sabato 19 Aprile 2025
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La Turchia mette il bavaglio ai social media

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Oggi a Istanbul è entrata in vigore una nuova legge, che darà modo al governo del presidente Recep Tayyip Erdogan di avere un controllo statale su tutti i maggiori social network. Questa legge impone a Facebook, Instagram, Twitter e YouTube che d’ora in avanti dovranno avere un referente locale, legalmente responsabile dei contenuti e della loro eventuale rimozione su richiesta dell’autorità giudiziaria.

La norma prevede che i dati dei loro utenti siano catalogati in server locali, provocando timori di violazioni della privacy. Se i giganti del web non si adegueranno rischieranno multe salate o addirittura l’oscuramento dei propri social. La legge era stata approvata dal Parlamento di Ankara nello scorso luglio, tra le proteste degli attivisti per la libertà d’espressione. Il governo Erdogan non era nuovo ad azioni simili. Nel 2019 aveva oscurato 40mila tweet, 6.200 post su Facebook, 408 mila siti web e 10 mila video su YouTube.

Brexit, l’Europa contro Londra: ha violato gli accordi

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Un paio d’ore prima del nuovo vertice europeo, Ursula von der Leyen (presidente della Commissione) ha annunciato di aver avviato una procedura di infrazione nei confronti della Gran Bretagna: Bruxelles ritiene che la legge britannica sul mercato interno, non rispetti il protocollo per l’Irlanda stabilito nell’accordo di ritiro. Nonostante il governo del Regno Unito avesse riconosciuto le violazioni, non ha ritirato le parti controverse del disegno di legge e la scadenza era ieri.

Secondo la Commissione, il Regno Unito ostacolerebbe l’attuazione dell’accordo di recesso (il Withdrawal Agreement). Il trattato stabilisce che l’Irlanda del Nord deve rimanere nell’unione doganale europea finché non si sarà trovato un altro accordo per evitare una frontiera fisica sull’isola. Johnson (primo ministro inglese)  invece, si dice contrario a questa misura, poiché creerebbe un confine tra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito.

Sempre più tunisini sfidano il Mediterraneo cercando un futuro in Italia

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Un tempo solo i giovani disoccupati salpavano dalle coste della Tunisia alla volta della Sicilia, rischiando la vita per 130 km; oggi anche persone che hanno un lavoro o buone prospettive. Secondo le cifre pubblicate dal Viminale, dall’inizio del 2020, circa 10.000 tunisini sono sbarcati in Italia. Cifre triplicate rispetto al 2019, ma lontane dai 120.000 del 2017. Quell’anno i migranti provenienti dalla Tunisia rappresentavano solo il 5%, ma nel 2020 la percentuale è cresciuta fino al 42%.
Secondo Romdhane Ben Amor, portavoce dell’ong per i diritti economici e sociali (Ftdes), le famiglie che prima si opponevano all’emigrazione oggi non lo fanno più. D’altro canto però, sostiene il portavoce, questi arrivi hanno messo a dura prova le regioni del Sud Italia, soprattutto durante la pandemia.

Covid-19: il Governo verso la proroga dello stato di emergenza

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Il Governo Conte valuta di prolungare lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, superando la scandenza attuale prevista per il 15 ottobre. La proroga è stata richiesta dal Comitato tecnico scientifico e motivata con l’andamento della pandemia in Italia e soprattutto in alcuni paesi vicini. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha giudicato molto probabile l’effettivo prolungamento dell’emergenza.

Lo stato di emergenza prevede di agire in deroga su numerosi aspetti della vita pubblica grazie all’emanazione di Dpcm (i decreti della presidenza del Consiglio dei ministri) e ordinanze del ministro per la Salute, di decidere limitazioni agli ingressi di cittadini stranieri e di attuare nuovi eventuali lockdown senza bisogno di approvazione parlamentare.

Brasile, un giudice salva le mangrovie tropicali da Bolsonaro

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Ricardo Salles attuale ministro dell’Ambiente in Brasile, ha ormai da tempo un’ossessione confermata anche dalle varie intercettazioni sentite dai giudici. La sua idea è chiara: “Basta con questi vincoli ambientali” dice il ministro, “Bisogna favorire gli allevatori, dare spazio agli industriali”. Poi, per raffigurare meglio quello che intendeva dire, aveva aggiunto: “Come nei passaggi delle mandrie, queste regole che delimitano alcune zone devono essere cancellate”. A dare ancora più manforte alla sua idea è anche il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Lunedì scorso la sua “idea” è diventata realtà, il Consiglio nazionale dell’Ambiente (Conama) ha votato all’unanimità la revoca delle risoluzioni 302 e 303 che fissavano entro 300 metri dalla costa le aree protette: circa 1,6 milioni di chilometri quadrati di terreni colmi di mangrovie e segnati da dune di sabbia. Gli ambientalisti sono insorti, insieme a loro un gruppo di avvocati che ha presentato un ricorso accolto dal giudice federale del tribunale di Rio de Janeiro Maria Carvalho. Il giudice per il momento ha fermato il procedimento.

COP14: i grandi del mondo cercano un accordo per salvare il pianeta (ancora una volta)

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Alla COP14 (conferenza delle nazioni unite per la lotta alla desertificazione) in Egitto, i governi hanno avviato il processo di negoziazione degli obiettivi di biodiversità per il prossimo decennio, poiché nell’ultimo, il mondo non ne ha raggiunto alcuno tra quelli concordati ad Aichi nel 2010.
Secondo dati IPBES (piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità), infatti, circa il 25% delle specie animali e vegetali è minacciato dall’estinzione, mentre il 66% della superficie oceanica subisce l’impatto delle attività antropiche.
Mercoledì 30 settembre 2020, in qualità di paese ospitante della COP15, Xi Jinping (Segretario generale del Partito Comunista Cinese) conferma ai leader mondiali che la Cina è pronta a condividere la sua esperienza di protezione della biodiversità e che l’obiettivo è cercare la modernizzazione in armonia con la natura.

Italia: l’85% delle città sono troppo inquinate

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Le pagelle dello smog bocciano otto città su dieci, lo afferma Legambiente con il nuovo rapporto sull’inquinamento dell’aria, basato sui dati delle polveri sottili in un periodo compreso tra il 2014 e il 2018. Le città con i valori peggiori sono: Roma,Torino, Palermo, Milano e Como.
“Solo il 15% delle città ha raggiunto nei cinque anni un voto sufficiente” dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, aggiunge :”Serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog”.

UE: 1 milione di morti evitabili all’anno, ma in Italia va meglio

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Eurostat rileva che nel 2016 due terzi dei decessi di persone con età inferiore a 75 anni potevano essere evitati. La prevenzione primaria e gli interventi sanitari tempestivi, avrebbero potuto salvare un milione di persone.
I dati non si riferiscono alle morti da Covid-19, ma ad ogni altro tipo di patologia a causa delle liste d’attesa interminabili, assenza di prevenzione ed efficacia delle terapie. Su questo sfondo europeo, l’Italia si distingue: detiene il minor numero di morti per malattie prevenibili (107 ogni 100mila abitanti) e si colloca agli ultimi posti della classifica di malasanità (67 morti ogni 100mila abitanti). A causa di quest’ultima, in 6 paesi (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Ungheria) hanno registrato più di 150 morti nel 2017.

Scienza: creato un enzima capace di mangiare la plastica

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Un team di ricercatori dell’Università di Portsmouth ha progettato il PETase, un enzima che mangia plastica, combinando quello utilizzato in precedenza con una sostanza che lo accelera.
Il superenzima potrebbe avere importanti implicazioni per il riciclaggio del PET, il termoplastico più comune usato per articoli di plastica monouso e indumenti; esso impiega centinaia di anni per degradarsi nell’ambiente. Il PETase, tuttavia, è in grado di scomporlo fino a sei volte più velocemente dell’enzima utilizzato in precedenza. Bastano infatti solo 96 ore per vedere in modo chiaro il processo di degradazione attraverso il microscopio elettronico.

Scoperta italiana: su Marte esiste una rete di laghi salati

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Nel 2018 un team italiano scoprì che sotto i ghiacci del Polo Sud marziano c’è acqua. Tuttavia la stessa squadra (ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – Inaf) ha scoperto, due anni dopo, un vero e proprio sistema idrico sotto ad un chilometro di ghiaccio, composto da tre laghi salati. La nuova scoperta è a firma italiana e suggerisce che l’acqua liquida nel sistema solare è più diffusa di quanto credessimo. Inoltre c’è la probabilità che i laghi siano esistiti per gran parte della storia di Marte e quindi potrebbero conservare ancora oggi tracce di vita.