mercoledì 12 Marzo 2025
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Un cittadino triestino è stato condannato a 8 mesi per insulti a Mattarella

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Un attivista triestino del movimento No Green Pass, Darko Jermanis, è stato condannato a otto mesi di reclusione con pena sospesa per aver offeso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in alcuni post pubblicati su Facebook. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Luisa Pittalis presso il tribunale di Trieste: l’accusa aveva richiesto una pena di un anno e sei mesi per i giudizi coloriti che Jermanis aveva espresso sul suo profilo Facebook nei confronti di Mattarella, commentando un articolo che riportava il sostegno del Capo dello Stato alla campagna vaccinale contro il Covd-19. L’uomo è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali. All’esterno del tribunale, alcuni manifestanti No Green Pass hanno manifestato solidarietà all’imputato, scandendo slogan come «libertà!» e «vergogna!».

Nello specifico, gli episodi risalgono al 2021, quando Jermanis, nella didascalia che accompagnava l’articolo, aveva definito il capo dello Stato un «essere spregevole». Successivamente, rispondendo al commento di un altro utente, aveva scritto in dialetto «no’l ga de dir niente», e poi «muto devi star sta m***a». L’uomo è stato dunque messo sotto inchiesta e poi mandato a processo per il reato di “offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica”, che secondo il Codice Penale è punibile con il carcere da uno a cinque anni. In aula, Jermanis ha ammesso di aver usato un linguaggio eccessivo, ma ha ribadito di non sentirsi colpevole di alcun reato. Ha inoltre affermato di non riconoscere Sergio Mattarella come suo presidente, sostenendo che «l’Italia a Trieste non ha sovranità». Nel corso dell’udienza, la difesa ha presentato due perizie: una del farmacista Fabio Falce, che ha discusso le modalità di applicazione dell’obbligo vaccinale, e una dello psichiatra Marco Bertali, che ha fornito un’analisi clinica delle reazioni emotive di Jermanis. Nonostante ciò, il tribunale ha confermato la colpevolezza dell’imputato. Dopo la lettura della sentenza il legale dell’uomo, Gigliola Bridda, ha lasciato l’aula senza rilasciare dichiarazioni.

La condanna di Jermanis non è un caso isolato. Nel 2022, un altro cittadino triestino era stato condannato alla stessa pena per analoghi insulti rivolti al Presidente Mattarella. In un comunicato, il coordinamento No Green Pass e il Fronte della Primavera Triestina hanno preso le difese di Jermanis, definendo sentenze come quella che l’ha colpito «strumenti di repressione contro chi combatte soprusi e ingiustizie». Secondo le associazioni, si tratterebbe infatti dell’ennesimo caso di soffocamento del dissenso, in linea con l’approccio sempre più «liberticida» mostrato dalle autorità statali. «Processare qualcuno per un post è vergognoso, ma questa condanna è un chiaro atto politico per intimidire chi si oppone al sistema», hanno scritto, per poi richiamare l’attenzione sui potenziali rischi del “DDL Sicurezza”, attualmente al vaglio del Senato, considerato «l’ennesimo tassello volto a preparare, dal punto di vista giuridico/normativo, il campo ad ulteriori ondate repressive».

[di Stefano Baudino]

*Foto di copertina di Claudia Cernigoi, “La Nuova Alabarda”.

Yemen, Israele attacca obiettivi Houti: almeno 6 morti

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Nelle ultime ore, Israele ha colpito diversi obiettivi legati al movimento Houthi – allineato all’Iran – nello Yemen, tra cui l’aeroporto internazionale di Sanaa. I media locali hanno reso noto che almeno 6 persone sono state uccise. Tra i feriti c’è anche un componente dell’equipaggio del volo su cui sarebbe dovuto partire il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Lo ha raccontato è stato proprio il direttore generale dell’organismo, affermando di essere ora al sicuro. L’esercito israeliano ha colpito anche infrastrutture militari nei porti di Hodeidah, Salif e Ras Kanatib, nonché le centrali elettriche di Hezyaz e Ras Kanatib del Paese.

A Bali è stata scoperta la più grande colonia di coralli al mondo

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Una scoperta straordinaria ha portato alla luce quella che potrebbe essere la più grande colonia di coralli mai documentata. Situata al largo di Nusa Penida, Bali, questa immensa colonia di corallo Galaxea astreata si estende su un'area di oltre 4.000 metri quadrati, con dimensioni impressionanti: 58 metri di larghezza, 71 metri di lunghezza e 10 metri di altezza. La sua misurazione è stata recentemente completata dal team di biologi marini indonesiani dell'organizzazione Ocean Gardener, in partnership con il programma "Map the Giants" dell'Università di Milano-Bicocca. Sebbene siano necessari...

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Siria, scontri tra forze di sicurezza e miliziani filo-Assad

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Dopo che ieri membri delle milizie filo-Assad avevano lasciato sul campo 17 morti, oggi le forze di sicurezza siriane hanno lanciato un’operazione nella provincia occidentale di Tartus per dare la caccia agli uomini armati affiliati al vecchio regime. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa ufficiale Sana, che ha attestato come l’offensiva abbia permesso di “neutralizzare un certo numero” di miliziani. Nel frattempo, manifestazioni senza precedenti sono in scena nella provincia di Tartus, in cui risiede una grossa fetta comunità alawita di cui fa parte il presidente deposto, Bashar al Assad.

 

Russia, stato d’emergenza regionale a Krasnodar dopo danni a petroliere

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In seguito al danneggiamento di due petroliere, colpite da una tempesta lo scorso 15 dicembre, le autorità della regione meridionale russa di Krasnodar hanno dichiarato ieri lo stato di emergenza regionale. Veniamin Kondratiev, governatore della regione, ha reso noto in un comunicato di aver deciso di dichiarare lo stato di emergenza in tutta la regione perché il petrolio continua a inquinare la costa nei distretti di Anapa, popolare località di villeggiatura estiva, e Temryuk. In precedenza era stato dichiarato solo uno stato di emergenza comunale. L’inquinamento ha causato gravi problemi alla fauna marina.

Nelle città italiane ci sono sempre meno ragazzi

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Nelle grandi città del nostro Paese ci sono sempre meno giovani. Ad attestarlo sono i dati di Istat, diramati all’interno del nuovo rapporto “I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani”, riferito agli anni 2022 e 2023. Secondo le statistiche dettagliate nel report, infatti, nell’ultimo trentennio un milione e mezzo di ragazze e ragazzi hanno abbandonato i grandi centri urbani della Penisola. Si tratta del 24,5% in meno rispetto al 2023. Un declino attribuibile a una combinazione di fattori, tra i quali spiccano la riduzione delle nascite e della fertilità e il crescente invecchiamento della popolazione. L’immigrazione, che in passato ha contribuito a mitigare la perdita di giovani, appare non più sufficiente a bilanciare il calo demografico.

Al 1° gennaio 2024, i giovani di età compresa tra gli 0 e i 24 anni che risiedono nelle città metropolitane sono 4,8 milioni, ovvero il 36,8% del totale italiano. Essi costituiscono il 22,6% della popolazione complessiva e sono diminuiti di oltre 1,5 milioni rispetto al 1993. A risentire del calo maggiore sono in particolare tre città del Sud, ovvero Napoli, Catania e Palermo. Fra i comuni capoluogo, il maggiore calo di bambini e ragazzi fino a 14 anni è attestato a Catania (21,7%). Tra le prime cinture Palermo fa segnare il risultato più alto (24,6%), tra le seconde cinture svettano Napoli e ancora Palermo (entrambe con il 22,6%). Nelle città metropolitane del Sud e delle Isole si sottolinea una importante riduzione della componente giovanile oltre la media nazionale (-23,9%), che nella città metropolitana di Cagliari scende fino a -45,3%. La riduzione è presente ma attenuata nel Centro-Nord dello Stivale, dove solo la città metropolitana di Bologna fa registrare risultati in controtendenza, con un aumento della popolazione giovanile (+13,2%) determinato dal rilevante incremento di bimbi e ragazzi fino a 14 anni (+42,4%). Un dato che risulta però attutito dalla contestuale riduzione della popolazione tra i 15 e i 24 anni. La crisi demografica è aggravata dall’esodo di giovani adulti verso l’estero o altre regioni italiane, attratti da migliori opportunità lavorative. Questo fenomeno riduce ulteriormente la vitalità economica e culturale delle città metropolitane, già alle prese con una crescente frammentazione sociale e una riduzione dei servizi dedicati alla gioventù.

Il calo della popolazione giovanile ha ripercussioni dirette sul sistema educativo. Negli ultimi cinque anni, le iscrizioni scolastiche nelle città metropolitane sono diminuite del 3,7%, con flessioni particolarmente significative nelle scuole dell’infanzia (-9,1%). Le scuole primarie e secondarie di primo grado registrano cali più contenuti, mentre le scuole secondarie di secondo grado segnano un lieve aumento (+2%). Tuttavia, il livello di istruzione dei giovani resta disomogeneo: nel Sud, solo il 53,5% dei giovani stranieri tra i 20 ei 24 anni ha completato la scuola secondaria di secondo grado, contro l’88,6% degli italiani. Un altro indicatore rilevante è l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia. Nonostante un miglioramento generale, solo Bologna e Firenze raggiungono il parametro del 45% di copertura stabilito dall’Unione Europea per il 2030, mentre città come Napoli e Catania restano sotto il 15%. Nel complesso dei territori metropolitani il 61,6% dei comuni ha almeno un servizio per la prima infanzia, contro il 52% del totale dei comuni italiani. L’obiettivo di copertura del 75% dei comuni, fissato a livello nazionale dal Decreto legislativo 65/20176, viene però raggiunto solo dalla metà delle città metropolitane, con percentuali superiori al 90% nelle città di Firenze, Milano, Bologna e Bari. Nella città metropolitana di Reggio Calabria, invece, i comuni con almeno un servizio sono poco più di un terzo, mentre a Palermo non superano il 40%.

[di Stefano Baudino]

Gaza, uccisi cinque giornalisti in attacco “mirato”

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Nelle prime ore del mattino, un veicolo su cui viaggiavano cinque giornalisti del canale televisivo Al-Quds Al-Youm è stato colpito dall’esercito israeliano nei pressi dell’ospedale Al-Awda a Nuseirat, nella parte centrale di Gaza. I giornalisti sono rimasti uccisi. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie dell’enclave. Il veicolo era contrassegnato come un furgone dei media ed era utilizzato dai giornalisti per realizzare reportage dall’interno dell’ospedale e del campo di Nuseirat. L’esercito israeliano ha affermato che la sua aviazione ha attaccato il veicolo in modo mirato, sostenendo che al suo interno si sarebbero trovati membri del gruppo militante della Jihad islamica.

Gaza, l’accordo per il cessate il fuoco resta in stallo

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Ancora una fumata nera per l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. Hamas ha accusato il governo israeliano di aggiungere nuove condizioni all’intesa, relative al ritiro delle forze occupanti dalla Striscia. Da Tel Aviv Benjamin Netanyahu nega, accusando Hamas di «rendere difficili i negoziati». La trattativa sta comunque continuando a Doha su mediazione del Qatar e dell’Egitto. Nel frattempo non si arrestano, neanche a Natale, i bombardamenti israeliani su Gaza: solo nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 23 palestinesi.

Afghanistan, raid pakistani provocano 46 morti

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Raid aerei dell’esercito pachistano in un’area di confine dell’Afghanistan hanno provocato 46 morti, tra cui donne e bambini. «Ieri sera si sono verificati attacchi pachistani sul distretto di Barmal, nella provincia di Paktika», ha dichiarato il portavoce del governo talebano Zabihullah Mujahid. Dopo aver reso noto il bilancio dei raid, ha aggiunto che «l’emirato islamico non lascerà questo vile attacco senza risposta». Gli attacchi aerei sono arrivati in seguito a un assalto contro una base militare pachistana nei pressi del confine, rivendicato dal gruppo Tehreek-e-Taliban Pakistan, che ha causato la morte di 16 soldati.

Natale: 7,6 miliardi per i regali e spese a tavola da 108 euro

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Le famiglie italiane spenderanno in media 108 euro per il pranzo di Natale, prevalentemente in casa con 8 invitati, privilegiando menu tradizionali e prodotti locali. Lo rivela un’indagine Coldiretti, la quale aggiunge che la spesa per il cibo è in lieve calo rispetto al 2023 (-6%), con differenze territoriali significative: il Sud raggiunge una media di 121 euro, mentre il Nord Ovest si ferma a 96 euro. Per i regali, la spesa complessiva ammonta a circa 7,6 miliardi, con prodotti enogastronomici in testa. Il budget medio varia da 50 a 150 euro per il 42% degli italiani, con centri commerciali, web e mercatini come mete principali. I cesti di specialità tipiche si sono confermati tra i doni più apprezzati.