Gli Stati Uniti hanno concesso alla Polonia una garanzia di prestito di 4 miliardi di dollari per finanziamenti militari esteri. La notizia è stata data dalla portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, che ha spiegato che il prestito consentirà alla Polonia di investire in sistemi di difesa di fabbricazione americana. Dal 2023, la Polonia ha adottato diverse misure per aumentare i propri investimenti nel settore bellico, tra cui importanti acquisti di piattaforme statunitensi, come gli elicotteri Apache, un sistema di ricognizione radar dello spazio aereo e terrestre, i sistemi missilistici HIMARS e il sistema di difesa missilistica Patriot.
Gelati artigianali e industriali: come divincolarsi tra qualità e inganni
Il gelato è un dessert che fa parte della tradizione italiana: dolce e rinfrescante, è un alimento che mette d’accordo tutti, grandi e piccoli. Gli italiani sono tra i più grandi consumatori di questo alimento, con oltre il 40% della popolazione che lo consuma tutto l’anno. Ne esistono per tutti i gusti e le esigenze, ma a determinarne sapore e consistenza è soprattutto il processo di lavorazione. In base a quest’ultimo, inoltre, si differenzia il gelato industriale da quello artigianale.
Gelato industriale e gelato artigianale: cosa cambia

Gelato industriale
Questo tipo di gelato è prodotto molti mesi prima del consumo, con l’impiego di preparati in polvere o in pasta costituiti da materie prime come latte in polvere, zucchero, succhi di frutta concentrati e di additivi come coloranti, emulsionanti, stabilizzanti e aromi. I gelati industriali vengono detti anche “soffiati”, in quanto prodotti con l’introduzione, durante la fase di gelatura, di aria, per un volume pari al 100-130%, procedimento che li rende soffici e leggeri. Il gelato industriale è pensato per un consumo non immediato – diversamente da quello artigianale – e infatti viene prodotto diversi mesi prima. A tal proposito, vengono utilizzati ingredienti che permettono al prodotto di rimanere il più possibile inalterato per diverso tempo. Il processo di produzione è definito “a ciclo continuo”, in quanto la mantecazione e la trasformazione da miscela a gelato avvengono in poche decine di secondi, con un aumento di volume superiore rispetto al gelato artigianale. Questo è dovuto alla quantità di aria che viene soffiata nel gelato e che ha lo scopo di farlo sciogliere molto più lentamente.
Gelato artigianale
Il gelato artigianale invece viene prodotto quotidianamente, in minori quantità, al fine di essere consumato in breve tempo. Il processo di preparazione è più lento e, solitamente, ha un lieve aumento di volume dovuto alla minima quantità di aria che assume naturalmente (non viene inserita aria di proposito come in quello industriale). Ovviamente, quello industriale è diffuso capillarmente: lo si trova nei bar, supermercati, ristoranti, centri commerciali, ma anche nelle mense e tavole calde. Quello artigianale, al contrario, si può acquistare solitamente solo in gelateria. Il gelato industriale è disponibile in vaschetta, cono, coppetta, barattolino, biscotto, ghiacciolo. Inoltre una differenza importante per noi consumatori, che ci si creda o no, è data dal fatto che in quello industriale possiamo avere sempre accesso alla lista degli ingredienti del prodotto, mentre se compriamo quello artigianale è molto raro che questa si trovi esposta. Eppure sarebbe obbligatorio per legge dichiararla, per effetto della normativa italiana (Decreto legislativo 27 gennaio 1992) che regola l’etichettatura e la presentazione al pubblico dei prodotti alimentari sfusi. La prossima volta che vi capiterà di comprarne uno, dunque, chiedete la lista degli ingredienti senza farvi troppi problemi, anche perché è sempre utile sapere cosa c’è dentro al prodotto, soprattutto nel caso di persone con allergie e intolleranze, al fine di evitare spiacevoli disturbi dovuti ad alcuni additivi o sostanze. Sono infatti numerosi i gusti di gelato che possono contenere allergeni, come arachidi, latte in polvere, frutta a guscio, soia e altri.
L’imbroglio del gelato artigianale
Nell’antica Grecia il gelato era davvero artigianale e non poteva essere altrimenti, dato che per prepararlo venivano usati solo alimenti naturali per farlo e di certo non esistevano additivi. Nel 500 avanti Cristo, il gelato si produceva senza coloranti, aromi, conservanti: veniva conservato solo col ghiaccio e lo si consumava fresco. Nel tempo, le cose sono molto cambiate.
Non è affatto detto che dietro al banco di una gelateria si trovi un prodotto fresco, genuino. Anzi: molte gelaterie che riportano l’insegna “artigianale”, di artigianale hanno molto poco. Questa dicitura, infatti, non implica affatto la presenza di un prodotto più genuino e di migliore qualità rispetto a quello dichiaratamente industriale. In Italia c’è infatti un vuoto normativo che consente a chiunque di poter fare del gelato con materie prime industriali e additivi e di potersi definire gelateria “artigianale”: basta che il gelato lo abbia fatto nello stesso posto in cui viene venduto! Se poi questo gelato è stato prodotto con ingredienti naturali oppure usando polveri, paste e mischiandole con un po’ d’acqua, non c’è nessuna differenza: nessuno può dire se quel gelato è davvero fatto con materie prime naturali oppure no. Insomma, dal punto di vista legale è tutto lecito. Il diritto dei consumatori a una chiara trasparenza nelle informazioni di acquisto, però, cambia parecchio.
Nel mondo della gelateria esistono dei preparati già pronti, ovvero semilavorati industriali, che possono essere semplici (come la pasta di nocciola) o molto elaborati e pre-pesati. Si tratta di buste all’interno delle quali la ricetta è già pronta: basta versare il contenuto dentro la macchina che impasta il gelato assieme alla corretta dose di acqua e il gioco è fatto. Questi preparati sono pieni di additivi come emulsionanti e addensanti, ma anche coloranti e aromi, pertanto come si fa a sostenere che il gelato sia artigianale? Chiaramente non lo è.
Gelato artigianale e additivi

Nella maggior parte dei casi, l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha valutato come sicure queste sostanze usate come additivi nella produzione del gelato (sia quello industriale che quello artigianale). Tuttavia, va ricordato che l’EFSA non fa studi su nessuna sostanza chimica e nessun additivo che viene autorizzato in commercio: questi vengono condotti dall’industria stessa, che di fatto viene ad avere un ruolo di controllore e di controllato. Ricapitolando, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare si limita soltanto a esaminare gli studi di laboratorio che le vengono sottoposti dalle stesse industrie che mettono sul mercato i prodotti inerenti quegli studi. Poi, su consiglio di EFSA, la Commissione Europea decide la quantità, ovvero la soglia massima che può essere usata negli alimenti. Posto che non esiste la certezza assoluta sui livelli di pericolosità di queste sostanze, quel che è certo è che mangiando diversi tipi di cibi industriali e processati durante la giornata si supera facilmente quella che è la dose giornaliera massima raccomandata per tutte queste sostanze chimiche. Secondo gli esperti dell’Istituto Ramazzini di Bologna, la cosa più importante da considerare è che «queste miscele di additivi non sono mai state studiate». Nessuno infatti può garantirci che se mangiati assieme, gelati e altri cibi contenenti additivi, l’accumulo di questi ultimi non possa essere nocivo. Oppure che, combinati insieme additivi e coloranti, non portino a reazioni allergiche o del sistema immunitario. A confermare tutto questo sono gli stessi esperti dell’EFSA che, in risposta alle domande di alcuni giornalisti, affermano testualmente che «gli esperti dell’EFSA non valutano l’interazione tra additivi, ma la sicurezza di ogni additivo individualmente».
Come scegliere un gelato di qualità
La maggior parte dei gelati presenti in commercio ha certamente una genesi prettamente industriale, con presenza di additivi, conservanti, aromi e sostanze di vario tipo come amidi modificati o grassi aggiunti che ne consentono una più lunga conservazione. Si tratta, per esempio, dei mono e digliceridi degli acidi grassi (gli stessi che si mettono nel panettone e pandoro industriale), oppure di oli vegetali raffinati di cattiva qualità, come olio di palma e di girasole, che sono estranei completamente alla panna e al latte tipici del gelato di qualità. I grassi a cui dovremmo essere interessati comprando un gelato sono solo quelli della panna, del latte, delle uova o del cioccolato e della frutta secca, gli oli vegetali non c’entrano niente. A questo punto, non resta altro che chiederci se sia comunque possibile trovare in vendita qualche prodotto di buona qualità e dalla natura più veracemente artigianale. La risposta è sì, ma bisogna davvero impegnarsi per scovarli.
Di certo esistono vere gelaterie artigianali sparse per l’Italia – non sono tante, ma ci sono. Per riconoscerle, dobbiamo fare attenzione a un elemento basilare: l’aspetto del gelato. Un buon gelato artigianale ha colori naturali, non troppo accesi, un sapore equilibrato, una consistenza cremosa, non eccessivamente fredda e senza cristalli di ghiaccio. Ad esempio, se un gelato è di colore azzurro è ovvio che non sia naturale ma frutto di una lavorazione che ha incluso il colorante blu: non esiste in natura nessun frutto o ingrediente azzurro, al massimo si può trovare qualcosa di blu scuro, come i mirtilli. Un gelato artigianale ha un sapore equilibrato, dove ogni gusto è ben distinto e richiama il suo ingrediente principale. Le gelaterie davvero artigianali utilizzano ingredienti freschi e di qualità, come latte, panna, uova, frutta fresca, e zucchero. Ci sono delle gelaterie dove queste cose si capiscono subito a occhio, perché la politica aziendale di massima naturalità del prodotto viene esposta chiaramente e il gelataio ne fa motivo di vanto e di orgoglio, pubblicizzando questi aspetti all’interno del negozio. In altre gelaterie, dove questi aspetti non sono evidenti, è bene guardare la lista degli ingredienti (che, se non è già esposta al pubblico, va richiesta) e vedere se ci sono molti ingredienti oppure pochi.
Se la lista è lunga allora siamo di fronte a una preparazione industriale, se è ridotta allora è un prodotto sicuramente di migliore qualità. Anche al supermercato è possibile trovare qualche prodotto di buona qualità che può essere oggetto della nostra scelta. Ad esempio, una vaschetta di gelato allo yogurt può essere fatta con pochi ingredienti di qualità, considerando la media dei gelati in commercio. Può trattarsi di un gelato di alta qualità fatto solo con pochi ingredienti senza aromi, coloranti, anticongelanti e altri additivi industriali tipici delle marche più famose come Sammontana o Algida. Tra questi, si può sicuramente contare il marchio Sterzing-Vipiteno: la sua variante allo yogurt contiene solo quattro ingredienti (yogurt Vipiteno da latte intero del Trentino di ottima qualità, panna, zucchero e zucchero d’uva). Anche le sue varianti presentano ingredienti validi: quella al pistacchio, per esempio, contiene vero pistacchio in polvere o in pasta.
Napoli, incidente sul lavoro: 3 operai muoiono cadendo da un ponteggio
Tragedia sul lavoro a Napoli, in via San Giacomo dei Capri, quartiere Vomero: tre operai sulla cinquantina sono morti cadendo da un ponteggio mentre lavoravano al rifacimento del tetto di un edificio di sei piani. Secondo una prima ricostruzione, il cestello su cui si trovavano si sarebbe ribaltato a causa di un cedimento della struttura, facendo precipitare le vittime da un’altezza di circa 20 metri. I residenti, allarmati dal boato, hanno chiamato i soccorsi, ma per gli operai non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti polizia e vigili del fuoco.
USA, politiche sui migranti: amministrazione Trump fa causa a New York
L’amministrazione Trump ha fatto causa alla città di New York, accusandola di ostacolare l’applicazione delle leggi federali sull’immigrazione con le sue politiche di «città santuario». La causa è stata presentata dopo l’uccisione di un agente della dogana fuori servizio, ritenuta collegata alle politiche migratorie della città. La procuratrice generale Pamela Bondi ha affermato che queste politiche hanno liberato criminali violenti. Il sindaco Eric Adams ha difeso le politiche cittadine ma ha sollecitato un riesame da parte del Consiglio comunale per migliorare la collaborazione con il governo federale sulla sicurezza.
Gaza: saltano i colloqui di pace, per gli USA è tutta colpa di Hamas
Ieri, 24 luglio 2025, i colloqui di pace tra Israele, Stati Uniti e Hamas si sono interrotti bruscamente, con Washington e Tel Aviv che hanno ritirato le proprie delegazioni, accusando Hamas di mancare di volontà per una soluzione pacifica. I negoziati, iniziati due settimane prima, miravano a stabilire una tregua di 60 giorni, con l’intento di fermare le violenze e aprire corridoi umanitari per la popolazione di Gaza, gravemente provata dai massacri israeliani e dall’incombente carestia dovuta ai blocchi degli aiuti umanitari. Le richieste di Hamas, che chiedevano il ritiro dei militari israeliani dai territori palestinesi e garanzie sull’ingresso a Gaza degli aiuti, sono state rifiutate dagli interlocutori. A Gaza, dunque, l’inferno continua.
L’annuncio dell’interruzione dei colloqui in Qatar per il cessate il fuoco a Gaza è stato dato dall’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, il quale ha puntato il dito contro Hamas, accusando il gruppo palestinese di «non agire in buona fede» e manifestare «mancanza di volontà» per il raggiungimento dell’accordo. Witkoff, inviato dell’amministrazione Trump, ha aggiunto che gli USA «prenderanno in considerazione opzioni alternative» per garantire il rilascio degli ostaggi israeliani. Alti funzionari di Tel Aviv hanno dichiarato che «il ritorno della delegazione da Doha non indica un fallimento dei negoziati: continueranno, ma significa che ci sono lacune significative e dobbiamo riflettere sul da farsi e prendere decisioni difficili». Eppure, l’esecutivo di Tel Aviv sembra volersi muovere in tutt’altra direzione: «L’intera Gaza sarà ebraica… il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male – ha dichiarato il ministro israeliano ultranazionalista Amihai Ben-Eliyahu -. Stiamo spingendo la popolazione che si è istruita sul Mein Kampf».
Hamas, che ha ripetutamente accusato Israele di voler bloccare il percorso verso l’accordo di cessate il fuoco, si è detta sorpresa dalle dichiarazioni di Witkoff. In vista del rilascio degli ostaggi israeliani, il gruppo palestinese aveva avanzato una serie di proposte a dir poco basilari: secondo i media israeliani, esse avrebbero incluso richieste relative al numero di prigionieri scambiati, alle agenzie autorizzate alla distribuzione degli aiuti a Gaza e alla fine definitiva della guerra, con il ritiro completo delle forze israeliane dai territori palestinesi. Un funzionario palestinese vicino ai colloqui ha dichiarato a Reuters che la risposta di Hamas è stata «flessibile, positiva e ha tenuto conto delle crescenti sofferenze a Gaza e della necessità di porre fine alla carestia». Il blocco israeliano, che impedisce l’ingresso di aiuti umanitari e rende quasi impossibile la fornitura di beni di prima necessità, sta aggravando la crisi umanitaria a Gaza. Organizzazioni internazionali hanno lanciato numerosi appelli, denunciando l’ostruzione degli aiuti da parte di Israele e le gravi condizioni in cui si trovano i civili palestinesi. La scarsità di cibo, acqua potabile e medicinali ha portato a una crisi senza precedenti, dove ogni giorno si contano nuove vittime innocenti, in gran parte donne, bambini e anziani.
Nel frattempo, con mesi di ritardo, continua a muoversi qualcosa nei Paesi del blocco occidentale. Sempre nella giornata di ieri, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina, diventando il primo Paese del G7 a farlo. L’annuncio ufficiale sarà fatto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre. Macron ha sottolineato che il riconoscimento è parte dell’impegno della Francia per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ma ha evidenziato l’urgenza di fermare la guerra a Gaza, salvare i civili e smilitarizzare Hamas. La decisione è arrivata dopo il ritiro di Israele e degli Stati Uniti dai colloqui di cessate il fuoco in Qatar. La mossa è stata duramente criticata dagli Stati Uniti e da Israele. Nelle ultime ore, inoltre, il Canada ha condannato il governo Netanyahu per non essere riuscito a impedire quello che il primo ministro Mark Carney ha definito un «disastro umanitario» a Gaza. Il premier canadese ha accusato Israele di aver violato il diritto internazionale bloccando la consegna degli aiuti finanziati dal Canada ai civili nella Striscia.
Thailandia, evacuate 100mila persone per scontri al confine con Cambogia
La Thailandia ha evacuato oltre 100.000 persone da quattro province al confine con la Cambogia, teatro da giovedì di intensi scontri armati tra i due eserciti. Le ostilità, che includono sparatorie e bombardamenti, si inseriscono in una disputa territoriale di lunga data tra i due Paesi, peggiorata negli ultimi mesi. Secondo le autorità thailandesi, gli scontri hanno causato finora 15 morti — 14 civili e un militare — e oltre 30 feriti. La Cambogia non ha fornito dettagli su eventuali vittime o evacuazioni nel proprio territorio. Attualmente i due Paesi stanno combattendo in 12 zone: la tensione resta alta lungo la linea di confine.
Inondazioni in Vietnam: almeno 3 morti, allagate 3.700 case
La tempesta tropicale Wipha ha causato gravi inondazioni nella provincia vietnamita di Nghe An, provocando almeno tre morti e un disperso. Una vittima è stata travolta da una frana, un’altra dalla corrente. La tempesta, la prima di tale intensità a colpire il Vietnam quest’anno, ha aggravato le piogge monsoniche anche nelle Filippine dopo aver colpito Hong Kong e la Cina. Oltre 3.700 abitazioni sono state allagate e 459 danneggiate dai venti. Le immagini diffuse mostrano interi villaggi sommersi. Il Vietnam, esposto ai tifoni, è spesso colpito da disastri naturali durante la stagione delle piogge.








