Stamane è stata effettuata dai ROS a Catania l’operazione “Mercurio”, che ha portato all’arresto di 19 persone per presunte infiltrazioni mafiose nelle istituzioni siciliane. Tra queste, figura anche il deputato regionale Giuseppe Castiglione, capogruppo del movimento Popolari e Autonomisti, accusato di voto di scambio con la famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della città etnea, ha svelato accordi tra mafiosi e politici per ottenere voti in cambio di favori nei lavori pubblici. Tra coloro che sono stati arrestati ci sono anche due consiglieri comunali e il sindaco di Ramacca, Nunzio Vitale, la cui elezione sarebbe stata promossa dalla mafia locale.
Cibi ultra-processati: perché fanno male e come ridurne il consumo
I cibi ultra-processati sono alimenti industriali altamente lavorati e trattati con sostanze e additivi come conservanti, emulsionanti, coloranti, aromi, zuccheri e sali. Si tratta di alimenti relativamente economici, molto appetibili e, soprattutto, già pronti per essere consumati o cucinati. Li scegliamo spesso quando desideriamo “qualcosa di buono” che ci faccia sentire meglio. Tuttavia, non si tratta solo di dolciumi e snack: questi cibi includono anche alcuni alimenti che oggi costituiscono la base della dieta standard in quasi tutti i Paesi occidentali e industrializzati. Essi contribuiscono a creare un modello alimentare che gli studiosi considerano responsabile di una dieta povera, ossia priva di nutrienti e sostanze fondamentali per il benessere dell’organismo. Le diete povere di nutrienti e basate sui cibi ultra-processati sono oggi la causa primaria di morte prematura per gli esseri umani. La mole di ricerche scientifiche su questo tema è assolutamente solida: più cibi ultra-processati si consumano, maggiore è il rischio di morte prematura, cancro, infarto, ictus, malattie infiammatorie come il morbo di Crohn, diabete di tipo 2, patologie mentali come ansia e depressione, e infine demenza e malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.
La lavorazione eccessiva dei cibi industriali riduce drasticamente i micronutrienti (vitamine, minerali, antiossidanti, fibre), al punto che le diete moderne, pur favorendo l’insorgenza di sovrappeso e obesità, possono anche causare malnutrizione. Questo problema non riguarda soltanto i Paesi a basso reddito. Nel Regno Unito, ad esempio, i bambini di 5 anni non solo sono tra i più obesi d’Europa, ma risultano anche significativamente più bassi rispetto ai loro coetanei danesi e olandesi: oltre cinque centimetri di differenza. I bambini danesi e olandesi, inoltre, vantano uno dei più bassi tassi di obesità tra le nazioni sviluppate.
Cibi ultra-processati e tumori
Tra le patologie più strettamente correlate a una dieta basata su cibi ultra-processati rientrano quelle tumorali. Un recente studio scientifico accusa pesantemente questi prodotti industriali ricchi di additivi e conservanti: aumentano il rischio di sviluppo di tumori e il tasso di mortalità correlata, in particolare per quanto riguarda il tumore delle ovaie, della mammella e del cervello. Questi risultati provengono da una ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell’Imperial College di Londra e pubblicata il 31 gennaio 2023 sulla rivista scientifica eClinical Medicine.
Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 500.000 partecipanti del Regno Unito (di età compresa tra i 40 e i 69 anni), monitorati per le loro abitudini alimentari tra il 2009 e il 2012 in modo dettagliato, e seguiti fino al 31 gennaio 2021 per valutare l’andamento del loro stato di salute, con particolare attenzione allo sviluppo di tumori e ai decessi correlati. I prodotti alimentari consumati sono stati classificati in base al grado di lavorazione, da semplici e poco lavorati (ad esempio, pomodoro crudo) a mediamente o ultra-processati (ad esempio, salse di pomodoro, pizza surgelata).

Come avviene in questo tipo di studi, i dati e i risultati sono stati aggiustati per tenere conto delle caratteristiche socio-demografiche di base, dell’abitudine al fumo, dell’attività fisica, dell’indice di massa corporea, del consumo di alcol e dell’apporto energetico totale. In altre parole, i risultati finali sono stati calcolati escludendo l’influenza di fattori cosiddetti “confondenti”, standardizzati per garantire una maggiore omogeneità all’interno del gruppo di studio.
Il consumo medio di alimenti ultra-processati rappresentava il 22,9% della dieta totale. Durante un periodo medio di monitoraggio di circa 10 anni, 15.921 individui hanno sviluppato il cancro e sono stati registrati 4009 decessi correlati alla malattia.
I ricercatori affermano che «vi sono crescenti preoccupazioni per i potenziali effetti nocivi sulla salute degli alimenti ultra-trasformati, alimenti che sono formulazioni industriali realizzate assemblando sostanze alimentari di derivazione industriale e additivi alimentari attraverso una sequenza di processi industriali estensivi. Gli alimenti ultra-processati contengono poco o niente del cibo intero di origine e sono spesso densi di energia, ricchi di sale, zucchero e grassi nocivi, poveri di fibre e soggetti a un consumo eccessivo. Sono commercializzati in modo aggressivo con marchi forti per promuovere il consumo e stanno gradualmente sostituendo i modelli dietetici tradizionali basati su alimenti freschi e minimamente trasformati. Oltre alla loro composizione nutrizionale più povera, gli alimenti ultra-processati possono inoltre aumentare il rischio di cancro attraverso contaminanti potenzialmente cancerogeni che si generano durante la lavorazione industriale, attraverso l’uso di alcuni additivi alimentari controversi e alcuni materiali di imballaggio caratterizzati dall’avere proprietà cancerogene e/o di interferenza con gli ormoni del corpo umano».
Affermano inoltre che in letteratura medico-scientifica si stanno accumulando prove sul forte potenziale di promozione – da parte degli alimenti ultra-processati – di obesità e diabete di tipo 2, ed entrambe queste condizioni sono a loro volta fattori di rischio per molti tumori, compresi quelli dell’apparato digerente e di alcuni tumori correlati agli ormoni nelle donne.
Sebbene un nesso di causalità netto e incontrovertibile non possa essere stabilito, a causa della natura osservazionale dello studio, e degli studi di questo tipo in generale, questi risultati sottolineano comunque l’importanza di considerare il grado di trasformazione degli alimenti nella dieta. Suggeriscono, inoltre, che sarebbe sempre opportuno, a scopo precauzionale, evitare di seguire diete e regimi alimentari basati in larga misura sul consumo di cibi industriali altamente lavorati. Come sempre, la chiave risiede nell’equilibrio: il consumo occasionale e sporadico di cibi ultra-lavorati può essere accettabile, ma deve rimanere l’eccezione all’interno di una dieta composta il più possibile da alimenti naturali, di stagione e minimamente processati.
Come riconoscerli
La prima cosa che ci viene in mente pensando a questi cibi sono le porzioni ipercaloriche in formato XXL tipiche delle catene di fast food americani, che rappresentano un perfetto prototipo di cibo ultra-processato, oltre a costituire una vera enciclopedia di additivi. Negli Stati Uniti, ad esempio, le patatine del McDonald’s contengono ben 19 ingredienti, mentre in Italia “solo” 9 (si fa per dire: restano comunque un alimento ultra-processato, per evitare fraintendimenti). Anche il classico panino del McDonald’s contiene circa 20 ingredienti.
Ma i cibi ultra-processati non si limitano solo a questi esempi. Purtroppo, sono molto più diffusi di quanto si pensi, anche nella dieta media degli italiani. Alcuni di questi alimenti si trovano persino nelle dispense di persone che si considerano salutiste e attente all’alimentazione. Partiamo da un dato di base: sono considerati cibi ultra-processati tutti gli alimenti confezionati che hanno subìto molteplici processi di trasformazione industriale. Questi processi industriali modificano i cibi essenzialmente in tre modi:
- Sottrazione di sostanze: privano gli alimenti di nutrienti fondamentali, come nel caso dei cereali raffinati o dei cibi pastorizzati.
- Aggiunta di sostanze: includono additivi, conservanti, coloranti, aromi, esaltatori di sapidità, sale, zuccheri e altre sostanze artificiali.
- Modifica della struttura chimica dell’alimento: alterano la composizione chimica attraverso processi come cottura, estrusione, idrogenazione, modifica chimica dell’amido e alterazione delle proteine.
Inoltre, a causa di queste modifiche e trattamenti industriali, tali cibi possono creare dipendenza, in modo simile a sostanze come il tabacco o l’alcol. Questo fenomeno è stato dimostrato da una ricerca pubblicata sul British Medical Journal.
Rientrano nella categoria dei cibi ultra-processati alcuni prodotti notoriamente poco salutari, tra cui:
- Patatine;
- Merendine confezionate;
- Caramelle gommose e cioccolatini industriali;
- Biscotti e dolci industriali;
- Bevande energetiche;
- Bevande zuccherate;
- Molti prodotti da fast food;
- Pesce e carne trasformati come polpette, wurstel, spinacine, cordon bleu o bastoncini di pesce;
- Salse e condimenti industriali come maionese, maionese vegana, ketchup, salsa barbecue;
- Pizze surgelate;
- Creme spalmabili incluse quelle vegane o plant-based;
- Noodles e cibi pronti in barattolo da scaldare con l’aggiunta di acqua calda.
Sono processati e ultra-processati anche alimenti insospettabili, spesso consigliati dai nutrizionisti nelle diete o pubblicizzati in TV e sulle riviste come sani e naturali. Sebbene siano alimenti con poche calorie, rimangono comunque poco salutari, poiché hanno subìto lunghe e ripetute lavorazioni industriali. Ecco alcuni esempi:
- Gallette di riso o di altri cereali ;
- Fette biscottate;
- Crackers
- Cereali in fiocchi per la colazione come i cornflakes;
- Barrette ai cereali e barrette sostitutive dei pasti:
- Fiocchi di mais glassati e cereali zuccherati per la colazione;
- Pane in cassetta confezionato anche nella versione integrale;
- Yogurt alla frutta zuccherati e aromatizzati in particolare quelli magri o light;
- Purè di patate istantaneo;
- Polenta istantanea;
- Sughi pronti salvo rare eccezioni;
- Chips di legumi;
- Zuppe o minestre istantanee;
- Succhi di frutta industriali e confezionati;
- Vegan burger o prodotti simili;
- Omogeneizzati e merende per neonati;
Imparare a leggere l’etichetta
Quando si fa la spesa, bisognerebbe tenere a mente una regola fondamentale: meno ingredienti sono presenti sull’etichetta, più è probabile che il prodotto sia salutare. Al contrario, quando ingredienti e additivi si moltiplicano, aumenta la probabilità che si tratti di un cibo nocivo. Esistono inoltre sostanze, additivi e ingredienti specifici che caratterizzano in modo inequivocabile i prodotti ultra-processati. La loro presenza in etichetta è un chiaro indizio del fatto che ci si trovi di fronte a un alimento ultra-processato.
Tra questi i più comuni sono: aromi, amido modificato, emulsionanti come carragenina (E407) o mono e digliceridi degli acidi grassi (E471), fosfati (fosfato di calcio, difosfato di sodio), estratto di lievito, estratto di malto d’orzo, dolcificanti, zucchero e succhi concentrati d’uva o di mela, glutine, destrosio, sciroppo di glucosio, fruttosio, conservanti come nitriti e nitrati, amido di frumento o di mais, coloranti, gomma di Gellano e gomma di Xantan.
Particolare attenzione merita l’amido modificato, spesso presente in alimenti considerati sani e leggeri, come yogurt light alla frutta, maionesi vegane, yogurt probiotici e salmone vegano. Gli amidi modificati sono utilizzati dall’industria alimentare per garantire una maggiore conservazione dei prodotti e migliorarne densità e cremosità, grazie al loro effetto addensante. Risultano preferiti rispetto agli amidi naturali, come quello di riso o di patata, poiché offrono una maggiore resistenza al calore, trattengono meglio l’acqua e si adattano meglio ai processi di produzione degli alimenti trasformati.
Con il termine “amido modificato” si identificano ben 12 additivi diversi, spesso indicati in etichetta con le seguenti sigle: E1404, E1410, E1412, E1413, E1414, E1420, E1422, E1440, E1442, E1450, E1451, E1452.

Alcuni tipi di amido modificato non sono autorizzati negli alimenti per l’infanzia, poiché possono contenere residui di una sostanza chiamata PCM (propilene cloroidrina), nota per essere mutagena, ossia capace di modificare il DNA e causare danni. È il caso, ad esempio, dell’E1442, che tuttavia si trova in alcuni yogurt da supermercato, i quali potrebbero essere consumati inconsapevolmente anche dai bambini.
Infine, l’aggiunta di amidi modificati aumenta inutilmente il contenuto calorico degli alimenti e ne riduce la genuinità e il valore nutritivo. Questo accade perché, essendo un amido, contiene molecole di glucosio. Tutti gli amidi, infatti, sono costituiti da agglomerati di molecole di glucosio, ovvero zucchero. Questo principio vale sia per gli amidi naturali, presenti nel riso, nelle patate o nel grano, sia per quelli chimicamente modificati dall’industria.
Come l’amido naturale, anche quello modificato contiene molte calorie, ma è privo dei fattori nutrizionali – come vitamine, proteine e minerali – che sarebbero invece presenti nella materia prima che va a sostituire. L’industria alimentare utilizza amidi modificati principalmente per il loro effetto addensante, nei casi in cui i prodotti risultano poco densi per la rimozione di alcune materie prime o perché si decide di non utilizzarle (ad esempio burro o panna). Per esempio, l’aggiunta di amido modificato allo yogurt alla frutta consente di ridurre i grassi del latte di partenza, diminuendo così il contenuto di vitamine e minerali normalmente presenti nel grasso del latte.
Non a caso, gli amidi modificati sono spesso aggiunti agli alimenti light per mantenere le qualità organolettiche – come sapore e con sistenza cremosa – nonostante la riduzione dei nutrienti. Questo crea nel consumatore l’illusione di acquistare un prodotto più leggero e salutare, etichettato come light, ma che in realtà contiene un numero di calorie simile a quello dello yogurt da latte intero. Con l’aggravante, però, di aver perso tutte le vitamine liposolubili presenti nel grasso del latte, quali A, D, E e K.

Un’altra categoria di prodotti in cui viene impiegato l’amido modificato è quella dei noodles istantanei, ormai molto diffusi e apprezzati specie dai più giovani. Tuttavia, non si può certo affermare che si tratti di un alimento di qualità, data la presenza di numerosi additivi, tra cui olio di palma, glutammato, maltodestrine, aromi, zucchero e persino coloranti. L’amido modificato viene largamente utilizzato dall’industria alimentare anche per la produzione di salse e maionese, come il ketchup e altri tipi di condimenti industriali. Questo additivo è spesso presente anche nei sughi pronti da supermercato, nei budini e nella pasticceria industriale di bassa qualità, soprattutto nella preparazione di creme.
Infine, l’amido modificato non viene utilizzato nella produzione di alimenti biologici. In questi prodotti si preferisce impiegare esclusivamente amidi naturali (come quelli di riso o mais) o addensanti naturali, quali la fecola di patate e simili. Gli amidi modificati ottenuti da mais OGM o altri alimenti geneticamente modificati sono espressamente vietati nelle produzioni bio.
[di Gian Paolo Usai]
UE, almeno 2 miliardi di aiuti all’Ucraina
La presidente della Commissione Europea Ursula con der Leyen ha annunciato un altro pacchetto di aiuti per l’Ucraina, dal valore di almeno 2 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni mediatiche, il pacchetto potrebbe raggiungere la cifra di 3,5 miliardi. L’annuncio è arrivato oggi, lunedì 24 febbraio in occasione di una visita a Kiev da parte del vertice dell’esecutivo UE. In un comunicato diffuso dalla Commissione si legge che gli aiuti prevedono un «aumento degli investimenti europei per proteggere il sistema energetico ucraino e consentirne la piena integrazione nel mercato energetico europeo».
Elezioni in Germania: CDU primo partito, Alternative für Deutschland oltre il 20%
Con il 28,6% delle preferenze, l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) di Friedrich Merz, partito di centrodestra di orientamento liberal-conservatore, ha vinto le elezioni parlamentari tedesche. Le elezioni si sono svolte ieri, domenica 23 febbraio, e delineano un parlamento diverso rispetto al precedente, con l’ex maggioranza di governo che ne esce largamente ridimensionata. Il Partito Socialdemocratico (SPD) dell’ex cancelliere Olaf Scholz si è fermato al 16,4%, perdendo, a causa della nuova legge elettorale, 86 seggi; male anche i Verdi, quarti con l’11,6%, e sconfitta totale per i liberali, che non riescono a superare la soglia di sbarramento. Malgrado la sua grande crescita, la nuova composizione parlamentare rende improbabile una possibile alleanza di governo con la destra di Alternativa per la Germania (AfD), arrivata seconda con il 20,4%, e preannuncia colloqui serrati tra CDU, SPD e Verdi.
Nonostante il netto cambio nella distribuzione dei seggi, le elezioni federali tedesche non hanno riservato troppe sorprese. L’affluenza ha registrato il record dell’82,5%, la soglia più alta mai raggiunta dall’unificazione. I grandi sconfitti di questa tornata elettorale sono senza ombra di dubbio i socialdemocratici di Scholz, che tuttavia conservano la possibilità di rimanere al governo. I cristiano-democratici, infatti, hanno ottenuto 208 seggi su un totale di 630 e, con ogni probabilità, vista l’esclusione dei liberali, avvieranno le trattative per formare il prossimo esecutivo proprio con l’SPD. Il partito del cancelliere uscente si è assicurato 120 posti in parlamento, cifra che apre la possibilità di una coalizione tra SPD e CDU; se a questa dovessero aggiungersi i Verdi, che hanno ottenuto 85 seggi, il risultato sarebbe un governo appoggiato da 413 parlamentari. La seconda forza parlamentare risulta essere l’AfD con 152 seggi, quasi il doppio rispetto a prima, ma dalle dichiarazioni di Merz risulta improbabile che la CDU apra trattative con essa. Il “cordone sanitario” formatosi intorno alla destra, insomma, ha tenuto saldamente. Alle elezioni si sono presentate anche La Sinistra (Die Linke), che ha ottenuto 64 seggi, e Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), partito di dissidenti di Die Linke, che non ha superato la soglia di sbarramento.
Con ogni probabilità, il prossimo esecutivo vedrà a capo Friedrich Merz, il 69enne leader del partito di centrodestra che ha trionfato alle elezioni. Merz era noto ai tempi di Angela Merkel, con la quale si è più volte scontrato per la guida del partito, ed è diventato presidente della CDU nel gennaio 2022. A settembre 2024, è diventato candidato cancelliere per i cristiano-democratici. Sul fronte interno, Merz propone una stretta sull’immigrazione irregolare; per far fronte alla grave recessione che colpisce la Germania da due anni, invece, propone una riduzione della spesa sociale pubblica, che porterebbe avanti attraverso tagli all’occupazione statale e ai sussidi. Sul versante estero, infine, Merz appoggia gli aiuti all’Ucraina e sostiene la permanenza della Germania nella NATO.
[di Dario Lucisano]
Libano, funerali di Nasrallah sotto minaccia israeliana
A Beirut, nello stadio Camille Chamoun, si sono svolti i funerali di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah ucciso cinque mesi fa da Israele. Ai 55mila posti della struttura si sono aggiunte decine di migliaia di persone nelle strade della capitale libanese. Durante i funerali, dei jet israeliani hanno effettuato dei sorvoli a bassa quota, minacciando i presenti. Poco prima dell’inizio della cerimonia l’aviazione di Tel Aviv ha compiuto degli attacchi nel sud del Libano, nella regione di Tiro, nonostante il cessate il fuoco.
Israele viola gli accordi e non libera gli ostaggi palestinesi
In cambio della liberazione dei sei ostaggi israeliani avvenuta ieri a Gaza Israele avrebbe dovuto rilasciare 620 ostaggi palestinesi ma ha deciso di violare l’accordo. La liberazione non avverrà «fino a quando non sarà assicurato il rilascio dei prossimi ostaggi senza le cerimonie umilianti», ha dichiarato il criminale di guerra Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele. La decisione è stata criticata da Hamas, che l’ha definita un pericolo per la tenuta della già fragile tregua. Hamas, nel fare appello ai mediatori, ha poi rispedito al mittente le accuse e descritto il rilascio degli ostaggi israeliani come privo di qualsiasi insulto.
Germania, urne aperte per elezioni federali
È arrivato il giorno delle elezioni federali in Germania, che vede coinvolti 60 milioni di cittadini aventi diritto al voto. Le urne resteranno aperte fino alle ore 18. Quattro i principali candidati alla Cancelleria tedesca: Friedrich Merz (CDU| centrodestra), Alice Weidel (AfD| estrema destra), il dimissionario Olaf Scholz (SPD| centrosinistra) e Robert Habeck (Verdi). La consultazione di oggi è stata anticipata dopo la crisi di governo scoppiata lo scorso novembre.
Emergenza arsenico a Messina: nuovi sequestri nel cantiere del raddoppio ferroviario
L’arsenico torna a fare paura a Messina. La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro di un’area di circa 20mila metri quadrati tra Contesse e il Villaggio Unrra, nella zona sud della città, dopo il ritrovamento di materiali di scavo con concentrazioni di arsenico superiori ai limiti di legge. Si tratta del terzo sequestro in pochi mesi nell’ambito dei lavori per il raddoppio ferroviario sulla linea Messina-Catania-Palermo: a ottobre, un provvedimento simile aveva colpito un’area di stoccaggio a Nizza di Sicilia, seguito poi da un sequestro nel comune di Alì Terme. Il nodo centrale delle indagini, coordinato dalla sostituta procuratrice Roberta La Speme, è la gestione di questi materiali: il rischio è che la dispersione di arsenico possa avere ripercussioni sull’ambiente e sulla salute pubblica.
L’appalto di RFI è gestito dal Consorzio Messina Catania Lotto Nord, di cui fanno parte Webuild – società che effettuerà i lavori per il Ponte sullo Stretto, partecipata dallo Stato italiano attraverso CDP Equity S.p.A., che detiene il 16,47% del capitale sociale – e Pizzarotti. L’inchiesta ha preso slancio lo scorso autunno, quando le analisi condotte dopo gli scavi della galleria Sciglio, a Nizza di Sicilia, hanno rivelato la presenza di arsenico nei materiali di risulta. I monti Peloritani, da cui proviene il materiale, contengono naturalmente arsenico, ma il problema nasce dalla gestione degli accumuli. A Nizza di Sicilia, la vasca di stoccaggio sequestrata non era infatti adeguatamente coperta, così le piogge torrenziali hanno favorito il dilavamento delle sostanze tossiche, contaminando il suolo e aumentando il rischio di infiltrazioni nelle falde acquifere. L’inchiesta si è ora allargata alla città di Messina. Nelle zone residenziali il tetto massimo di arsenico consentito per legge è di 20 mg/kg, ma nei luoghi requisiti dalla procura i numeri sembrerebbero essere molto superiori. Il caso è stato segnalato dal sindaco di Roccalumera e deputato all’Assemblea Regionale Siciliana di Sud Chiama Nord, Giuseppe Lombardo, il quale ha chiesto una maggiore trasparenza sui dati ambientali e un monitoraggio costante dell’inquinamento nelle aree interessate. A muoversi è stato anche il Partito Democratico, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per sollecitare interventi e verifiche sul rispetto delle normative ambientali. Il Consorzio Messina-Catania ha sempre sostenuto che i materiali di scavo sono trattati in sicurezza, ma la magistratura vuole verificare se le procedure adottate siano state effettivamente rispettate.
Il Consorzio ha provato a rassicurare la popolazione, spiegando che gli scavi sono stati temporaneamente sospesi per consentire ulteriori analisi sui materiali di risultati. Ma ora anche i cittadini vogliono vederci chiaro. L’associazione di volontariato #Isamupubbirazzu ha organizzato una raccolta firme per chiedere maggiore chiarezza sui materiali accumulati nei siti di stoccaggio e per sollecitare interventi immediati per la tutela della salute pubblica. L’iniziativa si è tenuta tra la mattinata di ieri e il pomeriggio di oggi di fronte alla scuola Salvo D’Acquisto del Villaggio Unrra, uno dei punti più sensibili della zona. Intanto, lunedì prossimo si terrà un consiglio comunale straordinario per affrontare il tema del presunto inquinamento ambientale nelle aree sequestrate. All’incontro parteciperanno il sindaco Federico Basile, le autorità sanitarie locali, Rfi e Italferr, oltre all’Osservatorio ambientale del raddoppio ferroviario. Sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione e individuare le prossime mosse per scongiurare nuovi rischi.
[di Stefano Baudino]