Il presidente del Tajikistan Emomali Rahmon ha annunciato che cinque persone sono state uccise in seguito ad attacchi con droni scagliati dall’Afghanistan nella scorsa settimana. L’annuncio arriva a margine di un incontro con le autorità di sicurezza del Paese, organizzato dopo che il ministro degli Esteri del Paese ha riferito di un attacco avvenuto lo scorso mercoledì, in cui sono stati uccisi tre cittadini cinesi; successivamente, spiega il presidente, si è verificato un altro attacco in cui sono stati uccise altre due persone e altre cinque sono rimaste ferite. L’Afghanistan ha commentato la vicenda affermando che gli attacchi sarebbero stati lanciati da gruppi che avrebbero l’obiettivo di destabilizzare il Paese.
Alto ufficiale della NATO: “Valutiamo un cyberattacco preventivo alla Russia”
L’Alleanza Atlantica sta valutando l’ipotesi di lanciare «attacchi preventivi» contro Mosca per far fronte alla cosiddetta “minaccia ibrida”. A dirlo è la più alta carica militare prevista dal Patto Atlantico, il Presidente del comitato militare NATO Giuseppe Cavo Dragone. Un ipotetico attacco preventivo potrebbe essere considerato una «azione difensiva», ha detto Dragone, pur precisando che una simile iniziativa sarebbe «lontana dal nostro normale modo di pensare e di comportarsi». In ogni caso, secondo il Presidente, la NATO sarebbe troppo passiva nella presunta ricezione di attacchi informatici e di sabotaggio, e per tale motivo dovrebbe assumere un atteggiamento «proattivo» e «aggressivo». Le parole di Dragone sono presto arrivate in Russia, dove sono state definite dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova come «estremamente irresponsabili». Intanto, le trattative di pace rimangono ferme, mentre l’UE continua a cercare modi per armare l’Ucraina, sostenendo che la Russia «non vuole la pace».
Dragone ha rilasciato le proprie dichiarazioni in una intervista al Financial Times in cui affronta il tema della “guerra ibrida”. Secondo il Presidente, la NATO sarebbe troppo «reattiva» nell’affrontare i presunti attacchi informatici, atti di sabotaggio, e violazioni dello spazio aereo attribuiti alla Russia, e i vertici militari starebbero considerando l’idea di promuovere risposte «più aggressive». Secondo Dragone, se con i presunti atti di sabotaggio e violazioni dello spazio aereo la situazione risulta più delicata, con l’universo «cyber» lo è meno: «Essere più aggressivi rispetto all’aggressività della nostra controparte potrebbe essere un’opzione», ha detto Dragone. I problemi, secondo il militare, sarebbero più legati al «quadro giuridico», e al «quadro giurisdizionale», che pratici. Dragone sostiene che i Paesi della NATO abbiano «molti più limiti rispetto alla loro controparte a causa dell’etica, della legge, della giurisdizione. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella della controparte»; questo sarebbe vero specialmente per le “minacce” informatiche e “ibride”. «La guerra ibrida è asimmetrica», sostiene Dragone: «costa poco a loro e a noi molto». Ecco perché ritiene che l’ipotesi di scagliare attacchi preventivi dovrebbe venire presa in considerazione.
Le dichiarazioni di Dragone sono arrivate in Russia, e sono state descritte come paradigmatiche dalla portavoce Zakharova: esse, ritiene la diplomatica, dimostrerebbero la volontà «dell’Alleanza a continuare ad andare verso l’escalation. A Bruxelles piace ripetere il mantra sulla natura “puramente difensiva” dell’Alleanza. Le dichiarazioni auto-rivelanti di Giuseppe Cavo Dragone sugli “attacchi preventivi” mostrano che tale narrazione non è vera», ha affermato Zakharova, per poi rigettare le accuse con cui i Paesi europei attribuiscono i presunti attacchi a Mosca. «La leadership del blocco ha l’audacia di accusare la Russia di “retorica nucleare bellicosa”, intimidazioni e famigerati attacchi ibridi senza alcuna prova del nostro coinvolgimento», ha detto.
Nel frattempo le trattative per una pace procedono a rilento. Ieri, domenica 30 novembre, una delegazione ucraina guidata dall’ex ministro della Difesa e delegato ucraino in UE Rustem Umerov si è recata in Florida per parlare con il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio dell’ormai prossimo tavolo tra USA e Russia. Non è noto cosa i rappresentanti di USA e Ucraina si siano detti, ma entrambi hanno descritto l’incontro come «difficile, ma produttivo». Il prossimo vertice tra delegati statunitensi e russi dovrebbe svolgersi questa settimana a partire da oggi stesso, e da parte statunitense dovrebbe venire presieduto da Steve Witkoff, braccio destro diplomatico di Trump; l’unica cosa finora nota è che il piano a 28 punti elaborato da Washington e Mosca è stato scartato, e che al suo posto ne potrebbe venire discusso uno a 19 punti studiato da USA e Ucraina. L’UE nel frattempo continua a premere per armare l’Ucraina e trovare modi per finanziare l’invio di armi; oggi i ministri della Difesa dei 27 si riuniranno con l’Alta Rappresentante per gli Affari Esteri Kaja Kallas per discutere proprio di come sostenere militarmente l’Ucraina e per parlare dei prossimi passi da compiere nell’ambito del piano di riarmo europeo.
Vasto: cittadini contro il resort nella Riserva di Punta Aderci
Il progetto di un “eco-resort” di 39mila mq a Torre Sinello, dentro e ai margini della Riserva Naturale Punta Aderci, divide Vasto. La società C-Naturae, che ne ha in capo la realizzazione, prevede unità abitative, piscine ed edificio benessere nell’area già vincolata e parzialmente ricadente in Zona Speciale di Conservazione. Italia Nostra, Forum H2O e Gruppo Fratino denunciano però un intervento «scriteriato», ritenendo insufficienti le procedure avviate dal Comune, e chiedono una Valutazione di Impatto ambientale. Il sindaco Francesco Menna ha replicato annunciando un esposto per «procurato allarme» e definito il progetto «eco-compatibile» e come un’opportunità per il territorio.
Come si legge nel Rapporto Preliminare per la Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica, la società C-Naturae «intende procedere alla realizzazione della struttura turistico ricettiva denominata Eco Resort Punta Aderci, operando una profonda riqualificazione dell’area ex “Camping Oasi Punta Aderci”», al fine di creare un servizio di qualità, che risulti adeguato all’ineccepibile valore paesaggistico del luogo, immerso nella natura mediterranea e nei vigneti locali, che fanno di Punta Aderci un territorio di elevata integrazione uomo-ambiente». L’intento progettuale, si scrive, è stato quello di «mettere a sistema il patrimonio paesaggistico e le valenze naturalistiche esistenti con le esigenze di ampliamento del Proponente, attraverso la realizzazione di unità abitative mobili, che non contemplino quindi il consumo permanente di suolo e non creino impatto significativo sui luoghi, così come i connessi servizi.
Tale esposizione non ha però convinto le associazioni ambientaliste. In prima fila contro la realizzazione del resort si è schierata Italia Nostra, che ha espresso «profonda preoccupazione» per un’operazione che, avverte, «prevede 52 unità abitative prefabbricate, piscine, aree wellness e parcheggi su circa quattro ettari di terreno oggi agricolo e in parte naturale», rappresentando «un intervento ad elevato impatto paesaggistico e ambientale, incompatibile con gli obiettivi di tutela della Riserva e con le politiche europee e regionali di conservazione della biodiversità». L’area coinvolta è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico e archeologico, in parte inclusa all’internpo della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci, e Sito di Interesse Comunitario (SIC/ZSC) della Rete Natura 2000. L’organizzazione contesta la decisione del Comune di Vasto di «avviare una semplice Verifica di Assoggettabilità alla VAS, senza coinvolgimento del pubblico ma soltanto dei Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA)», definendola «in contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione stabiliti dalla direttiva 2001/42/CE e dal D.Lgs. 152/2006».
Critiche all’indirizzo dell’operato comunale sono arrivate anche dal Forum H2O, che ha reso noto di avere «inviato una segnalazione circa il fatto che, per un intervento del genere, è obbligatoria la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, con la fase pubblica per le osservazioni, che appare essere stata completamente dimenticata». In considerazione delle dimensioni del progetto e lo stato attuale dell’area, inoltre, «appare evidente come non ci si possa limitare a un mero screening di V.Inc.A. ma debba essere espletata la procedura completa, più approfondita e aperta alle osservazioni del pubblico», evidenzia l’organizzazione. «A parte il rigoroso rispetto delle procedure, bisognerà fare delle considerazioni di carattere generale sull’impatto naturalistico e ambientale che questi tipi di intervento hanno su un’area protetta», ha aggiunto Stefano Taglioli del Gruppo Fratino di Vasto.
Difendendo a spada tratta il progetto, il sindaco di Vasto, Francesco Menna, ha bollato come «polemiche futili, inutili e strumentali» le critiche avanzate dalle associazioni ambientaliste, annunciando che presenterà un esposto per procurato allarme. «Ritengo che in Italia ci siano dei burocrati del “No” a prescindere che fanno il male del Paese e sedicenti ambientalisti, che a me piace chiamare “eco-talebani”, che sono quelli della denuncia facile su tutto, che però non vedo presenti quando questa amministrazione ha intrapreso iniziative importanti sul fronte ambientale», ha dichiarato il primo cittadino. «Questo resort va fatto, perché è compatibile con l’ambiente ed è un faro per la transizione ecologica e ambientale», ha poi concluso. Le organizzazioni che contestano il progetto, invece, chiedono «con forza un cambio di passo nelle politiche territoriali e turistiche, affinché la sostenibilità non resti uno slogan di facciata ma diventi sostanza concreta delle scelte pubbliche e private».
È morto Nicola Petrangeli, leggenda del tennis italiano
È morto a 92 anni Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano e primo azzurro a vincere un torneo del Grande Slam, il Roland Garros, conquistato nel 1959 e 1960. Considerato tra i migliori giocatori della sua epoca, vinse 67 tornei complessivi e detiene ancora oggi il record assoluto di vittorie in Coppa Davis: 120 match, di cui 78 in singolare. Tra i suoi successi spiccano anche due Internazionali d’Italia e una semifinale a Wimbledon. Capitano nel 1976, guidò l’Italia al suo unico trionfo in Coppa Davis. Elegante e versatile, fu un maestro della terra rossa e del rovescio a una mano.
Il governo del “compra italiano” affida le forniture di Palazzo Chigi ad Amazon
Correva l’anno 2018 e Giorgia Meloni, all’epoca fiera sovranista, affermava: «Agli italiani dico: non comprate su Amazon perché la nostra pigrizia può costarci caro, comprate al dettaglio, sosteniamo i commercianti e gli artigiani italiani». Ora, invece, la presidenza del Consiglio ha siglato un patto da 135 mila euro con la multinazionale americana, dalla quale acquisterà le forniture per i prossimi tre anni.
Le tipologie di prodotti per i quali il governo potrà rifornirsi da Amazon sono molteplici e vanno dalla fotografia ai libri, dalla ferramenta agli arredi per l’ufficio, passando anche per i grandi elettrodomestici. Il contratto, della durata di 24 mesi, potrà essere rinnovabile per altri 12. Palazzo Chigi smetterà così di fare approvvigionamento dai piccoli produttori e dalle catene locali italiane, con le ripercussioni socio-economiche che questo comporta. Eppure, l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è in passato più volte espressa esplicitamente contro l’acquisto da Amazon, motivando la sua posizione con la necessità di tutelare il commercio al dettaglio e le piccole realtà imprenditoriali italiane. A poche settimane dalla sua vittoria alle elezioni del 2022, poi, il suo governo aveva valutato l’introduzione in legge di Bilancio di una “Amazon Tax”, una tassa sulle consegne a domicilio effettuate dopo acquisti online, con l’obiettivo di aumentare le entrate nelle casse dello Stato e difendere contemporaneamente i piccoli negozi. Nel 2023 poi, in un discorso che già preannunciava un ammorbidirsi delle proprie posizioni rispetto al passato, Meloni aveva ribadito la necessità di governare adeguatamente il commercio elettronico perchè «il suo impatto sul nostro sistema economico e produttivo sia sostenibile».
Eppure, in questo momento più che mai l’industria italiana avrebbe bisogno di sostegno, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese, che stanno risentendo maggiormente l’impatto di dazi statunitensi, caro energia e della generale crisi del settore manifatturiero. In un contesto simile, per i prossimi tre anni Palazzo Chigi si è invece assicurato l’acquisto di una ampia gamma di beni, ignorando anche le reiterate proteste dei fattorini della multinazionale di Bezos, che hanno scioperato a più riprese in Italia (e in tutto il mondo) per chiedere orari di lavoro più umani e condizioni di sicurezza più dignitose. Per non citare le accuse di complicità nell’“economia di genocidio” dello Stato di Israele” rivolte all’azienda da rapporti ONU, in quanto risulta aver investito direttamente negli insediamenti illegali dei coloni israeliani in Cisgiordania.
Alluvioni in Asia, il bilancio sale a oltre mille morti
Continua a peggiorare il bilancio delle vittime delle alluvioni che negli ultimi giorni hanno colpito Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malaysia. Oggi le autorità parlano infatti di oltre mille morti e centinaia di dispersi. Secondo l’agenzia per la gestione delle catastrofi, Sumatra risulta l’area più colpita, con 502 vittime e oltre 500 dispersi, mentre in Sri Lanka si contano 334 morti dopo il passaggio del tifone Ditwah. I governi hanno mobilitato elicotteri, navi e mezzi militari per i soccorsi, con lo Sri Lanka che ha dichiarato lo stato d’emergenza. In Thailandia si registrano 176 vittime e due in Malaysia.
Emma Bonino ricoverata in terapia intensiva a Roma
Emma Bonino è stata trasportata domenica sera in codice rosso all’Ospedale Santo Spirito di Roma, dove è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva per insufficienza respiratoria. Fonti mediche riferiscono che l’ex ministra, radicale della prima ora, al momento sembra vigile. Nel 2015 le era stato diagnosticato un tumore al polmone, guarito dopo otto anni di cure, e già nell’ottobre 2024 era stata ricoverata per problemi respiratori. I medici faranno il punto con un bollettino nelle prossime ore.









