Nei giorni scorsi avevamo riportato la notizia sull’annunciata volontà del governo di dotare gli agenti di polizia di telecamere portatili di videosorveglianza, le cosiddette bodycam da indossare sulla divisa. Una misura minima di tutela e controllo dell’operato di polizia, seppur giudicata insufficiente, visto che l’Italia rimane uno dei pochissimi Paesi europei dove gli agenti non indossano un codice identificativo. Ora anche la misura delle bodycam, portata in aula, si trasforma in un bluff. La norma, come scritta all’interno del nuovo Decreto Sicurezza, infatti, prevede che le forze di polizia “possano usare le bodycam in situazioni di ordine pubblico e nei luoghi di trattenimento”. Possano, non debbano. La misura sarà quindi facoltativa e le telecamere potranno essere riposte o spente quando la polizia lo riterrà opportuno.
La misura delle bodycam è stata inserita all’interno del Decreto Sicurezza, approvato mercoledì 31 luglio dalla Commissione Giustizia e Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. Lo stesso pacchetto nel quale è stata introdotta la messa al bando della cannabis light. All’articolo 15 bis si legge: “Le Forze di polizia impiegate nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno possono essere dotate di dispositivi di videosorveglianza indossabili, idonei a registrare l’attività operativa e il suo svolgimento”. Si specifica inoltre che dallo Stato verranno stanziati circa 23,5 milioni di euro nei prossimi tre anni per l’acquisto dei dispositivi.
Manca ogni altro possibile particolare: non è scritto come e quando la telecamera dovrà essere utilizzata, non è specificato in nessun modo che “dovrà” essere utilizzata. Manca ogni regola su modalità di utilizzo e attivazione. In pratica un oggetto che verrà messo in dotazione delle questure e dei comandi dei carabinieri come gentile omaggio, da utilizzare a piacimento. Non è tutto, il fatto che il possibile utilizzo del videocamere di sorveglianza sia stato previsto non solo durante le manifestazioni di piazza e la gestione dell’ordine pubblico – come era stato richiesto dalle associazioni che si occupano della tutela dei cittadini – ma anche per tutte quelle attività vagamente definibili come “controllo del territorio” e “vigilanza di siti sensibili”, lascia il dubbio che il fine della norma sia quello di introdurre nuovi possibili strumenti di controllo dei cittadini, piuttosto che degli agenti.
Non appare a questo punto sorprendente notare come il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) plauda alla misura in un comunicato: «Rivolgiamo il nostro apprezzamento sia al Parlamento che al Governo, poiché sta mantenendo gli impegni presentati nel proprio programma». Per la cronaca, il SAP è il medesimo sindacato di polizia i cui iscritti, in una conferenza del 2014, applaudirono a scena aperta gli agenti di polizia condannati in via definitiva per l’uccisione di Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni che venne ucciso durante un controllo di polizia, a Ferrara, il 25 settembre del 2005.
[di Andrea Legni]
Mi verrebbe da dire che il neofascismo si rinnova nelle tecniche di controllo ma nella sostanza resta immutato.
Già: con un governo così di destra, fascistoide e che ha un grandissimo bacino di voti nelle forze dell’ordine, e sostegno ideologico/politico dai suoi più alti in grado, cosa ci si può aspettare di diverso?
Ma cosa vi aspettavate?