A Potenza, centinaia di studenti e cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la crisi idrica che sta colpendo 29 comuni lucani, incluso il capoluogo. Da settimane, infatti, sono state disposte drastiche riduzioni dell’erogazione idrica: dallo scorso 17 ottobre, in particolare, tutti i giorni c’è uno stop dalle ore 18:30 fino alle 6:30, con l’eccezione del sabato quando è previsto dalle 23:00 alle 6:30. Al centro delle preoccupazioni vi è anche la decisione di deviare l’acqua del fiume Basento, sospettata di essere inquinata, nella diga del Camastra, ormai quasi vuota. La protesta, supportata da Cgil, Uil e Usb, rivendica tre punti chiave: acqua pulita, gestione trasparente e tutela dei 140 mila cittadini colpiti.
Russia, Gazprom interrompe la fornitura di gas all’Austria
Da oggi, sabato 16 novembre, la compagnia governativa russa che gestisce l’estrazione e la vendita di gas naturale, Gazprom, interromperà la fornitura di gas all’Austria. L’annuncio è stato dato dalla compagnia austriaca OMV, e segue la decisione dell’azienda viennese di ridurre i pagamenti a Gazprom Export per recuperare 230 milioni di euro di risarcimento danni che le sono stati recentemente riconosciuti. Per quanto preannunciata dalla stessa OMV, la scelta di tagliare le forniture da parte di Gazprom è stata repentina, e ha così colto di sorpresa la compagnia. Dopo l’annuncio, il prezzo del gas in Austria si è subito impennato, toccando il picco di 47,345 euro/Megawattora.
Fantasia senza tempo
C’è una alternativa permanente, disponibile, generosa. Si chiama ‘fantasia’: ne hanno approfittato scrittori, inventori, scienziati, esploratori. E c’è una speciale fantasia che si insinua, suggerisce, ti fa cambiare programma, direzione, ti invita a perdere qualche minuto per trovare qualcosa che non sai ancora. I tuoi libri, ad esempio, e la magica, forse rivoluzionaria, religiosa apertura a caso di uno di loro, piena di sorprese e di conferme, foriera di aperture mentali imprevedibili. Prima di tutte quella di gioire della fantasia altrui, della capacità che ha qualcuno di inventare mondi nuovi, anche partendo semplicemente da quello esistente.
«Mentre la nonna navigava per le paludi del passato…»: così García Márquez all’inizio di L’incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata. «Ho notato che quando tu cominci a salvarmi e a insegnarmi a vivere, la faccia ti diventa ingenua ingenua e le pupille si dilatano, come se guardassi una cometa. Aspetta, hai un po’ di polvere sulla spalla», nell’atto terzo di Ivanov, commedia di Čechov. «Sto osservando un mondo avvolto nel silenzio. Attraverso l’obiettivo di questa cinepresa, regolato sul campo massimo, posso vedere l’Hotel Coral Playa a trecento metri sulla spiaggia, coperto da una luce così abbagliante e vitrea che potrebbe imbalsamare un faraone»: James G. Ballard, Lo zoom di sessanta minuti.
Scriveva Borges in Antologia della letteratura fantastica, evocando Don Chisciotte e Delitto e castigo che tutta la letteratura è fantastica: «Nessuno crede veramente che in un paese della Mancia… visse un cavaliere che per l’abuso di libri di cavalleria si lanciò per le vie della Castiglia con armatura, spada e lancia. Così nessuno crede che in un’estate di Pietroburgo uno studente assassinò un’usuraia per emulare Napoleone».
«Cosa ti aiuta a vivere, nei momenti di smarrimento e di orrore? Il bisogno del pane, da guadagnare o da impastare, il sonno, l’amore, la biancheria pulita addosso, un vecchio libro riletto, il sorriso di una donna nera o del sarto polacco all’angolo, l’odore dei mirtilli maturi e il ricordo del Partenone»: Marguerite Yourcenar, l’autrice di Memorie di Adriano.
In effetti Umberto Eco, mèmore forse di Borges, annotava che «se i mondi narrativi sono così confortevoli perché allora non tentare di leggere lo stesso mondo reale come se fosse un romanzo?» (Sei passeggiate nei boschi narrativi). Io appartengo alla generazione di quelli che urlavano per le strade «l’immaginazione al potere», non perché gli intellettuali dovessero comandare ma forse perché chi governa si faccia venire (buone) idee originali senza scopiazzare, senza prendere ordini. E poi perché si fornisca di una cultura decente, abbandonando slogan ripetuti, quelli di una continua campagna elettorale, dell’obbedienza servile a schemi fotocopiati.
E allora? Lèggere! La lettura è un’opera di collaborazione con il testo, richiede che si assumano le vesti del narratore, è un atto di generosità, di empatia nei confronti di quanto abbiamo davanti. La lettura, soprattutto di un’opera narrativa, è un gesto ripetuto nei confronti dell’immaginabile, produce una dislocazione spazio-temporale che ridisegna continuamente i confini del divenire, sorprendendoci di una improbabilità o di una conferma.
Moltiplicare dunque il possibile, dargli la libertà di esistere, di potercela fare. Scrivere anche la propria storia, provare a riscrivere i finali dei film, anche di quelli che ci piacciono.
[di Gian Paolo Caprettini]
Nuova Zelanda, siglato un accordo multilaterale sul commercio sostenibile
La Nuova Zelanda ha siglato un accordo commerciale con Svizzera, Costa Rica e Islanda, per rimuovere le tariffe su centinaia di beni e servizi «sostenibili». L’Accordo sui Cambiamenti Climatici, il Commercio e la Sostenibilità (ACCTS) è stato firmato oggi, sabato 16 novembre, nel corso di una cerimonia tenutasi a Lima, in Perù, in occasione di un vertice dell’APEC (Cooperazione Economica Asia-Pacifico). Nello specifico, l’accordo prevede l’eliminazione delle tariffe su 316 beni ambientali, tra cui pannelli solari, turbine eoliche e idrauliche, veicoli elettrici, fibra di lana, carta riciclata e prodotti in legno. L’ACCTS promuove inoltre il commercio tra Wellington e Paesi firmatari.
Come l’intelligenza artificiale sta già impattando sul mercato del lavoro
Una nuova ricerca in via di pubblicazione su Management Science getta luce sul modo in cui gli strumenti d’intelligenza artificiale come ChatGPT stanno trasformando il Mercato del lavoro freelance e precario tipico della gig economy. Il nuovo studio, condotto da un team di esperti internazionali sotto la supervisione di Harvard, rivela un fenomeno significativo: una diminuzione del 21% nelle offerte di lavoro per professioni considerate “inclini all’automazione,” un fattore che indica che gli strumenti avanzati di IA stiano già influenzando i possibili sbocchi professionali dei lavori umani.
I ricercatori – Ozge Demirci della Harvard Business School, Jonas Hannane della Technische Universität Berlin e Xinrong Zhu della Imperial College London Business School – hanno basato la loro indagine sull’analisi di 1.386.642 inserzioni lavorative pubblicate tra luglio 2021 e luglio 2023 su una non meglio specificata “piattaforma leader a livello globale”. Queste offerte lavorative sono dunque state suddivise in tre categorie principali: lavori a forte componente manuale, lavori predisposti all’automazione e lavori legati alla produzione di immagini. Lo studio mostra che l’introduzione di ChatGPT ha portato a una riduzione significativa della domanda di freelance in alcuni settori specifici, con i ruoli di scrittura, sviluppo informatico e ingegneria in prima linea tra i più colpiti.
In particolare, le offerte di lavoro per scrittori sono diminuite del 30,37%, una flessione che indica una crescente fiducia nei modelli linguistici di IA per la produzione di contenuti scritti. A questi seguono gli sviluppatori informatici, i quali hanno registrato una contrazione delle offerte pari al 20,62%, quindi ci sono gli ingegneri con un calo delle opportunità di lavoro del 10,42%. Il settore della produzione di immagini non è stato immune agli effetti dell’automazione: l’avvento di generatori di immagini basati su intelligenza artificiale ha portato a un calo del 17% nelle offerte di lavoro per la creazione di contenuti visivi, impattando in particolare i graphic designer (18,49%) e i modellatori 3D (15,57%).
Oltre all’analisi quantitativa delle offerte di lavoro, gli accademici hanno condotto un’indagine sul volume delle ricerche online, analizzando le richieste su Google relative a “ChatGPT” in associazione ai vari mestieri presi in esame. È emerso un trend chiaro: all’aumentare delle ricerche legate all’intelligenza artificiale, diminuisce il numero delle offerte di lavoro per i ruoli associati. In pratica, il dato suggerisce tacitamente che molti committenti e datori di lavoro si sono documentati su internet per capire se fosse possibile sostituire o ridurre la loro dipendenza da personale mercenario.
Nonostante la riduzione delle offerte in alcuni ambiti, lo studio evidenzia però un altro aspetto degno di nota: a seguito del boom dell’IA, gli annunci pubblicati sembrano orientarsi verso profili con competenze più articolate, offrendo per gli incarichi compensi superiori rispetto alla media passata. Questo significa che, sebbene ci sia una contrazione nel numero di opportunità, i freelance con abilità avanzate, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale, sono sempre più richiesti. La capacità di sfruttare tecnologie avanzate sta diventando anzi un requisito distintivo: gli annunci che richiedono esplicitamente la competenza nell’uso di ChatGPT sono in crescita a un tasso medio di 0,68 nuovi post a settimana.
È ancora difficile prevedere come l’avvento dell’IA potrà cambiare la vita delle persone, il fenomeno è relativamente giovane e dev’essere ancora inquadrato da ricerche approfondite, tuttavia lo studio di Harvard offre uno spaccato anticipato di quali siano le attuali tendenze del Mercato del lavoro, di come le cose stiano cambiando e a quale ritmo. Certo è che i liberi imprenditori e le partite iva operanti in questi campi inclini all’automazione dovranno riflettere su come tutelarsi professionalmente e su come offrire un valore aggiunto che possa fare gola alle pretese di Mercato.
[di Walter Ferri]
India, incendio devasta ospedale: morti 10 neonati
Un incendio ha devastato l’unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale della città di Jhansi, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, nel nord del Paese. 10 neonati sono morti, mentre altri 16 risultano gravemente feriti. I funzionari hanno riferito che le fiamme si sono propagate rapidamente all’interno del reparto, in cui erano ricoverati 55 bambini. Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato il rogo. Per ora, le autorità ipotizzano si sia trattato di un cortocircuito. Vari testimoni hanno affermato che l’allarme antincendio non si è attivato. Brajesh Pathak, vice capo ministro indiano, ha visitato l’ospedale e incontrato le famiglie, promettendo il supporto del governo e un’indagine approfondita.
Commissione UE : pubblicata prima bozza Codice buone pratiche IA
La Commissione Europea ha pubblicato la prima bozza del Codice delle buone pratiche riguardanti le intelligenze artificiali d’uso generale, concludendo il primo di quattro cicli che si concluderanno nell’aprile del 2025. La bozza sarà discussa la settimana prossima insieme a quasi 1.000 parti interessate. Tra queste aziende, rappresentanti degli Stati membri e parti sociali. La definizione delle buone pratiche avrà poi un ruolo di rilievo nell’applicazione dell’AI Act e della forma che assumerà la corsa tecnologica europea.
“Sarà festa o rabbia”: i lavoratori GKN chiamano alla mobilitazione il 17 novembre
Oltre 400 operai lasciati a casa con un licenziamento improvviso tre anni e tre mesi fa e da undici mesi senza stipendio. Una storia come tante fatta di imprenditori, nella fattispecie britannici, che hanno tolto il disturbo non appena hanno annusato di poter aumentare i profitti altrove, delocalizzando la produzione. Una storia resa diversa dalle altre dall’organizzazione dei lavoratori, che hanno scelto di non abbassare la testa e di lottare per un futuro diverso, protestando, occupando e infine immaginando una nuova fabbrica gestita dagli operai stessi, con un progetto industriale nato dal basso e che ora vuole riprendersi i locali della fabbrica sottraendoli alla speculazione. Quella della ex GKN è una storia di resistenza, che ha dato filo da torcere ai progetti affaristici di quelli che erano i proprietari dello stabile, il fondo speculativo inglese Melrose plc. E che ora è arrivata a un momento di svolta.
«Sarà festa o rabbia» il 17 novembre, «sarà assemblea, sarà evento, sarà protesta»: con queste parole il Collettivo di Fabbrica ex GKN convoca una giornata di mobilitazione a Firenze, sotto la Torre di San Niccolò, dalle 10.30 del mattino questa domenica. Sono mesi, infatti, che i lavoratori della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) aspettano una legge regionale per dare inizio al progetto di reindustrializzazione dello stabile, sostenuto da un azionariato popolare senza precedenti. Un progetto dal basso che vuole unire lavoro, utilità sociale e lotte climatiche e combattere l’ennesimo piano di delocalizzazione portato a termine sulla pelle dei lavoratori.
Tuttavia, mentre le trattative e le promesse si ripetevano nei mesi e i lavoratori protestavano, facevano scioperi della fame e assemblee, mentre la Regione continuava a rimandare azioni concrete, l’azienda vendeva di nascosto lo stabilimento. La notizia l’hanno scoperta gli stessi lavoratori con le loro organizzazioni sindacali e il Collettivo di Fabbrica: lo stabile di Campi Bisenzio è stato venduto il 12 marzo scorso, senza nessuna comunicazione alle parti coinvolte. QF, la società di Francesco Borgomeo ha ceduto la fabbrica a due società, la Tuscany Industry Srl (TI) e a Sviluppo Toscana Srl (SIT), entrambe controllanti di QF e create lo scorso anno sembrerebbe proprio per questo scopo. Una vera e propria beffa, denuncia il collettivo: verso lavoratori, territorio e Tribunale del Lavoro. Lo stabilimento è stato venduto per impedire il sequestro conservativo di tutti i beni mobili e immobili della società? «Ora ne abbiamo l’ufficialità: la partita è stata probabilmente fin dall’inizio immobiliare» dicono i delegati sindacali dell’ex fabbrica, «l’altra faccia della delocalizzazione». Il Collettivo di Fabbrica solleva poi sospetti sulla tempistica, dato che l’atto di compravendita e la sua registrazione si intersecano con incontri ministeriali rinviati all’improvviso, oltre che con un’istanza di ricusazione della giudice che avrebbe dovuto esprimersi sul sequestro cautelativo dei beni mobili e immobili della società, mosso dagli operai a tutela dei propri diritti. La ricusazione si è poi rivelata infondata, ma nel frattempo ha fatto slittare l’udienza per il sequestro, giusto il tempo per registrare la vendita dell’immobile. «Non ci sono più scuse. Si paghi subito tutto il dovuto ai lavoratori, si paghino immediatamente gli stipendi, e Comune e Regione Toscana intervengano per sottrarre l’area a potenziali logiche speculative» grida la RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria).
Oggi, 15 novembre, scadeva l’ultimatum alla Regione Toscana, chiamata a rispondere in merito alla proposta di un tavolo tecnico che lavori alla concreta attuazione del piano industriale elaborato dal Collettivo insieme al comitato tecnico scientifico solidale. Un progetto senza precedenti che ha visto nascere la GFF, la cooperativa operaia che ha studiato un business plan di 11 milioni di euro di investimenti complessivi, di cui 1,3 di azionariato popolare, con oltre cento posti di lavoro previsti. Produzione e installazione di pannelli fotovoltaici, recupero e riciclo di pannelli arrivati a fine vita, cargo-bike sia elettriche che “muscolari”: queste le linee industriali previste, che cercano di unire produzione e sostenibilità ambientale, con retribuzioni uguali a quelle percepite in epoca GKN per chi ci lavorerà. Un progetto studiato dal basso che ha voluto così rispondere a licenziamenti e delocalizzazione, speculazione industriale e immobiliare. Ma che si sta scontrando contro i forti interessi economici e politici di chi non vuole la riuscita di questa lotta popolare e sindacale, forse proprio nel timore di creare un precedente che sarebbe un duro colpo nei rapporti di forza ormai da tempo sbilanciati a favore del patronato.
Alla Regione, di fatto, i lavoratori in lotta e GFF chiedono di essere partner del progetto di reindustrializzazione e di assicurare la disponibilità dello stabilimento, valutando tutte le opzioni possibili per entrare in possesso dell’area ex GKN, dall’affitto al commissariamento, e approvando la legge sui Consorzi industriali in discussione al Consiglio regionale. Senza l’impegno della Regione il progetto industriale sarà impossibile da realizzare. Anche per questo il Collettivo ha chiamato nella giornata del 17 novembre una nuova assemblea dei (potenziali) soci finanziatori, per valutare insieme le opzioni dopo l’Ultimatum alla Regione.
«Usano contro di noi l’arma del logoramento» scrivono sui loro portali. «Il nostro piano industriale, proprio quando è reale, non può rimanere sospeso un tempo indefinito». Sarà festa o sarà rabbia. E promettono: «La fine della lotta? Che non ci sperino nemmeno. Se ci sotterrano, saremo semi. Non c’è fine, c’è solo trasformazione».
[di Monica Cillerai]