domenica 24 Novembre 2024
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Cava de’ Tirreni: ultras multati per aver ricordato Stefano Cucchi allo stadio

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In occasione del match casalingo con il Potenza, gli ultrà della Cavese hanno lanciato dagli spalti un forte messaggio sociale, ricordando l’omicidio di Stefano Cucchi e sottolineando la necessità dei codici identificativi per le forze dell’ordine: «Numeri identificativi nel dimenticatoio… per chi come Stefano Cucchi ha subito la vostra repressione l’unica via è la ribellione!». L’azione non è piaciuta al giudice sportivo, che ha multato la Cavese con una sanzione da 200 euro per oltraggio nei confronti delle istituzioni. La multa non intaccherà l’impegno sociale dei tifosi; a metà ottobre il mondo ultrà ha registrato un nuovo punto di rottura con la sovrastruttura calcistica italiana. Il 13 ottobre in un incidente stradale hanno perso la vita tre giovani tifosi del Foggia, di ritorno da una trasferta. I gruppi organizzati di tutta Italia hanno messo da parte le rivalità e mostrato vicinanza alla Foggia calcistica. Duro l’attacco unitario mosso nei confronti della FIGC e delle varie Leghe che hanno deciso di non dare voce alla vicenda attraverso un minuto di silenzio prima delle partite. «13-10-2024: la morte non è uguale per tutti!», hanno scritto i tifosi della Cavese in uno striscione che ha accompagnato quello in ricordo di Stefano Cucchi.

A mostrare solidarietà ai supporter biancoblu è stata la senatrice Ilaria Cucchi: «Voglio ringraziare i tifosi della Cavese ed esprimere la mia vicinanza a loro e alla società. Multata per uno striscione che ricorda non solo mio fratello, Stefano, ma quanta strada abbiamo ancora da fare per dirci un Paese davvero civile. Non so cosa sia stato considerato “oltraggioso nei confronti delle istituzioni dello Stato” di queste parole. Però so perfettamente che un oltraggio enorme è quello che fa la maggioranza rimandando continuamente l’introduzione dei codici identificativi». Della necessità della misura si è iniziato a parlare con insistenza a seguito del macello alla messicana messo in atto dalle forze dell’ordine contro i manifestanti del G8 di Genova, nel 2001. Negli anni gli appelli, interni e internazionali, si sono sprecati. Anche l’Unione europea e le Nazioni Unite si sono espresse a favore dei codici identificativi per gli agenti. Nel 2022 Amnesty International ha consegnato al Capo della Polizia circa 150mila firme frutto della campagna “Codici identificativi subito”. A mancare, dunque, nel nostro Paese è la volontà politica, complice la levata sugli scudi dei sindacati di polizia.

Nel contestato disegno di legge 1660, caratterizzato per un forte impianto repressivo, la maggioranza ha provato a dare un contentino alla società civile, prevedendo che le forze dell’ordine “possano usare le bodycam in situazioni di ordine pubblico e nei luoghi di trattenimento”. Possano, non debbano. La misura sarà quindi facoltativa e le telecamere potranno essere riposte o spente quando gli agenti lo riterranno opportuno. Oltre a bluffare sulle bodycam, la coalizione guidata da Fratelli d’Italia ha glissato sui codici identificativi, lasciando l’Italia tra gli ultimi Paesi europei a esserne priva.

«Lo sport è fondamentale anche per trasmettere un messaggio di civiltà. Spero che siano tanti e tante, sempre di più, a condividerlo. E la politica a quel punto non lo potrà più ignorare», ha concluso Ilaria Cucchi, sottolineando la dimensione sociale che il calcio continua a veicolare, nonostante le continue strette repressive mosse da più fronti.

[di Salvatore Toscano]

ONU: un nuovo rapporto dettaglia il genocidio e chiede l’espulsione di Israele

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Parla di genocidio Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati Palestinesi. Nelle 32 pagine che compongono il rapporto Genocide as Colonial Erasure, il secondo presentato davanti alla commissione delle Nazioni Unite dal 7 ottobre 2023, Albanese denuncia il massacro organizzato e volontario che Israele sta portando avanti contro il popolo palestinese. Elencando fatti, nomi e responsabili di quello che è un vero e proprio genocidio, studiato per cancellare un popolo dal territorio e colonizzarlo, Albanese consiglia che le Nazioni Unite sospendano Israele come Stato membro dell’ONU. I ripetuti massacri di civili inermi, il blocco degli aiuti per affamare volontariamente la popolazione, le malattie auspicate per indebolirla, così come la distruzione studiata di tutte le infrastrutture e le torture ripetute contro i detenuti fanno parte delle tattiche dello stato sionista per «provocare la distruzione fisica» dei palestinesi. Il termine «genocidio» è delicato e non va usato a sproposito, ha ricordato l’esperta. Ma, in questo caso, è quello «più corretto».

L’esperta ricorda come siano ormai quasi 44mila morti di Gaza e come il 90% della popolazione sia stata costretta ad abbandonare la propria casa, mentre numerosi responsabili israeliani invitano il proprio popolo a «ritornare a Gaza» e a «ricostruire le colonie (israeliane) smantellate nel 2005». Inoltre, Albanese denuncia l’estendersi del conflitto e il rischio di genocidio anche nel resto dei territori palestinesi. «La violenza si è diffusa anche oltre Gaza», si legge nel report, «poiché le forze israeliane e i coloni violenti hanno intensificato i modelli di pulizia etnica e di apartheid in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est». Le violenze dell’esercito e dei coloni nei Territori Occupati Palestinesi è infatti aumentato enormemente dal 7 ottobre scorso, causando centinaia di morti e migliaia di arresti, tra gli altri abusi.

Il report denuncia nero su bianco quella che è la vera volontà dello Stato ebraico, malcelata dietro ragioni di autodifesa e lotta al terrorismo: la pulizia etnica della popolazione, volta a portare a termine la colonizzazione della Palestina e costruire il «grande Stato di Israele». Nel suo discorso di fronte alla Commissione ONU, Albanese denuncia anche le complicità degli Stati occidentali, che stanno permettendo a Israele di continuare impunito con le sue azioni. «L’impunità garantita a Israele gli ha permesso di diventare un violatore seriale del diritto internazionale» ha detto. L’allargarsi del conflitto in Libano e l’escalation della violenza nella regione contro le stesse Nazioni Unite è «un terribile precedente». La messa al bando dell’agenzia per i profughi palestinesi UNRWA, così come gli attacchi alle forze di pace UNIFIL, «se lasciati impuniti» potrebbero spingere a reazioni simili verso l’ONU anche altri Paesi. «È arrivato il momento di fare un passo esemplare», invitando così a prendere in considerazione la sospensione di Israele dall’ONU, in quanto Stato membro che «viola persistentemente» le prescrizioni dell’organismo internazionale.

Le risposte non si sono fatte attendere. Ad andare all’attacco tra le prime è l’ambasciatrice statunitense presso l’ONU, Linda Thomas-Greenfield, che ha accusato Albanese di non essere adatta all’incarico, aggiungendo che «le Nazioni Unite non dovrebbero tollerare l’antisemitismo da parte di un funzionario affiliato alle Nazioni Unite assunto per promuovere i diritti umani». A confondere – volontariamente – antisionismo con antisemitismo è anche la lobby filo-israeliana UN Watch, che ha promosso una petizione per cacciare l’esperta dal suo ruolo di relatrice speciale. Nel testo, Albanese viene accusata di aver abusato del suo mandato ONU per «diffondere antisemitismo e la propaganda di Hamas», oltre che il «terrorismo jihadista». Si tratta di accuse senza fondamenta, eppure la petizione è stata inoltrata a numerosi capi di Stato e di governo e sta avendo una notevole risonanza mediatica. In Italia è l’associazione Setteottobre, nata per «difendere Israele» e «opporsi al boicottaggio», a chiedere al governo italiano di schierarsi contro la relatrice italiana e sostenere l’allontanamento da qualunque funzione delle Nazioni Unite.

Ancora una volta, invece di analizzare i contenuti dei report portati dalla relatrice speciale dell’ONU e ragionare sulla richiesta di estromissione di Israele dalle Nazioni Unite, agendo per fermare la guerra e il genocidio, il tentativo è screditare – e licenziare – la persona che porta sul tavolo della comunità internazionale queste tematiche, accusandola di antisemitesmo e sostegno al terrorismo per eliminare ogni forma di discussione e opposizione. «Non solo vediamo il passato riprodurre se stesso, ora nei Territori Occupati palestinesi vediamo la stessa indifferenza, la stessa abilità di guardare da un’altra parte di molti Stati membri della comunità internazionale. Vediamo il collasso totale dell’ordine internazionale, che era premessa a quel “mai più” che era stato promesso dopo la Seconda Guerra Mondiale, in particolare dopo l’olocausto e il genocidio del popolo ebraico» dichiara Albanese, concludendo la conferenza stampa. Un «mai più» che questo genocidio ha seppellito per sempre.

[di Moira Amargi]

Russia, iniziano le esercitazioni navali congiunte con l’Indonesia

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Oggi, un distaccamento di navi da guerra della flotta russa del Pacifico è entrato nel porto indonesiano di Surabaya per iniziare le esercitazioni navali congiunte “Orruda-2024”, che si terranno nel Mare di Giava. Le esercitazioni tra Russia e Indonesia arrivano pochi giorni dopo l’elezione del nuovo presidente indonesiano, Prabowo Subianto, che ha promesso di rafforzare i legami con la Russia nel settore della difesa. In precedenza, un gruppo di navi da guerra russe aveva partecipato a esercitazioni congiunte con il Myanmar, denominate “Marumex-2024”, nelle acque del Mare delle Andamane.

Moldavia, Maia Sandu vince le presidenziali

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L’europeista Maia Sandu si è aggiudicata il secondo mandato come presidente della Moldavia, dopo aver ottenuto il 55,4% delle preferenze, mentre il suo rivale, Alexandru Stoianoglo, si è fermato al 44,6%. L’affluenza alle urne è stata di poco superiore al 54%. Il primo turno delle presidenziali si è svolto due settimane fa, in concomitanza con il voto per il referendum per l’adesione all’UE, dove il “sì” ha vinto per un soffio.

Alle Azzorre sarà creata la più grande rete di aree marine protette del Nord Atlantico

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L'arcipelago autonomo portoghese delle Azzorre ha approvato una legge per creare la più grande rete di aree marine protette dell'Oceano Atlantico settentrionale. Estesa su 287.000 chilometri quadrati, la nuova rete ecologica coprirà il 30% dell'oceano che circonda l'arcipelago. In circa la metà dell'area protetta totale saranno consentite solo attività a basso impatto ambientale, come la pesca con lenze e canne. Nella restante metà della rete saranno invece consentite, ma regolamentate, attività come le immersioni, il nuoto e il turismo. O, per dirla con gli stessi termini dei conservazionisti...

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India, scontri nel Kashmir, 11 feriti

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Oggi nello Stato indiano del Kashmir, presso il mercato delle pulci di Srinagar, un gruppo di militanti ha lanciato una granata contro le forze di sicurezza indiane, ferendo 11 persone. Le autorità indiane riferiscono che i responsabili avrebbero mancato il bersaglio, ferendo così 11 civili. Nessuno ha rivendicato l’attacco o fornito un’altra versione dei fatti. L’incidente arriva in un momento di tensione nella regione, dopo che ieri le truppe indiane hanno ucciso un alto comandante di un gruppo militante islamico. Il Kashmir, è una regione a maggioranza musulmana, che ha recentemente perso lo status di regione a statuto speciale per decisione del governo Modi.

Serbia, centinaia in piazza a Belgrado dopo l’incidente alla stazione

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Centinaia di persone sono scese in piazza a Belgrado, capitale della Serbia, per protestare contro il presidente Aleksandar Vucic, dopo un incidente che ha coinvolto una stazione ferroviaria nella città di Novi Sad, a circa 70 chilometri a nordovest della stessa Belgrado. L’incidente, avvenuto venerdì 1 novembre, ha visto il tetto lungo l’ingresso della stazione crollare improvvisamente, causando la morte di 14 persone e il ferimento grave di 3. I manifestanti attribuiscono a Vucic la responsabilità dell’accaduto. La protesta è stata sostenuta dai membri dell’opposizione, che hanno accusato Vucic di corruzione e di legami con la criminalità organizzata. Vucic ha respinto le accuse.

Piacenza, rapina in una sede DHL

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Nella notte tra ieri e oggi, un gruppo di ladri organizzati ha condotto una rapina presso la sede della compagnia di trasporti DHL di Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza. Per rallentare l’arrivo della polizia, i ladri hanno sbarrato le strade con auto e furgoni rubati, dando loro fuoco e spargendo chiodi a tre punte lungo le vie di accesso. La banda è entrata armata di fucili, con cui ha minacciato e disarmato le guardie giurate, e si è poi data alla fuga in direzione di Cremona. Dal deposito hanno sottratto tablet e smartphone, per un valore ancora ignoto. Sono in corso le indagini dei carabinieri di Piacenza e Fiorenzuola.

Il ruolo e gli obiettivi di Elon Musk nelle elezioni statunitensi

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Nell’aprile del 2022, Elon Musk ha acquistato la piattaforma nota all’epoca come Twitter. Uno dei principali motivi alla base di questa mossa imprenditoriale era la sua percezione di uno squilibrio politico, il quale, a suo parere, pendeva marcatamente a sinistra. Musk ha infatti espresso chiaramente la sua visione in un tweet: “perché Twitter si meriti la fiducia pubblica, deve rimanere politicamente neutrale, il che vuol dire dar egualmente fastidio all’estrema destra e all’estrema sinistra”. Due anni dopo, indagini giornalistiche del Wall Street Journal e del Washington Post suggeriscono ch...

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Bolivia, crescono le tensioni: 200 soldati rapiti

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Ieri un «gruppo armato irregolare» boliviano ha preso d’assalto una base militare vicino a Cochabamba, saccheggiando armi ed equipaggiamento militare e prendendo in ostaggio 200 soldati. La notizia è stata data dall’esercito regolare, che ha lanciato un appello ai rapitori, esortandoli a restituire immediatamente gli ostaggi, e minacciando che se non dovessero farlo le loro azioni verranno considerate «tradimento alla patria». Non si sa chi sia responsabile delle azioni di ieri, ma il presidente boliviano Luis Arce ha detto che si tratta di sostenitori dell’ex presidente Evo Morales, sollevatisi nel moto di protesta scoppiato lo scorso 14 ottobre.