Basta frequentare anche poco i social per incorrere in video di auto-promozione di sedicenti “guru”. Persone, specialmente ragazzi, anche giovanissimi, che parlano di quanto hanno fatturato investendo su un certo prodotto o lavorando con una certa strategia. Sono messaggi che promettono di aiutare a fare lo stesso, a contattarli se interessati a cambiare la propria vita. Il tema più diffuso è quello della libertà finanziaria e degli investimenti, ma altri settori toccati sono quelli della bellezza, con proposte di creme e prodotti miracolosi, e dell’aspetto fisico, con tisane, barrette, o meto...
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Sarà un difetto mio, però credo che in molti pensiamo in prima linea a noi stessi. Se poi ho trovato il sistema di essere sano, bello e ricco, vivendo una vita da favola, perché mai mi prendo il disturbo di vendere, e dico vendere, questo sistema a persone estranee? Non dovrei avere altro svago? Essendo in condizioni cosi felici certo non avrei bisogno di essere ammirato, giusto?
Se poi vedo i Buffett, Gates e altri aderenti alla Giving Pledge, ovvero la promessa nata da una moralità anglosassone, di donare le loro ricchezze prima di morire – beh, avendo avuto da fare con i metodi taglia collo di certe ditte che hanno fornito i soldi a questi campioni mi pare sarebbe stato meglio avessero agito in modo più umano in primo luogo. E quei altri geni ricchi sfondati proponendo che per cambiare il mondo non basta lavorare 80 ore alla settimana… se abbiamo fortuna presto vivranno su Marte.
Sono i nostri obiettivi che rendono possibili questo tipo di truffe. Il falso mito che ci fa pensare che essere pieno di soldi porti la felicità è la chiave sempre utilizzata. Se pensi partendo da questa fallacia sei predisposto a sbattere il muso contro questo falso mito fino a che non capisci che stai sbagliando. Da un certo punto di vista i venditori di fuffa sono utilissimi agli altri che cadono in questa fallacia. La responsabilità di ognuno è poi comprendere l’insegnamento in modo corretto per far si che la nostra coscienza ne possa trarre un beneficio.
Il concetto che la competizione ti permetta di emergere e ottenere vantaggi esclusivi è alla base del l’autoinganno che ognuno di noi, inconsapevolmente e per condizionamento ambientale e sociale, costruisce giornalmente intorno a se, non capendo che la chiave di lettura che più aiuta alla propria auto realizzazione è impegnarsi per soddisfare i desideri degli altri in modo concreto facendo si che questa collaborazione porti vantaggi a loro in primis e solo in seconda battuta anche a chi propone determinate strategie.
Se si analizza un sano concetto di social marketing e di network sostenuto da valori sottostanti condivisibili e concreti (gli assets) e si comprende che i fini nell’utilizzo di uno strumento li mettiamo noi e i risultati sono la esatta conseguenza della nostra azione comprenderemo il fine ultimo di chi ci sta vendendo qualcosa.
Vendere un metodo pretendendo dei soldi in cambio a prescindere lede essenzialmente il primo principio enunciato sopra: quello della collaborazione.
Se ci viene invece presentato un prodotto o servizio in modo dettagliato o un progetto con dei sottostanti concreti, una strategia di azione e dietro a tutto ciò ci sono le fondamenta per far si che anche altri possano essere interessati a partecipare e l’obiettivo comunitario e collaborativo è ben identificato con regole certe, allora il contesto diventa più affidabile e merita di essere analizzato più a fondo.
Non sono del tutto d’accordo con questo articolo, che ritengo in alcuni passaggi generalizzi un po’ troppo. Inoltre “svoltare” col significato di “cambiare direzione” è un verbo intransitivo.
Capitato più volte. Nella mia esperienza:
1. Se è troppo bello per essere vero, probabilmente è fuffa.
2. Se il presentatore fa solo numeri da circo per impressionare, probabilmente è truffa.
3. Se sei ricco, di successo, o hai una posizione sociale alta, non per forza è per quello che cerchi di vendermi.