione salva gli indigeni indonesiani fermando l’estrazione di nichel

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Il colosso chimico tedesco BASF si è ritirato da un progetto da 2,6 miliardi di dollari per raffinare nichel nell’isola indonesiana di Halmahera. In partnership con la francese Eramet, il progetto “Sonic Bay” avrebbe dovuto raffinare nichel e cobalto estratti dalla Weda Bay Nickel (WBN) che, con le sue attività, sta distruggendo la foresta di centinaia di indigeni Hongana Manyawa incontattati che vivono nell’area. La decisione è arrivata dopo una intensa campagna condotta da Survival International, che ha rivelato come gran parte dell’area interessata dalle attività estrattive è territorio deg...

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UE, Orban lancia un nuovo eurogruppo di destra radicale

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Oggi, a Vienna, il Primo ministro ungherese Viktor Orbán ha annunciato la formazione di un’Alleanza di destra radicale per creare un nuovo gruppo in seno al Parlamento europeo, volto a contrastare l’ascesa dell’europeismo. Tra i fondatori, oltre al leader ungherese, si annoverano anche l’austriaco Herbert Kickl del Partito della Libertà e il Premier ceco Andrej Babiš di Azione dei Cittadini Insoddisfatti 2011. Ancora poco chiaro chi farà a tutti gli effetti parte della possibile coalizione: per creare un nuovo eurogruppo, infatti, è necessaria l’adesione di un minimo di 23 parlamentari (numero di cui i tre partiti sono a disposizione) provenienti da almeno sette Paesi.

Val d’Aosta, termina l’alluvione: inizia la conta dei danni

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È terminata l’alluvione che nella giornata di ieri ha colpito diverse zone della Valle d’Aosta e del Piemonte, causando frane e isolando comuni. A venire fortemente colpiti i comuni e le zone limitrofe a Cogne e Cervinia, rimasti isolati a causa delle frane. Danni anche attorno a varie aree del fiume Dora Baltea, che è esondato causando allagamenti e danni alle case, alle automobili, e alle infrastrutture telefoniche ed elettriche. Inondazioni e danni anche in Piemonte, nello specifico nel Canavese e nella parte nordorientale della regione. In Svizzera, nel Canton Ticino, invece, il maltempo ha causato 2 morti.

Nigeria, possibili attacchi suicidi: almeno 18 morti

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Nella notte tra sabato e domenica a Gwoza, città nigeriana dello Stato nordorientale del Borno, si sono verificate tre distinte esplosioni, in seguito alle quali hanno perso la vita almeno 18 persone e sono state ferite almeno altre 30. Nello specifico a venire attaccati sono stati un matrimonio, un funerale e un ospedale. Secondo le autorità locali, si tratterebbe di attentati kamikaze da parte di persone affiliate a gruppi islamisti della zona. Lo stato del Borno è da anni teatro di attacchi di militanti del gruppo di Boko Haram, che negli ultimi 15 anni hanno causato lo sfollamento di oltre due milioni di persone e l’uccisione di oltre 40.000.

Messico: lo Stato “in pace” dove muoiono più civili che in ogni conflitto

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Più di cinquemila episodi di violenza mirata contro i civili solo nel 2023: se questi numeri riguardassero un Paese dichiaratamente in guerra, probabilmente non ci sorprenderebbero. Tuttavia, il fatto che si riferiscano al Messico, uno Stato formalmente democratico e senza alcun conflitto ufficiale in corso, è sconcertante. Secondo l’ACLED, un’organizzazione non governativa specializzata nella raccolta di dati, analisi e mappatura dei conflitti nel mondo, il Messico è considerato il Paese più pericoloso al mondo per i civili. Se si tengono conto di tutti e quattro gli indicatori valutati dall’...

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UE-Egitto, annunciato accordo commerciale da 40 miliardi di euro

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Durante la Conferenza sugli investimenti Egitto-Unione Europea, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato la firma di un pacchetto di aiuti da un miliardo di euro, a cui si aggiungeranno una serie di accordi commerciali del valore di «oltre 40 miliardi». Nello specifico, le aziende europee starebbero firmando oltre 20 nuovi accordi con i partner egiziani «in settori che vanno dall’idrogeno alla gestione delle acque, dalle costruzioni ai prodotti chimici, dal trasporto marittimo all’aviazione e all’industria automobilistica». Gli aiuti, invece, sarebbero mirati alla stabilità dell’Egitto, e intenderebbero rivolgersi «al potenziale energetico pulito» del Paese, «alle competenze per i giovani», e all’introduzione di «riforme per un’economia dinamica».

Pride, cortei in sette città “contro le discriminazioni”

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Sono sette le città che oggi sono attraversate dalle manifestazioni del Pride per l’ultimo fine settimana di giugno. A Milano il corteo è partito alle 15:00 in via Vittorio Pisani, mentre altre manifestazioni sono state registrate a Bari, Dolo, Cagliari, Napoli, Ragusa e Treviso. Il segretario di Arcigay Gabriele Piazzani spiega che si scende in piazza anche contro le «politiche persecutorie verso donne, stranieri, persone Lgbtqi+» e contro le «leggi dittature» del governo. A Milano è presente, tra gli altri, il carro del Pd con la segretaria Elly Schlein che ha affermato che «sarà anche oggi una giornata di partecipazione per i diritti di tutti».

Microplastiche: negli USA si moltiplicano le cause contro l’industria dell’acqua in bottiglia

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Negli Stati Uniti sono già cinque le azioni collettive contro l’industria delle acque in bottiglia lanciate nei primi mesi di quest’anno. I cittadini, in particolare, stanno accusando i produttori di mancanza di trasparenza, in quanto non segnalano la presenza di microplastiche nelle etichette dell’acqua, nonostante numerosi studi abbiano confermato questa presenza. Anche se la comunità scientifica sta ancora indagando sui danni causati dalle microplastiche, i querelanti sono determinati a portare la questione in tribunale. L’accusa sostiene che le aziende che producono e vendono acqua in bottiglia avrebbero violato le norme a tutela dei consumatori etichettando la loro acqua come “naturale”. In realtà, si presume che contenga microplastiche, ovvero microscopici e potenzialmente tossici frammenti di plastica tutt’altro che naturali.

Nello specifico, i contenziosi coinvolgono le aziende The Wonderful Co., Bluetriton Brands Inc., Danone Waters of America LLC e CG Roxane LLC. La class action contro The Wonderful Co., l’azienda produttrice dell’acqua in bottiglia Fiji, sostiene sostiene che la presenza di microplastiche nell’acqua contraddica la pubblicità dell’azienda, facendo sollevare preoccupazioni circa il potenziale inganno nei confronti dei consumatori e sui rischi per la salute associati alle microplastiche, che secondo corpose ricerche risulterebbero avere effetti tossici sugli esseri umani. La causa collettiva afferma che “le microplastiche non sono presenti in natura”, ma “solitamente realizzate in polipropilene, polietilene, polistirene e altri polimeri sintetici”, essendo capaci di danneggiare il sistema circolatorio umano e causando una serie di disturbi. Si muovono sulla stessa scia le cause intentate contro BlueTriton Brands Inc, produttore dell’acqua in bottiglia Ice Mountain, e Danone Waters of America LLC, produttore dell’acqua Evian, che vengono accusate di aver pubblicizzato falsamente i loro prodotti come “acqua di sorgente naturale al 100%” pur essendo consapevoli che contenessero microplastiche potenzialmente dannose. Il medesimo discorso vale per l’azienda CG Roxane, accusata di non avere avvertito i consumatori che la sua “acqua di sorgente alpina naturale” contiene microplastiche.

Le nanoplastiche sono minuscole particelle corrispondenti a circa un millesimo della larghezza media di un capello (sono quindi dell’ordine di un miliardesimo di metro) e sono così piccole che possono migrare attraverso i tessuti del tatto digestivo e dei polmoni o addirittura finire nel sangue depositando sostanze chimiche potenzialmente dannose come bisfenoli, ftalati, Pfas e metalli pesanti. Un importante studio pubblicato a gennaio sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), condotto dai ricercatori delle università statunitensi Columbia e Rutgers, ha rivelato che un litro di acqua in bottiglia potrebbe contenere fino a 370mila microscopiche particelle di plastica, circa 100 volte di rispetto alla stima precedente (con una media di 240mila frammenti per litro). I campioni utilizzati dai ricercatori sono risultati positivi al polistirene, al polivinilcloruro, al polimetilmetacrilato, al Pet e infine alla poliammide, che paradossalmente sarebbe legata proprio ai filtri di plastica utilizzati per la purificazione prima dell’imbottigliamento. A ogni modo, gli autori hanno dichiarato che attualmente non è ancora possibile sapere se i pezzi di nanoplastiche siano o meno direttamente dannosi per la salute: «Non sappiamo se e quanto siano pericolosi. Sappiamo che entrano nei tessuti e la ricerca attuale sta esaminando cosa fanno nelle cellule», ha riferito la coautrice Phoebe Stapleton.

[di Stefano Baudino]

Elezioni in Iran, si va al ballottaggio, affluenza al 40%

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Alle elezioni presidenziali svolte in Iran nessuno dei candidati ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti e di conseguenza è previsto un ballottaggio il 5 luglio tra i primi due più scelti: Massud Pezeshkian e Said Jalili. Lo riporta il ministero dell’Interno iraniano citato dall’agenzia di stampa IRNA, dopo aver provveduto ai conteggi in 58.640 seggi elettorali in tutto il Paese e in 344 all’estero. Da un totale di oltre 61 milioni di iraniani aventi diritto di voto – si legge – sono stati registrati oltre 24 milioni di voti, corrispondenti ad un affluenza di circa il 40%, uno dei risultati più bassi nella storia del Paese.

Ad Alessandria tutte le persone sottoposte a biomonitoraggio hanno PFAS nel sangue

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Alti livelli di PFAS sono stati trovati nel sangue di tutti i 36 cittadini di Spinetta Marengo – Comune in provincia di Alessandria in cui sorge la Syensqo (ex Solvay), finita al centro di un processo per disastro ambientale – recentemente sottoposti a biomonitoriaggio. Nel 100% dei casi, infatti, risultano presenti concentrazioni superiori ai 2 nanogrammi per millilitro, soglia individuata come valore di riferimento dalla National Academies of Sciences e dal protocollo della Regione Piemonte, oltre la quale possono verificarsi effetti deleteri sulla salute umana. I 36 cittadini si sono sottoposti in maniera volontaria al test, promosso dalle associazioni Ànemo , Greenpeace Italia e Comitato Stop Solvay, nel mese di maggio. Le analisi, pagate di tasca propria dagli alessandrini, sono state effettuate da un laboratorio dell’Università tedesca di Aquisgrana. Un dato allarmante, dato che i PFAS sono sostanze altamente persistenti che possono causare molteplici problemi, anche molto gravi, alla salute.

La notizia è stata comunicata giovedì scorso, in occasione di una conferenza stampa tenuta nei pressi della prefettura cittadina dall’associazione Greenpeace, al cui fianco sedevano i rappresentanti dei comitati locali che, da anni, combattono affinché i PFAS siano messi al bando. Nello specifico, tra i PFAS rilevati, il composto risultato più presente è quello dei PFOA – classificati negli scorsi mesi come “cancerogeni certi” dagli scienziati dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) -, con concentrazioni comprese tra 0,84 e 22,76 nanogrammi per millilitro. Seguono i PFOS, classificati come “possibilmente” cancerogeni – rilevati in concentrazioni comprese tra 0,84 e 12,97 nanogrammi per millilitro. Contestualmente, sono state attestate anche alte concentrazioni di PFHxS, PFNA e PFDA. «Chiediamo accesso gratuito alle analisi, per tutti – ha detto Viola Cereda, del Comitato Stop Solvay, rivolgendosi alla nuova giunta regionale – e azioni concrete per risolvere il problema. È vero che non è colpa solo di questa industria, ma è chiaro a tutti che è ormai obsoleta e continuerà ad inquinare. Le istituzioni che cosa vogliono fare? Non si esprimono mai e ciò non è più tollerabile». «Abbiamo capito che quell’industria non può produrre senza sversare nell’ambiente sostanze tossiche – ha dichiarato Giuseppe Ungherese di Greenpeace – Le istituzioni devono far qualcosa per bloccare le produzioni nocive senza indugi. Gli interventi ‘spot’ non servono».

A inizio giugno, in seguito ai controlli eseguiti da Arpa Piemonte, che ha certificato il mancato rispetto dei limiti delle emissioni di PFAS nell’ambiente, la provincia di Alessandria ha mandato una doppia diffida all’ex Solvay, imponendo il fermo delle produzioni per 30 giorni. La prima si riferisce ai rilasci di schiume particolarmente gravi nel fiume Bormida nelle settimane precedenti, mentre la seconda riguarda i valori elevati registrati nei suoli interni al polo chimico. L’azienda non avrebbe rispettato l’autorizzazione integrata ambientale, la quale si basa su prescrizioni necessarie a non compromettere irrimediabilmente il territorio dove risiede la comunità limitrofa allo stabilimento. Nel frattempo, a fine maggio ha ufficialmente avuto inizio il processo davanti al GUP del Tribunale di Alessandria che vede Solvay alla sbarra per disastro ambientale colposo. Lo scorso 6 maggio, all’udienza preliminare, oltre 250 parti civili si sono costituite davanti al giudice, incluse associazioni ambientaliste e istituzioni. Si parla di un’inchiesta molto ampia, che ha colpito nello specifico due ex dirigenti Solvay, Stefano Bigini, dal 2008 e fino al dicembre 2018 direttore di stabilimento, e Andrea Diotto, dal 1° gennaio 2013 direttore dell’Unità di produzione fluidi e dal 1° settembre 2018 direttore di stabilimento.

I Pfas sono un gruppo che raccoglie oltre 10.000 molecole sintetiche non presenti in natura, utilizzate in vari processi industriali per la fabbricazione di prodotti come le padelle antiaderenti o qualche imballaggio alimentare. Essendo molecole fortemente stabili, esse non vengono degradate brevemente nell’ambiente e sono state definite “inquinanti eterni”. L’esposizione ai Pfas è stata associata a problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e ad impatti negativi sulla fertilità. I Pfas sono già stati rilevati in Veneto – dove la questione è così seria che anche l’Alto Commissariato dell’Onu spedì anni fa una delegazione – e, come hanno dimostrato recenti ricerche, nelle acque di quasi tutte le regioni Italiane.

[di Stefano Baudino]