Lanciare una nuova stagione referendaria, stabilire le priorità per un’azione politica comune, restituire centralità alle forme e agli strumenti della democrazie diretta. Questi sono solo alcuni degli obiettivi che si pone la nuova piattaforma promossa da Generazioni Future, la Società Cooperativa del giurista Ugo Mattei. L’iniziativa mira a riunire varie realtà sociali, gruppi e associazioni per delineare un programma di azione comune dal basso, nell’ottica, ci spiega lo stesso Mattei, di una rinascita del «movimento per i beni comuni». Tra gli elementi a fare scattare la miccia c’è il sempre più attivo coinvolgimento bellico del Paese, accompagnato dall’ormai consolidata linea di astensione dell’Italia di fronte alla causa palestinese; i temi che verranno sviluppati, tuttavia, sono variegati, e vanno dal rilancio di azioni di democrazia partecipativa, alla transizione ecologica, fino alla difesa della sanità pubblica. Dopo mesi di appelli e preparativi, domani, domenica 27 ottobre, si terrà a Roma la prima “Assemblea Popolare per l’Aggregazione: Democrazia è Partecipazione”, che costituirà il primo passo di un percorso volto a identificare priorità e metodologie comuni di lotta politica per gli anni a venire.
L’Assemblea di domani inizierà alle 9:30 e andrà avanti fino alle 16:00 presso lo Spin Time Lab in Via Santa Croce in Gerusalemme, a Roma. In apertura, ci sarà una lettura di Moni Ovadia su un testo del Premio Nobel per la letteratura 1961, Ivo Andric, a cui seguirà una relazione di contesto affidata a Ugo Mattei. Dopo i primi incontri mattutini, verranno costituiti dei gruppi di lavoro per stabilire le priorità della lotta, i metodi con cui portarla avanti, e un piano ipotetico per il lancio di una prossima stagione referendaria nel 2025. Ai lavori saranno presenti rappresentanti di una ventina di associazioni variegate, come gruppi per la difesa dell’ambiente, associazioni per i diritti, per le politiche civili e per la tutela locale. «Magari a suo tempo divisi sulla gestione pandemica», i gruppi sono «ora riuniti dall’opposizione alle guerre e dalla solidarietà al popolo Palestinese».
Lo scopo della piattaforma è proprio questo: «La gestione pandemica», sostiene Mattei, ha portato a una rottura tra i movimenti, che va ora ricucita. Dalla loro coesione, era sorta una mobilitazione che aveva «saputo per una stagione rendersi almeno in parte egemone, raggiungendo un successo clamoroso e insperato in quella stagione referendaria del giugno 2011 in cui oltre 26 milioni di Italiani si pronunciarono contro le privatizzazioni dei servizi pubblici»; ma soprattutto si era giunti a una «consapevolezza che la democrazia ha bisogno di partecipazione diretta della cittadinanza». E, continua Mattei, è proprio questa consapevolezza che va ripresa, così da «ricucire il movimento per i beni comuni» e «trovare forme di aggregazione politica non di partito che consentano al popolo dei beni comuni di colpire come un sol uomo e diventare una base sociale rilevante».
L’iniziativa, insomma, intende mettere insieme realtà sfaccettate per creare una piattaforma comune di politica dal basso che sia capace di sostenere e orientare le lotte politiche rilevanti attraverso una riappropriazione dei metodi e degli strumenti della democrazia diretta e partecipativa, primo fra tutti quello referendario. I temi che sono stati affrontati nel corso degli incontri preparativi sono molteplici: transizione ecologica, difesa della sanità pubblica, comunicazione, pace, emergenza abitativa, e tanti altri. L’iniziativa di domani intende compiere un primo passo verso una loro discussione più approfondita, e iniziare a «identificare le priorità comuni per il 2025».
[di Dario Lucisano]