Ieri sera, domenica 27 luglio, un treno regionale è deragliato nel sud della Germania, vicino alla città di Riedlingen, provocando la morte di tre persone e diversi feriti gravi. A bordo si trovavano circa 100 passeggeri quando almeno due carrozze sono uscite dai binari in una zona boschiva intorno alle 18:10. Le immagini mostrano i vagoni rovesciati, mentre i soccorritori operano tra i rottami per prestare aiuto. Le cause dell’incidente, avvenuto a circa 158 km da Monaco, restano sconosciute. Né la polizia federale né Deutsche Bahn hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Israele sequestra nuovamente la nave della Freedom Flotilla, a bordo due italiani
A circa 50 miglia nautiche dalla costa di Gaza, la nave Handala, della Freedom Flotilla Coalition, il movimento che si batte per rompere l’assedio israeliano su Gaza, è stata fermata illegalmente e sequestrata dalle autorità israeliane. La nuova Freedom Flotilla è stata intercettata in acque internazionali e successivamente condotta fino al porto di Ashdod, dove l’equipaggio è stato fatto sbarcare e arrestato. L’imbarcazione, partita da Siracusa con a bordo 21 attivisti di 12 nazionalità, mirava a portare aiuti simbolici alla popolazione palestinese. L’equipaggio si trova ora di fronte a due possibilità: firmare e rientrare nel Paese di provenienza, oppure rifiutare e rimanere in stato di trattenimento in attesa di espulsione. Tra i fermati figurano anche due italiani: lo skipper barese Tony La Piccirella, che risulta ancora detenuto, e il giornalista siciliano Antonio Mazzeo, che dovrebbe essere rimpatriato.
Le forze israeliane hanno intercettato Handala alle 22:43 di sabato 26 luglio, mentre la nave si trovava a 49,1 miglia nautiche da Gaza, in acque internazionali. In un video condiviso sulle piattaforme social del gruppo si vedono i 21 attivisti seduti uno di fianco all’altro con le mani alzate e i giubbotti di salvataggio indosso, mentre le imbarcazioni israeliane si avvicinano alla nave umanitaria per fare salire un gruppo di circa dieci soldati tutti armati di fucile. Dopo essere stata fermata, la nave è stata condotta al porto di Ashdod e agli attivisti è stata data l’opzione di scegliere se venire rimpatriati subito o venire detenuti. Il giorno dopo, il centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, Adalah, ha dichiarato di avere incontrato 17 dei 21 attivisti affermando di averli trovati in «condizioni relativamente stabili». Adalah ha spiegato che Israele sta trattando gli attivisti come persone entrate clandestinamente sul proprio territorio, malgrado siano stati arrestati mentre si trovavano all’infuori da esso. Il centro legale ha inoltre reso noto che, degli attivisti incontrati, tre, tra cui Antonio Mazzeo, hanno deciso di venire rimpatriati, 12, tra cui Tony La Piccirella, hanno deciso di venire arrestati, e due, entrambi di cittadinanza israelo-statunitense, sono stati interrogati e rilasciati e risultano ora sotto custodia di Adalah.
La Handala era partita da Siracusa il 13 luglio con a bordo latte in polvere per i bambini di Gaza, cibo, acqua e medicine. Il 20 luglio, la nave è salpata dalla Puglia per arrivare a Gaza. Nel corso dell’intero viaggio, scrive il gruppo sui suoi canali social, l’imbarcazione è stata seguita da droni di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) e da quelli greci; arrivata attorno a novanta miglia nautiche dalla costa gazawi, invece, Israele ha mobilitato direttamente i propri droni. Il gruppo ha inoltre reso noto che, quando si trovava a bordo dell’imbarcazione, l’equipaggio ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere ai propri governi di interrompere tutte le proprie relazioni con Israele.
Quella di sabato non è la prima volta che Israele ferma, sequestra o attacca una nave della Freedom Flottilla. La prima volta è capitato alla nave Conscience, attaccata in piena notte da droni al largo delle coste di Malta. In seguito all’attacco, le voci di condanna da parte della comunità internazionale sono state particolarmente deboli, e il Parlamento europeo ha rifiutato di discutere dell’accaduto, malgrado le richieste di alcuni deputati. Dopo Conscience, è stata la volta di Madleen, a bordo della quale si trovava anche la nota attivista ambientale Greta Thunberg. I fatti di Madleen sono stati analoghi a quelli che hanno coinvolto Handala: la nave era partita da Catania, carica di cibo e aiuti umanitari. Nel corso del viaggio, la nave era stata sorvegliata ripetutamente da droni; nella notte tra l’8 e il 9 giugno è stata fermata dall’esercito israeliano, nonostante si trovasse in acque internazionali, dove Israele non ha giurisdizione. La nave è stata sequestrata e dirottata verso le coste israeliane, e gli attivisti sono stati arrestati. Alcuni di essi hanno firmato delle carte per essere rimpatriati, mentre altri sono rimasti in Israele in attesa di processo e sono stati detenuti in carcere. Il 16 giugno, tutti gli attivisti presenti sull’imbarcazione sono stati rimpatriati.
Sardegna, incendio a Villasimius: bagnanti fuggono via mare
Nella giornata di ieri, decine di bagnanti a Villasimius, in Sardegna, sono stati costretti a fuggire via mare quando un grande incendio è scoppiato vicino alla spiaggia, bloccando altre vie di fuga. Il fumo nero era visibile dalla costa, mentre i forti venti hanno ostacolato le operazioni di soccorso. Diversi veicoli sono andati distrutti a causa delle fiamme. Questo incendio si inserisce in una serie di emergenze causate dalle intense ondate di calore estive che stanno colpendo le regioni dell’Italia meridionale, segnate dalla siccità.
Spazio: dall’Italia il primo modulo abitativo permanente che atterrerà sulla Luna
Thales Alenia Space Italia (TAS) ha firmato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) l’accordo per lo sviluppo preliminare del Multi‑Purpose Habitation module (MPH), il primo avamposto umano permanente destinato ad accogliere gli equipaggi sulla superficie lunare nell’ambito del programma Artemis della NASA. Il modulo MPH, interamente progettato e realizzato a Torino negli stabilimenti di TAS, offrirà un ambiente abitativo e di lavoro per astronauti, supporterà esperimenti scientifici sia in presenza di equipaggio sia in modalità robotica e potrà spostarsi autonomamente sulla superficie lunare tramite un sistema di mobilità integrato. In pratica, un camper spaziale pronto a solcare la Luna.
«MPH rappresenta una ennesima sfida scientifica per l’Italia e per l’ASI», ha dichiarato Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, sottolineando l’elevato livello di coinvolgimento che la ricerca italiana ambisce a raggiungere su scala globale. «La firma odierna conferma l’importante e continuo impegno del Governo Italiano nel sostenere lo sviluppo della Space Economy e nel supportare le eccellenze italiane riconosciute nel mondo».
Sul fronte politico, durante il comizio di due giorni Spazio Made in Italy promosso da Fratelli d’Italia, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sottolineato enfaticamente che «con il modulo MPH l’Italia realizzerà la prima vera casa per la permanenza degli astronauti sulla Luna: un habitat mobile, dedicato alla ricerca scientifica e all’esplorazione. Questo è il risultato di una visione politica chiara: fare dell’Italia una potenza spaziale».
L’Italia intende far leva su questo traguardo per candidarsi a un ruolo di primo piano nella nuova corsa spaziale, puntando a diventare un hub europeo per l’esplorazione umana oltre l’orbita terrestre. A livello puramente contrattuale, il progetto del modulo abitativo si inserisce in una fitta rete di collaborazioni internazionali e rientra in un accordo biennale nel quale Thales Alenia Space svolge il ruolo di operatore principale, venendo affiancato da Altec, società partecipata sia da ASI (36,25%) che da TAS stessa (63,75%). Thales Alenia Space Italia rappresenta poi a sua volta una joint venture composta dall’azienda italiana della Difesa, Leonardo (33%), l’Agenzia Spaziale Italiana e la francese Thales (67%).
Dal punto di vista operativo, il modulo dovrà garantire la resistenza alle condizioni estreme del suolo lunare: sbalzi termici fino a centinaia di gradi, elevati livelli di radiazione, abrasività delle polveri e micrometeoriti, nonché il regime di gravità ridotta. La prima fase di progettazione includerà lo sviluppo di tecnologie critiche quali la protezione termica, i sistemi di supporto vitale e il controllo della polvere lunare, con la fase di progettazione preliminare che dovrebbe essere terminata entro il 2027.
Successivamente, ASI e NASA coordineranno i test a terra dei prototipi e definiranno le fasi di integrazione, fino al lancio previsto da Cape Canaveral nel 2033, con un ciclo di vita progettuale minimo di dieci anni. Sin da subito si delineano però degli ostacoli: proprio in questi giorni, la NASA ha confermato che si alleggerirà di più del 20% della sua forza lavoro. 3870 dipendenti hanno infatti accolto gli incentivi governativi all’esodo, un alleggerimento pensato formalmente nell’ottica di rendere più efficiente l’infrastruttura dell’Agenzia spaziale. Un presupposto scomodo per il programma Artemis, il quale è già vittima di molteplici ritardi e contrattempi.
USA e Unione Europea si sono accordati sui dazi
Dopo mesi di trattative, Donald Trump e Ursula von der Leyen hanno annunciato un accordo tra USA ed UE. I dettagli ufficiali sono ancora scarsi, ma, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dai due leader, sono stati confermati i dazi al 15% ipotizzati alla vigilia. Von der Leyen si è anche impegnata a garantire 600 miliardi di dollari di investimenti europei negli USA e ad acquistare 750 miliardi in energia. Trump ha inoltre dichiarato che l’Europa comprerà dagli USA «un’enorme quantità di equipaggiamento militare». Resta tuttavia poco chiaro cosa abbia ottenuto in cambio la presidente della Commissione europea. I dazi su acciaio e alluminio, infatti, resteranno al 50%, mentre alla vigilia si ipotizzava che l’UE avrebbe accettato l’accordo solo in cambio di una loro riduzione al 15%, come per gli altri prodotti. Primo via libera anche per la facilitazione delle esportazioni di beni alimentari statunitensi in Europa (prodotti con OGM e ormoni vietati nell’UE), per cui von der Leyen ha preannunciato dazi «zero su zero», che verranno definiti nei giorni a venire.
L’intesa tra Trump e von der Leyen è stata raggiunta ieri, 27 luglio. Le discussioni per il raggiungimento di un accordo si sono tenute presso il resort di golf del presidente statunitense a Turnberry, in Scozia. Dall’annuncio congiunto e dalla conferenza stampa tenuta da von der Leyen poco dopo il vertice con Trump non è ancora stato pubblicato nessun documento o comunicato che chiarisca in maniera più dettagliata i contenuti dell’accordo, e sembra che parte dei contenuti dovranno essere definiti nei prossimi giorni. In generale, gli USA imporranno sull’UE una tariffa universale del 15% su tutti i beni in entrata, salvo alcune eccezioni. Trump ha dichiarato che i dazi sui prodotti in acciaio e alluminio rimarranno invariati, mentre von der Leyen ha annunciato «dazi zero» su aerei e componenti, prodotti chimici, alcuni semiconduttori, alcuni prodotti agricoli e non meglio precisate «risorse naturali» e materie prime critiche. Per quanto concerne i prodotti agricoli, von der Leyen ha detto che la lista dei prodotti che verranno esentati dalle tariffe verrà discussa con gli altri leader europei a partire da questa settimana. Poco chiara, invece, la situazione con i prodotti farmaceutici: durante la conferenza stampa congiunta, Trump ha annunciato che essi non saranno oggetto di esenzione, ma poco dopo von der Leyen ha dichiarato ai giornalisti che per alcuni farmaci non ci saranno tariffe. L’UE, invece, ha detto Trump, non imporrà alcuna tariffa sui beni importati dagli USA.
Oltre ai dazi generalizzati su tutti i prodotti europei, Trump è riuscito a strappare un accordo per incrementare gli investimenti europei negli USA e l’acquisto di armi e gas liquefatto da parte dell’Europa. Per quanto riguarda gli investimenti, Trump ha dichiarato che l’UE investirà 600 miliardi di dollari nell’industria statunitense, senza tuttavia specificare né i settori che verranno coinvolti, né il periodo di tempo in cui verrà condotto tale investimento; nemmeno von der Leyen ha fornito dettagli al riguardo. Sulle importazioni di idrocarburi statunitensi, invece, von der Leyen ha spiegato che l’UE acquisterà 750 miliardi di dollari di GNL statunitense nell’arco di tre anni, per un totale di 250 miliardi di spesa all’anno. Le importazioni di gas liquefatto, ha spiegato von der Leyen, servirebbero a tagliare definitivamente le importazioni energetiche dalla Russia, e procedono di pari passo con un aumento dei volumi acquistati da altri Paesi produttori. Sulle armi, Trump è stato particolarmente vago, affermando che l’UE acquisterà «un’enorme quantità di equipaggiamento militare», per un valore nell’ordine delle «centinaia di miliardi di dollari», ma ha specificato che la cifra esatta non è ancora stata stabilita.
Trump ha descritto l’intesa con l’Unione Europea come «il più grande accordo di sempre». Visti i termini annunciati, malgrado essi siano ancora generici, l’entusiasmo di Trump è comprensibile: l’UE aumenterà gli investimenti e gli acquisti negli USA per oltre un migliaio di miliardi di dollari, ha ceduto il passo sulle tariffe e ha compiuto il primo passo per spalancare la porta ai beni alimentari statunitensi, che sono soggetti a molti meno controlli di quelli europei e, se introdotti nel mercato del Vecchio Continente, rischiano di sbaragliare la concorrenza dei prodotti comunitari, a scapito della garanzia della qualità per i consumatori. Se, insomma, risulta chiaro dove gli USA ci abbiano guadagnato, non si può dire lo stesso per l’UE: i dazi sulle auto, sebbene inferiori a quanto originariamente annunciato, aumentano rispetto a quelli in vigore durante l’amministrazione Biden, i prodotti in acciaio e alluminio restano al 50%, e se da una parte viene ridotta la dipendenza dal gas russo, dall’altra aumenta quella dall’energia statunitense, più costosa e impattante a livello ambientale. Von der Leyen ha detto di avere puntato sul mantenimento del commercio e sulla «prevedibilità», in modo da garantire stabilità. Questa, tuttavia, sembra destinata a essere tesa verso un rafforzamento degli Stati Uniti, a detrimento dei consumatori e dei produttori comunitari.
Annunciati colloqui di pace tra Thailandia e Cambogia
Oggi, 28 luglio, si terranno colloqui di pace diretti tra i premier di Thailandia e Cambogia. L’incontro si svolgerà in Malesia e mira a ristabilire la pace tra i due Paesi dopo gli scontri militari scoppiati nella notte del 23 luglio, che hanno già causato la morte di 34 soldati e lo sfollamento di circa 200.000 civili residenti nelle zone di confine. Il conflitto, finora non dichiarato e mantenuto entro limiti contenuti, arriva dopo mesi di tensioni, con la Thailandia che accusa la Cambogia di aver collocato mine antiuomo nel proprio territorio, provocando il ferimento di diversi militari. Sullo sfondo, le annose dispute territoriali per alcune aree di confine.
Napoli, operai morti per lavori al Rione Alto: 4 indagati
Sono quattro le persone indagate dalla procura di Napoli per la morte di Ciro Pierro, Vincenzo Del Grosso e Luigi Romano, tre operai morti a causa del ribaltamento di un cestello a 20 metri di altezza durante lavori di coibentazione al Rione Alto. Gli indagati sono il titolare dell’impresa edile, il proprietario dell’impresa che ha noleggiato l’elevatore, il responsabile del cantiere e l’amministratore del condominio. Il reato ipotizzato è omicidio colposo plurimo. Nessuno dei tre operai indossava le imbracature di sicurezza e due lavoravano in nero. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti ci sono il cedimento del cestello o errori nel montaggio.
Congo, almeno 21 persone uccise in attacco a chiesa di Komanda
Nella giornata di oggi, 27 luglio 2025, almeno 21 persone sono state uccise nell’attacco a una chiesa di Komanda, città vicino ai confini orientali della Repubblica Democratica del Congo. L’attacco, compiuto dalle Forze Democratiche Alleate (ADF), affiliate allo Stato Islamico, ha coinvolto colpi di arma da fuoco e machete, mentre alcune case e negozi sono stati incendiati. Le ADF, un gruppo ribelle che agisce tra Uganda e Congo, sono responsabili di attacchi contro civili da oltre dieci anni. Due settimane fa avevano ucciso 66 persone nell’area di Irumu.
India, calca nel tempio di Mansa Devi: 6 morti
Una calca improvvisa al tempio di Mansa Devi a Haridwar, nel nord dell’India, ha causato almeno sei morti e decine di feriti. Il panico è scattato dopo che un cavo elettrico ad alta tensione è caduto lungo un sentiero stretto, provocando caos tra i pellegrini. Circa 29 persone sono rimaste ferite, mentre altri si sono fiondati per mettersi in salvo. L’incidente è avvenuto durante il sacro mese di Shravan, con migliaia di fedeli presenti. Le autorità stanno indagando per capire le cause del cedimento del cavo e la gestione della folla. Mansa Devi si trova su una collina ed è molto frequentato nei fine-settimana.







